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Che cosa succederebbe se oltre 50mila studenti si riversassero nella scuola statale? Nella polemica strumentale sui voucher scuola si fa troppa confusione: una cosa è la libertà di educazione, una il diritto allo studio

Nella polemica strumentale di questi giorni sul voucher scuola e sulla possibilità di abbassare la soglia ISEE per averne diritto, si dimentica che il diritto allo studio e il diritto alla libertà di educazione sono egualmente rilevanti, ma distinti. Uno è il diritto di tutti i cittadini di avere la possibilità di studiare indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche, l’altro è il diritto dei genitori, a cui compete la scelta educativa per i figli, di scegliere quale tipo di educazione, anche scolastica, impartire loro.

Sfortunatamente, in altre Legislature, si è fatto l’errore di accomunare i due diritti nella stessa misura e nella stessa legge, mentre in realtà sarebbe necessario individuare misure distinte con atti differenti, in modo da non generare la confusione in cui sono caduti alcuni esponenti del Consiglio regionale.

Presenterò nei prossimi giorni un Ordine del Giorno in Consiglio regionale nel quale si richiede alla Giunta regionale di reperire le risorse necessarie per erogare il contributo alle 1577 domande del voucher scuola di tipo A, legato alla libertà di educazione, ammesse in graduatoria ma ancora non finanziate e confido che l’Assessore competente vorrà accogliere questa mia istanza.

A tutto questo si aggiunge un’ulteriore considerazione: se il diritto alla libertà di educazione non fosse più sostenuto e oltre 50mila studenti delle 671 scuole paritarie, circa un decimo degli studenti piemontesi, si riversassero nelle scuole statali della nostra regione, che ne sarebbe del sistema scolastico? Quali maggiori costi dovrebbe affrontare? È bene ricordare che attualmente tali costi sono due volte a carico delle famiglie che fanno la scelta di mandare i propri figli nelle scuole paritarie: una prima volta attraverso la fiscalità generale da cui vengono prelevate anche le risorse per il sistema scolastico statale, la seconda volta quando pagano la retta delle scuole paritarie, sostenuti solo in parte, e non per tutti gli studenti, da questo voucher che ora viene contestato così duramente, ingiustamente e anche a sproposito.

Solidali con le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine: un atto in Consiglio regionale per tutelarne l’immagine e l’onore

Il Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale depositerà in Consiglio Regionale un Ordine del Giorno in cui impegna la Giunta a esprimere in tutte le sedi istituzionali, a livello nazionale e internazionale, la solidarietà del Consiglio Regionale del Piemonte, a fronte delle affermazioni dell’Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa, che nulla a che vedere hanno con una realtà di dedizione, sacrificio, spirito di servizio che oltre 99mila agenti di Polizia dello Stato, più di 64mila agenti della Guardia di Finanza e oltre 100mila Carabinieri dimostrano ogni giorno e in ogni occasione.

Le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine sono attivi nella tutela dei cittadini, nel contrasto alla criminalità, nella lotta alle mafie e al terrorismo, operano per la legalità e la sicurezza della comunità nazionale e rappresentano un importante presidio per la tutela dei diritti e della democrazia.

Ci uniamo allo stupore espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da altre cariche istituzionali, rispetto alle dichiarazioni dell’Ecri e ribadiamo il nostro pieno sostegno alle Forze dell’Ordine che ringraziamo per il preziosissimo e insostituibile lavoro svolto per il bene della collettività.

Culle per la vita in ogni struttura sanitaria con un reparto di pediatria o neonatologia, un’opportunità in più di accoglienza e vita per le cittadine piemontesi

Il Consiglio Regionale ha approvato oggi un Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale che impegna la Giunta Regionale a predisporre tutte le iniziative necessarie per la collocazione di una “culla per la vita” in ogni struttura sanitaria sul territorio regionale che disponga di un reparto di pediatria o neonatologia e ad attuare una opportuna campagna di informazione in tutta la regione.

La Culla per la vita è un dispositivo riscaldato e collegato con i servizi sanitari di primo soccorso nel quale le madri in difficoltà possono lasciare il neonato in totale anonimato, aprendo la strada a un percorso di adozione, senza riconoscerlo.

La culla per vita è un’opportunità che affianca il percorso del parto in anonimato e un’alternativa a gesti estremi di disperazione, in quanto offre alla madre l’opportunità di lasciare il neonato con la certezza che in breve tempo incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura.

Ci auguriamo che quest’Ordine del Giorno trovi quanto prima completa attuazione, diffondendo la culla per la vita in tutte le strutture sanitarie piemontesi che dispongano di un reparto di neonatologia o pediatria e che un’adeguata campagna informativa porti a conoscenza di questa opportunità il maggior numero possibile di cittadine e cittadini piemontesi.

I dati pubblicati dall’Istat e relativi al 2023 riportano un calo delle nascite rispetto al 2022 del 3,4%: l’anno scorso sono nati soltanto 379.890 bambini, con un record negativo di 1,2 figli per donna che colloca l’Italia agli ultimi posti al mondo per natalità. Quello relativo alle “Culle per la vita” è soltanto un piccolo passo, ma nel corso della legislatura il nostro Gruppo si impegnerà perché siano messe in campo tutte le azioni possibili a favore della famiglia e della natalità.

Attualmente in Piemonte sono operative tre “Culle per la vita”:

  • Casale Monferrato – Movimento per la Vita (via Gonzaga 65);
  • Giaveno (TO) – Centro Accoglienza alla Vita l’Annunciazione (via Rametti angolo via Seminario – di fronte all’ospedale);
  • Torino – Movimento per la Vita, presso Ser.MI.G (Arsenale della Pace, piazza Borgo Dora 61).

Accolta dalla Giunta la mia proposta: dal 2025 azzerata l’Irap per tutte le Organizzazioni di Volontariato, un segnale importante per chi si spende per la comunità

Se il Consiglio Regionale approverà la variazione di Bilancio proposta dalla Giunta e attualmente in esame in Commissione dal 2025 tutte le Organizzazioni di Volontariato e le IPAB iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore non pagheranno più l’Irap, imposta regionale sulle attività produttive, dovuta per le attività organizzate finalizzate alla produzione o allo scambio di beni o all’erogazione di servizi.

L’esenzione dall’Irap del grande mondo del Volontariato è un segnale di attenzione verso chi si spende gratuitamente per il benessere della nostra comunità, e attua azioni a volte fondamentali in molteplici campi, dalla tutela dell’ambiente all’accoglienza, dalla cultura alla solidarietà sociale, dalla protezione civile alla sanità.

E’ un risultato che accolgo con grande entusiasmo e che segna una svolta, in attesa dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale, per un lavoro che ho iniziato nella scorsa Consiliatura, con un Ordine del Giorno approvato a fine novembre 2023 che richiedeva l’esenzione dall’Irap per gli Enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS e che ora la Giunta regionale ha posto in essere per una parte rilevante. Ringrazio l’Assessore al Bilancio, Andrea Tronzano, e il Presidente Cirio per l’impegno nel reperire le risorse finanziarie e soprattutto per l’attenzione e la disponibilità nei confronti dei Volontari, colonna portante del sistema piemontese di coesione sociale.

Fibromialgia: a Susa scoperta la panchina viola. Il Governo la inserisca nei Lea

Oggi ho partecipato con emozione a Susa all’inaugurazione della panchina viola per la sindrome fibromialgica voluta dall’Associazione Aisf e dall’Amministrazione comunale. Dopo lo scoprimento della panchina viola, si è tenuto anche un convegno dedicato alla Fibromialgia durante il quale ho potuto raccontare ai numerosi presenti la nuova Legge regionale sulla sindrome fibromialgica, approvata dal Consiglio regionale lo scorso dicembre. Una legge di cui ho condiviso gli obiettivi e le azioni con l’associazione Aisf: un incontro che mi ha fatto conoscere e approfondire una patologia a volte nascosta, a causa della quale la persona malata si scontra con l’indifferenza, la minimizzazione e l’incredulità.

Ora la Regione Piemonte ha una legge sulla fibromialgia, ma la strada che ci si presenta davanti è ancora lunga: in primo luogo deve essere anche lo Stato a riconoscere la sindrome fibromialgica come altamente invalidante, inserendola nei LEA, i livelli essenziali di assistenza; in secondo luogo, la Regione deve fare la sua parte, istituendo quanto prima l’Osservatorio previsto dalla Legge e stanziando le risorse necessarie per sostenere di più e meglio le cure per queste pazienti.
Sulla panchina viola c’è scritto: “Il nostro dolore merita riposo”. Io dico che il dolore delle persone fibromialgiche merita anche rispetto. Per questo sarà mia cura continuare a impegnarmi per un reale e completo sostegno per le malate di sindrome fibromialgica nei prossimi cinque anni.