Skip to main content

Stazione Fossata completamente funzionante? Chissà se, chissà quando…

Guasti ad ascensori e scale mobili, posteggio non completamente utilizzabile, perdite e stillicidi dai soffitti sopra i binari: la stazione torinese – a cavallo tra i quartieri Borgo Vittoria, Barriera di Milano e Rebaudengo – è ben lungi da standard minimi di fruibilità. In occasione del Consiglio Comunale di lunedì 7 settembre chiederò conto alla Giunta di queste criticità, sperando che la risposta non si limiti a uno scarico di responsabilità verso RFI. Difficile sostenere in maniera credibile una diversa cultura della mobilità se poi le strutture ferroviarie sono in queste condizioni.

Stazione Fossata: i problemi sono ancora una miriade. Attualmente risultano guaste due delle quattro scale mobili, non funziona l’ascensore (che si riempie d’acqua alle prime piogge), una porzione del parcheggio è ancora transennata e dunque non utilizzabile, i soffitti sopra i binari presentano perdite di umidità (con continui stillicidi). Con un’interpellanza – calendarizzata per il Consiglio di lunedì 7 settembre – chiederò in Sala Rossa quali misure la Giunta intenda finalmente mettere in atto per garantire standard minimi di sicurezza, fruibilità e accessibilità e se, per quanto riguarda gli ambiti di competenza e responsabilità di RFI, abbia sollecitato i necessari interventi di manutenzione e riparazione. Difficile promuovere in maniera credibile una mobilità non più basata soltanto sull’auto privata se poi le infrastrutture, in questo caso ferroviarie, sono tenute in queste condizioni. Circolazione veicolare critica, perdite d’acqua all’interno, degrado e sporcizia sono altre criticità emerse negli scorsi mesi e anni e delle quali mi sono occupato in passato.

«La storica edicola di via Pietro Micca 20? La vendiamo al Comune a un prezzo simbolico, purché non sparisca»

L’appello della famiglia Rota: «Gestiamo da trent’anni questa struttura, un’attività nata alla fine dell’Ottocento: ma ora per noi continuare l’attività è impossibile e non sappiamo se troveremo un privato interessato a rilevarlo. Disponibili a cederla al Comune a un solo euro». Silvio Magliano, Capogruppo dei Moderati in Comune: «Tema di cui mi sono occupato a lungo, ottenendo una riduzione degli oneri. Ma non è sufficiente. Il Comune risponda presente. Almeno questa volta. Se necessario, l’euro lo mettono i Moderati».

Rischia di trasformarsi da storico punto di riferimento a luogo di abbandono, l’edicola di via Pietro Micca 20. L’attività esiste dalla fine dell’Ottocento, da trent’anni è gestita dalla famiglia Rota: famiglia Rota che però, oggi, non crede di poter continuare l’attività; la crisi dei prodotti editoriali cartacei è durissima; troppo morbidi e timidi sono stati, invece, i tentativi di contromisure da parte dell’Amministrazione Civica.
Giuseppe Rota e Filomena D’Errico, da trent’anni gestori dell’attività, dichiarano: «Siamo arrivati, forse, al capolinea. Gestire un chiosco edicola è diventato sostanzialmente impossibile: imposte e tributi sono più gravosi rispetto a quelli in capo ai negozi, che – a differenza delle edicole – possono di contro variare la propria categoria merceologica. Siamo costretti a chiudere: troveremo un privato interessato a rilevare l’attività? Non vorremmo che questa storica struttura nel cuore della città diventasse, da storico punto di riferimento, luogo di abbandono o di degrado. Per questo, in assenza di altri compratori, siamo disponibili a cederla al Comune a un prezzo simbolico, purché sia valorizzata». 
Silvio Magliano, Capogruppo dei Moderati in Sala Rossa, si unisce all’appello: «Una storia significativa dei tempi che stiamo vivendo. Le misure finora messe in campo dall’Amministrazione si sono rivelate assolutamente insufficienti. Questa volta almeno, la Città di Torino risponda presente. Le edicole non sono soltanto attività commerciali da sostenere, a maggior ragione in questa fase storica di crisi, ma anche elementi che, se attivi, costituiscono una barriera contro desertificazione e degrado. Su questo tema mi sono battuto in questi anni, ottenendo risultati in tema di riduzione degli oneri. Ma non è sufficiente. Mi auguro che da questa vicenda nasca un bando di idee sulle edicole, capace di coinvolgere le strutture del centro, per esempio con finalità turistiche, e quelle delle periferie, magari con finalità sociali». 
Chi vende prodotti editoriali in un chiosco edicola non solo affronta una tassazione particolarmente pesante, ma – nei casi di chioschi ospitati sotto i portici – deve versare una quota al condominio proprietario delle colonne. In caso di chiusura definitiva dell’attività, gravano sul gestore l’obbligo (con relativi oneri) di smantellare il chioschi. Ecco perché, per chi decide di interrompere la propria attività, anche mettere in atto questo proposito risulta spesso economicamente insostenibile.
Famiglia RotaSilvio Magliano

Vallette e Continassa sommerse dalle discariche abusive

Le mie richieste alla Giunta con un’interpellanza che si discuterà a settembre: bonifica immediata e fototrappole  per contrastare il fenomeno.

Il fenomeno dell’abbandono abusivo di rifiuti esplode in strada delle Vallette e in via Traves. Gravissima la situazione soprattutto lungo la pista ciclopedonale che conduce alla Venaria Reale, tra zona Continassa e zona Bergera, e presso l’ex area della Continassa. Chiedo alla Giunta, con un’interpellanza da poco depositata, un immediato intervento di bonifica e misure deterrenti efficaci, come la collocazione di fototrappole per identificare i responsabili. Chiedo inoltre l’inserimento di questi siti nella cartografia aggiornata delle discariche abusive nella sezione InformAmbiente del sito internet della Città. Chissà se i Cinque Stelle vorranno, in questi ultimi mesi di mandato, garantire alle periferie almeno un po’ di quell’attenzione con tanta enfasi promessa quattro anni fa in campagna elettorale.

Cura degli alberi degli impianti sportivi: Comune inerte? Ci pensino i gestori

Se la mia mozione sul tema sarà approvata dal Consiglio Comunale (in occasione della prossima seduta utile), questa proposta diventerà realtà: una misura che si rende necessaria per tutti quei casi in cui l’Amministrazione temporeggia sugli interventi, a danno (operativo e giuridico) dei concessionari. Il mio atto è stato discusso questa mattina in un’animata seduta congiunta delle Commissioni V (Cultura e Sport) e VI (Ambiente).

Se il Consiglio Comunale voterà a favore della mia mozione, diventerà possibile, per i soggetti gestori degli impianti sportivi affidati in concessione dalla Città, provvedere direttamente agli interventi di cura e manutenzione del verde verticale. Una misura che si rende necessaria alla luce dell’inerzia dell’Amministrazione in tema, soprattutto ma non esclusivamente, di potatura degli alberi ad alto fusto presenti negli impianti sportivi, potatura da regolamento in capo alla Città su segnalazione del concessionario. Sul concessionario e non sulla Città grava, sempre da regolamento, tutta la responsabilità civile e penale in caso di danni a terzi. La mia è una proposta di buonsenso e ispirata a equità e giustizia. Se da un lato infatti, giustamente, il Comune pretende puntualità assoluta nel versamento di canoni e utenze (pena, nei casi più gravi, la revoca della concessione), dall’altro molta meno puntualità garantisce nella propria opera di manutenzione. Con conseguenze in termini di responsabilità potenziale in caso di danni e in termini di operatività (conosco personalmente casi di fronde talmente rigogliose da impedire l’uso di “palloni” e tensostrutture per l’attività sportiva invernale). La mia proposta è semplice: il concessionario, in caso di urgenza, può assumersi l’onere di affidare personalmente le operazioni di potatura o sfalcio a un soggetto autorizzato, anticipando il costo dell’intervento e ottenendo una equivalente riduzione sul versamento successivo per il canone o per i tributi locali, secondo il principio della compensazione. La Città manterrebbe l’onere di controllare che i lavori siano eseguiti in maniera consona. Auspico che i colleghi Consiglieri, dichiaratisi quasi tutti a favore della mia mozione durante l’animata seduta di questa mattina, sostengano l’atto anche al momento del voto in Sala Rossa.

Esenzioni dai tributi locali per salvare le Paritarie

Scuole Paritarie: la situazione è drammatica. In questo contesto si colloca la mia mozione, discussa questa mattina in occasione della seduta congiunta delle commissioni V (Cultura e Sport) e I (Bilancio e Programmazione) del Consiglio Comunale di Torino, per chiedere di esonerare le Paritarie dai tributi locali per il periodo del lockdown.

Per la prima volta nella storia della Regione Piemonte i fondi per il voucher scuola non saranno sufficienti: centinaia di famiglie saranno escluse. Non sufficienti sono, a loro volta, le misure governative. La convenzione comunale con le Scuole Paritarie è ferma da anni. Tante Scuole Paritarie (un terzo circa), messe in ginocchio dalla crisi seguita all’emergenza da COVID-19, rischiano di non riaprire a settembre. Le scuole statali e comunali non avrebbero la capacità strutturale di assorbire l’eventuale surplus di studenti. Con la mozione discussa questa mattina in Commissione e liberata per il voto in Sala Rossa nel prossimo Consiglio utile chiedo, inoltre, la riduzione di imposte e tributi per la prossima annualità scolastica e l’estensione di queste misure a favore di tutti i servizi educativi privati per l’infanzia (0-6) presenti nel territorio comunale.  Mi appello al coraggio e lungimiranza dei colleghi affinché il Comune di Torino dia un segnale importante alle famiglie torinesi, messe in difficoltà da mesi di incertezza.