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Case ATC occupate: da Regione e Comune parole tante, fatti pochi

Nel giorno del roboante annuncio dell’Assessore Caucino (“Casa, prima i piemontesi”), la risposta dell’Assessore Schellino in Consiglio Comunale alla mia interpellanza su via Bologna 267 è ancora una volta desolante: scarsa la nostra capacità di prevenire il fenomeno delle occupazioni abusive, così come di contrastarlo. Sono preoccupato in vista della devastante crisi economica che seguirà la pandemia.

Da un paio di giorni i camper e i furgoni che da mesi costituiscono un accampamento improvvisato al civico 267 di via Bologna sono “magicamente” spariti, ma il problema persiste: resta la paura dei residenti, insultati e intimiditi, restano i furti nelle cantine, restano gli appartamenti occupati, restano gli spazi comuni utilizzati talvolta addirittura come luogo di lavoro (qualcuno ha allestito una sorta di officina a cielo aperto). A poche ore dalle roboanti dichiarazioni dell’Assessore Regionale Caucino, che definisce “quasi pronta” la nuova legge regionale sulla casa che garantirà un alloggio “prima ai piemontesi“, l’Assessore Schellino, in Comune, risponde con le solite formule trite e ritrite ai miei quesiti: “non risultano situazioni di particolare degrado“, “abbiamo invitato le persone a comportamenti più consoni“, “stiamo portando avanti azioni di mediazione“.

Nulla di nuovo neanche sul fronte dell’abbandono scolastico, con il solito ricorso alla scusa della pandemia per “giustificare” la mancata presenza a lezione da parte dei minori tenuti a frequentare la scuola dell’obbligo. Fatto, quest’ultimo, particolarmente preoccupante, dal momento che soltanto la scuola può garantire gli strumenti necessari a diventare adulti e cittadini consapevoli e liberi.

Quella delle occupazioni abusive di alloggi ATC resta un’emergenza non risolta (siamo ora a quota 159, 68 casi in più da marzo in avanti) e si conferma scarsa la nostra capacità di intervenire una volta che un’unità abitativa è stata occupata. Il dato è preoccupante in assoluto e in vista della gravissima crisi economica che durerà ben oltre la fine della pandemia: di fronte a tutto questo, per ora, da Regione e Comune arrivano più parole che fatti.

Scandaloso: via Morandi sacrificata sull’altare del bilancio

Addio alla storica sede della Municipale a Mirafiori Sud: già concluso il trasferimento in via Pinchia, che resta l’unica sede sull’intera Circoscrizione 2. Questa Giunta abbandona ancora una volta le periferie pur di risparmiare qualche euro. Nodi che restano da sciogliere: quale futuro per i vecchi locali? Quanto costerà la ristrutturazione dei nuovi?

La Giunta Appendino calpesta per l’ennesima volta le periferie di Torino. Ultimo episodio della serie: Mirafiori Sud dice addio, definitivamente, alla sede della Municipale di via Morandi. Ora il vastissimo territorio della Circoscrizione 2 dovrà accontentarsi di una sola sede, quella di via Pinchia, i cui locali versano attualmente in condizioni tali da richiedere interventi di ristrutturazione immediati. Se per via Morandi si erano ipotizzati interventi per 750mila euro, quanto dovremo spendere per la nuova sede? Sono molto preoccupato per l’operatività quotidiana (come gestiremo le segnalazioni in arrivo dal territorio della ex Circoscrizione 10? Andranno in coda rispetto a quelle della 2?) e sono altrettanto preoccupato per il quartiere Mirafiori Sud, che paga anni di errori, a partire dall’accorpamento delle due Circoscrizioni. Dopo il comando dei Carabinieri, sportelli bancari, poste e altri servizi, Mirafiori Sud dice oggi ufficialmente addio all’ennesimo servizio e all’effetto deterrente che garantiva. A verbale la Sindaca ha creduto di dover ribadire l’ovvio, cioè che in zona l’attività della Municipale resterà invariata. Quale sarà la nuova destinazione per la struttura di via Morandi, invece, ancora non è dato sapere. I Cinque Stelle, a parole fautori del policentrismo, hanno dimostrato per l’ennesima con i fatti il loro totale disinteresse per le periferie.

Dalla parte di chi manifesta perché la scuola torni in presenza

Poco fa davanti a Palazzo Civico il sit-in di “Dalla parte dei ragazzi” e di “A scuola” per chiedere il rientro in classe anche degli studenti delle Superiori: condivido le ragioni della manifestazione, prolungare ulteriormente la DAD rischia di risolversi in danni ancora più gravi per i nostri ragazzi.

Ancora per questa settimana, niente riapertura delle Scuole Secondarie di secondo grado. E chissà che cosa ci attende per il futuro. Mi associo alle richieste di “Dalla parte dei ragazzi” e di “A scuola”, che hanno manifestato di fronte a Palazzo Civico, poco fa, per chiedere un pronto ritorno a scuola in presenza e in massima sicurezza. Tornare a una socialità quotidiana e a un rapporto diretto con insegnanti e compagni di studi è ormai un’urgenza assoluta, in particolar modo per gli studenti adolescenti. I danni, psicologici e fisici, del prolungarsi della modalità a distanza della didattica sono ormai un fatto pacifico e riconosciuto dagli esperti: non solo mal di testa e bruciore agli occhi, ma anche elementi preoccupanti di malessere e disturbi psicologici, con riduzione della capacità di apprendimento. Se oggi le scuole sono ancora in parte chiuse è anche per colpa del tempo perso e delle occasioni mancate dalla politica. Gli studenti dai 14 ai 18 anni pagano il prezzo più alto, così come le loro famiglie, di questa situazione. Da convinto sostenitore della didattica in presenza, continuo a parlare di occasione persa. L’unica cosa che mi interessa è il futuro dei nostri giovani, vero e unico capitale del nostro Paese.

Via Bologna 267: mentre la Giunta minimizza, i residenti chiedono aiuto

Appartamenti ATC occupati, furti, degrado negli spazi comuni: dopo aver ricevuto due risposte desolanti negli ultimi mesi, domani discuterò in Consiglio Comunale la mia terza interpellanza sul tema.

Decine di persone non autorizzate costantemente presenti nel cortile condominiale, ormai divenuto luogo di ricreazione, di svago, di attesa, di osservazione e talvolta anche di lavoro (qualcuno ha allestito una sorta di officina a cielo aperto): il viavai verso gli alloggi e le cantine è continuo, costante è la sosta di numerosi mezzi e furgoni, all’ordine del giorno sono le intimidazioni e le minacce nei confronti dei residenti. La situazione non è più sostenibile e gli inquilini chiedono soluzioni. Dopo aver ricevuto nei mesi scorsi, discutendo due interpellanze, risposte del tenore di “non si riscontrano i fenomeni segnalati” e “non si segnalano particolari criticità” nonostante le testimonianze degli inquilini e la prova delle foto, torno domani a discutere in Consiglio Comunale un nuovo atto sul tema, il terzo. Chiederò, tra le altre cose, quali esiti abbiano avuto le ulteriori verifiche a più riprese promesse dalla Giunta, se tutti i minori in età scolare frequentino la scuola dell’obbligo e come, in generale, si intenda garantire la sicurezza dei residenti. L’Amministrazione proverà ancora a ridimensionare la gravità del problema?

Vaccino anti-COVID: e le persone non autosufficienti?

Al momento, non è prevista alcuna priorità per le persone con patologie croniche o disabilità (per esempio tetraplegia): il Lazio si è già mosso per garantire loro il vaccino in tempi brevi, il Piemonte faccia lo stesso per proteggere loro e chi sta loro vicino.

Persone non autosufficienti escluse, in questa prima fase, dal vaccino: si prevede che gli italiani con almeno una patologia cronica non potranno essere vaccinati prima della prossima primavera (o più tardi ancora). Mi auguro che questa fascia di popolazione possa essere inserita al più presto tra coloro che hanno diritto prioritario al vaccino. Molte persone non autosufficienti, tra l’altro, presentano vulnerabilità proprio all’apparato respiratorio: per esempio, i 20mila nostri concittadini tetraplegici. Vaccinare subito, o comunque nel tempo più breve possibile, le persone che vivono queste condizioni significa proteggere anche coloro che le assistono e che stanno loro accanto: badanti, caregiver, familiari. Ancora una volta, non autosufficienza e disabilità sono le grandi escluse, le grandi dimenticate. La Regione Lazio ha inserito nella “Fase 2”, con una propria determinazione, le persone di ogni età con comorbidità severa, immunodeficienza e fragilità, cioè le persone con disabilità e anche le persone che frequentano le RSA in modalità semiresidenziale (non considerata nel Piano nazionale). Chiederò in Consiglio Regionale che anche il Piemonte si muova in maniera analoga.