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Le ragioni per le quali sono contrario alla rimozione del Crocifisso dalla Sala Rossa

In occasione della delibera presentata dal Consigliere Viale, ribadisco la mia totale opposizione all’idea stessa di rimuovere questo Simbolo dall’Aula di Palazzo Civico. Una società che si vergogna delle proprie origini, della propria storia e della propria cultura è una società più permeabile agli estremismi e ai radicalismi.

 La proposta di abolire il Crocifisso dalla Sala Rossa è una proposta che rifiuto categoricamente perché è un atto che sembra ignorare, o non considerare, il significato che questo Simbolo riveste all’interno della cultura occidentale, italiana e cittadina.
Non solo è assurdo pensare che la presenza del Crocifisso possa offendere qualcuno, in Sala Rossa o altrove, ma è contrario a ogni logica ipotizzare che la presenza del Crocifisso in Sala Rossa contrasti con l’Articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini. Difficile non considerare la proposta e la relativa polemica come sterile, capziosa, strumentale e oziosa. Il Consigliere Viale cerca visibilità a pochi mesi dal voto e utilizza un argomento di così grande sensibilità e delicatezza: è vergognoso. Voterò nettamente contro la sua proposta.
Il Crocifisso, per chi crede, è un elemento fondante della propria fede; per chi non crede è comunque un simbolo di tanto bene fatto nella storia, e in questa città in particolare, da parte di persone che in quel valore credevano e credono. A maggior ragione in un momento come questo, nel quale lo scontro ideologico è aspro e doloroso, un paese che dimentica le proprie origini religiose e culturali rischia di essere più permeabile al radicalismo e all’estremismo. Non si compia lo stesso errore fatto dall’Europa nel non aver riconosciuto le proprie radici giudaiche e cristiane: solo sapendo fino in fondo chi siamo possiamo essere in grado di confrontarci con gli altri. Cancellare le nostre tradizioni, anche religiose, ci renderà deboli e incapaci di confronto.