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Ma dalla tragedia di piazza San Carlo non abbiamo imparato nulla?

Si direbbe di no, alla luce del weekend di malamovida appena trascorso in Vanchiglia, tra assembramenti e cocci di bottiglia a terra: da tempo segnalo in tutte le sedi il problema. Le motivazioni della sentenza dello scorso gennaio dovrebbero essere uno stimolo sufficiente a tenere l’allerta molto più alta: abbiamo predisposto un piano per la gestione degli assembramenti e delle eventuali emergenze? Sul tema ho presentato un’interpellanza in Sala Rossa.

Nuovo weekend di malamovida in Vanchiglia: l’ennesimo. Una situazione che, alla luce dei più recenti fatti sanitari, di cronaca e giudiziari, si mostra in tutta la sua gravità. Tutte le norme anti-COVID sono state ignorate, così come sono state calpestate le indicazioni del semplice buon senso, tra assembramenti in strada e vetri per terra. Già prima dell’ora di cena tra piazza Santa Giulia e via Balbo si incontra chi confonde i marciapiedi del quartiere per toilette a cielo aperto e si ha a che fare con abusivismo, spaccio, degrado. Una situazione che segnalo da tempo e che tornerò ad affrontare in Sala Rossa con una nuova interpellanza appena presentata. La gravità della situazione è acuita da due fattori di particolare rilievo: la pandemia e la sentenza di primo grado (27 gennaio 2021) del processo per i tragici fatti avvenuti il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo. Per questi ultimi, la Procura ha portato a giudizio tutta la macchina organizzativa. Torniamo a Vanchiglia: soprattutto la domenica mattina, a terra restano i resti (vetro compreso) di una modalità di “divertimento” ormai completamente fuori controllo. Una situazione non solo intollerabile, ma potenzialmente pericolosa. Non si sono riscontrati miglioramenti, negli ultimi mesi, relativamente alla situazione descritta, che è anzi per diversi aspetti ulteriormente peggiorata. Che cosa ha fatto la Giunta in questi cinque anni e in questi ultimi tempi? È stato predisposto – imparando la lezione di quanto avvenuto in piazza San Carlo il 3 giugno 2017 – un piano per gestire gli assembramenti in piazza Santa Giulia (vietati a normativa vigente) che preveda la presenza di un numero contingentato di persone, una corretta gestione del vetro e adeguati piani di deflusso verso le vie di fuga in caso di necessità? Queste e altre domande rivolgerò alla Giunta Comunale con il mio atto.

Esami di guida, ingranata la “marcia avanti”

Sul tema è stato appena approvato all’unanimità il mio Ordine del Giorno in Consiglio Comunale. Attualmente sono oltre 13mila i candidati “in coda” in attesa di sostenere l’esame: chiediamo un intervento dell’Amministrazione Civica per una rapida soluzione. Permettiamo inoltre alla Motorizzazione di assumere personale sulla base dello scorrimento delle graduatorie di altri concorsi.

Buona notizia: il Consiglio Comunale di Torino approva all’unanimità il mio Ordine del Giorno sull’assoluta urgenza di smaltire la “coda” di candidati in attesa di sostenere l’esame di guida: un vero e proprio “ingorgo” di 13.500 persone. Lunghissimi i tempi di attesa, che arrivano ai 7 mesi, con connesso rischio di veder scadere la validità del foglio rosa. L’ordine del giorno approvato in Consiglio chiede che si giunga a un piano organizzativo di emergenza della Motorizzazione Civile per consentire alle Autoscuole di proseguire nell’opera di formazione delle future generazioni di utenti della strada. Al momento, le autoscuole del nostro territorio preparano più candidati di quanti poi sia possibile esaminare. Sostengo senza mezzi termini, inoltre, la proposta di permettere alla Motorizzazione di assumere impiegati sulla base dello scorrimento delle graduatorie di altri concorsi (per esempio, dell’Anagrafe: le graduatorie possono infatti essere considerate da enti diversi). 

Sgravare la Circoscrizione 7 dal peso del Libero Scambio

Modalità a rotazione o altre formule, purché la 7 (ma anche la 6) sia finalmente liberata da questo fardello. Quali i progetti dell’Amministrazione Appendino alla luce dell’intenzione della Giunta Regionale di chiudere l’esperienza del Barattolo? Domani si discute in Consiglio Comunale la mia nuova interpellanza sul tema.

Parlando di Libero Scambio, vorremmo meno slogan e più soluzioni. Ne suggeriamo una da anni: gestione diretta da parte della Città e rotazione tra le varie Circoscrizioni cittadine. La 7 e, nel recente passato, la 6 hanno già “dato”. Siamo disponibilissimi a valutare anche altre ipotesi, purché sensate, sostenibili e condivise con i territori. L’Assessore regionale alla Sicurezza ha recentemente annunciato l’intenzione di chiudere l’esperienza del Libero Scambio. Un ordine del giorno presentato e approvato dalla Maggioranza a Palazzo Lascaris ad agosto 2019 e una deliberazione di Giunta dello scorso novembre vanno nella stessa direzione. La stessa Amministrazione Civica ha recentemente approvato misure per una nuova regolamentazione del mercato di Libero Scambio. In via Carcano sono stati recentemente effettuati rilevanti interventi di adeguamento e miglioramento al fine di ospitarvi il Barattolo anche nella giornata del sabato. Alla luce di tutto questo, chiederò domani in Consiglio Comunale, con un’interpellanza, se e come l’Amministrazione stia operando per farsi trovare pronta qualora dovesse mutare lo scenario legislativo regionale in tema di mercatini e Libero Scambio, per sapere se l’Amministrazione intenda introdurre una periodica rotazione su tutte le Circoscrizioni cittadine del Barattolo e per essere aggiornato su quali altre eventuali modalità si stiano valutando.

INTERPELLANZA – Via Vagnone 15: da residenza per anziani a “Social House”, da residenziale a commerciale. Quali accorgimenti a tutela della salute dei cittadini?

RICORDATO CHE

  • con la deliberazione della Giunta comunale del 12 aprile 2011 (mecc. 2011 02065) era stato approvato il progetto preliminare dell’intervento denominato Ristrutturazione Urbanistica in Torino, via Vagnone 15, per la realizzazione di edilizia abitativa pubblica sovvenzionata per anziani, per un importo complessivo di € 5.000.000,00 ed una disponibilità di 37 nuovi alloggi: l’Amministrazione intendeva “realizzare 30 alloggi di Edilizia Abitativa Pubblica per anziani da destinare a popolazione anziana ultrasessantacinquenne autosufficiente e relativi servizi, aperti alla cittadinanza, che si affiancheranno agli alloggi stessi. L’area oggetto dell’intervento è ubicata nella zona storica ambientale XIII, nella zona urbana di trasformazione 8t-8u – Le Chiuse, nella porzione 8t, compresa nella Circoscrizione Amministrativa n. 4 San Donato-Campidoglio-Parella e più precisamente in via Vagnone 15, nell’isolato compreso tra via Vagnone, via Le Chiuse, via Tenivelli e via San Donato.” […] “L’area è collocata in un contesto di storica urbanizzazione ove sono presenti, oltre le residenze, giardini pubblici e una elevata dotazione di servizi, di attività mercatali e commerciali, oltre al presidio ospedaliero Maria Vittoria. Sono altresì presenti, nelle vicinanze, i servizi circoscrizionali di via Bogetto 3 ove sono siti gli Uffici dell’Area Anziani e tutele e il centro diurno anziani di via Principi d’Acaja 12, ai quali l’anziano può facilmente rivolgersi per consulenze, informazioni, accesso ai servizi offerti dalla Città e presenti nel territorio quali Commissione Valutativa Geriatrica (UVG) (in collaborazione) per le persone anziane non autosufficienti, interventi di sostegno alla domiciliarità (assistenza domiciliare, assegni di cura, cure familiari, affidi diurni e residenziali, pasti a domicilio, telesoccorso), inserimenti in residenze assistenziali per autosufficienti e comunità alloggio, interventi di integrazione al reddito ed esenzione ticket sanitari, rapporti con il volontariato e la collaborazione con i servizi sanitari; attività di socializzazione, mensa, lavanderia, stireria, igiene della persona per anziani autosufficienti con  limiti  nell’autonomia.”;
  • l’intervento si inseriva nel quadro di altri programmi sperimentali per la realizzazione di “condomini solidali” riservati agli anziani autosufficienti: per tali interventi si ribadiva la necessità, per il particolare tipo di utenza, di puntare a soluzioni abitative autonome dotate di servizi, con aree integrate nel tessuto urbano, servite da mezzi di trasporto pubblico, da negozi, servizi, luoghi di relazione sociale, indicando delle linee guida progettuali e gestionali;

CONSIDERATO CHE

  • nell’ambito del progetto era stato preliminarmente necessario effettuare indagini geologiche e ambientali che avevano evidenziato il superamento, per alcuni contaminanti, delle concentrazioni per   siti   ad   uso   verde/residenziale,   dando   avvio   al   procedimento   di   bonifica   del   sito;
  • con la deliberazione della Giunta comunale del 24 gennaio 2017 (mecc. 2017 00035) è stato approvato in   linea  tecnica  il   progetto    definitivo;
  • successivamente si è provveduto a rimodulare il progetto architettonico, inserendo l’intervento nel DUP 2017/2019 al Codice Opera 4561, come attività di “Social House” ovvero di residenza temporanea;
  • con la nota prot. 4023 del 13 marzo 2018 il Servizio Edilizia Abitativa Pubblica e per il Sociale comunicava l’avvenuto cambio di destinazione d’uso dell’area in oggetto, passata da residenziale per anziani a “Social House” a carattere temporaneo, ricettivo, alberghiero, risultando applicabili le concentrazioni soglia di contaminazione per siti ad uso commerciale che portavano a considerare superato il rispetto delle concentrazioni soglia di contaminazione per siti ad uso verde pubblico e residenziale;
  • come riportato nella Determinazione dirigenziale n. 124 del 5 giugno 2018 (che si richiama integralmente) sia Città Metropolitana sia ARPA Piemonte non rilevavano elementi ostativi alla chiusura del procedimento di bonifica, esprimendo una valutazione finale complessiva favorevole all’approvazione della chiusura del procedimento per il sito in oggetto;

TENUTO CONTO CHE

  • numerosi cittadini residenti nelle vicinanze del sito in oggetto si sono rivolti allo scrivente per esprimere la loro preoccupazione per la chiusura del procedimento di bonifica, previsto per il precedente progetto di realizzazione di Edilizia Abitativa Pubblica Sovvenzionata per anziani e mutato in “Social House” con destinazione ad uso commerciale, variando così i limiti di riferimento e rendendo non necessaria la redazione dell’analisi di rischio sanitario-ambientale;
  • la destinazione ad uso commerciale non appare corretta visto che ci saranno city users che usufruiranno della struttura, seppur temporaneamente, come abitazione e una parte degli alloggi sarà destinata a famiglie in emergenza abitativa che potranno soggiornarvi per 18 mesi (rinnovabili in base al  perdurare  della necessità);
  • dalla presentazione del Progetto PonMetro TO 4.1.1 risulta che per la zona in questione (8t), in caso di acquisizione con concessione gratuita, la destinazione d’uso delle utilizzazioni edificatorie previste siano minimo 80% della superficie a residenza e massimo 20% per attività di servizio alle persone   e   alle   imprese   e   non   si   riesce   a   risalire   alla   variazione   di   tali   percentuali;
  • in ambito architettonico sorgerebbero perplessità circa la progettazione della parte in aderenza all’edificio  di  via Vagnone 17;
  • tra ottobre e novembre 2020 pare che i condomini del civico 17 siano stati contattati dalla direttrice dei lavori, architetto Calì del Comune di Torino, tramite RR e comunicazione in bacheca condominiale, al fine di eseguire un sopralluogo negli appartamenti adiacenti all’area in questione per verifica dello stato delle murature: ai residenti la richiesta non è sembrata opportuna vista la grave   situazione               sanitaria   in   corso;

INTERPELLA

Il   Sindaco  e   l’Assessore competente  per  sapere:

  1. come verrà tutelata la salute dei residenti durante i lavori e degli ospiti a opera finita;
  2. se possano essere forniti ulteriori ragguagli in merito alla presentazione del Progetto PonMetro TO 4.1.1, ove risulterebbe che per la zona in questione (8t), in caso di acquisizione con concessione gratuita, la destinazione d’uso delle utilizzazioni edificatorie previste sarebbero minimo 80% della superficie a residenza e massimo 20% per attività di servizio alle persone e alle imprese (e i cittadini non riescono a individuare i provvedimenti finalizzati alla variazione di tali percentuali);
  3. in ambito architettonico molti cittadini nutrono perplessità sulla progettazione e realizzazione della parte in aderenza all’edificio di via Vagnone 17, nello specifico: sul dettaglio costruttivo relativo all’intercapedine tra il frontespizio sud di via Vagnone 17 e il nuovo edificio; sul dettaglio relativo al tipo di finitura a copertura del distacco; sul dettaglio relativo al distacco tra gli sporti delle falde di copertura del prospetto sud di via Vagnone 17 (sporgenti per circa 50/60 cm) ed il frontespizio del nuovo edificio. Con riferimento a questi punti si richiedono maggiori dettagli costruttivi e          disegni tecnici  per   le  parti  sopra elencate;
  4. per quale motivo nel progetto non siano stati inseriti dei servizi integrati, in considerazione del fatto che nei 32 alloggi andranno a vivere dalle 60 alle 100 persone e si sarebbero potute realizzare aule studio e una biblioteca (al momento nel progetto non pare vi siano spazi aperti alla comunità per un’integrazione dei residenti. Inoltre, verrà tolto al quartiere un parcheggio da 70 posti auto di cui         facevano  uso   gli   utenti  della  Scuola Faà  di  Bruno);
  5. se sia possibile riconvertire il preventivato progetto di Housing Sociale con caratteristiche di temporaneità in una risposta al bisogno abitativo legato ai progetti di vita indipendente ed inclusione sociale delle persone con disabilità (pur mantenendo le caratteristiche di housing, ma continuativo). Tale riconversione dovrebbe comprendere i servizi necessari sia di assistenza sia di apertura  alla  comunità;
  6. se pare d’uopo, per forme e tempi, la richiesta di sopralluogo che pare essere stata formulata nello scorso autunno dai competenti uffici  comunali.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Periferie e abbandono di rifiuti: due tra i tanti talloni d’Achille dell’Amministrazione Appendino

PREMESSO CHE

– gli interni del civico 122 di via Reiss Romoli constano di due strade caratterizzate da un’alta densità di insediamenti industriali e commerciali, da cui ne consegue un frequente passaggio di dipendenti e clienti in transito spesso anche con veicoli di grandi dimensioni;

– nella medesima zona hanno sede alcune aree per la demolizione di rifiuti industriali, quali per esempio l’azienda Stramet s.r.l., dedicato alla demolizione industriale di rottami metallici e ferrosi;

– lo scrivente ha recentemente ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini e di molti titolari di aziende che insistono sulla zona;

RILEVATO CHE

– è stato narrato allo scrivente che i titolari di alcune aziende hanno più volte evidenziato la questione al competente Assessorato (abbandono di ingenti rifiuti lungo la pubblica strada nei pressi delle loro attività) e pare che alcuni di essi abbiano già provveduto, a scopo deterrente e a proprie spese, ad installare impianti di videosorveglianza;

– pare inoltre che molti cittadini abbiano scaricato la app Junker e che abbiano segnalato con dovizia di particolari quanto avviene nella zona in oggetto, ma senza esito;

– nel sito internet di AMIAT, proprio con riferimento alla app Junker, viene espressamente riferito che “Gli utenti da parte loro possono inoltrare alla Città di Torino eventuali segnalazioni di degrado urbano allegando eventualmente una foto scattabile con il proprio smartphone.”;

– alla presente si allega la documentazione fotografica ricevuta;

– un’ulteriore problematica che affligge l’interno 5 del civico 122 di Reiss Romoli è la scarsa illuminazione causata da molti impianti dell’illuminazione pubblica non funzionanti;

– è stata inoltre da tempo segnalata la rilevante pericolosità dell’intero asse di via Reiss Romoli, derivante essenzialmente dalla velocità di percorrenza da parte di molti veicoli e dalla mancanza di uno spartitraffico centrale nonché di dissuasori e/o altri manufatti utili allo scopo;

CONSIDERATO CHE

– secondo quanto pubblicamente dichiarato, pare che recentemente l’Amministrazione stia provvedendo a installare alcune fototrappole proprio per dissuadere e sanzionare la cattiva e pericolosa abitudine dell’abbandono dei rifiuti (risposta dell’Assessore Unia all’interpellanza dello scrivente presentata il 22 luglio 2020, mecc. 2020 01635, sul tema delle discariche abusive presenti nel territorio cittadino);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda provvedere ad una pulizia straordinaria della zona in oggetto (via Reiss Romoli 122 interno 5);
  2. se l’Amministrazione abbia ricevuto i dati caricati e inviati dai cittadini sulla app Junker e come li abbia trattati;
  3. se e come l’Amministrazione intenda garantire pulizia, decoro e adeguata illuminazione a questa porzione di città;
  4. se l’Amministrazione possieda progetti, se sì quali, per garantire maggiore sicurezza stradale lungo l’intero asse di via Reiss Romoli, pur in considerazione delle peculiarità della strada e dei numerosi varchi, accessi, passi carrabili delle aziende.

Silvio Magliano