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INTERPELLANZA – Il triangolo nero delle aree verdi in Circoscrizione 3

PREMESSO CHE

– lo scrivente ha recentemente ricevuto numerose segnalazioni riferite allo stato di tre giardini, con aree verdi e aree giochi bimbi, situati in zona San Paolo (Circoscrizione 3);

– nello specifico si tratta del giardino in via Millio angolo via Malta, di quello in via Malta 36 nei pressi della chiesa di San Francesco Sales e di quello in via Rivalta angolo via Osasco;

– i tre giardini in oggetto vengono portati all’attenzione dell’Amministrazione con un unico atto poiché alla vicinanza territoriale sommano un lungo elenco di problematiche simili se non identiche;

RILEVATO CHE

– dovrebbe essere premura dell’Amministrazione la ricerca di rimedi contro l’inciviltà dei comportamenti di alcuni cittadini che sono sia causa sia conseguenza del degrado dei tre giardini in oggetto come di molti altri spazi della città;

– nei tre giardini si rileva pertanto molta incuria, degrado, sporcizia e rifiuti di vario genere sparsi a terra, pur in presenza dei cestini;

– numerose sono anche le deiezioni canine, adagiate sia sul manto erboso sia nella parte asfaltata, non rimosse dai conduttori degli amici pelosi;

– alcuni alberi sono stati potati ma non sostituiti con nuove piantumazioni;

– buona parte delle panchine sono state vandalizzate o comunque rese inutilizzabili dall’usura del tempo;

– nello specifico, nel giardino in via Millio angolo via Malta due giochi per adolescenti sono stati rimossi e non sostituiti (su Google Maps sono ancora visibili), la pavimentazione in materiale anticaduta è fortemente danneggiata, un gioco presente nell’area bimbi è stato anch’esso rimosso ma non sostituito e l’accesso al giardino non è regolato dalla presenza di un cancello lasciando pertanto l’area libera all’utilizzo notturno che, visto lo stato della situazione, avviene in buona parte per fini estranei alla natura ontologica del giardino;

– nel giardino in via Malta 36 (nei pressi della chiesa di San Francesco Sales e della Direzione Didattica “Emilio Salgari”) un gioco è stato rimosso e altri sono stati deturpati nella loro integrità, la pavimentazione anticaduta è fortemente ammalorata e molto pericolosa, tenuto conto dell’età media degli utilizzatori, e manca un cancello che ne consenta la chiusura nelle ore notturne;

– il giardino in via Rivalta angolo via Osasco presenta caratteristiche di criticità simili ai due precedenti, con particolare attenzione da porre sulla situazione dell’area giochi (altalena inutilizzabile e pavimentazione anticaduta danneggiata) e al fatto che anch’esso non sia dotato di un cancello che ne impedisca l’accesso nelle ore notturne;

CONSIDERATO

che un’Amministrazione attenta sia alla vita e al giuoco all’aperto dei piccoli cittadini sia alla repressione dei comportamenti incivili e maleducati dovrebbe farsi parte diligente intervenendo per ripristinare normali condizioni di utilizzabilità dei tre giardini e per fare in modo di preservare i beni comuni;

INTERPELLA

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

1) se l’Amministrazione intenda incrementare gli interventi per la cura della vegetazione e per la sostituzione delle piante e degli alberi potati con nuove piantumazioni;

2) se l’Amministrazione intenda valutare la collocazione di recinzioni e di cancelli che proteggano efficacemente i tre giardini e che ne inibiscano l’accesso per fini confliggenti con il normale senso dell’educazione, della civiltà e del rispetto dei beni comuni;

3) se sia in previsione la riparazione dei giochi rotti e/o vandalizzati e la sostituzione di quelli rimossi;

4) quanti siano attualmente i passaggi di AMIAT nei tre giardini, quali le tipologie degli interventi, se siano considerati sufficienti e se sia in previsione un incremento;

5) se l’Amministrazione ritenga utile e possibile aumentare la presenza delle pattuglie “decoro” della Polizia Municipale nei tre giardini al fine di accertare l’osservanza dei Regolamenti comunali e al fine di scoraggiare comportamenti contrari al comune senso della decenza (principalmente atti vandalici e mancata rimozione delle deiezioni canine).

F.to  Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Servizi comunali per persone affette da Alzheimer: quale trasparenza? Associazioni attive in questo campo: quale supporto da parte dell’Amministrazione?

PREMESSO CHE

– Torino è una città di quasi 900 mila abitanti, dei quali un quarto nella fascia d’età maggiore di 65 anni;

– la popolazione anziana (over 65) tende ad aumentare (di circa il 2% ogni anno) negli ultimi dieci anni, per quanto nello stesso periodo la popolazione cittadina nel suo insieme sia in costante diminuzione (di circa 20 mila unità ogni anno);

– il numero di persone affette da demenze triplicherà entro l’anno 2050, secondo la stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;

– nei paesi industrializzati la demenza senile riguarda 8 ultrasessantacinquenni su 100 e più di 1 ottuagenario su 5 (fonte: Istituto Superiore di Sanità);

– l’Italia ha definito, nel 2014, il Piano Nazionale Demenze, che fornisce indicazioni strategiche per la promozione e il miglioramento degli interventi nel settore, ivi compresi sostegno e accompagnamento del malato e dei familiari lungo tutto il percorso di cura;

– la Regione Piemonte ha istituito, nel 2017, i C.D.C.D. (Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze), recependo le indicazioni del Piano Nazionale Demenze;

– la Città di Torino non ha introdotto altri servizi a sostegno dell’anziano, dell’anziano non autosufficiente e delle famiglie;

– per far fronte ai numeri di cui sopra, in costante aumento, l’Amministrazione cittadina si è dotata di un sistema sociosanitario per la presa in carico delle persone anziane e anziane non autosufficienti;

– tale sistema prevede il coinvolgimento dei Servizi Sociali per l’aspetto assistenziale e dell’ASL per l’aspetto sanitario;

– il “primo accesso” è gestito dallo Sportello Unico Socio Sanitario, presso il quale è possibile ricevere informazioni e orientamento sui servizi e dove il cittadino può avviare le procedure utili per l’attivazione del percorso di valutazione dei bisogni;

– le Unità Valutative Geriatriche (U.V.G.) assumono il ruolo di valutazione dei bisogni;

– i Centri Diurni Alzheimer completano l’offerta di servizi pubblici a disposizione dell’anziano e dei suoi familiari;

– a questi servizi si accede facendo richiesta di servizio semiresidenziale presso le U.V.G. e di inserimento in graduatoria;

RILEVATO CHE

– da più parti si esprimono lamentele sulla difficoltà di veder riconosciuto il proprio diritto a consultare tali graduatorie e a conoscere anche solo il numero di persone in lista d’attesa;

– simili reclami sono espressi anche relativamente alla difficoltà di conoscere il numero di utenti presi in carico dai Servizi Socio-Sanitari e il numero di servizi erogati;

– i caregiver esprimono perplessità a causa della difficoltà che riscontrano nei loro tentativi di venire a conoscenza dei servizi a disposizione e ad accedervi;

CONSIDERATO CHE

– la scarsa informazione, la difficoltà di accesso ai servizi e la scarsità di servizi in grado di rispondere ai bisogni delle famiglie ha favorito la spontanea iniziativa di Enti del Terzo Settore;

– sul territorio di Torino operano attualmente Alzheimer Piemonte e Associazione Solidarietà Volontariato a Domicilio (A.S.V.A.D.);

– una terza Associazione, Infine Onlus, ha recentemente interrotto le attività per mancanza di fondi;

– sul territorio cittadino sono attualmente attivi tre Alzheimer Caffè (tutti e tre concentrati nella zona sud-ovest della città, lasciando sguarnito il resto del territorio):

– via Luserna di Rorà, aperto otto anni fa e gestito da ASAVAD;

– via Rubino, aperto quattro anni fa e gestito da ASAVAD;

– via Valgioie aperto un anno fa e gestito da Acli;

– altri Comuni in Italia rappresentano modelli virtuosi di gestione di questo tipo di urgenza sociosanitaria;

– Bologna prevede per esempio, tra i servizi offerti al cittadino, gli Alzheimer Caffè, la cui rete è consultabile sul sito web istituzionale della Città;

– Milano ha attivato una serie di azioni a sostegno della persona anziana attraverso il servizio Rete Alzheimer, che prevede interventi a supporto della domiciliarità, di accompagnamento, di sostegno psicologico e sociale, con informazioni consultabili sul sito web istituzionale della Città;

– una precisa e puntuale conoscenza dei dati (numero di persone affette da demenza, numero di persone prese in carico dai Servizi Sociosanitari, numero di persone in lista d’attesa, …) è vitale per le Associazioni in fase di progettazione e in fase di reperimento dei fondi necessari per lo svolgimento delle proprie attività;

– e azioni portate avanti dalle Associazioni sono fondamentali, dal momento che integrano l’offerta di servizi messa a disposizione dalla Città e dalla Regione;

INTERPELLA

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

  1. come stia intervenendo l’Amministrazione per affrontare secondo modalità adeguate alle proporzioni del fenomeno e della sua costante crescita il tema delle persone affette da demenza senile e del sostegno nei confronti dei loro familiari;
  2. come intenda l’Amministrazione garantire la massima e necessaria trasparenza relativamente ai dati riguardanti la portata del fenomeno (numero di persone affette da demenza senile, numero di utenti presi in carico dai Servizi Sociosanitari della Città, numero e tipo di servizi erogati,…);
  3. come intenda l’Amministrazione garantire la fruibilità di questi dati ai cittadini e soprattutto alle Associazioni che ne facciano richiesta;
  4. quali siano le misure che l’Amministrazione intende proporre a supporto delle Associazioni che operano a favore delle persone affette da Alzheimer e delle loro famiglie;
  5. se e in che misura la Città di Torino intenda valutare la possibilità di mutuare esperienze virtuose portate avanti con successo e risultati incoraggianti in altre città italiane.

F.to  Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Trasferimento uffici Assessorato Casa

PREMESSO

che siamo venuti a conoscenza dell’imminente trasferimento di tutti gli uffici dell’Assessorato alla Casa della Città di Torino e di Lo.C.A.Re da via Corte d’Appello a via Orvieto;

CONSIDERATA

– la particolare attività svolta da questi uffici a favore delle persone con bisogni abitativi spesso drammatici;
– la necessità che gli uffici casa siano facilmente raggiungibili dai cittadini spesso disagiati e non muniti di mezzi propri che provengono da tutta la città;
– la delicatezza del lavoro stesso che spesso espone gli operatori a raccogliere non solo domande ma anche disappunto dei cittadini laddove non trovino soluzioni al proprio problema;
– l’attività rischiosa cui l’Assessorato in oggetto è stato ed è esposto – come pure alcune sedi circoscrizionali di servizi sociali – anche di occupazioni da parte di movimenti;

VALUTATO CHE

– certamente l’attuale collocazione garantiva centralità e raggiungibilità oltreché la vicinanza a Palazzo Civico e ai Servizi Sociali centrali di via Giulio facilitando collaborazione e reciproco supporto;
– la dismissione dell’immobile di via Corte d’Appello ha richiesto una complessa valutazione per la ricollocazione dell’attività;

INTERPELLANO

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:
1) quando è previsto il trasferimento;
2) quali soluzioni alternative sono state vagliate;
3) come si pensa di garantire i lavoratori nell’esercizio della loro attività lavorativa;
4) se si pensa di mettere in atto attività volte a favorire cittadini di zone decentrate e/o anziani nello svolgimento delle pratiche di ERP o Lo.C.A.Re..

F.to Elide Tisi

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Cara sindaca, mi si è ristretto il bike sharing?

PREMESSO CHE

  • è nota, e per molti aspetti condivisibile, l’attenzione dell’Amministrazione per le tematiche ambientali e le conseguenti misure per il blocco dell’inquinamento atmosferico derivante dalla circolazione veicolare;
  • il tema non è nuovo ma è già stato affrontato dalle Giunte precedenti che hanno creduto nella mobilità alternativa e hanno puntato sull’introduzione e lo sviluppo del bike sharing;
  • in merito si desidera citare l’esperienza di grande successo rappresentata dal servizio ToBike a cui, in progresso di tempo, si sono aggiunti altri fornitori del servizio di noleggio bici a flusso libero tramite applicazione per smartphone;
  • tra questi ultimi, degno di menzione è senza dubbio “MobiKe”, la maggiore piattaforma mondiale di bike sharing;
  • dopo il grande successo a Milano, Firenze e Bologna, l’arrivo nella nostra Città della smart bike dall’inconfondibile cestino arancione ha entusiasmato gli utenti torinesi;

RILEVATO  CHE

  • numerosi cittadini hanno riferito allo scrivente che il servizio di bike sharing fornito da “MobiKe” pare abbia recentemente modificato il proprio perimetro di funzionalità, riducendolo alla zona centrale e a quella immediatamente a ridosso del centro;
  • in merito pare che gli utenti non abbiano ricevuto alcun preavviso ma che, appena parcheggiato il velocipede in zone non più coperte dal servizio, siano stati destinatari di un messaggio che li avvisava dell’erogazione di penali a loro carico;

CONSIDERATO CHE

  • gli utenti del bike sharing devono e vogliono vivere la Città nella sua interezza e non solo entro la cinta stabilita di volta in volta dal fornitore del servizio;
  • la Città, gli Enti, le Istituzioni, le aziende e le associazioni forniscono i propri beni e servizi in tutto il territorio cittadino;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione sia a conoscenza di variazioni del servizio fornito da “Mobike”;
  2. se l’Amministrazione intenda verificare che il servizio dichiarato da “MobiKe” non abbia subito modificazioni unilateralmente assunte, rispetto a quanto inizialmente dichiarato e proposto, a detrimento della qualità del servizio e dell’offerta agli utenti;
  3. se si intendano riferire al Consiglio Comunale gli eventuali provvedimenti decisi dall’Amministrazione in conseguenza delle verifiche sollecitate ai punti precedenti.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Breve storia dell’amministrazione dalle pile scariche

PREMESSO CHE

  • lo scrivente ha ricevuto diverse segnalazioni, soprattutto da parte di alcuni cittadini residenti in zona Parella, circa l’assenza, presso le attività commerciali, di appositi contenitori per la raccolta di pile ed accumulatori usati;

RILEVATO  CHE

  • l’articolo 19 del Regolamento comunale per la gestione dei rifiuti urbani, n. 280 (“Raccolta differenziata delle pile”) stabilisce che:
  1. In relazione a quanto previsto nel D.M. 476/1997 le pile e gli accumulatori usati contenenti:

– oltre 25 mg. di mercurio per elemento;

– oltre lo 0,025% in peso di cadmio;

– oltre lo 0,4% in peso di piombo;

– fino allo 0,025% in peso di mercurio per le pile alcaline al manganese;

– le pile al manganese del tipo a bottone;

– le pile composte da elementi del tipo a bottone;

– le batterie dei telefoni cellulari;

– altri accumulatori usati,

sono consegnati ad un rivenditore al momento dell’acquisto di nuove pile o di nuovi accumulatori ovvero sono conferiti in raccolta differenziata presso uno dei punti di raccolta predisposti dal gestore del servizio.

  1. A cura ed onere dei produttori, degli importatori e dei distributori, il rivenditore pone a disposizione del pubblico un contenitore per il conferimento delle pile e degli accumulatori usati, nel proprio punto di vendita. Il contenitore deve essere idoneo all’immissione delle pile e degli accumulatori usati e la sua apertura deve essere possibile solo a cura del soggetto incaricato della raccolta. Il rivenditore deve conservare copia della documentazione idonea a dimostrare le modalità di raccolta e di svuotamento del contenitore seguite nel suo esercizio;
  2. Presso gli esercizi di vendita delle pile o degli accumulatori usati di cui all’articolo 1 del D.M. 476/1997 deve essere esposto in evidenza in prossimità dei banchi di vendita, con caratteri ben leggibili, un avviso al pubblico circa i pericoli e i danni all’ambiente e alla salute umana derivanti dallo smaltimento delle pile e degli accumulatori al di fuori degli appositi contenitori per la raccolta differenziata e circa il significato dei simboli, evidenzianti la sottoposizione a raccolta differenziata, apposti per legge sulle pile e sugli accumulatori;
  3. I soggetti che provvedono alla raccolta sono tenuti al corretto recupero e smaltimento delle pile e degli accumulatori usati, secondo la vigente normativa in materia;
  4. Le normali pile (stilo, torcia, mezza torcia, piatta, ecc.) non rientranti nell’applicazione del D.M. 476/1997, possono essere conferite dagli utenti nel normale circuito dei rifiuti indifferenziati;
  5. Sono fatte salve le disposizioni della l. n. 475/1988 che disciplinano la raccolta e il riciclaggio delle batterie al piombo usate;

CONSIDERATO CHE

  • nel corso dell’ultima campagna elettorale la forza politica pro tempore alla guida dell’Amministrazione sosteneva che: “La grande sfida culturale è trovare un equilibrio tra il nostro stile di vita e l’impatto che questo ha sull’ambiente. L’ambiente e il clima sono beni comuni e ognuno di noi deve contribuire a preservarli per le generazioni future”;
  • lo smaltimento sconsiderato di tali rifiuti genera gravi danni all’ambiente: se gettati nel terreno, lo inquinano per decenni; se bruciati, invece, con la raccolta indifferenziata, producono diossina;
  • le diossine sono sostanze che vengono immesse nell’ambiente da numerose sorgenti e che hanno una struttura chimica stabile e una considerevole vita media;
  • nel sito internet del Ministero della Salute si legge: “Le diossine possono determinare un inquinamento cronico, pressoché ubiquitario e possono dar luogo a eventi che, con una nuova accezione del termine, potremmo definire emergenze ambientali”;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione abbia effettuato o periodicamente svolga adeguati monitoraggi e verifiche presso gli esercizi commerciali presenti in Città per accertare la presenza dei contenitori per la raccolta di pile e accumulatori usati e degli avvisi circa i pericoli per l’ambiente e la salute umana derivanti da una scorretta gestione di tali rifiuti;
  2. quali siano le risultanze di tali controlli e se esse vengano periodicamente formalizzate in un documento o in una relazione;
  3. se e quante siano state le sanzioni effettuate negli ultimi 5 anni per il mancato o non corretto utilizzo dei contenitori sopra citati e per la mancanza dell’avviso circa i rischi e i pericoli per l’ambiente e la salute;
  4. se, pur tenendo conto della lettera dell’articolo 19 punto 5 del Regolamento n. 280, l’Amministrazione voglia dimostrare concreta premura per le tematiche ambientali sollecitando tutte le attività commerciali a dedicare scrupolosa attenzione alla gestione dei rifiuti dotandosi di appositi contenitori per la raccolta di pile stilo, torcia, mezza torcia, piatte e a bottone;
  5. quali siano le azioni che l’Amministrazione intende realizzare per sensibilizzare commercianti e cittadini ad una corretta gestione e conferimento di tali rifiuti.

Silvio Magliano