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Autore: Redazione sito

Anche il Piemonte recepisca il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale per il triennio in corso

Veneto e Liguria hanno già compiuto questo passo, fondamentale per la salute pubblica: domani in Consiglio Regionale del Piemonte la discussione del mio Question Time sull’argomento.

Alcune Regioni come Veneto e Liguria hanno già recepito con propria deliberazione il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025: il Piemonte ancora no. Chiederò domani alla Giunta, con un Question Time appena presentato, quando l’Intesa Stato-Regioni su questo documento sarà recepita anche dalla nostra Regione. Una misura di questo tipo è fondamentale perché questo documento, che rappresenta il riferimento per la definizione a livello nazionale delle strategie vaccinali, e il relativo Calendario nazionale vaccinale permettono di armonizzare le strategie vaccinali per garantire a tutti, indipendentemente da luogo di residenza, reddito, livello socioculturale e status giuridico, i pieni benefici derivanti dalla vaccinazione. Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025 è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il 2 agosto scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 dello stesso mese. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera le vaccinazioni, insieme alla sanificazione delle acque, le più importanti misure di prevenzione pubblica nel mondo.

La sofferenza dei cristiani di Gaza nel silenzio del mondo

La comunità cristiana della Striscia, travolta dagli orrori della guerra, è già scesa sotto la soglia del migliaio di fedeli. L’allarme di Al Jazeera: «La guerra rischia di spazzare via per sempre la presenza cristiana in questa regione». La comunità internazionale faccia sentire la propria voce, i media smettano di tacere della sorte di queste persone.

Notizie rare, difficili da reperire e quasi sempre drammatiche, quelle che arrivano dai cristiani di Gaza: una minoranza ormai ridotta a meno di mille persone, sottoposta quotidianamente agli orrori della guerra, che pare quasi invisibile agli occhi dei reporter. I pochi articoli che, su testate internazionali, fanno riferimento ai cristiani palestinesi raccontano una situazione drammatica: neppure le due sole chiese cristiane della regione sono ormai considerate luoghi sicuri dove rifugiarsi, dopo il bombardamento della Chiesa di San Porfirio il 19 ottobre. Due settimane dopo, la scuola cattolica a Tel al-Hawa è stata colpita da un bombardamento, come raccontato dalla Preside Suor Nabila Saleh. Neanche l’ospedale anglicano è stato risparmiato dagli attacchi. La preoccupazione è massima, come l’angoscia per il destino, drammatico e taciuto, di centinaia di persone. Mi auguro che un numero crescente di voci – giornalistiche e istituzionali – raccontino questa situazione e che la comunità internazionale non si dimentichi di una comunità presente a Gaza da tempo immemore e che ora rischia di scomparire per sempre.

Scuola Bonacossa, dalla parte di genitori, insegnanti e alunni: mettere subito in sicurezza l’attraversamento pedonale

Non è più tempo di risposte interlocutorie, come quelle date dal Comune ai cittadini che hanno raccolto oltre 150 firme: presenza stabile di Vigili e chiusura di uno dei due percorsi ciclabili uniche soluzioni, se non è possibile collocare un dosso in prossimità delle strisce pedonali. Non vogliamo più dover leggere e commentare tragedie.

Il tempo delle risposte che rimandano a data da destinarsi la risoluzione del problema è finito: tre incidenti negli ultimi mesi dovrebbero essere uno stimolo sufficiente a fare di più e meglio. Del tutto inadeguata la risposta che il Servizio Mobilità e Viabilità del Comune di Torino ha dato, a quanto ci risulta, ai cittadini, con una formula finale che fa dubitare di interventi rapidi: «si provvederà a verificare la possibilità di effettuare altri interventi, di tipo strutturale».

Agli alunni, ai genitori e agli insegnanti – che quotidianamente e da anni rischiano di essere travolti da auto, biciclette e monopattini all’ingresso o all’uscita da scuola – non servono fumosi rimandi a un più o meno remoto futuro, ma interventi immediati ed efficaci. Quali? Quelli indicati dai cittadini stessi e corredati da 164 firme. Richiedo con forza a mia volta questi interventi, dai tempi della mia presenza in Sala Rossa ai tempi della Giunta Appendino: presenza stabile degli Agenti della Polizia Municipale nelle fasce orarie di inizio e fine delle lezioni, innalzamento dell’attraversamento pedonale o in alternativa, se davvero non è tecnicamente possibile collocare un dosso dissuasore, la chiusura di uno dei due percorsi ciclabili lungo la strada. Non vogliamo più trovarci a leggere e commentare tragedie come quella recente di corso Casale sempre a Torino, nella quale ha perso la vita la sedicenne Emilia Maidaska.

Il Governo fornisca le garanzie scritte richieste da Malagò

Riaprire la “partita Bob olimpico a Cesana” è possibile.

Con impegni chiari e scritti nero su bianco, portare il Bob olimpico a Cesana è ancora possibile: lasciano una speranza le parole chiare e nette pronunciate poco fa da Giovanni Malagò, Presidente CONI, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico Sportivo del CUS. Mi auguro che seguano fatti altrettanto chiari da parte della politica, a cominciare dal Governo. Mi auguro davvero che l’Esecutivo abbia la volontà di fornire le garanzie richieste sia dal punto di vista tecnico sia da quello economico e che queste arrivino celermente, affinché ci siano poi i tempi tecnici necessari per gli interventi progettuali, tecnici e strutturali. La speranza c’è, l’occasione non si deve sprecare.

Suicidio assistito materia di pertinenza dello Stato

Ecco la ragione della mia astensione sull’ammissibilità della Proposta di Legge.

La definizione dei principi fondamentali del nostro Sistema Sanitario è materia di pertinenza dello Stato, non delle Regioni: a questo dato di fatto si aggiunge il principio deontologico per il quale, come da giuramento di Ippocrate, ogni medico è tenuto a non effettuare azioni finalizzate a provocare la morte del paziente, neppure su richiesta di quest’ultimo. Il tema della Proposta di Legge regionale di iniziativa popolare sulle “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito” è dunque di piena ed esclusiva competenza statale: la competenza concorrente delle Regioni è del tutto esclusa. Queste sono le ragioni della mia astensione, che equivale a un voto contrario, circa l’ammissibilità giuridica della Proposta di Legge: mi esprimerò con altrettanta nettezza, sulla base dei valori nei quali credo da sempre, quando si entrerà nel merito contenutistico e politico della Proposta di Legge stessa.