Benzinai, crollo del venduto negli ultimi dodici mesi: anche per questo non avrebbe avuto senso ripristinare la ZTL
Le erogazioni di carburante sono calate in Piemonte, in un anno di pandemia, di quasi un terzo: alla luce di questi dati, difficile vedere nella riattivazione della ZTL, come richiesto da voci ambientaliste a Torino, la soluzione al problema dell’inquinamento.
I benzinai del nostro Paese fanno registrare, secondo alcune stime, un crollo del numero di litri di carburante erogati: dal 25% al 30% a livello nazionale, con picchi che superano il 70% presso i distributori autostradali; le cifre scorporate per il solo Piemonte non sono migliori (fonti interne a uno dei marchi leader del mercato quantificano il calo in un preoccupante 27%). Coprifuoco notturno e spostamenti tra regioni non consentiti fanno il resto. Diventa difficile, dati alla mano, pensare che, se gli indici dell’inquinamento non sono migliorati rispetto a un anno fa, questo dipenda dal traffico veicolare privato. Alcune realtà ambientaliste hanno richiesto a gran voce, nelle ultime ore, la riattivazione della ZTL a Torino, per ragioni connesse alla qualità dell’aria. Credo che – di fronte a una situazione di emergenza che dura da un anno, a modifiche sostanziali nelle nostre abitudini di vita e alla crisi profondissima di tante attività del centro – sia necessario abbandonare, su questo tema, ogni approccio ideologico. La ZTL deve rimanere sospesa fino alla fine dell’emergenza.