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Giochi 2026: grazie Zaia per l’apertura al Piemonte, ora tutti insieme con Cirio per raggiungere l’obiettivo

Tutte le forze politiche collaborino affinché tutte le gare restino in Italia: gli impianti del territorio piemontese sono all’altezza.

L’apertura di Luca Zaia – che è sia Presidente della Regione Veneto, sia componente del Cda della Fondazione Milano-Cortina – all’ipotesi di ospitare a Cesana le gare di bob di Milano-Cortina 2026 ha un forte peso, che cogliamo in tutta la sua portata e per il quale siamo grati. Adesso due priorità: coesione tra tutte le forze politiche per il bene del territorio e procedere in tempi brevi per il raggiungimento dell’obiettivo. Non avrebbe alcun senso dover “cedere” all’estero alcune delle gare dei prossimi Giochi. Abbiamo inoltre l’opportunità, che non possiamo perdere, di rimediare in pur piccola parte all’assurdo “no” ai Giochi che risale agli anni dell’Amministrazione Appendino.

Il ratto corre sul treno dei pendolari

Un enorme ratto cammina dentro le plafoniere della luce a bordo di una delle carrozze del Regionale Veloce Trenitalia partito questa mattina da Porta Nuova alle ore 5.54 e diretto a Milano Centrale: il video è stato girato da uno dei passeggeri ed è rappresentativo di una situazione oggettivamente indegna. I cittadini piemontesi pagano per avere un servizio di tutt’altro livello. Il fatto è vergognoso: porteremo il tema in Consiglio alla prima occasione utile, chiedendo alla Giunta di intervenire con Trenitalia.

Non bastavano i ritardi, la ressa che impedisce a molti dei passeggeri di viaggiare seduti, i finestrini rotti, carrozze roventi o gelate e tutti gli altri quotidiani disagi: i pendolari che, questa mattina, sono partiti all’alba per andare a lavorare a Milano hanno trovato, come sgradito compagno di viaggio sul Regionale Veloce delle ore 5.54, un enorme ratto. Il video, girato da uno dei passeggeri, non lascia spazio a interpretazioni: l’animale è, tra corpo e coda, grande quanto una delle plafoniere e si muove all’interno di queste ultime.

Questo episodio è gravissimo ed è significativo di un livello qualitativo del servizio peggio che inadeguato e di una carente manutenzione. Qui la questione ha a che fare con l’igiene, la sicurezza e il diritto di ogni passeggero, che spesso paga il servizio in anticipo (questo è il caso, per esempio, di chi acquista un abbonamento annuale), di viaggiare in condizioni adeguate. Porteremo il tema in Consiglio Regionale alla prima occasione utile per difendere il diritto dei piemontesi a un servizio di trasporto decente: chiederemo alla Giunta di intervenire con Trenitalia.

Stazione Stura di Torino, intervenire subito

Attualmente la struttura di corso Romania, l’adiacente piazzale e il vicino parcheggio risultano in condizioni di degrado, inaccessibilità e insicurezza: è una notizia positiva che la Regione abbia iniziato un’opera di monitoraggio e si sia subito attivata aggiornando la Città di Torino, alla quale spetta ora fare la sua parte. Urgono misure per garantire accessibilità, fruibilità e sicurezza. Sul tema, ho appena discusso in Consiglio Regionale un Question Time.

Stazione Stura a Torino, dopo le mie segnalazioni e la presentazione del mio Question Time, la Regione Piemonte ha provveduto a segnalare alla Città di Torino le urgenze più gravi: arbusti che rendono inutilizzabili le linee di orientamento per le persone con disabilità, i frequenti furti, i veicoli abbandonati, il diffuso degrado. Positivo anche che la Regione abbia iniziato a effettuare, dallo scorso giugno, ispezioni presso le stazioni dei capoluoghi piemontesi. Entrambe le notizie sono state comunicate dalla Giunta in risposta, poco fa, al mio Question Time.

Ci auguriamo a questo punto che la Città di Torino agisca immediatamente e che la stessa cosa facciano, secondo le proprie competenze, anche la Regione e l’Agenzia della Mobilità piemontese. Occorre rendere nuovamente la stazione e tutti i servizi connessi accessibili alle persone con disabilità (attualmente gli arbusti, alti alcuni metri, ricoprono completamente le linee di orientamento), mettere in sicurezza l’intero complesso, provvedere a interventi di pulizia e cura, far rimuovere i veicoli abbandonati.

La politica dia indicazioni politiche: così il “Regio Itinerante” tornerà un valore aggiunto per le aree interne del Piemonte

Tre mie richieste, dopo che nel 2022 questa attività non è stata svolta, affinché il progetto riparta al più presto: la Regione non si limiti a erogare risorse economiche per realizzare questi eventi culturali, ma dia anche indicazioni programmatiche. Si torni alla bipartizione dei fondi, affinché una parte degli stessi sia specificamente destinata al “Regio Itinerante”. Si coinvolgano gli Enti del Terzo Settore che si occupano di musica. Appena discussa in Consiglio Regionale la mia nuova interpellanza sul tema.

Il “Regio Itinerante” deve tornare a portare la grande musica del Teatro Regio capillarmente sul territorio del Piemonte, nei piccoli centri e nelle aree interne. Per raggiungere l’obiettivo, tre misure sono necessarie: la Regione, oltre a erogare i fondi, dia tramite la Giunta indicazioni programmatiche su come impiegarli secondo una visione, appunto, politica; i fondi tornino a essere divisi e vincolati alla finalità, con un’aliquota destinata espressamente al “Regio Itinerante”. Si coinvolgano le realtà del Terzo Settore attive in ambito culturale sul nostro territorio: sono tante e svolgono un lavoro prezioso. Queste le mie richieste alla Giunta discutendo, poco fa, la mia nuova interpellanza sul tema.

Portare la grande musica di un “marchio” prestigioso come quello del Regio capillarmente su tutto il territorio regionale, e non solo nei grandi centri e nei grandi teatri, è o dovrebbe essere un obiettivo di questa Giunta e della Fondazione Piemonte dal Vivo: a maggior ragione poiché la Regione eroga risorse a questo fine, la Giunta dia indicazioni sul loro impiego sulla base dell’obiettivo. I concerti del Regio Itinerante, a costo abbordabile anche per i piccoli centri e per le aree interne della Regione, non vedevano protagonisti soltanto grandi e affermati nomi della musica, ma spesso anche talenti emergenti. Mi auguro che il “Regio Itinerante” torni pienamente attivo. Se aver “salvato” il Regio è stato senz’altro un risultato importante, ora l’obiettivo deve essere ripristinare il “Regio Itinerante”.

Proporre concerti e altri eventi culturali ai piccoli Comuni a prezzi di mercato e dunque, di fatto, non sostenibili (fino ai 5mila euro a evento: il triplo rispetto all’epoca pre-pandemica), come negli ultimi anni, ha poco senso e nega alla luce della realtà l’obiettivo di cui sopra. Portare cultura anche nei centri più periferici è compito della Giunta Regionale e questo obiettivo si raggiunge solo se il costo dei concerti si abbassa. “Il Regio Itinerante” è stato per anni un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali: ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, oltre 1.500 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium.

“Riaprire le miniere” per l’estrazione di materie prime critiche, opportunità per il Piemonte (e occasione per “smarcarsi” dalla Cina): a patto che si affidi il compito a imprese italiane

Urge concludere al più presto la fase di ricerca per poi valutare seriamente la possibilità di riaprire siti, cave e impianti: grafite, manganese, cobalto e altri minerali estratti sul territorio piemontese potrebbero calmierare l’attuale forte rischio di fornitura da Paesi esteri e abbattere i costi. Durante la discussione, poco fa, della mia interpellanza sul tema, ho auspicato tempi ragionevolmente brevi e appalti concessi alle nostre aziende: cedere a imprese estere la materia prima per riacquistare il prodotto finito sarebbe un’operazione poco sensata e poco sostenibile.

Le potenzialità ci sono: ora si accelerino i tempi. Grafite, manganese, cobalto (fondamentale per la produzione di batterie e presente in alte concentrazioni nelle Valli di Lanzo) e altri elementi sono presenti nel nostro sottosuolo e potrebbero rappresentare la fortuna del Piemonte già nel medio termine. Le materie prime critiche, di importanza strategica, sono infatti caratterizzate da un rischio di fornitura proporzionalmente alto: per molte di essere l’Unione Europea dipende quasi esclusivamente dalle importazioni, in particolare dalla Cina. Le miniere dismesse sono 375 in Piemonte: diverse sono state abbandonate perché fino a tempi recenti si considerava più conveniente importare il minerale dall’estero che estrarlo, ma ora alcuni di questi siti potrebbero essere portati nuovamente in attività. La Giunta ha riferito, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, che sono attualmente attivi due permessi per la ricerca di cobalto nella zona di Usseglio e di Balme; quattro permessi sono attivi in Valsesia e in Val Strona per il nichel. Potrebbero essere prossimamente rilasciati permessi per la possibile riattivazione delle miniere di grafite in Val Chisone. Un permesso è stato rilasciato per la ricerca di litio e boro nei pressi di Ormea. Si proceda al più presto ai carotaggi. Ci auguriamo che, nel caso di esiti positivi delle ricerche, i tempi burocratici siano i più rapidi possibili e che, nello scenario auspicabile di una ripresa dell’attività estrattiva, questa non sia affidata a imprese estere, dal momento che poco sensato e molto costoso sarebbe cedere la materia prima per acquistare i prodotti finiti.