Famiglia, primo elemento di una società sana
La famiglia è fondamento della società: va sostenuta e aiutata. La famiglia è anche il primo ambito di welfare del nostro Paese: essa è citata nella Costituzione, ma ancora oggi non esistono leggi che la tutelino e la valorizzino. Introdurre il quoziente famigliare nel calcolo delle tariffe e nelle modalità di accesso i servizi, incrementare nidi e micronidi per consentire alle donne che lavorano di essere madri, sostenere chi si prende cura a casa di un famigliare anziano o con disabilità costituiscono una politica che genera valore aggiunto anche per le istituzioni.
“Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?”
“Torna a casa e ama la tua famiglia.”
(Madre Teresa di Calcutta)
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Quoziente famigliare per il calcolo delle tariffe e dei tributi comunali e per l’accesso ai servizi
Intendo quindi introdurre nei servizi del Comune ove è prevista una tariffa la valutazione del quoziente famigliare: chi investe sul futuro mettendo al mondo dei figli deve essere sostenuto e aiutato, così come si prende cura di persone anziane o in difficoltà. I correttivi introdotti nel calcolo dell’ISEE sono un primo passo, ma non sono sufficienti. Il fattore famiglia deve essere considerato anche nell’accesso ai servizi, dagli asili nido alle case popolari, costruendo un sistema che permette di calcolare la tariffa pesandola su ciascuna esigenza e non a scaglioni come avviene con il sistema attualmente utilizzato.
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Nidi famigliari, aziendali e micronidi: accanto alle donne che scelgono di essere madri
Oggetto primario di una urgente riforma devono essere le modalità per l’apertura di nidi famigliari, micro-nidi e nidi aziendali, con l’adozione di una seria politica di incentivi. È necessario dunque attuare politiche a sostegno di una dimensione di vita che permetta alle donne di lavorare ed essere madri, inserendo, per esempio, politiche di incentivazione, anche attraverso forme di sgravi fiscali sulle imposte comunali, per le aziende che facciano la scelta di assumere donne che sono in età e nella condizione famigliare di avere figli. Sappiamo perfettamente, infatti, che al giorno d’oggi è questa una delle principali discriminanti da parte delle aziende nella decisione di assumere o meno una donna in un ruolo vacante.