Skip to main content

Studenti fuori sede, indotto da mezzo miliardo per il Piemonte

Ma la Giunta si trincera dietro il più classico dei «Mancano le risorse» di fronte alla mia richiesta di introdurre misure a sostegno, per esempio, per le spese d’affitto. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.

La Giunta Cirio rinuncia con il più classico degli argomenti («Non ci sono risorse sufficienti») a mettere in campo misure per rendere conveniente per gli studenti fuori sede la permanenza o il ritorno sul nostro territorio dalle proprie regioni d’origine anche in questo periodo di chiusura delle Università. La rilevanza del tema, da me portato in Consiglio Regionale con un Question Time appena discusso, è data dai numeri: l’indotto economico garantito dagli studenti non piemontesi iscritti alle nostre Università può essere quantificato, in termini strettamente economici, in mezzo miliardo di euro (per 40mila studenti in Piemonte). Ma anche di fronte a queste cifre, l’Assessora Chiorino si tira indietro, rimandando la questione alla Conferenza delle Regioni e al Ministero. Ammettere che non ci sono risorse è sempre e comunque una sconfitta: se la Giunta Cirio crede in un settore, deve e può trovare le risorse, come ha per esempio fatto, per alcune categorie, con il Riparti Piemonte. Le ragioni per un sacrificio ci sarebbero state tutte. Le Giunte di altre Regioni, come per esempio le Marche, l’hanno capito (istituendo misure di sostegno agli affitti con una recente delibera). Ogni studente universitario fuori sede residente sul nostro territorio spende in media, si calcola, dai 7mila ai 10mila euro l’anno: una somma nella quale confluiscono canone d’affitto, spese quotidiane, vestiario, divertimenti e tante altre voci. C’è poi un altro tipo di ritorno, non immediatamente esprimibile su base economica, ma altrettanto importante: ogni studente fuori sede soddisfatto della propria esperienza in Piemonte è potenzialmente il più efficace e sincero testimonial per il nostro territorio. I contratti in essere obbligano al versamento del canone di locazione anche a Università chiuse. Sarebbe stato un segnale importante e uno straordinario volano economico provare a fare qualcosa: per ora, occasione persa.

Pensioni di invalidità drammaticamente sotto la soglia di sussistenza: la politica intervenga

Il ricorso per incostituzionalità da parte di un coraggioso giudice di Torino riporta la questione agli onori della cronaca. Porterò il tema in Consiglio Regionale: parta dalla nostra Regione un forte segnale.

La Consulta si pronuncerà, la prossima settimana, sull’adeguatezza o meno dell’importo e sui requisiti anagrafici per la concessione delle pensioni per l’invalidità totale. Il ricorso per incostituzionalità della cifra della pensione di invalidità, presentato da un giudice di Torino il cui coraggio ci commuove e ci conforta, fa emergere nella loro gravità due questioni. La prima è una questione assoluta: la soglia di sussistenza è indicata dall’Istat in almeno 560 euro mensili ed è dunque assurdo ipotizzare che una persona maggiorenne con inabilità assoluta al lavoro possa sopravvivere con la metà della somma. La seconda è una questione relativa: al compimento del 67esimo anno di età da parte del titolare della pensione, quest’ultima è convertita in assegno sociale, pari a 460 euro per 13 mensilità; una disparità priva di senso e di logica (vista la sostanziale e riconosciuta assimilabilità dei due benefici), che penalizza arbitrariamente chi non ha ancora raggiunto tale soglia anagrafica. Auspico che la politica non debba più attendere una sentenza della Corte Costituzionale per farsi carico di queste iniquità e di queste discriminazioni. Porterò la questione in Consiglio Regionale: dalla nostra Regione parta un segnale forte. Mi farò portavoce perché la Regione Piemonte chieda al Governo una riforma di questo istituto, che non è più né equo né umano.

Riqualificazione Combi: ci sarà spazio anche per le esigenze di disabilità e fragilità?

L’idea è realizzare nell’area un centro sportivo universitario: la mia richiesta è che si realizzino anche opere di utilità socio assistenziale (la Residenza Buon Riposo sorge nelle vicinanze) e che si intervenga parallelamente su corso Unione Sovietica 220/D: ho presentato un’interpellanza sul tema in Consiglio Comunale.

Enti sportivi, strutture universitarie, la Città della Salute (ex IRV), uffici comunali del Servizio disabilità e la Residenza Buon Riposo: sono tante le realtà che insistono tra via Filadelfia, corso Unione Sovietica, via San Marino e corso Agnelli. Apprendiamo dalla stampa cittadina dell’intenzione, da parte dell’Amministrazione Civica, di realizzare nell’area ex Combi, e in particolare negli spazi centrali attualmente dismessi e non utilizzati, un centro a vocazione sportiva e universitaria. A questo proposito, con un’interpellanza sul tema, farò qualche domanda alla Giunta. In particolare, domanderò se sia in previsione anche la realizzazione di opere di utilità per l’ambito socio assistenziale (dal momento che nei pressi dell’area si trova la Residenza di via San Marino 10) e chiederò garanzie in merito alla necessità di intervenire, in maniera prodromica o in parallelo, sulla struttura di corso Unione Sovietica 220/D, sede di uffici comunali (urgono un parcheggio di ampiezza adeguata, una recinzione e la ristrutturazione del basso fabbricato in corrispondenza con la Scuola di Management ESCP Business School). Nella delibera “Protocollo di intesa per la riqualificazione dell’area ex Combi tra Città, Università degli Studi e Politecnico di Torino” è espressa l’intenzione di tenere conto delle necessità di tutte le realtà esistenti in zona: mi aspetto che si faccia seguito a queste intenzioni teoriche non dimenticando nella pratica le esigenze della disabilità e della fragilità. Chiederò inoltre alla Giunta se sia o meno esclusa, in futuro, l’ipotesi di una cessione dell’area a privati.

San Mauro sott’acqua, Giunta inadeguata: dimissioni

Totale fallimento nella gestione dell’emergenza da parte di Sindaco e Giunta: all’indomani della quarta esondazione in trenta giorni, le Minoranze chiedano un passo indietro dei responsabili. Stato d’allerta chiesto troppo tardi, carenze storiche nella pulizia degli alvei.

Quarta esondazione in un mese del Rio Sant’Anna a San Mauro: l’acqua ha nuovamente sommerso l’area circostante il Condominio Green River. Ecco cosa succede con un’Amministrazione incapace di gestire la situazione. Bisognava pulire gli alvei nel corso degli anni e, già la scorsa settimana, aggiornare tempestivamente i residenti del pericolo. Operazioni minime e dovute, a maggior ragione da parte di una Giunta che ha sempre fatto, a parole, della tutela e della cura dell’ambiente i propri cavalli di battaglia. Questa mattina in Consiglio Regionale ho chiesto le comunicazioni sul tema proprio nella speranza di un impegno diretto sul tema della Regione Piemonte: mi sono state respinte.

Le previsioni per le prossime ore e per i prossimi giorni dicono ancora maltempo e pioggia. Auspico forti prese di posizione da parte delle Minoranze in Consiglio e la richiesta delle dimissioni dei responsabili. Se le Politiche Ambientali sono competenza dell’Assessora Nigrogno, le Politiche di Salvaguardia e Protezione Ambientale sono in capo allo stesso Sindaco Bongiovanni.

Il Sindaco avrebbe dovuto intervenire da subito con la pulizia e con lavori di stombatura: le soluzioni-tampone non bastano. Da sanmaurese, la mia assoluta solidarietà va alle famiglie coinvolte, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza per la paura e per il danno economico subito. I cittadini di San Mauro meritano un’Amministrazione che, invece di limitarsi a fare le passerelle sul posto (nella persona del Sindaco), abbia piuttosto la lucidità di chiedere per tempo il sostegno di chi ha mezzi, competenza e qualifiche per intervenire efficacemente.

Interpellanza generale sull’AD Foti: la Giunta dà la peggiore risposta possibile

Cinque Stelle alfieri della trasparenza e del contenimento dei costi? Non più. Che cosa sarebbe successo se una vicenda come quella discussa oggi in Consiglio con un’interpellanza generale si fosse verificata quando Appendino non era la Sindaca, ma una battagliera Consigliera di opposizione? Domanda retorica, risposta superflua: il finimondo.

Citare il COVID-19 e utilizzare l’emergenza epidemiologica per giustificare l’indifendibile – come ha provato a fare a verbale l’Assessora Lapietra, parlando di scelta fortunata a posteriori – è stata una caduta di stile che non voglio neanche commentare. Abbiamo toccato il fondo: sarebbe stato difficile dare a verbale una risposta peggiore. Che le parcelle per il rilascio dei pareri legali del 2018 e del 2019, riguardanti Foti personalmente, siano state pagate dall’Azienda è un altro fatto gravissimo. Ho chiesto alla Giunta una presa di posizione forte e coerente: GTT faccia a meno di Foti, lo stesso che parlò, lo scorso febbraio, di “Manutenzione prevista” in occasione dell’episodio del padre costretto a prendere in braccio la figlia con disabilità perché l’ascensore della fermata Vinzaglio della Metropolitana non era funzionante.