La Città di Torino smetta di mettere a bando strutture non completamente accatastate (con responsabilità totale, in caso di incidenti, per il concessionario). È grave che questa situazione vada avanti da decenni. È altrettanto grave la mancanza di comunicazione, candidamente ammessa a verbale, tra Giunta e Uffici. Per la rinascita del Valentino serve un piano d’ambito complessivo e organico. Le Istituzioni siano le prime a rispettare le regole.
La sfiducia dei cittadini nei confronti della politica aumenterà ulteriormente. La Regione Piemonte deve trovare la forza per ripartire, nella consapevolezza che “ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide”.
Dopo tre anni e mezzo la Giunta si rende conto che esiste il tema delle riserve di sosta “ad personam” per i minori di 14 anni gravemente malati. Ma la delibera presentata questa mattina in Commissione – delibera a proposito della quale Associazioni e Consiglio non sono stati coinvolti – lascia fuori diverse questioni, a partire dalla “Vita indipendente”: siamo molto lontani da un livello soddisfacente di approccio al tema dei diritti delle persone con disabilità.
Alla ripresa dei lavori in Consiglio Regionale del Piemonte dopo la pausa natalizia saranno passati novanta giorni dell’istituzione teorica della commissione Legalità (che ha, da deliberazione votata all’unanimità dal Consiglio, lo status di permanente).
• il collocamento mirato obbligatorio è l’istituto che prevede assunzioni obbligatorie di persone con disabilità;
• i soggetti obbligati al collocamento mirato sono i datori di lavoro pubblici e privati aventi più di 14 dipendenti;
• in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, la Fondazione Studi
Consulenti del Lavoro ha presentato il rapporto intitolato “L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità
in Italia”;
• il rapporto rileva innanzitutto che «a 20 anni dalla legge sul collocamento mirato (L. 68/1999), l’inclusione
lavorativa e sociale delle persone con disabilità resta ancora un traguardo lontano da raggiungere nel nostro
Paese». Fornisce altresì, a supporto di tale affermazione, una prima elaborazione dei dati ministeriali di natura
amministrativa;
• come si evince da articoli apparsi nei giorni scorsi su quotidiani online, un’analisi dei dati forniti nelle varie
relazioni al Parlamento sulla Legge 68/99 fa emergere un processo di progressiva precarizzazione anche dei
lavoratori con disabilità.
Constatato che:
• ai sensi del 1° comma, art. 14, della L. n. 68/1999 e s.m.i. (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), “le
regioni istituiscono il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, di seguito denominato “Fondo”, da
destinare al finanziamento dei programmi regionali di inserimento lavorativo e dei relativi servizi”;
• tale Legge obbliga coloro che hanno più di 14 dipendenti a riservare una quota delle loro assunzioni a
lavoratori in condizioni svantaggiate (categorie protette);
• nello specifico i datori di lavoro devono assumere:
o 1 persona con disabilità, se il numero di dipendenti va da 15 a 35;
o 2 persone con disabilità, se il numero di dipendenti va da 36 a 50;
o il 7% della forza lavoro, se i dipendenti sono più di 50;
• nel momento in cui il datore raggiunge il numero di dipendenti minimo indicato nel paragrafo precedente,
scatta l’obbligo di assunzione.
Considerato che:
• tale normativa rappresenta un’importante opportunità di collocamento per le persone con disabilità o
svantaggiate, tuttavia non sempre è adempiuta, come risulta anche da recenti notizie di cronaca apparse
ultimamente su diversi quotidiani;
INTERROGA
l’Assessore per conoscere, nel rispetto di quanto imposto dalla L. 68/99, quale sia allo stato attuale il numero delle persone con disabilità assunte presso la Regione Piemonte.