Suk, le Circoscrizioni 6 e 7 hanno già “dato”
In seguito alle dichiarazioni di una mia collega in Consiglio Comunale, faccio mie le parole della Presidente della Circoscrizione 6 Carlotta Salerno: assurdo tornare a proporre le stesse zone di Torino per collocarvi il mercato di libero scambio. Altro che mercatino delle pulci: il cosiddetto Barattolo è una scheggia impazzita. E chi dovrebbe contenerlo e controllarlo ha più volte dimostrato di non essere in grado di farlo. Per queste ragioni, sono contrario nello specifico e in assoluto a questo tipo di attività, che qualcuno si ostina a chiamare “strumento per combattere la povertà”.
Condivido lo stupore di Carlotta Salerno, Presidente della Circoscrizione 6, nell’apprendere che la Consigliera Comunale Monica Canalis si è autoattribuita il compito di individuare due aree a parer suo ottimali per ospitare le attività di libero scambio.
Non approvo né le sedi individuate né le modalità della scelta (nessuna interlocuzione con il territorio e con la Circoscrizione). Ci sono Consiglieri che tutte le settimane visitano Canale Molassi o via Carcano. Costoro sanno bene, per esperienza diretta, che quel tipo di attività – catalizzatrice di degrado, illegalità e violenza – è incompatibile con il tessuto urbano torinese.
Lo è in assoluto, perché il libero scambio è un fenomeno lungi dall’essere governabile (e chi dovrebbe governarlo e contenerlo si è più volte dimostrato non all’altezza del compito) e lo è in particolare se parliamo dei quartieri della Circoscrizione 6 e della Circoscrizione 7, che da quasi vent’anni si accollano l’onere di reggere sulle proprie spalle questa bomba a orologeria già una volta tragicamente esplosa dieci giorni fa. Sempre gli stessi problemi sugli stessi quartieri. Non è più tollerabile.
Ha ragione la Presidente Salerno nell’affermare che i problemi non si risolvono trasferendoli in aree cittadine meno visibili e che certi quartieri (sempre i soliti) non possono diventare il tappeto sotto il quale occultare tutte le nefandezze di Torino.