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DGR non applicata: servizi di Neuropsichiatria Infantile attivati in due sole Aziende Ospedaliere piemontesi

Mancano all’appello le Aziende Ospedaliere di Novara e Cuneo (mentre alla Città della Salute di Torino e ad Alessandria il servizio è stato attivato): ci chiediamo perché. Rispondendo poco fa alla mia interpellanza, la Giunta ha inoltre riconosciuto che i ricoveri presso la Struttura di Neuropsichiatria Infantile del Regina Margherita avvengono in numero maggiore rispetto alle altre strutture di analoga rilevanza e che i letti per la riabilitazione mancano: la vaga promessa che altri posti letto saranno collocati «all’esterno del nosocomio» (dove? Quando? Con che modalità?) non ci basta. C’è una pandemia dopo la pandemia, quella del disagio psicologico: la Giunta se ne prenda carico. Al momento segnalazioni e dati ci dicono di una rete regionale fragile e di una grave carenza di medici.

La Deliberazione della Giunta Regionale del 2014 “Sull’adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012, del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale” risulta, al momento, non applicata. O meglio applicata a metà: rispondendo alla mia interpellanza sul Reparto di Neuropsichiatria Infantile del Regina Margherita di Torino, infatti, la Giunta ha chiaramente e onestamente riferito che, delle quattro Aziende Ospedaliere previste dalla DGR, sono la Città della Salute e l’AO Alessandria hanno visto effettivamente l’attivazione dei posti letto di NPI. Non pervenute, al momento, Novara e Cuneo. Perché?

Dalla discussione emerge un altro fatto: il dato relativo ai ricoveri presso la NPI del Regina Margherita è superiore rispetto a quello delle altre grandi strutture analoghe a livello nazionale, dal Gaslini di Genova al Bambin Gesù di Roma. Eppure i posti letto per la riabilitazione, nella struttura di piazza Polonia a Torino, mancano. La Giunta afferma di voler collocare quei posti letto «all’esterno del nosocomio», promessa vaga già nella sua formulazione: vorremmo sapere esattamente dove, quando e in che modalità. Al momento, non ci è stato detto.

Urge evitare che il disagio psicologico diventi disagio psichiatrico. Gli stessi dati forniti per il triennio 2019-2021 (rispettivamente 422, 419 e 437 ricoveri ospedalieri ordinari: il dato si ferma al momento della presentazione del mio atto) e, relativamente ai ricoveri della fascia 14-18, per il triennio 2020-22 (108 ricoveri nel 2020, 154 nel 2021, cifra già raggiunta nei primi dieci mesi dell’anno in corso) ci preoccupano, segnando una tendenza di crescita tanto evidente da non avere bisogno di interpretazioni.

Occorre arginare la nuova pandemia – altrettanto terribile – che si sta diffondendo dopo quella da Covid-19. Contro la pandemia del disagio psicologico servono risorse, medici e posti letto. Il dolore dei più piccoli è particolarmente inaccettabile. Senza un investimento da parte delle Istituzioni il rischio è che alla seconda pandemia ne segua una terza, quella del disagio psichiatrico: i danni sarebbero gravissimi sia per le persone sofferenti sia per le loro famiglie.

Quanto al Regina Margherita, presso il quale ciclicamente si annuncia in pompa magna l’inaugurazione di reparti e di macchinari, ci chiediamo: avremo medici in numero sufficiente per farli funzionare? Potranno essere utilizzate, queste nuove tecnologie e strutture? Le segnalazioni e i dati dicono di una rete neuropsichiatrica in grave difficoltà e di una grave carenza di medici specializzati. Sempre più piemontesi si rivolgono al privato: almeno, lo fanno quelli che se lo possono permettere.

Arrivare a scuola in orario? Missione (quasi) impossibile

La Giunta interloquisca con GTT e con l’Agenzia della Mobilità Piemontese: urge potenziare il servizio – soprattutto lungo le linee 75, 49 e 8 (Torino) – e lo chiederò domani in Aula con un Question Time appena presentato. Anche garantendo un servizio di trasporto pubblico affidabile si difende il diritto allo studio degli studenti piemontesi.

Potenziamento dei servizi GTT: serve urgentemente, per garantire puntualità e per salvaguardare il diritto allo studio. La Giunta ha intenzione di intervenire per aiutare gli studenti a raggiungere in orario la propria scuola? Lo chiederò domani in Consiglio Regionale con un’interpellanza a risposta immediata appena presentata. La sostanziale impossibilità – da parte degli studenti di alcuni Istituti: il Liceo Einstein, l’Istituto Beccari, l’Istituto Bodoni, l’Istituto Birago di Torino tra gli altri – di giungere in tempo utile alle elezioni a causa delle varie corse “saltate” dai mezzi ha reso urgente la discussione in Aula di questo tema. Talvolta il bus passa, sì, in orario, ma risulta talmente affollato da non potervi accedere. Le linee maggiormente interessate da queste criticità sono la linea 75 (Torino, direzione Cimitero Monumentale), la linea 49 (da Settimo verso Torino) e la linea 8 (da San Mauro verso Torino). Sono direttrici di viabilità a traffico intenso specialmente nelle ore mattutine: proprio la fascia oraria 7.00-8.00 fa registrare i disservizi più gravi. Ormai, diversi Istituti scolastici torinesi accettano la giustificazione per ritardo dei pullman. Quali iniziative intende assumere la Giunta nei confronti dell’Agenzia della Mobilità Piemontese e di GTT per assicurare agli studenti un servizio affidabile e puntuale?

Cresce la domanda di vaccini antinfluenzali, non la scorta di dosi

Ci saremmo aspettati più acquisti rispetto ai due anni precedenti, biennio nel quale distanziamento interpersonale e mascherine hanno limitato la diffusione dell’influenza. Il Piemonte può contare su 1.100.000 dosi, che si potranno aumentare del 20%: stessa quantità dei due precedenti autunni (quando però il virus influenzale circolava meno), a fronte di un numero di richieste in aumento. La Giunta ha appena risposto al mio Question Time sul tema garantendo che le dosi disponibili saranno sufficienti a immunizzare tutta la popolazione target: ci assicureremo che non si verifichino inefficienze e ritardi.

Sono diversi i medici di famiglia a denunciare difficoltà, esaurite le scorte di vaccini a disposizione, nel procurarsi nuove dosi. La Giunta, da me appena interrogata in Consiglio Regionale con un Question Time, garantisce che tutte le richieste saranno coperte. Ci assicureremo che questo accada e chiediamo che la distribuzione avvenga puntualmente e capillarmente. Rileviamo che, a fronte di un numero di somministrazioni in aumento rispetto allo scorso anno, non è aumentato il numero totale di dosi acquistate, che si attesta sugli 1,1 milioni (come nel precedente biennio: quando però c’erano distanziamento interpersonale e mascherine a contenere i contagi). La Giunta garantisce che tutta la popolazione target sarà comunque coperta, eventualmente ricorrendo a nuovi ordini verso le aziende farmaceutiche. La nostra attenzione sarà massima affinché non si verifichino ritardi nella distribuzione né si aprano “finestre”, pur brevi, di mancata copertura. L’influenza – tra le prime dieci cause di morte in Italia – coinvolge ogni anno tra 4 e 12 italiani su cento. Gli esperti si aspettano, per i prossimi mesi, un virus particolarmente aggressivo, che colpirà una popolazione meno immunizzata dopo due anni durante i quali il virus influenzale si è manifestato in maniera meno diffusa rispetto al passato. Inoltre, dal momento che anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, una copertura vaccinale diffusa è fondamentale per aiutare il Sistema Sanitario a distinguere meglio tra casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi ai Pronto Soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.

Reumatologia, Piemonte indietro, ma può diventare un’eccellenza: ora parola alle Associazioni e stop al turismo sanitario

La nostra Regione può e deve colmare il gap con altre Regioni e diventare un modello a livello nazionale. Chiederemo che Anmar, Gils, Aapra, Les e Aisf siano presto audite in Commissione Sanità, per intraprendere un percorso condiviso e anche per verificare quanto la Giunta ha affermato in risposta alla mia interpellanza (per esempio in merito al fatto che sia o meno attivo il PDTA e in merito al reale coinvolgimento delle Associazioni nel Tavolo tecnico). Ora serve il massimo impegno anche per cancellare il fenomeno della mobilità extra-regionale dei piemontesi che cercano cure altrove.

Il Sistema Sanitario piemontese può e deve essere un esempio a livello nazionale nell’affrontare la sfida della Reumatologia, ma la strada da fare è ancora lunga, lunghissima: è arrivato il momento di dare la parola alle Associazioni che vivono il tema quotidianamente. Chiederò dunque l’audizione in Commissione Sanità delle realtà che di questa patologia si occupano quotidianamente e che la stessa Giunta ha citato rispondendo, poco fa in Aula, alla mia interpellanza: Anmar, Gils, Aapra e Les (oltre ad Aisf, non menzionata dalla Giunta). Fondamentale anche verificare il loro reale coinvolgimento nel Tavolo tecnico.

Le malattie reumatologiche colpiscono quasi un italiano su dieci (donne soprattutto) e rappresentano la seconda causa più frequente di disabilità. Due Associazioni su tre hanno ricevuto segnalazioni relative a licenziamenti o interruzione del rapporto di lavoro, a causa della patologia, della persona con malattia cronica e rara.

Con queste stesse realtà associative ci confronteremo per capire se le misure citate dalla Giunta (quanto è realmente aggiornata e operativa la rete PDTA? A che punto è lo sviluppo dei servizi? Qual è il reale coinvolgimento delle Associazioni nel Tavolo tecnico?) rispecchino il vero e rappresentino davvero una risposta efficace alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie. Chiediamo inoltre di recuperare il tempo perso a causa della pandemia, per quanto riguarda i protocolli e le riunioni del Tavolo tecnico. Chiediamo un cambio di passo e l’inizio di un dialogo e di un percorso che dovrà includere, anche, l’approvazione di una Legge Regionale. La nostra Regione può dare risposte d’eccellenza, in grado tra l’altro di ridimensionare il fenomeno del turismo sanitario, attualmente consistente.

A proposito del riferimento alla scuola di specialità che dovrebbe sorgere al Mauriziano, vigileremo affinché questa progettualità non si interrompa e diventi anzi in punto importante per la reumatologica. Anche il Piemonte deve avere finalmente la sua scuola di specialità, in grado di formare fornire adeguate figure professionali.

A cinque anni dall’approvazione della Delibera sui PDTA in Reumatologia e dalla costituzione della Commissione regionale per la cura del paziente affetto da patologia reumatica, chiediamo infine di velocizzare i tempi affinché sia presto e davvero implementata la componente specialistica reumatologica nel sistema informatico “Portale Medici e Pediatri Regione Piemonte”, sul quale già attualmente insiste la gestione del diabete.

Vaccini, ora a scarseggiare sono gli antinfluenzali

Virus mai così aggressivo da anni a questa parte: le dosi disponibili e quelle in arrivo basteranno per tutti i piemontesi? Lo chiederò domani alla Giunta Cirio con un Question Time in Consiglio Regionale.

C’è un problema che molti medici di famiglia stanno denunciando: per soddisfare le richieste dei propri assistiti, avendo esaurito i vaccini a disposizione, hanno provato a ordinare nuove dosi: senza successo. Un campanello d’allarme da non ignorare, dal momento che la questione è delicata. Domani chiederò alla Giunta, con un Question Time appena presentato, se e in che tempistiche arriveranno nuove dosi in numero adeguato per soddisfare le richieste dei Medici di Medicina Generale e consentire ai piemontesi di proteggere se stessi e chi li circonda. I numeri parlano chiaro: L’influenza – tra le prime dieci cause di morte in Italia – coinvolge ogni anno tra 4 e 12 italiani su cento. A un mese abbondante dall’inizio della campagna vaccinale, sono state consegnate in Piemonte meno di 700 mila dosi (dato aggiornato al 24 novembre), in base ai cinque tipi disponibili. Altre 20 mila dosi di rinforzo dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Gli esperti si aspettano, per i prossimi mesi, un virus particolarmente aggressivo, che colpirà una popolazione meno immunizzata dopo due anni durante i quali il virus influenzale si è manifestato in maniera meno diffusa del passato. Inoltre, dal momento che anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, una copertura vaccinale diffusa può aiutare il Sistema Sanitario a distinguere meglio i casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi ai Pronto Soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.