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Esonero per le Paritarie torinesi da imposte e tributi locali

Lo chiedo con una mozione appena presentata in Consiglio Comunale, per il periodo corrispondente alla chiusura per lockdown, per le Scuole Paritarie di ogni ordine e grado sul territorio cittadino. Chiedo inoltre, nello stesso atto, di estendere questa misura anche a tutti i servizi educativi privati per l’infanzia.

Sindaca Appendino e Giunta impegnate ad avviare le opportune valutazioni per arrivare all’esonero, per le Scuole Paritarie di ogni ordine e grado (dalle Scuole per l’Infanzia alle Scuole Primarie e Secondarie) del territorio torinese, dal versamento delle imposte e dei tributi di carattere locale per il periodo corrispondente alla chiusura per lockdown: lo saranno se il Consiglio Comunale voterà a favore della mia mozione appena depositata. Chiedo inoltre, con il mio atto, la riduzione di imposte e tributi per la prossima annualità scolastica e l’estensione di queste misure a favore di tutti i servizi educativi privati per l’infanzia presenti nel territorio comunale. Il sistema piemontese delle Scuole Paritarie affonda le proprie radici nell’opera di figure come Don Bosco. Non possiamo permetterci che questo sistema crolli: in gioco c’è la libertà di educazione, diritto costituzionalmente sancito, e il futuro di tante Scuole Paritarie (messe in gravissima difficoltà dagli ultimi mesi di emergenza), ma anche centinaia di posti di lavoro e, in ultima analisi, la tenuta dell’intero sistema, che non avrebbe la possibilità strutturale, organizzativa e didattica di assorbire un improvviso e cospicuo surplus di alunni e studenti. Anche con questa mozione in Consiglio Comunale ho provato a rispondere al grido d’aiuto alzatosi in questi mesi da tanti gestori e da tante famiglie.

Servizi Psichiatrici del Mauriziano? Chiuderli è un’assurdità

Ero preoccupato prima, a maggior ragione lo sono dopo le parole spese poco fa in Consiglio Regionale dall’Assessore Icardi in risposta al mio Question Time sul tema. Quei sedici posti letto possono fare la differenza in questa critica fase post-quarantena: preserviamoli.

Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dell’Ospedale Mauriziano di Torino, chiuso per emergenza COVID-19 dallo scorso 28 marzo, rischia di non riaprire. E la Giunta Regionale, rispondendo oggi in Consiglio a un mio Question Time sul tema, non ci rassicura. Anzi: afferma chiaramente l’intenzione strategica di concentrare l’offerta sulle strutture del Martini, dell’Amedeo di Savoia e del San Giovanni Bosco, piuttosto che procedere a quella che l’Assessore Icardi definisce una “polverizzazione dell’offerta”. Ma la distribuzione di un servizio sul territorio è un concetto ben diverso dalla polverizzazione. Non possiamo permetterci di rinunciare a un reparto da 16 posti letto, con medici e professionisti di eccellenza, come quello del Mauriziano. Questi posti letto quasi un terzo dei posti letto totali a disposizione dell’Asl di Torino per il segmento psichiatrico: un’offerta la cui importanza saremo costretti ad apprezzare, temo, in questo periodo post COVID. Il Servizio Psichiatrico del Mauriziano rappresenta da sempre uno spazio di accoglienza e cura. Non possiamo fare passi indietro: il lavoro di rete tra tutti gli snodi assistenziali territoriali sarebbe gravemente compromesso da questa chiusura.

Mense, settore in crisi: ma la Giunta Regionale non risponde sul tema in Consiglio

La Maggioranza respinge la mia richiesta di comunicazioni: gettata alle ortiche un’occasione per affrontare una questione urgentissima, potenziale bomba sociale. Non nascondo delusione e preoccupazione.

Cade nell’assordante silenzio di Maggioranza (che vota contro) e Giunta la mia richiesta di comunicazioni in Consiglio Regionale sul tema del presente e del futuro delle lavoratrici del comparto delle mense e delle pulizie aziendali e scolastiche. Un tema la cui urgenza e importanza sono ben quantificate dai numeri: in centinaia hanno manifestato ieri mattina in piazza Castello per far sentire le proprie ragioni. Auspico che le varie manifestazioni che si stanno tenendo anche in altre piazze d’Italia trovino l’ascolto della politica: non ha dimostrato di voler ascoltare, al momento, la Regione Piemonte. La situazione è grave: migliaia di lavoratrici e lavoratori di questo comparto non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione per i tre mesi di emergenza da COVID-19; poiché la gran parte delle aziende non ha anticipato il trattamento di cassa integrazione, tantissimi addetti del comparto non percepiscono reddito dallo scorso 23 febbraio. In tanti, inoltre, stanno lavorando a giorni alterni o a orario ridotto. Mi sarei aspettato una risposta della politica: questo tema dovrebbe essere una priorità anche della Regione. Questa Giunta, sempre pronta a parlare di lavoro, oggi ha rinunciato a farlo. C’è un grande punto interrogativo sul futuro prossimo, da settembre in avanti. Se non si risolve il problema ora, a settembre avremo una nuova bomba sociale pronta a esplodere.

Fascia 0-3, l’azzeramento dei tributi comunali per tutto il 2020 resta un’utopia

Lo chiedeva la mia interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale: ma la risposta della Giunta è stata interlocutoria. Resta il fatto che Scuole Paritarie, Nidi e Micronidi, Sezioni Primavera, Baby Parking e Scuole d’Infanzia hanno bisogno d’aiuto: servono misure per salvarli davvero e per consentire alle mamme e ai papà di non rinunciare al proprio lavoro. Confidiamo in nuove risorse governative per salvare il comparto e il diritto alla conciliazione tra lavoro e famiglia.

Gli interventi della Giunta sono stati finora a dir poco inadeguati: un semplice rinvio delle rate TARI in scadenza il 16 marzo e il 15 maggio. Poco, rispetto alla mia richiesta di azzeramento dei tributi comunali per l’anno 2020 a favore di Nidi d’Infanzia e Sezioni Primavera accreditati-convenzionati, Nidi e Micronidi privati, Baby Parking e Scuole d’Infanzia Paritarie. Perché i Servizi Educativi sopravvivano alla crisi serve di più: ma oggi dall’Assessore Rolando, che ha risposto alla mia interpellanza sul tema, abbiamo ricevuto in risposta solo la notizia di un ragionamento in corso tra la Città e Anci per chiedere con un emendamento al Decreto Rilancio un incremento del contributo a vantaggio di chi gestisce i Servizi 0-3. Spero davvero che Anci e Governo capiscano che preservare questi Servizi Educativi è vitale: se non si farà nulla, sarà una clamorosa contraddizione con l’affermazione, più volte ribadita a parole, dell’importanza di reali politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia. Il comparto oggetto della mia interpellanza ha subito un danno gravissimo in questi mesi di emergenza. Queste realtà sono il più delle volte gestite da soggetti del non profit o del Privato Sociale. Erogano un servizio fondamentale e importante per tutti. Quasi una Scuola Paritaria su tre rischia di non riaprire a settembre. I 15 milioni della Regione copriranno, se va bene, una mensilità scarsa per quanto riguarda la fascia 0-3 e poco più di una mensilità per le Scuole d’Infanzia Paritarie. 

Un “disguido tecnico” e… puf: i soldi del Volontariato spariscono dal Bilancio del Comune

Così sono prima scomparsi, come per magia, e poi nuovamente inseriti (su mia segnalazione) i fondi (già allocati dal Dipartimento di Protezione Civile: non sono fondi del Comune) per il Campo Scuola 2014: risultato, a oggi gli organizzatori stanno ancora aspettando di rientrare di quanto anticipato. Gravissimo e assurdo.

Situazione paradossale: per un “disguido tecnico” (per usare le parole dell’Assessore Unia), i contributi del Dipartimento di Protezione Civile per l’esercitazione Augusta Taurinorum (tenutasi nel 2014) non sono ancora arrivati alle Associazioni. Una vera figuraccia: i fondi erano disponibili dal 2016, ma poi si sono semplicemente persi nei meandri dell’incapacità di questa Amministrazione. Così, da quattro anni un’Associazione sta aspettando di rientrare di una somma di denaro anticipata dall’Associazione stessa. Ce ne siamo accorti, come Città, solo perché il Presidente dell’Associazione si è fatto vivo, più volte, con l’Amministrazione: ricevendo spesso risposte evasive. Ho dovuto portare il tema in Consiglio Comunale con un’interpellanza perché la GIunta si prendesse l’impegno di risolvere la situazione. Mi sarei aspettato almeno le scuse e una data precisa per il pagamento: nulla di tutto questo. Non è possibile continuare a trattare il Volontariato come se fosse una banca, obbligando le Associazioni ad aspettare i comodi del Comune. Ricordo che le Associazioni di Volontariato vivono di contributi ed erogazioni liberali: non possono contare su prestiti o fidi. Stiamo parlando di circa 4.000 euro: non una grande somma, ma il problema è il concetto. Un’aggravante è rappresentata dal fatto che questi soldi non sono del Comune, ma del Dipartimento di Protezione Civile. Ci troviamo di fronte a una vera beffa.