Sulla Rete Reumatologica ora chiediamo un cambio di passo
Ancora non sappiamo quando la Rete sarà attiva in Piemonte: chiediamo sia introdotta al più presto per il bene dei pazienti e della stessa Sanità Regionale. E chiediamo il pieno coinvolgimento delle Associazioni di pazienti, che ancora non sono state messe nelle condizioni di cooperare al meglio, anche per quanto riguarda le patologie diverse dalla fibromialgia. Discusso poco fa il mio Question Time sull’argomento.
Due richieste, semplici e chiare: si costituisca al più presto la Rete Reumatologica regionale – coordinata da un reumatologo – e si coinvolgano nel processo le Associazioni di pazienti. Sulla base di queste due esigenze ho presentato e discusso poco fa in Aula il mio più recente Question Time sul tema: l’Assessore Icardi ha definito «in corso di attivazione» la Rete Reumatologica – ci fa piacere, ma questo non costituisce un reale passo avanti rispetto agli scorsi mesi – e ha indicato nell’AO Mauriziano di Torino la guida delle attività della costituenda Rete: un fatto che verificheremo. Ci fa piacere anche il riferimento al fatto che le Associazioni siano state chiamate in causa, per quanto ci risulti che il coinvolgimento di AISFM, AFI e AAPRA, realtà citate dalla Giunta, sia limitato al tema della fibromialgia. Mi aspetto, ora, che il Tavolo di Incontro sia convocato anche per le altre patologie e attendo di vedere un cronoprogramma preciso dei prossimi passi, perché i 400mila piemontesi con patologie reumatiche se lo aspettano e ne hanno diritto. Che le Reti Reumatologiche possano fare la differenza è dimostrato dagli esempi di altre Regioni, quali Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Veneto, dove la qualità di vita dei pazienti reumatologici sta migliorando e dove si stanno riducendo i costi sociosanitari delle loro patologie. Chiediamo inoltre di sapere quando vedremo anche in Piemonte PDTA validati e condivisi.