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INTERPELLANZA – Fine crisi mai per i Servizi Educativi del territorio (Nidi e Micronidi convenzionati/accreditati, Sezioni Primavera, Baby Parking, Scuole d’Infanzia Paritarie)?

PREMESSO CHE

  • al fine di contenere e contrastare la diffusione epidemiologica da COVID-19, il Governo ha adottato il decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6 (recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”);
  • il decreto legge n. 6, primo atto di una serie di disposizioni emanate dal Governo tuttora in continua evoluzione e aggiornamento, ha previsto all’articolo 1, paragrafo 2, punto d) la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, compresa quella universitaria, salvo le attività formative svolte a distanza; 
  • i successivi provvedimenti adottati con DPCM, o di conversione in legge da parte del Parlamento, non hanno modificato la prescrizione di cui al punto precedente, anzi hanno progressivamente prorogato il termine di sospensione delle attività educative e didattiche;
  • con le disposizioni del decreto legge n. 33 del 16 maggio 2020 le attività didattiche in presenza, di ogni ordine e grado, sono state sospese fino al 31 luglio 2020;

RILEVATO CHE

  • molte realtà educative/didattiche rivolte ai più piccoli (fascia 0-6) presenti nel territorio cittadino stanno attraversando una fase di profonda crisi e di acuta incertezza circa il loro futuro;
  • le attività sono sospese da 3 mesi e non vi è alcuna previsione certa in merito a tempi e modalità della riapertura;
  • di converso, a fronte dei mancati introiti provenienti delle rette mensili, non sono venuti meno i doveri tributari e, laddove la attività siano svolte presso locali di proprietà comunale, i pagamenti dei canoni di locazione/concessione;
  • per le utenze non domestiche la Giunta è intervenuta in materia TARI non già annullando, ma solo sospendendo (ergo rinviando) le rate in scadenza il 16 marzo e il 15 maggio;

CONSIDERATO CHE

  • per i servizi educativi del territorio, chiusi dal 20 febbraio 2020 e privi di una data certa di riapertura, gli aiuti del Governo sono scarsi o nulli pertanto sarebbe alquanto opportuno un gesto di aiuto da parte del Comune;
  • un intervento da parte del Comune fungerebbe da sostegno alla sopravvivenza stessa di queste realtà che da tempo svolgono con qualità riconosciute un’attività utile e preziosa;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda considerare non solo la sospensione e il rinvio dei tributi comunali e degli altri eventuali canoni/importi/corrispettivi, ma l’annullamento e azzeramento di tali importi per l’anno 2020 a favore di nidi d’infanzia e sezioni primavera accreditati-convenzionati, nidi e micronidi privati, baby parking e scuole d’infanzia paritarie;
  2. se l’Amministrazione stia vagliando altre modalità o strumenti (se sì, quali siano) per dedicare sostegno e ausilio alle realtà sopra citate garantendo in tal modo la prosecuzione dell’attività.

Silvio Magliano

Circoscrizione 2, il piantone dei Vigili in strada Comunale di Mirafiori sarà un servizio ridotto

L’orario di apertura sarà limitato rispetto all’attuale apertura in via Morandi 10 (8.30-17.00 e non 7-30-19-30): la Giunta Comunale non provi a presentarlo come servizio aggiuntivo.

Un servizio ridotto spacciato per un servizio aggiuntivo: questo, e non altro, sarà il nuovo piantone presso i locali della Circoscrizione 2. L’orario dello sportello in strada Comunale di Mirafiori 7 sarà infatti ridotto alla sola fascia 8.30-17.00 (tre ore e mezzo in meno rispetto alla fascia 7.30-19-30 di via Morandi).
È positivo che la Giunta Comunale abbia compreso, almeno per ora, l’assurdità di smantellare la sede di via Morandi 10: ma a questo punto non sarebbe stato più facile e utile ammetterlo e spiegarne le ragioni?
Invece, ecco una toppa peggiore del buco. Quanto a via Morandi, per ora non chiude: l’attenzione dei Moderati resterà altissima sia in Comune sia in Circoscrizione per evitare nuove spiacevoli sorprese.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Alessandro Nucera – Moderati, Vice Presidente Circoscrizione 2.
Claudio Monaco – Capogruppo Moderati, Circoscrizione 2.
Elena Zeppola – Vice Capogruppo Moderati, Circoscrizione 2.
Vito Gentile – Consigliere Moderati, Circoscrizione 2.

Quattro anni di Appendino, bilancio disastroso

Torino sempre più periferica dopo quattro anni di Amministrazione Cinque Stelle: no a qualsiasi ipotesi di “Appendino Bis”, nella speranza che i prossimi 12 mesi passino in fretta e senza ulteriori danni.

Domani saranno quattro anni: quattro anni di Amministrazione Appendino, quattro anni di agonia per una Torino sempre più periferica e asfittica, quattro anni della peggior Giunta a memoria di molti torinesi. Come se non bastasse, oggi ci tocca leggere le dichiarazioni possibiliste, da parte della Sindaca, su un’eventuale nuova candidatura. No, grazie: ne facciamo a meno. Speriamo piuttosto che questi ultimi 12 mesi passino in fretta e senza ulteriori danni e che, al termine, la città possa contare su una nuova Amministrazione, finalmente all’altezza della situazione. Questi quattro anni, almeno due dei quali all’insegna del braccio di ferro della Sindaca con la sua stessa Maggioranza, che per lunghi tratti l’ha tenuta sotto scacco, ci sono bastati. Speriamo soltanto di non dover vedere nuove boutade ideologiche da qui al voto, a esclusivo danno della città.

Studenti fuori sede, indotto da mezzo miliardo per il Piemonte

Ma la Giunta si trincera dietro il più classico dei «Mancano le risorse» di fronte alla mia richiesta di introdurre misure a sostegno, per esempio, per le spese d’affitto. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.

La Giunta Cirio rinuncia con il più classico degli argomenti («Non ci sono risorse sufficienti») a mettere in campo misure per rendere conveniente per gli studenti fuori sede la permanenza o il ritorno sul nostro territorio dalle proprie regioni d’origine anche in questo periodo di chiusura delle Università. La rilevanza del tema, da me portato in Consiglio Regionale con un Question Time appena discusso, è data dai numeri: l’indotto economico garantito dagli studenti non piemontesi iscritti alle nostre Università può essere quantificato, in termini strettamente economici, in mezzo miliardo di euro (per 40mila studenti in Piemonte). Ma anche di fronte a queste cifre, l’Assessora Chiorino si tira indietro, rimandando la questione alla Conferenza delle Regioni e al Ministero. Ammettere che non ci sono risorse è sempre e comunque una sconfitta: se la Giunta Cirio crede in un settore, deve e può trovare le risorse, come ha per esempio fatto, per alcune categorie, con il Riparti Piemonte. Le ragioni per un sacrificio ci sarebbero state tutte. Le Giunte di altre Regioni, come per esempio le Marche, l’hanno capito (istituendo misure di sostegno agli affitti con una recente delibera). Ogni studente universitario fuori sede residente sul nostro territorio spende in media, si calcola, dai 7mila ai 10mila euro l’anno: una somma nella quale confluiscono canone d’affitto, spese quotidiane, vestiario, divertimenti e tante altre voci. C’è poi un altro tipo di ritorno, non immediatamente esprimibile su base economica, ma altrettanto importante: ogni studente fuori sede soddisfatto della propria esperienza in Piemonte è potenzialmente il più efficace e sincero testimonial per il nostro territorio. I contratti in essere obbligano al versamento del canone di locazione anche a Università chiuse. Sarebbe stato un segnale importante e uno straordinario volano economico provare a fare qualcosa: per ora, occasione persa.

Pensioni di invalidità drammaticamente sotto la soglia di sussistenza: la politica intervenga

Il ricorso per incostituzionalità da parte di un coraggioso giudice di Torino riporta la questione agli onori della cronaca. Porterò il tema in Consiglio Regionale: parta dalla nostra Regione un forte segnale.

La Consulta si pronuncerà, la prossima settimana, sull’adeguatezza o meno dell’importo e sui requisiti anagrafici per la concessione delle pensioni per l’invalidità totale. Il ricorso per incostituzionalità della cifra della pensione di invalidità, presentato da un giudice di Torino il cui coraggio ci commuove e ci conforta, fa emergere nella loro gravità due questioni. La prima è una questione assoluta: la soglia di sussistenza è indicata dall’Istat in almeno 560 euro mensili ed è dunque assurdo ipotizzare che una persona maggiorenne con inabilità assoluta al lavoro possa sopravvivere con la metà della somma. La seconda è una questione relativa: al compimento del 67esimo anno di età da parte del titolare della pensione, quest’ultima è convertita in assegno sociale, pari a 460 euro per 13 mensilità; una disparità priva di senso e di logica (vista la sostanziale e riconosciuta assimilabilità dei due benefici), che penalizza arbitrariamente chi non ha ancora raggiunto tale soglia anagrafica. Auspico che la politica non debba più attendere una sentenza della Corte Costituzionale per farsi carico di queste iniquità e di queste discriminazioni. Porterò la questione in Consiglio Regionale: dalla nostra Regione parta un segnale forte. Mi farò portavoce perché la Regione Piemonte chieda al Governo una riforma di questo istituto, che non è più né equo né umano.