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La Monorotaia di Italia ’61 come la High Line di New York? Sogno possibile

La Giunta è possibilista sul progetto dell’Ingegner Luca Valzano per restituire ai torinesi questo storico collegamento, che diventerebbe una passeggiata sopraelevata: con la mia interpellanza sul tema, appena discussa in Consiglio Comunale, ho chiesto che questo bene possa tornare a nuova vita dopo anni di abbandono.

Una nuova vita per la Monorotaia di Italia ’61, prendendo spunto dalla High Line di New York? Sognare si può. La Giunta, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, si è detta d’accordo sul fatto che un simile progetto sarebbe interessante e darebbe valore a questa storica area da troppo tempo abbandonata a se stessa. Il piano dell’ingegner Luca Valzano consiste nel recupero e nella rifunzionalizzazione della Stazione Sud e del tracciato della Monorotaia, con la trasformazione del binario sopraelevato in una passeggiata aerea, con connessione diretta al Palazzo del Lavoro. Un progetto simile, dunque, al newyorkese High Line, parco lineare realizzato su una sezione in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line. Che l’Amministrazione stia prendendo in considerazione l’ipotesi è già di per sé un fatto positivo: auspico, a questo punto,  un incontro tra l’ingegner Valzano e la Giunta. Abbandonare Italia ’61 nelle sue attuali condizioni significa calpestare la storia stessa della nostra città porgendo un pessimo biglietto da visita, proprio all’ingresso della città, a chi giunge da sud. L’auspicio è che il prossimo Governo possa prendere in considerazione questa progettualità per il Recovery Fund. È fondamentale costruire fin da ora le premesse affinché la prossima Amministrazione possa realizzare un intervento importante. La riqualificazione della Stazione Sud potrebbe ospitare nuove funzioni di pubblica utilità (per esempio una caffetteria al piano terra e uno spazio polivalente per attività socio-culturale al piano sopraelevato) e rappresenterebbe un esempio di innovazione e sostenibilità. 

Vaccinare contro il COVID-19 le persone con disabilità è prioritario

Ho ribadito questa mattina in Commissione l’urgenza di garantire l’accesso prioritario al vaccino anti-COVID alle persone con disabilità. La stessa FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha, nella giornata di oggi, lanciato l’allarme, avvertendo che il 70% delle persone con disabilità rischia di essere escluso dal piano vaccinale aggiornato lo scorso 3 febbraio.

Sarebbe un errore gravissimo, dal momento che queste persone sono ad alto rischio contagio e, nei casi di non autosufficienza, non possono mantenere il distanziamento fisico. Sappiamo che sta circolando una bozza di documento, contenente le linee guida, sulla quale sta lavorando il Ministero con il Comitato Tecnico Scientifico. Mi auguro che si possa arrivare quanto prima a una definizione di tempi e modalità. La stessa Regione Piemonte ha inserito il termine “Persone Fragili” per la Fase 2 e le persone con disabilità sono comprese nella definizione, ma restano oscuri tempistiche e criteri. Conterà la percentuale di disabilità? Quale sarà l’iter? La FISH ha fatto appello, direttamente, al Presidente della Repubblica: da parte mia, dopo aver discusso un Question Time in Consiglio Regionale lo scorso 20 gennaio, ribadisco alla Giunta la richiesta di portare questa istanza alla Conferenza Stato-Regioni e sui tavoli di Governo. La qualità di una Giunta si misura anche dalla sua capacità di farsi rispettare e ascoltare in questi contesti. Rifiutiamo ogni distinguo tra diverse tipologie di disabilità: tutte devono avere accesso al vaccino, accesso che dovrebbe estendersi anche a familiari, assistenti personali e caregiver.

La Giunta estende la validità del Pass60, ma dimentica di avvertire i torinesi

L’Amministrazione ha, come da me richiesto con un’interpellanza, prorogato la scadenza della tessera culturale dedicata ai neo-sessantenni torinesi, non utilizzata quest’anno a causa del COVID, ma non ha pubblicato la notizia sul sito del Comune: se un diritto non è comunicato non esiste, si provveda subito ad aggiornare la pagina.

Il diritto c’è, ma non si vede. Né si conosce. Dunque, di fatto, non esiste. Ringrazio la Giunta per aver, come da me richiesto con un’interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale, approvato la proroga del periodo di fruizione della tessera Pass60: peccato che la notizia non compaia sull’apposita pagina del sito della Città. Mi auguro che si ponga rimedio quanto prima. La tessera Pass60 garantisce ai torinesi, nell’anno del loro 60esimo compleanno, la possibilità di visitare mostre e musei, di assistere a concerti e di partecipare ad attività sportive. Con l’interpellanza appena discussa chiedevo appunto di estendere il periodo di fruizione della card al nuovo anno dopo mesi di chiusura di musei e mostre, non solo per dare un segnale positivo alla cittadinanza, ma anche per restituire a tanti torinesi la possibilità di non perdere utili opportunità culturali.

Malamovida in Santa Giulia, ci risiamo

Notte di assembramenti e abusivismo, l’Amministrazione ha alzato bandiera bianca. I Moderati chiederanno conto in Consiglio Comunale di quanto successo ieri sera.

Santa Giulia, ci risiamo. La notizia non è la movida improvvisata in via Balbo; semmai, il fatto che ieri sera il fenomeno è stato particolarmente evidente. Come dai Moderati sempre denunciato sia in Consiglio Comunale sia in Circoscrizione, queste dinamiche vanno avanti da settimane, lasciando resti e sporcizia la mattina successiva. L’Amministrazione si conferma totalmente impotente. O, forse, ha semplicemente rinunciato a prendere qualsiasi tipo di contromisura in un clima ultimi giorni di scuola, da remi tirati in barca di chi vede il “traguardo” della fine della consiliatura: inaccettabile, anche perché il salatissimo conto lo pagano i residenti. I locali sono chiusi, l’abusivismo è padrone del campo. Gli assembramenti di gente senza mascherina sono un rischio che non possiamo permetterci di correre. Chiederò conto della situazione in Consiglio Comunale.

Pace in Artsakh (Nagorno Karabakh), il mio Ordine del Giorno passa in Consiglio Regionale

Un piccolo passo avanti verso una pace duratura e verso l’affermazione della verità storica, un risultato che accolgo con soddisfazione personale e politica. Delusione soltanto per la mancata unanimità. Ora si lavori per mettere in atto l’impegnativa presa: il popolo dell’Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale siedano al tavolo per la pace della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE.

Soddisfazione per l’approvazione, in Consiglio Regionale, del mio Ordine del Giorno sul tema “Per una pace duratura della regione dell’Artsakh (Nagorno Karabakh)”: una soddisfazione più forte del rammarico per alcune astensioni, delle quali resto curioso di conoscere le ragioni. L’atto passa in Consiglio con i voti della Maggioranza. Di fronte a tragedie come questa, la stessa neutralità ha un preciso significato politico. Voltarsi dall’altra parte è esattamente quanto hanno fatto le potenze europee e internazionali durante le settimane di conflitto, mentre morivano civili innocenti e si colpivano obiettivi civili e ospedali.

Registriamo con l’approvazione del mio Ordine del Giorno un piccolo ma significativo passo avanti verso l’affermazione della pace e della verità storica. Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione di un popolo che, ora, ci auguriamo torni a essere pienamente protagonista del proprio destino, senza ingerenze da parte di potenze terze. Ora si lavori per l’impegnativa presa – il popolo dell’Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale possano sedere al tavolo per la pace della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE – e si lavori per la salvaguardia del patrimonio culturale, architettonico e religioso di questa terra.
 
Ci interessa che si faccia chiarezza sulle ragioni profonde del conflitto, così come sull’ipotesi di impiego di armi, mezzi e metodi bellici proibiti dal diritto internazionale.

La popolazione armena dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) è un simbolo per tutto il popolo armeno, disperso nel mondo a causa del primo genocidio del XX secolo, perpetrato dalla Turchia ottomana.