Istituzione del Disability Manager, la Giunta dorme
Che il ripristino di questa fondamentale figura, come da mozione approvata all’unanimità lo scorso gennaio, non sia tra le priorità degli Assessori è evidente dal loro atteggiamento. L’apertura di tavoli e le parole al miele non bastano più: servono fatti. Anche tra i Consiglieri di Maggioranza c’è disappunto per l’allungarsi infinito dei tempi.
Ancora nessun risultato concreto raggiunto dopo l’approvazione della mozione dello scorso 30 gennaio: a distanza di sei mesi dopo quel voto unanime (31 Consiglieri su 31), il Disability Manager ancora non si vede. E non ci sarà prima di altri tre mesi, stando alle parole appena pronunciate in Commissione dall’Assessore Giusta. Se tutto andrà bene.
Sono allarmato e deluso dall’atteggiamento attendista di una Giunta che, riparandosi dietro magniloquenti dichiarazioni e fumose promesse, sta continuando a dormire. In offesa a una tradizione cittadina di sensibilità spiccata sui temi dell’accessibilità, pare evidente dall’atteggiamento degli Assessori che l’istituzione del Disability Manager non sia tra le priorità di questa Amministrazione. Le promesse e i le proposte di “creare tavoli” non bastano più. Qui si dovrebbe fare politica, non falegnameria. Fastidio e disappunto sono sempre più palpabili, da questo punto di vista, anche tra le file della Maggioranza in Consiglio, che a sua volta continua a non vedere risultati.
Intanto la figura del Disability Manager manca sempre di più a questa città, all’indomani di un grande evento come il Salone dell’Auto che ha, per esempio, ricevuto il patrocinio del Comune nonostante non fosse accessibile. Ed è gravissimo perché concedere il patrocinio comunale a un evento non accessibile significa disattendere il senso di una specifica delibera in merito e perché il patrocinio prevede dei benefit. Invece, al parco del Valentino, quindici giorni fa, le macchine salivano sulle pedane, mentre le persone con disabilità motoria restavano a terra: mancavano le rampe in quasi tutti gli stand.
In una Torino diventata così poco attenta all’inclusività faccio davvero fatica a riconoscermi.