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Cancellare la peste suina dal Piemonte e lenire la povertà alimentare con i capi sani abbattuti

L’epidemia di PSA crea danni economici incalcolabili: eradicarla deve essere l’assoluta priorità, oltre ogni polemica e con la collaborazione di tutte le Istituzioni. Ne siamo ancora più convinti dopo l’audizione del Commissario Caputo poco fa in Commissione. I capi sani abbattuti vadano alle Associazioni benefiche, si aumenti il numero di macelli autorizzati alla macellazione delle carni degli ungulati selvatici: un Ordine del Giorno dei Moderati lo chiede in Consiglio Regionale.

Sono i numeri a raccontare un’emergenza senza precedente e a fotografare il suo devastante impatto sull’economia: con un solo caso in provincia di Cuneo, nella quale si concentra il 70,6% della produzione suinicola del Piemonte (622 aziende, 931.789 capi, per un valore di 188,5 milioni “alla stalla”, 496 milioni nella filiera della trasformazione), l’impatto economico negativo sarebbe prossimo al miliardo di euro in un anno. La Regione intervenga con urgenza e con tutti i mezzi possibili per cancellare la peste suina africana dal territorio. Ogni atteggiamento polemico va abbandonato di fronte all’urgenza di preservare il destino produttivo delle aziende del nostro territorio: la collaborazione sia totale e costruttiva a tutti i livelli istituzionali. Solo facendo calare in maniera sostanziale la popolazione di cinghiali si potrà superare l’emergenza. I capi sani abbattuti possono essere forniti alle Associazioni che si occupano di distribuzione di pasti alle persone in condizioni di povertà. Attualmente solo tre strutture, a livello regionale, hanno la licenza per la macellazione degli ungulati selvatici per fine alimentare: occorre incrementare questo numero. Ho ottenuto l’inserimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del mio OdG che lo chiede (e che chiede, anche, sovvenzioni per le attività che svolgono questo fondamentale servizio). Lo stesso Commissario si è detto d’accordo con la nostra proposta. La strada risulta già tracciata dalla Città Metropolitana di Torino.

Regione Piemonte, Sanità