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Autore: Redazione sito

Bilancio con il freno a mano tirato

Proprio nel momento in cui la nostra Regione avrebbe avuto bisogno di coraggio e visione.

Respinti emendamenti dei Moderati per quasi 70 milioni di euro. Libertà di Educazione e Non Autosufficienza perdono, rispettivamente, 1,1 milioni e 5 milioni di euro.

Bilancio deludente e timido, Bilancio con il freno a mano tirato: proprio nel momento in cui più la nostra Regione avrebbe avuto bisogno di investimenti per uscire da due anni di crisi terribile e proprio nel momento in cui più avremmo avuto bisogno del coraggio e della visione della Giunta.

Gravissimi e inaccettabili, tra gli altri, i tagli alla libertà di educazione e alla non autosufficienza.

A fronte di un numero di domande che, verosimilmente, aumenterà anche quest’anno in maniera significativa, data la perdurante situazione di crisi, la cifra messa quest’anno a disposizione dalla Giunta Cirio per gli Assegni di Iscrizione e Frequenza alle Scuole Paritarie è scesa a 4,3 milioni rispetto ai 5,4 milioni dello scorso anno.

Da 55 milioni a 45 milioni in tre anni di Giunta Cirio, 5 milioni in meno rispetto all’anno scorso: i tagli alla non autosufficienza e alla psichiatria danno la perfetta e drammatica misura di quanto questo governo regionale non sia in grado di leggere il presente e di comprendere quanto il dato demografico e la stessa struttura della nostra società stiano cambiando e siano già, in gran parte, cambiati.

L’elenco dei settori nei quali ci saremmo aspettati di più è lunghissimo. Sicurezza (respinto il mio emendamento da 1,5 milioni di euro per progetti di sicurezza integrata), edilizia scolastica (respinto il mio emendamento da 3 milioni di euro), diritto allo studio, accessibilità e inclusione per le persone con disabilità (respinti miei emendamenti per circa 6 milioni di euro in totale), sostegno alle realtà imprenditoriali e associative, prospettive per i giovani, sostegno all’Associazionismo e alla Protezione Civile, efficienza e sicurezza dei trasporti nelle zone montane, sostegno alle fragilità sociali (respinto il mio emendamento da 15 milioni di euro), attività di oratorio, sostegno agli esercizi commerciali nelle zone di cantiere (respinto il mio emendamento da 3 milioni di euro): ecco una serie di priorità che questa Giunta e questa Maggioranza hanno dimostrato di non considerare tali.

Con le modifiche richieste dai Moderati, in totale tutti questi temi avrebbero potuto contare su quasi 70 milioni di euro in più, spalmati sui vari capitoli. Il nostro impegno e le nostre battaglie continueranno, in ogni caso, in sede di assestamento.

Nove decessi su dieci sono causati da malattie croniche non trasmissibili: ecco perché, tra le altre ragioni, la Regione Piemonte dovrebbe aderire al Manifesto “La salute nelle città – Bene Comune”

Questa la mia richiesta con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio: l’adesione al Manifesto rappresenta un utile strumento e un’occasione per l’attuazione di efficaci politiche di salute pubblica sull’intero territorio regionale.

Anche la Regione Piemonte aderisca al Manifesto “La salute nelle città: bene comune”: se i colleghi Consiglieri voteranno a favore del mio Ordine del Giorno sul tema, la Giunta sarà inoltre impegnata a reperire le risorse necessarie nel Bilancio di Previsione 2022-2024 affinché anche la Regione Piemonte predisponga un piano che delinei i punti chiave e le azioni da mettere in campo a livello regionale per l’attuazione di politiche volte a tutelare e migliorare gli stili di vita e lo stato di salute dei cittadini piemontesi.

L’adesione al Manifesto da parte della nostra Regione rappresenterebbe un valido strumento per l’attuazione di politiche e azioni integrate volte sia a modificare i comportamenti individuali non salutari sia a creare condizioni ambientali favorevoli al superamento di stili di vita scorretti.

Patrocinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ANCI, Federsanità ANCI, Cities Changing Diabetes e promosso il Progetto C14+, il Manifesto “La salute nelle città: bene comune” si propone di offrire alle Istituzioni e alle Amministrazioni locali spunti di riflessione nello studio dei fattori che determinano il benessere nei propri contesti urbani, sui quali fare leva al fine di mettere a punto strategie per migliorare gli stili di vita e la salute del cittadino.

I dati OMS parlano chiaro: le Malattie Croniche non Trasmissibili (MCNT) sono responsabili dell’86% dei decessi, del 77% del carico di malattia e del 75% delle spese sanitarie: con questi dati si stanno confrontando i servizi sanitari e le società di tutta Europa. I maggiori fattori di rischio derivano da abitudini e stili di vita scorretti tra i quali fumo, consumo di alcol, scorretta alimentazione e sedentarietà. La metà della popolazione mondiale vive in città e nella popolazione urbana si osserva un significativo aumento delle MCNT. La Città di Torino e la Regione Marche, tra le altre, hanno già aderito al Manifesto. Obiettivo generale è intraprendere azioni per migliorare la salute in Italia, partendo dalle città come luoghi di aggregazione delle esigenze dei cittadini in tema di salute e benessere.

Leggi i dieci principi del Manifesto.

Paritarie “invisibili”, praticamente non considerate nella pur apprezzabile Riforma dell’Abilitazione all’Insegnamento

La Giunta Cirio porti il tema in Conferenza Stato Regioni.

Facciamo convintamente nostre le perplessità espresse dalle Associazioni di gestori e genitori: le Scuole Paritarie sembrano non esistere e anche l’Addendum al Decreto PNRR 2, relativo alla Riforma dell’Abilitazione all’Insegnamento e licenziato ieri dal Governo, non le tiene in considerazione. Eppure sono circa 200mila gli studenti che frequentano le Scuole Paritarie Secondarie di Primo e Secondo Grado e 15mila sono i docenti che attendono, da troppi anni, un percorso abilitante. Le Associazioni aderenti all’Agorà della Parità hanno recentemente commentato, con una nota, l’impianto complessivo della Riforma dell’abilitazione che introduce una netta separazione fra abilitazione e reclutamento nella scuola statale.

Fino al 31 dicembre 2024 i soli docenti che partecipano al concorso per il ruolo nello Stato possono ottenere l’abilitazione tramite l’acquisizione di crediti formativi: ci uniamo alla richiesta dell’Agorà della Parità di prevedere un’ipotesi analoga anche per quanti lavorano da anni nella Scuola Paritaria. Chiederemo alla Giunta Cirio di farsi portavoce di questa esigenza in sede di Conferenza Stato Regioni. Anche i docenti delle Paritarie possono ambire alla stabilizzazione soltanto con il possesso di un titolo abilitante, ma l’ultima occasione in ordine cronologico è stata, per loro, la partecipazione ai concorsi per il reclutamento nella scuola statale.

È infatti rimasta incompiuta la procedura straordinaria per esami finalizzata all’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento bandita con Decreto Dipartimentale n. 497 /2020. Durante la fase di conversione del Decreto Sostegni bis era emersa la data del 15 dicembre 2021 come termine ultimo per avviare la prova selettiva, ma tale data non è confluita nella stesura finale del DL 73/2021.

Chi domandiamo perché e chiediamo anche noi che le esigenze della Scuola Paritaria siano tenute in considerazione almeno in fase di conversione del Decreto. Il Ministero dell’Istruzione dia seguito anche al concorso straordinario abilitante di cui al Decreto Dipartimentale 497/2020. A quel punto potremo esprimere apprezzamento per l’impianto complessivo della Riforma.

Grazie al mio sub-emendamento, il Fondo “Vita Nascente” sarà discusso in Commissione

Il Consiglio Regionale vota a favore della mia proposta e sarà così pienamente coinvolto nella scelta degli strumenti per l’applicazione di questa misura: bel risultato dei Moderati. Rivendico con orgoglio (e senza assenze dall’Aula e senza imbarazzi) il mio impegno nella difesa di quei Valori che sono una delle ragioni del mio impegno in politica.

Bel risultato: passa in Aula il mio sub-emendamento all’emendamento 2620 dell’Assessore Marrone e, dunque, la misura “Fondo Vita Nascente” dovrà essere sottoposta al parere della Commissione Consiliare competente. Ora lavoreremo al massimo delle nostre possibilità affinché i contributi siano erogati in forma di voucher (evitando, dunque, circolazione di denaro liquido) e affinché si inizi e si porti avanti un lavoro coordinato delle Associazioni insieme ai Consultori e ai Consorzi, in un’ottica di piena e compiuta sussidiarietà che coinvolga tanto il Privato Sociale quanto l’Ente Pubblico.

In merito al dibattito di questi ultimi giorni, ci sono state prese di posizione e imbarazzate assenze in Aula che mi hanno colpito: non sempre ho capito le prime, mai mi sono sfuggite le seconde.

La posizione da me tenuta a Palazzo Lascaris in nessun modo si oppone al diritto di ogni donna di compiere liberamente le proprie scelte, come peraltro garantito dalla Legge del nostro Paese. Resta ancora non applicato uno dei punti della Legge 194, quello che attribuisce ai Consultori Familiari istituiti dalla Legge 29 luglio 1975, tra gli altri, anche il ruolo e il compito di  contribuire al superamento delle “cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”: in questo senso abbiamo provato a fare la nostra parte.

Prendere posizione anche sui temi etici è una delle ragioni profonde per le quali da anni mi impegno in tutte le Aule consiliari nelle quali sono stato eletto.

Sostegno agli infermieri e assunzioni: ora la Giunta mantenga le promesse

Dopo la manifestazione davanti al Consiglio Regionale della scorsa settimana e dopo le garanzie dateci dalla Giunta lo scorso gennaio rispondendo al Question Time dei Moderati, chiediamo ora, con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio, ulteriori risorse per il triennio finanziario 2022-2024 affinché questo comparto sia adeguatamente sostenuto.

Alle parole seguano i fatti: la Giunta trovi fondi adeguati per quantità e tempistiche per sostenere il comparto infermieristico. In due anni di pandemia, infermiere e infermieri hanno profuso uno sforzo incredibile, in termini di fatica e di rischi: i loro stipendi restano, tuttavia, tra i più bassi d’Europa e oltre 3.500 professionisti assunti a tempo determinato per affrontare la fase più dura dell’emergenza pandemica rischiano di non essere stabilizzati.

Con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio, chiediamo ulteriori risorse nel Bilancio di Previsione finanziario 2022-2024 affinché la Regione sostenga, anche economicamente, l’importante lavoro svolto dal personale infermieristico in questo periodo di pandemia. Chiediamo inoltre al Consiglio di impegnare la Giunta a farsi promotrice verso il Governo per sostenere con azioni concrete la professione infermieristica, sia in relazione al compenso spettante ai lavoratori del comparto sia in riferimento alle loro condizioni di lavoro.

Rispondendo a un mio Question Time sullo stesso tema discusso a Palazzo Lascaris lo scorso gennaio, la Giunta si era detta disponibile in merito alla possibilità di sostenere anche economicamente infermiere e infermieri. L’Assessore Icardi aveva pensato all’ipotesi di erogare un contributo una tantum.

Da due anni in prima linea nella battaglia contro la pandemia, il personale infermieristico chiede a gran voce supporto e sostegno: abbiamo raccolto, come Moderati in Consiglio Regionale, queste richieste di aiuto, considerandole più che giustificate dai fatti. In questi 25 mesi, all’aumento dei carichi di lavoro, della pressione e dell’orario non è corrisposto un aumento delle paghe sul territorio italiano, che restano tra le più basse a livello continentale. 

Lo scorso giovedì 21 aprile i lavoratori del comparto hanno manifestato di fronte a Palazzo Lascaris per chiedere di essere stabilizzati e per sottolineare quanto contraddittorio sia chiamare prima “eroi” gli infermieri e poi considerarli, di fatto, un mero peso economico.

I Moderati da sempre sostengono il comparto infermieristico ed esprimono gratitudine per il grande sforzo profuso dalle infermiere e dagli infermieri durante l’emergenza pandemica, ringraziando questi lavoratori sia con l’impegno nelle Aule istituzionali sia, per esempio, con una recente campagna di affissioni.