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Mesi di DAD creano danni agli studenti

Primi segnali di difficoltà psicologica nei ragazzi, fatica anche nelle famiglie.

Mesi di DAD stanno creando danni agli studenti e alle loro famiglie. Sono tante le classi che da quasi due mesi consecutivi sono senza lezioni in presenza, senza contare quelli del primo lockdown. Le famiglie fanno sempre più fatica e sempre più difficile è conciliare famiglia e lavoro. In tanti dei nostri ragazzi stanno emergendo i primi segnali di difficoltà psicologica. La didattica a distanza non potrà mai sostituire una didattica in presenza, fatta di rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni. La politica ha sostanzialmente fallito, in questi mesi, negli obiettivi del potenziamento e della messa in sicurezza del servizio di trasporto pubblico.

Un bando di idee per far rinascere l’Astanteria Martini

La Regione Piemonte dia mandato alla Asl Città di Torino affinché si lanci una selezione di progetti utili a dare nuova vita a questa porzione del quartiere Aurora. È fondamentale che Regione e Comune cooperino: sono disponibile a farmi parte diligente. Riqualificazione dell’immobile? Sua alienazione? Percorribili tutte le strade, basta arrivare all’obiettivo. Appena discussa la mia interpellanza in Consiglio Regionale.

Astanteria Martini, riqualificazione o alienazione? Poliambulatorio, struttura residenziale universitaria, centro polifunzionale? Altra destinazione d’uso ancora? Tutte le strade sono percorribili, purché quella ferita aperta nel cuore del quartiere Aurora a Torino sia finalmente guarita. Ho appena discusso, in Consiglio Regionale, la mia interpellanza sul tema, un mese dopo aver presentato un atto equivalente anche in Sala Rossa.

Una proposta: la Regione Piemonte dia mandato alla Asl Città di Torino, proprietaria del bene, di lanciare un bando di idee prima della vendita dell’immobile.

Sono disponibile a farmi parte diligente per dare avvio a un’interlocuzione tra Regione Piemonte e Comune di Torino: le istanze del territorio devono essere ascoltate. Sblocchiamo, in qualche modo, la situazione: proprio l’immobilismo, dal 2003 a oggi, ha causato l’attuale situazione di degrado e abbandono. Urge una programmazione seria per dare nuova vita a un bene inutilizzato da quasi due decenni e per dare segnale a un territorio che si sente sempre più abbandonato dalla politica.

La mia proposta per supportare il commercio: zona a disco orario al posto di tutte le zone blu cittadine fino all’Epifania

Bocciata la mia proposta di sospendere la zona blu fino a fine anno: allora, fino al 6 gennaio, si lanci una modalità di posteggio a tempo per garantire la rotazione dei posti auto, per assicurare la possibilità per tutti di posteggiare e per fornire un vero supporto per il commercio. Se davvero l’Amministrazione non è interessata a fare cassa, ma a sostenere il tessuto commerciale della città, accolga il mio suggerimento.

Lancio una proposta alla Giunta Cinque Stelle, dal momento che la mia mozione che chiedeva l’abolizione della zona blu fino al 31 dicembre è stata bocciata dalla Maggioranza in Consiglio: fino all’Epifania niente più zone blu a Torino, ma aree di posteggio con disco orario. Garantiremmo così la rotazione dei posti, permetteremmo a tutti di trovare posteggio e supportaremmo il commercio di vicinato. Ricordo che la zona blu (con i relativi, antipatici costi) si estende ben oltre i quartieri del centro cittadino. Se davvero l’obiettivo di questa Amministrazione è, come ha più volte affermato, evitare che i posti auto siano occupati dalla stessa auto per troppe ore consecutive e non – sia mai! – fare cassa, questa può davvero essere la soluzione giusta. A meno che anche la Giunta non la pensi come uno dei Consiglieri di Maggioranza, secondo il quale in ogni caso, alla faccia della fiducia nei confronti dei cittadini, i torinesi troverebbero comunque il modo di fare i furbi e lasciare il proprio mezzo posteggiato oltre il tempo consentito, per esempio tornando al veicolo per “aggiornare” l’orario prossimo alla scadenza. 

Ahmadreza Djalali salvo e libero subito: anche il Consiglio Comunale dice sì

Passa all’unanimità il mio atto che impegna la Giunta Comunale a chiedere al Governo italiano di esercitare la necessaria pressione diplomatica con le autorità iraniane per la revoca della condanna capitale e per l’immediata scarcerazione del medico. La scorsa settimana anche il Consiglio Regionale ha approvato un analogo atto a mia firma.

Un sì unanime: i colleghi Consiglieri votano compattamente a favore del mio ordine del giorno e ora la Giunta potrà chiedere, forte del mandato della Sala Rossa, al Governo italiano di esercitare la necessaria pressione diplomatica affinché Ahmadreza Djalali sia immediatamente liberato. La scorsa settimana è stato approvato dal Consiglio Regionale un atto analogo a mia firma.

La difesa dei diritti umani deve essere trasversale per ambito istituzionale e per nazionalità. È nostro preciso dovere fare tutto il possibile per salvare una vita innocente. Anche il Comune di Torino ora sarà in prima linea nella salvaguardia della vita e della libertà di una figura che ha tanto fatto per il nostro Paese e per la nostra regione – dove a lungo ha vissuto e lavorato (Università del Piemonte Orientale) – e di un uomo che da anni è in carcere da innocente.

Djalali, medico e ricercatore, è un noto e stimato esponente della comunità scientifica internazionale. Il suo arresto risale all’aprile del 2016. Totalmente infondata è l’accusa (spionaggio). Attualmente è in corso una mobilitazione a livello internazionale (a partire dalla petizione lanciata da Amnesty International) perché la condanna a morte sia revocata e lo stato di detenzione cessi immediatamente.

Ringrazio i colleghi per aver voluto sostenere una giusta battaglia, nella quale ho sempre creduto.

Occupazioni abusive e dispersione scolastica a Mirafiori Nord: l’emergenza si aggrava

Inquilini sotto assedio da parte delle famiglie occupanti presso il complesso ATC compreso tra corso Tazzoli, corso Agnelli, via Dina, via Eleonora d’Arborea e via De Bernardi. Tanti dei minori si danno all’accattonaggio invece di frequentare la scuola (25 su 27 minori non frequentano le lezioni), scuola che è l’unica via da percorrere per diventare cittadini consapevoli. Appena discussa in Consiglio la mia nuova interpellanza sul tema: le risposte ricevute fanno aumentare la mia preoccupazione.

Occupazioni abusive di case ATC, i Moderati continuano la loro battaglia: ho nuovamente portato il tema in Consiglio Comunale con un’interpellanza appena discussa. Dopo le risposte ricevute dall’Assessore Schellino, la mia preoccupazione è aumentata.

Sono 15 le unità abitative occupate abusivamente nella zona oggetto della mia interpellanza. Imprecisato è il numero di camper e roulotte utilizzati come abitazioni o deposito. Anche la situazione dell’accampamento in piazza d’Armi è lungi dall’essere risolta (una delle due famiglie bosniache rom inserite nel progetto speciale ha rifiutato il trasferimento in appartamento). La situazione è critica.

Poco importa che i numeri assoluti siano più bassi rispetto ad altri comuni: è il trend che preoccupa. Ormai abbiamo fatto capire ai soliti noti che la risposta delle Istituzioni non sarà all’altezza, abbiamo lasciato intendere agli occupanti di non rischiare né sgomberi né sanzioni. Questi soggetti sono diventati “abilissimi” a interdire, portando con sé minori o persone con fragilità, l’intervento dei nostri Agenti. Il prezzo più caro? Lo pagano gli inquilini, tenuti letteralmente sotto assedio, e le decine di persone attualmente in lista che attendono, avendone titolo, di vedersi assegnare un appartamento.

La seconda parte della risposta dell’Assessore Schellino, se possibile, mi preoccupa ancora di più: gran parte dei bambini e degli adolescenti delle famiglie occupanti non frequenta la scuola. Sono 27 i minori in età di obbligo scolastico che si dichiarano appartenenti alla comunità rom nelle abitazioni occupate abusivamente a Mirafiori Nord (uno in Piazza d’Armi): di questi, 10 non frequentano e 15 non risultano neppure iscritti in qualsivoglia delle scuole dell’obbligo della città. Si tratta di obbligo, e non di libera scelta dei genitori, la frequenza scolastica per bimbi e ragazzi dai 6 ai 16 anni: la cosa più grave è che con il lassismo su questo punto impediamo qualsiasi prospettiva di integrazione, di cui la scuola è sempre il primo tassello.

Bimbe e bimbi non hanno colpe: sono lasciati allo sbando dai loro genitori. Permettiamo loro di impossessarsi degli strumenti culturali e critici necessari per diventare cittadini consapevoli e padroni del loro presente. Anche questo è prendersi cura e carico dei più deboli, dei più fragili.