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Le “code” di candidati in attesa di sostenere l’esame di guida sono un problema da risolvere, non da minimizzare

Dai dati emerge una situazione di vera emergenza, che va risolta e non relativizzata. Bene invece che la Città metta a disposizione, su nostra sollecitazione, le proprie graduatorie. Motorizzazione isolata, arrivarci è un’impresa, ma la Giunta fa orecchie da mercante da un anno e mezzo a questa parte: altro che servizio di prossimità, chiediamo una fermata di trasporto pubblico dedicata. Sul tema, si è appena tenuta una Commissione in Consiglio Comunale.

Isolata, dimenticata, abbandonata a se stessa: da un anno e mezzo la Motorizzazione attende da questa Giunta risposte rispetto alla necessità di essere collegata al resto della città da una linea di trasporto pubblico, con tanto di fermata dedicata, come qualsiasi altro servizio fondamentale del territorio. Di risposte, però, non ne ha ricevuta mezza: in queste condizioni, la Motorizzazione è il contrario di un servizio di prossimità, per usare un concetto caro agli stessi Cinque Stelle, e di un servizio accessibile e fruibile (non casualmente l’Associazionismo dei cittadini non vedenti ha presentato un esposto). Al momento, la fermata più “vicina” dista dieci minuti a piedi.

Sui dati, continuiamo a essere perplessi. Se la Direttrice Bosio, appena audita in Commissione, parla di tempi perfettamente in media con il dato nazionale, “Quattroruote” racconta una storia diversa, indicando per Torino in 100 giorni il tempo che intercorre dalla prenotazione dell’esame allo svolgimento del test (dato al quale si deve aggiungere l’attesa per l’esame di guida, al quale si può accedere solo dopo aver superato quello di teoria: e qui si raggiungono, nella nostra città, i 140 giorni).

Ma in generale, e al di là dei singoli dati, è l’approccio teso a minimizzare il problema che non ci convince: siamo e restiamo dalla parte delle autoscuole, settore gravemente colpito dalla crisi, e dei loro gestori. Quanto al confronto con realtà più piccole (Cuneo, per esempio, con i suoi 40 giorni necessari per prendere la patente), è ovvio che, per contesti più grandi come Torino, anche il personale impiegato deve aumentare in proporzione.

Ci fa piacere che l’Amministrazione, su nostra richiesta, metta a disposizione della Motorizzazione le proprie graduatorie. A questo proposito, ci piacerebbe sapere quale sia il tempo di intervento della Motorizzazione per assumere una volta resa disponibile la graduatoria; mi aspetto, inoltre, che con l’inserimento di nuovo personale amministrativo il personale esaminatore possa dedicarsi maggiormente agli esami.

Non possiamo negare l’esistenza di un problema strutturale. Serve un lavoro comune per azzerare ritardi che mettono in difficoltà chi fa impresa e paga le tasse. Alla fine del 2019 era stata rilevata una perdita di 1.700 posti d’esame rispetto al 2018 e nel 2020 la situazione è peggiorata ulteriormente. Il risultato sono circa 13.500 allievi che devono sostenere l’esame di guida e che con gli attuali ritmi saranno “smaltiti” in circa 7 mesi.

Doccia gelata: carichi familiari assenti anche nel Decreto Sostegni

Chiedevamo, insieme al Forum delle Associazioni Familiari e ad altre voci autorevoli, che le misure a favore della famiglia fossero calibrate in proporzione al numero di figli: ancora una volta, nulla di fatto. Politica sempre pronta a spendere parole su sostegno alla natalità e conciliazione tra famiglia e lavoro, ma poi priva della volontà di agire di conseguenza. Totale delusione, in questo Paese serve un cambio di paradigma culturale.

Ennesima occasione persa: nuova delusione chi sperava di veder inserito il parametro dei carichi familiari nel nuovo DL Sostegni. Avevamo chiesto, insieme ad altre voci importanti quali il Forum delle Associazioni Familiari, che congedi parentali, voucher baby-sitter e tutte le altre misure a sostegno della famiglia fossero calibrate sulla base del numero di figli. Nulla di tutto questo è stato fatto. 

Le tante parole spese dalla politica sull’urgenza di contenere la denatalità e di sostenere le famiglie che intendono mettere al mondo dei figli si sono rivelate, alla luce dei fatti, per quello che erano: pura e vuota retorica. Lo stesso valga per i tanti bei discorsi sulla conciliazione tra lavoro e famiglia. 

Lo Stato dimentica, ancora una volta, le famiglie, specialmente quelle numerose. Ancora una volta, non c’è alcuna differenza tra i nuclei composti da una sola persona e i nuclei con figli, e tra i nuclei con un solo figlio e quelli più numerosi. L’era Draghi inizia, da questo punto di vista, in piena continuità con il Governo precedente. Non ci sembra normale neppure che, a parità di perdita di fatturato, un artigiano, un imprenditore o una partita IVA con e senza figli ricevano la stessa cifra.

Ci auguriamo che le cose vadano diversamente ad aprile con il nuovo extradeficit. Si conferma la difficoltà da parte del Governo – anche di questo Governo – a comprendere il momento che stanno vivendo le famiglie, specialmente quelle numerose.

Ci auguriamo con altrettanta forza che le voci di timore che da più parti stanno cominciando ad alzarsi circa il destino dell’assegno unico per figlio siano messe a tacere con i fatti, cioè con il mantenimento, a partire dal prossimo luglio, della parola data.

INTERPELLANZA – Corso Verona: pista ciclabile e partecipazione dei cittadini, due punti di forza per i 5 Stelle solo quando l’alternativa era chiara?

PREMESSO CHE

– l’idea della necessità di una riqualificazione dell’intero Corso Verona (che presenta molteplici problematiche di viabilità, sosta selvaggia, barriere architettoniche, mancanza di marciapiedi, punti bui senza illuminazione, sconnessioni del manto stradale causa di notevoli inconvenienti e infortuni) è diffusa tra i residenti del quartiere da molti anni; – lo scrivente, con gli atti tipici della propria funzione, si è più volte occupato della situazione e delle difficoltà che affliggono il quartiere Borgo Rossini, quartiere confinante con Vanchiglia, Aurora, i Giardini Reali e racchiuso tra il fiume Dora, via Bologna e corso Novara; – il quartiere negli ultimi anni si sta progressivamente ridefinendo attraverso processi graduali di riuso/riqualificazione verso destinazioni indirizzate ad usi residenziali, terziari e di fornitura di servizi, mostrando quindi anche una grande vivacità del mercato immobiliare. Pur prevalendo (al netto della recente pandemia) la presenza di locazioni destinate a studenti fuori sede, sono in crescita anche le richieste di alloggio da parte di trasfertisti, addetti alle numerose attività del Borgo (tra cui Lavazza, Basic Net, Eni, Campus Einaudi, ASL di Lungo Dora, Cartier, Aste Bolaffi, studi di architettura, rinomate gelaterie e pregiate pasticcerie come Torre, Gobino, Raspino, La Perla) o del vicino centro città. In crescita anche le famiglie con figli piccoli che scelgono di vivere in Borgo Rossini prediligendo una mobilità sostenibile per tutta la famiglia, rinunciando all’auto per gli spostamenti quotidiani verso le scuole, i parchi (Colletta, De Crescenzio, Lungo Dora, Buscalioni per citare i più vicini) e il centro città. Ognuna delle categorie sopra descritte tende sempre più ad utilizzare la bicicletta come mezzo di spostamento prevalente e l’esigenza di percorsi ciclopedonali, sicuri ed efficaci, si unisce a quella decennale dei residenti storici del borgo che, anche per l’avanzare dell’età, attendono con ansia di poter passeggiare per il quartiere liberato da pericolosi ostacoli;

RILEVATO CHE

– la Deliberazione del Consiglio Comunale del 3 giugno 2019 (proposta dalla Giunta Comunale il 14 maggio 2019, mecc. 2019 01680), avente ad oggetto la ristrutturazione di un fabbricato a destinazione produttiva finalizzato alla realizzazione di un edificio residenziale sito in corso Verona 37 angolo via Catania, è stato il primo atto con cui ha preso concreto avvio l’opportunità di una revisione della viabilità di corso Verona, innanzitutto mediante la risistemazione delle banchine alberate con inserimento della pista ciclabile e rimodulazione degli stalli per la sosta dei veicoli; – come enunciato nel testo della Delibera (se ne riportano alcuni stralci): “l’immobile è situato nel territorio della Circoscrizione, all’interno dell’isolato urbano delimitato da via Catania, corso Verona, via Messina e via Buscalioni nel cuore del caratteristico “Borgo Rossini”, la porzione del quartiere Aurora racchiusa tra la Dora, via Bologna e corso Novara. L’area oggetto d’intervento si inserisce in un contesto urbanistico ed edilizio piuttosto eterogeneo con presenza di attività industriali/artigianali e commerciali che, negli ultimi anni, si stanno progressivamente ridefinendo attraverso processi graduali e puntiformi di riuso/riqualificazione verso destinazioni meno legate alla produzione manifatturiera e indirizzate ad usi residenziali, terziari e di fornitura di servizi. Il progetto prevedeva la demolizione degli edifici esistenti e la ricostruzione di un nuovo fabbricato, sulla stessa impronta di quello precedente, a quattro livelli fuori terra, interamente destinato ad uso residenziale e si attesterà lungo corso Verona e il cortile sarà in parte pavimentato e in parte attrezzato a verde privato in piena terra. Tra le connesse opere di urbanizzazione, interamente realizzate a cura e spese del richiedente, si prevedeva il rifacimento del marciapiede lato via Catania, fronte nuova costruzione e tutto il tratto di corso Verona facente parte dell’isolato interessato fino all’incrocio con via Messina, la realizzazione di un’ampia banchina verde alberata della profondità di metri 7,50 lungo corso Verona tra via Catania e via Messina, lato intervento edilizio ed il ridisegno delle aree di sosta a spina di pesce lungo corso Verona, su entrambi i lati, con conseguente riduzione della carreggiata centrale ad una vettura per ogni senso di marcia.”;

RILEVATO INOLTRE CHE

– nel corso del Consiglio Comunale del 15 febbraio 2021 è stata approvata una Deliberazione dalla Giunta Comunale (n. 01109-2021) avente ad oggetto “PERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGA EX ARTICOLI 14 D.P.R. 380/2001 E 5, COMMI 9-14 DELLA LEGGE 106/2011 PER CAMBIO D’USO CON OPERE E MODIFICA DEL VOLUME DEL CORPO CENTRALE, DI EDIFICIO SITO IN VIA PERUGIA N. 29. APPROVAZIONE DEROGA.”; – si tratta della struttura che per molti anni ha ospitato il Mercato dei Fiori; – come esplicitato nel testo della Delibera (se ne riportano alcuni stralci): “L’area in cui è previsto l’intervento in oggetto è ubicata nella Circoscrizione 7, quartiere Aurora, nell’isolato compreso tra via Perugia, via Modena, corso Palermo, corso Brescia, all’interno di un tessuto urbano semicentrale a destinazione mista, caratterizzato dalla presenza di edifici adibiti a destinazione residenziale con forte presenza di attività terziarie e commerciali e fabbricati, in buona parte dismessi, destinati ad attività di servizio e ad attività produttive. L’intervento per il quale è stato richiesto il rilascio del permesso di costruire in deroga, ai sensi della citata norma, riguarda un intero stabile dismesso da tempo e adibito in precedenza a “Mercato dei fiori” della Città, l’intervento in progetto consiste nell’insediamento, ai piani terreno e primo, di una nuova palestra privata, il piano interrato verrà invece adibito a parcheggio. Sono previste anche delle modifiche volumetriche al corpo centrale del fabbricato, con mantenimento delle caratteristiche architettoniche originarie. Il fabbricato, attualmente in totale stato di abbandono, venne edificato nel 1960 per collocare il nuovo mercato dei fiori della Città. Con il progetto si prevede il cambio d’uso di tutto l’edificio “da attività di servizio” a destinazione “terziaria”, mediante opere interne ed esterne, per nuova distribuzione degli spazi e modifica del volume del corpo centrale. Al piano interrato esistente è prevista, invece, la trasformazione dei locali in precedenza destinati a magazzini dei fiori e cantine a parcheggio pertinenziale e locali tecnici/tecnologici. La palazzina, precedentemente di tre piani, verrà ridotta a due livelli soltanto e al primo piano, secondo fuori terra, ospiterà sale studio/gioco per i bambini che accompagneranno i genitori al centro. L’intervento assume interesse pubblico in quanto porta alla razionalizzazione di un manufatto edilizio dismesso e degradato come previsto dalla Legge 106/2011, risulta da assimilarsi ad intervento pubblico ricompreso in strumenti urbanistici complessi e assoggettato alle condizioni ivi previste. Al progetto sono allegate le opere di urbanizzazione, per un importo complessivo pari ad € 460.431,34, da realizzarsi interamente a cura e spese del proponente su sedime pubblico, nell’area antistante verso est, Via Pedrotti-Corso Brescia. Tale spazio, attualmente utilizzato come parcheggio pubblico, è stato rivisto e rigenerato nel suo insieme, con l’obiettivo di ridare alla città uno spazio oggi poco fruibile in un’ottica più verde e sostenibile. La riqualificazione dell’area conserva, in parte, il parcheggio per le automobili, ma allo stesso tempo riserva una parte importante al verde e alla possibile fruizione da parte dei cittadini di tale spazio. È, inoltre, prevista una pista ciclabile che costeggia l’area, adiacente a corso Brescia e via Perugia e che sarà direttamente connessa con la pista ciclabile prevista dal piano della città di Torino verso corso Verona e il fiume Dora. L’area verde, oltre ai percorsi pedonali interni, presenta spazi dedicati al fitness e al gioco dei bambini, spazi a prato e aree per il relax con panchine e luoghi per la socialità.;

CONSIDERATO CHE

– il Comitato di quartiere Borgo Rossini ha elaborato un progetto di riqualificazione dell’intero corso Verona a seguito della presentazione in Circoscrizione VII dell’opera di realizzazione dell’edificio residenziale sito in corso Verona 37 angolo via Catania, che prevede come sopra descritto il “rifacimento del marciapiede lato via Catania, fronte nuova costruzione e tutto il tratto di corso Verona facente parte dell’isolato interessato fino all’incrocio con via Messina, la realizzazione di un’ampia banchina verde alberata della profondità di metri 7,50 lungo corso Verona tra via Catania e via Messina, lato intervento edilizio ed il ridisegno delle aree di sosta a spina di pesce lungo corso Verona, su entrambi i lati, con conseguente riduzione della carreggiata centrale ad una vettura per ogni senso di marcia.”; – il progetto, riferito all’intero asse di corso Verona, è stato redatto attraverso un proficuo dialogo con gli uffici tecnici già autori del primo progetto di manutenzione straordinaria, e interpreta anticipatamente lo spirito di partecipazione e collaborazione auspicato dal nuovo Regolamento del Decentramento tra Amministrazione e Cittadini e si inserisce puntualmente negli obiettivi di tutela ambientale e di rigenerazione urbana sposati dall’attuale Amministrazione; – il progetto del Comitato Borgo Rossini si armonizza e si integra perfettamente con entrambi i progetti richiamati nei paragrafi precedenti, tutti nel quartiere borgo Rossini, che contemplano opere di urbanizzazione comprendenti la creazione di nuove piste ciclabili a carico dei privati; pertanto all’Amministrazione comunale rimarrebbe il finanziamento delle sole porzioni residuali del tracciato; – in questo scenario si incardina il progetto presentato dal Comitato Borgo Rossini nel mese di maggio 2020 e avente ad oggetto una proposta di progetto per la riqualificazione di Borgo Rossini (asse corso Verona – corso Regio Parco – Scalo Vanchiglia); – il progetto del Comitato si spinge fino a proporre soluzioni concrete per i problemi di sosta selvaggia, smog, traffico, barriere architettoniche e attraversamenti pericolosi, individuando alcuni punti particolarmente strategici da riqualificare o creare come, ad esempio, l’attraversamento sul Lungo Dora Firenze all’altezza della pensilina, per il quale si propone un rialzamento con illuminazione e dissuasori di velocità in entrambi i sensi di marcia oppure la creazione di un parcheggio di interscambio in corrispondenza dell’ex scalo ferroviario Vanchiglia su corso Novara/corso Regio Parco, dove pare verrà costruito un nuovo centro commerciale, che potrebbe accogliere la maggior parte delle centinaia di auto che ogni giorno arrivano da nord ed est, per sostare in Borgo Rossini (parcheggio gratuito) mentre la destinazione è, nel 90% dei casi, fuori dal Borgo verso zone con parcheggio a pagamento (Campus, centro città, Asl di lungo Dora, Porta Palazzo); l’area di sosta dovrebbe essere custodita per maggior sicurezza delle utenti e dotato stazioni di navette elettriche, bike sharing e car sharing, in grado di collegare il parcheggio di interscambio al centro città e al Campus, limitando ulteriormente traffico e smog;

TENUTO CONTO CHE

– dalla prima stesura del progetto nonché dalla sua prima presentazione in Circoscrizione VII nel mese di luglio 2020, il quartiere di Borgo Rossini è stato interessato da diverse modifiche urbanistiche già ultimate come La Nuvola Lavazza e il supermercato Nova Coop di Via Perugia o in corso di realizzazione come il complesso residenziale dello studentato di via Padova – via Perugia, l’area di via Regaldi e l’ex scalo ferroviario Vanchiglia o di prossima realizzazione come il centro sportivo nell’ex mercato dei fiori e la riqualificazione del viale Mai, è evidente che l’intero quartiere, di cui corso Verona e corso Regio Parco sono le due arterie principali, è oggetto di una più ampia azione di riqualificazione e ammodernamento in quanto zona sempre più strategica per la Città; – tutti i progetti in Borgo Rossini presentano una forte valenza di tutela ambientale e di valorizzazione del verde pubblico anche come spazio aggregativo ed educativo, adeguandosi alla sempre più diffusa sensibilità verso i temi di riduzione dell’inquinamento e salvaguardia del suolo; – il progetto di corso Verona potrebbe essere “allargato” ad altri punti critici ad esso connessi come largo Vitale, bivio con al centro una piccola isola verde, sempre più utilizzato da residenti e fruitori dopo l’inaugurazione del centro commerciale Nova Coop e che necessita urgentemente di attraversamenti pedonali a norma e protetti da dissuasori di velocità. Lo stesso dicasi per lo spazio di parcheggio attorno a largo Vitale su cui si potrebbe intervenire per ottimizzare gli spazi di sosta e diminuire il traffico nel quartiere; – corso Verona, e tutto il quartiere, intersecando e comprendendo le sponde della Dora, sarà interessato da interventi e proposte a livello culturale, sociale, ambientale nell’ambito del progetto TOnite, per il quale pare che il Comitato Borgo Rossini stia registrando un vivace fermento di idee e proposte di collaborazione da parte di diverse associazioni presenti sul territorio; – il complesso degli interventi sul quartiere potrebbe rappresentare un ottimo esempio di “progetto pilota” per altre zone della città;

INOLTRE, TENUTO CONTO CHE

– nel corso di una seduta della IV Commissione della Circoscrizione VII svoltasi mercoledì 24 febbraio 2021 alle ore 18:30 il progetto di riqualificazione di Corso Verona è stato presentato e pare sia emersa la volontà della Circoscrizione di chiedere agli Assessori competenti che il progetto venga preso in carico da un gruppo di lavoro comunale istituito al fine di procedere con la progettazione di fattibilità, dettaglio e cantierizzazione dei progetti finanziati dall’Unione Europea; – i contenuti del progetto di riqualificazione di Corso Verona vogliono cercare di offrire opportunità di soluzione a determinate criticità emerse dal confronto con i cittadini e dai sopralluoghi effettuati. Risulterà pertanto essenziale, alla fattibilità del progetto, il coordinamento ed il supporto di tutti gli enti presenti sul territorio; – le piste ciclabili su corso Verona e corso Regio Parco sono state studiate nei minimi particolari dal Comitato;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. per quali motivi il progetto del Comitato Borgo Rossini, che può vantare un’opinione favorevole degli uffici della Circoscrizione VII, della coordinatrice Cremonini e del presidente della Commissione di quartiere Pino La Mendola, non sia stato preso in considerazione per almeno un anno?
  2. se l’Amministrazione intenda procedere alla cantierizzazione del progetto di riqualificazione di corso Verona tenendo conto del progetto del Comitato Borgo Rossini e delle proposte di riqualificazione urbanistica ed ambientale ad esso connesse;
  3. in caso di risposta affermativa al punto precedente, quali sia l’iter individuato dall’Amministrazione e quali le relative tempistiche di realizzazione.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Incendi che hanno coinvolto il viadotto di corso Sacco e Vanzetti: interventi di ripristino, disagi e responsabilità per i danni tutti a carico dei cittadini torinesi?

RICORDATO CHE

– il viadotto di corso Sacco e Vanzetti è un asse di collegamento strategico dalla periferia di zona Aeronautica e verso la zona nord, che collega corso Francia a corso Regina Margherita;

– un incendio divampato nel tardo pomeriggio del 23 dicembre 2018 andò ad interessare il viadotto di corso Sacco e Vanzetti: furono proprio le fiamme, arrivate anche a sei metri di altezza, ad allarmare i tecnici del Comune di Torino e che rese necessario lo svolgimento delle opportune perizie sulla stabilità del viadotto;

– la causa fu individuata, con elevata probabilità, nel malfunzionamento di una stufa collocata all’interno di una delle molte roulette/camper/caravan situati nel campo nomadi presenti presso il campo autorizzato nel Comune di Collegno o comunque nelle sue immediate adiacenze, in un’area sempre di competenza del Comune di Collegno;

– venne decisa la chiusura al traffico del viadotto in via precauzionale e in attesa di verifiche tecniche alla struttura viaria, con conseguenti ripercussioni negative sul traffico veicolare;

– il 22 ottobre 2019 il viadotto di corso Sacco e Vanzetti fu nuovamente chiuso per un incendio, avvenuto nelle prime ore del mattino, le cui cause furono individuate con buona probabilità in un rogo che ebbe origine da giacigli di fortuna collocati nell’area sottostante al viadotto;

RILEVATO CHE

– nel corso dell’anno 2019 sono stati molteplici gli atti licenziati dall’Amministrazione al fine di eseguire i necessari interventi di somma urgenza per il rispristino e il rinforzo strutturale del viadotto di corso Sacco e Vanzetti;

– uno dei primi atti fu la Deliberazione del Consiglio Comunale del 18 febbraio 2019 (su proposta della Giunta Comunale del 5 febbraio 2019, n. ord. 22 mecc. 2019 00392) in cui si enunciava che “Il viadotto di corso Marche è stato interessato da un incendio di grandi proporzioni nella notte compresa tra il 23 ed il 24 dicembre 2018, a causa del quale un’intera campata dell’impalcato e due pile sono state seriamente danneggiate. Il 24 dicembre 2018 si è pertanto provveduto alla chiusura al transito dell’infrastruttura e si sono effettuate le prime ispezioni visive circa i danni riportati (rese rese molto difficoltose dalla presenza del grande quantitativo di materiale incendiato presente al di sotto della campata danneggiata). Considerato il grado di ammaloramento delle strutture è stata subito chiara la necessità di procedere ad una serie di prove in sito sulle travi e sulle pile ed all’esecuzione di apposite analisi di laboratorio sui provini di cls ed armatura lenta prelevati da tali strutture, senza le quali non sarebbe stato possibile valutare né l’effettiva riduzione di capacità portante dell’infrastruttura, né la tipologia di interventi da realizzare per il suo ripristino. Senza l’analisi dei risultati di tali prove non era inoltre possibile valutare la necessità di mantenere totalmente chiuso al transito il viadotto, oppure poterne riaprire almeno una parte e, conseguentemente, non era possibile neanche stabilire quali eventuali modifiche si dovevano attuare alla segnaletica od alle fasi semaforiche degli incroci limitrofi. Tenuto però conto del periodo di festività natalizie (durante il quale nessuno dei laboratori di prova interpellati è risultato disponibile all’esecuzione delle prove in sito e delle analisi necessarie), tali interventi si sono potuti effettuare solo a partire dal 7 gennaio 2019, data in cui, mediante attivazione della procedura di somma urgenza di cui all’articolo 163 del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., si sono già svolte delle prime prove in sito e si è provveduto, a cura e spese della Città, alla rimozione del materiale presente al di sotto del viadotto per consentire l’accesso dei mezzi in corrispondenza delle strutture incendiate. Entro l’11 gennaio 2019, mediante attivazione delle procedure d’urgenza anche presso i laboratori di prova ufficiali si sono ottenuti i primi risultati circa la resistenza residua di calcestruzzo ed armature lente, accertando una sensibile riduzione delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo per le travi sottostanti la semicarreggiata est del viadotto ed una resistenza pressoché pari a quella di progetto per le travi sottostanti la semicarreggiata ovest; anche per quanto riguarda le pile il danneggiamento è risultato esteso ai soli strati superficiali di cls dello spessore di circa 15 – 20 centimetri. In tali condizioni, potendo riaprire al transito almeno la semicarreggiata ovest del viadotto, ci si è pertanto subito attivati alla realizzazione di una serie di interventi indispensabili per la creazione di un doppio senso di marcia lungo tale semicarreggiata, in modo da bypassare la campata danneggiata” […] aggiungendo che “Si rende ora necessario proporre l’approvazione del riconoscimento della spesa per i predetti lavori di somma urgenza, ai sensi dell’articolo 191 T.U.E.L. prevedendo la relativa copertura finanziaria per Euro 200.000,00 nei limiti dell’accertata necessità per la rimozione dello stato di pregiudizio alla pubblica incolumità. Con successiva determinazione dirigenziale si procederà a formalizzare l’affidamento, mediante procedura negoziata nell’ambito di una situazione di emergenza, delle varie prestazioni descritte nel Verbale del 7 gennaio 2019 ai vari soggetti tecnici coinvolti e già operanti, così come previsto dall’articolo 63, comma 2 lettera c), del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i.; con lo stesso atto si procederà inoltre all’impegno delle relative spese, sulla base dei costi effettivamente sostenuti. Allo stato attuale, analizzati i risultati delle prove effettuate (in base alle quali non è comunque possibile stabilire l’effettivo grado di ammaloramento delle armature da precompressione presenti all’interno delle travi, se non con prove distruttive che aggraverebbero le condizioni delle strutture), si sta valutando l’opportunità di realizzare una prova di carico per decidere se risulta più conveniente (dal punto di vista strutturale ed economico) procedere alla demolizione della metà est della campata incendiata ed alla sua successiva ricostruzione, oppure effettuare interventi di ripristino della capacità portante sulle strutture esistenti; una volta stabiliti la soluzione finale ed i relativi costi, si dovrà comunque provvedere al reperimento della necessaria copertura economica. In tali condizioni occorre pertanto dapprima prendere atto, da parte dell’Amministrazione, dei suddetti primi interventi di somma urgenza sino ad oggi realizzati per consentire la riapertura al transito della direttrice di corso Sacco e Vanzetti – corso Marche nel più breve tempo possibile e ridurre così i disagi del traffico veicolare; è però parimenti necessario prendere atto della necessità di effettuare ulteriori (e sicuramente più onerosi) lavori di ricostruzione e/o rinforzo strutturale del viadotto al fine di garantire il completo ripristino della sua capacità portante e la completa riapertura al transito. A tal proposito il Servizio Ponti, Vie d’Acqua ed Infrastrutture sta già avviando la progettazione di tali lavori, al fine di redigere nel più breve tempo possibile apposito progetto esecutivo da sottoporre alla relativa approvazione  dell’Amministrazione.”;

– con la Deliberazione della Giunta Comunale del 9 luglio 2019 (mecc. 2019 02703) veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica relativo ai lavori di “Rinforzo strutturale del viadotto di C.so Sacco e Vanzetti”, per un importo complessivo di € 800.000;

CONSIDERATO CHE

– unitamente al ripristino delle condizioni di stabilità e sicurezza del viadotto, affidato ai tecnici, ai funzionari e ai dirigenti della Divisione Infrastrutture e Mobilità della Città di Torino, appare necessario individuare con criteri di certezza le cause dei roghi che a dicembre 2018 e a ottobre 2019 hanno coinvolto il viadotto in oggetto e che hanno causato notevoli disagi al traffico veicolare nonché l’impiego di risorse umane, strumentali, finanziarie e tecniche, per il ripristino dell’infrastruttura, tutte a carico dell’Amministrazione torinese;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quale sia lo stato dei lavori presso il viadotto di corso Sacco e Vanzetti;
  2. quando avranno termine i lavori e quando l’infrastruttura verrà restituita alla piena e libera fruizione veicolare;
  3. a quanto ammontino gli oneri finanziari sostenuti dall’Amministrazione per tutti gli interventi sul viadotto in oggetto;
  4. con riferimento al quesito al punto precedente, quali siano le tipologie di interventi che contribuiscono a concorrere alla spesa (interventi di messa in sicurezza, ripristino, rinforzo strutturale, riasfaltatura e/o altro);
  5. se sia prevista la riasfaltatura completa del viadotto o solo del tratto interessato dai roghi;
  6. se, quando e con quali strumenti l’Amministrazione, con il supporto della Civica Avvocatura, abbia avviato gli opportuni accertamenti per la verifica delle cause generatrici dei roghi e, conseguentemente, per la corretta imputazione di tutti gli oneri sostenuti e per il risarcimento dei danni;
  7. se, con riferimento al punto precedente, siano stati svolte opportune interlocuzioni con il Comune di Collegno e/o con soggetti privati e quali gli esiti a cui si è giunti.

Silvio Magliano

Zona Rossa, stop agli educatori cinofili: si segnalano già i primi effetti negativi

Tra gli effetti negativi di un anno di attività a singhiozzo, si è registrata un’impennata di casi di aggressività da paura, problemi di separazione e di gestione dei cani oltre ad altre criticità e ad un rallentamento nella preparazione dei cani d’assistenza e per gli Interventi Assistiti con Animali. Si permetta una ripresa in sicurezza alla stregua di altre attività definite essenziali.

La loro attività è attualmente chiusa, come molte altre, in queste settimane di Zona Rossa. In realtà, è dalla scorsa primavera che gli educatori cinofili lavorano a singhiozzo e dovendo rispettare molte restrizioni. Gli effetti di una tale mancanza di continuità stanno cominciando a farsi sentire negli stessi cani: dal primo lockdown, infatti, si è riscontrata un’impennata di casi di aggressività da paura, problemi di separazione, paure generalizzate, di gestione e altre criticità. Ritardare un intervento, anche solo di qualche settimane, può portare allo sviluppo di problemi comportamentali poi difficili da correggere. L’effetto più macroscopico è, forse, la necessità di sospendere, in moltissimi casi, la preparazione dei cani da assistenza e per gli Interventi Assistiti con Animali, cioè quelle attività con un’utilità in campo medico e psicologico basate, come la pet-therapy, sul rapporto uomo-animale. Il mio appello è per una riapertura alla stessa stregua di altre attività definite essenziali. L’attività degli educatori cinofili è a basso rischio (come da analisi e definizione del Politecnico di Torino), individuale, svolta all’aperto e praticabile nel completo rispetto delle norme di sicurezza prescritte per l’emergenza in corso.