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Circolo Oltrepò, sfregiato un bene della Città

I gestori del Circolo Arci di corso Sicilia 23, con sede in una palazzina di proprietà del Comune, hanno prima lasciato che i locali fossero depredati di tutto quanto si potesse portare via, e poi li hanno restituiti in condizioni indecenti alla revoca della concessione. Il tutto mentre moltissime associazioni più che meritevoli hanno difficoltà a trovare spazi per la loro attività. Mi auguro che il Comune citi in giudizio coloro che si sono macchiati di questo comportamento incivile fino alla totale copertura del danno.

 In dieci anni di gestione, hanno lasciato che l’intera struttura, di un certo pregio, diventasse fatiscente, tralasciando di eseguire anche le più banali opere di manutenzione. Hanno abbandonato al degrado e all’incuria gli spazi interni ed esterni del circolo. Hanno pagato il canone mensile in ritardo o dopo diversi e faticosi solleciti, lasciando un debito insoluto di quasi 2.000 euro.

Non paghi, terminato il periodo di concessione, i gestori del Circolo Oltrepò hanno lasciato che fossero portate via la cucina, la cappa, i frigoriferi, il bancone del bar, i tavoli, le sedie, addirittura il rivestimento in legno di un camino, le ringhiere e i quadri elettrici dei contatori, come provato anche dal sopralluogo dello scorso settembre (peraltro in assenza dei responsabili del Circolo, che non hanno creduto di dover rispondere all’invito). Poi, senza neppure premurarsi di contattare la Città di Torino, hanno semplicemente lasciato le chiavi dell’immobile di fronte al portone d’ingresso: arrivederci e grazie. Ora, prima di poter dare nuovamente lo stabile in concessione, saranno necessari lavori per diverse decine di migliaia di euro.

Sono indignato e disgustato per l’assoluta mancanza di civiltà e di rispetto dimostrata da coloro che hanno gestito il Circolo, in locali di proprietà del Comune, durante questo decennio. Indignazione e disgusto che aumentano se penso a quante Associazioni, meritevoli e attive sul territorio con progetti di utilità sociale, fanno fatica a trovare spazi e locali in cui svolgere la loro attività.

Mi auguro che la Città porti in giudizio i responsabili di questo scempio, per ottenere il risarcimento dei danni fino all’ultimo centesimo.