In piazza Santa Giulia è andato in scena il funerale del decoro
La brutta vicenda del cosiddetto “Funeral Party”, festa di Halloween organizzata a Vanchiglia lo scorso 31 ottobre, ha lasciato sporcizia, rifiuti e un messaggio inaccettabile: per aggirare il regolamento comunale, che impone a chi organizza manifestazioni in spazi pubblici di garantire la pulizia a fine evento, è sufficiente non chiedere le relative autorizzazioni. È ora di cambiare registro. Cominciando a sanzionare chi sbaglia.
Gli esercenti di Vanchiglia hanno organizzato, alcuni maleducati hanno sporcato, l’Amiat ha pulito e le casse comunali (cioè i cittadini tutti) hanno pagato. Questo è stato, in estrema sintesi, il riassunto del weekend di Halloween in piazza Santa Giulia e dintorni.
Il “Funeral Party”, nome che a tre settimane di distanza da quella nottata sembra ancora più grottesco, si sarebbe dovuto tenere, in teoria, solo all’interno dei locali che aderivano all’iniziativa. Pertanto, senza occupazione di spazi pubblici e senza obbligo teorico, da parte degli organizzatori, di provvedere alla pulizia.
Peccato che l’evento abbia attirato molta più gente del previsto e abbia lasciato un’eredità fatta di sporcizia e rifiuti, la mattina successiva, nella stessa piazza Santa Giulia e nelle vie circostanti. Per ripulire la zona è stato necessario l’intervento straordinario dell’Amiat, pagato dal Comune (e quindi, in ultima analisi, dai cittadini torinesi).
Il messaggio che passa è inaccettabile: per organizzare eventi anche di grande richiamo senza poi dover provvedere alla pulizia degli spazi pubblici è sufficiente non richiedere le relative autorizzazioni. Se non è possibile evitare casi come questi a priori, si sanzionino per lo meno a posteriori i responsabili, per esempio impedendo loro di organizzare altri appuntamenti simili per un certo numero di mesi.