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Quote sociali delle prestazioni socio-sanitarie agevolate secondo i parametri ISEE nazionali anche ai piemontesi, nuova fumata nera

La Giunta non ha ancora adottato le misure necessarie per il riconoscimento di questa tipologia di prestazioni a tutti i cittadini con i parametri previsti dalla riforma ISEE del 2013, che prevedono – tra le altre – l’esclusione dal computo di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento ai fini del calcolo ISEE: appena discussa a Palazzo Lascaris la mia più recente interpellanza sul tema. Resta così di fatto ancora demandata all’iniziativa dei singoli Comuni o Consorzi socio-assistenziali piemontesi, i cui regolamenti sono spesso non aggiornati, la regolamentazione relativa alla tematica per la parte di propria competenza. Sono passati 6 anni: un tempo infinito durante il quale gli utenti e a volte le loro famiglie hanno continuato ad aspettare e a fare sacrifici continuando spesso a pagare di tasca propria contribuendo con oneri non dovuti. Dal 2015 la Regione Piemonte applica una gestione transitoria della normativa ISEE di cui al DPCM del 5 dicembre 2013. Tornerò sull’argomento finché la Giunta non avrà portato a termine il proprio dovere politico e legislativo.

Gli emolumenti derivanti da pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento a favore di persone con disabilità presenti nel nucleo familiare sono esclusi ai fini del calcolo ISEE: lo stabiliscono le sentenze 838, 841 e 842 del Consiglio di Stato, recepite con una legge dello Stato e quindi dall’Inps dal 2016. Continuiamo a chiedere con forza che tali disposizioni siano recepite al più presto anche dalla Regione Piemonte, che deve dare risposta a specifiche competenze regionali in ordine di “programmazione, coordinamento e indirizzo in materia di servizi sociali”, con particolare riferimento all’Articolo 40, comma 5 della Legge Regionale 1/2004, al fine di ottemperare all’adozione di adeguate linee guida atte ad assicurare una omogenea applicazione nel territorio piemontese delle norme ISEE. Proprio l’ISEE è lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate. 

Spiace che, rispondendo poco fa alla mia nuova interpellanza sul tema, la Giunta Regionale abbia sostanzialmente eluso il mio quesito, perdendo l’ennesima occasione di approfondimento. Sul tema, le Associazioni del territorio si stanno battendo. Ho chiesto l’apertura, in tempi brevi, di un tavolo di interlocuzione con le Associazioni stesse, nonché le risorse economiche necessarie a far sì che non siano più le persone con disabilità a dover pagare le prestazioni.

Attualmente accade troppo spesso che le persone con disabilità, i malati e le persone non autosufficienti non possano usufruire delle prestazioni di cui hanno diritto alla luce di un ISEE che appare troppo alto, proprio a causa del fatto che il locale regolamento comunale o consortile non è ancora adeguato alle nuove disposizioni dell’ISEE.

Una situazione che non è più accettabile. Gli enti territoriali non possono continuare a far seguire proroghe a proroghe. L’Assessora Caucino aveva dichiarato a verbale, lo scorso settembre, di considerare il recepimento della sentenza del Consiglio di Stato uno dei propri obiettivi politici. Stiamo ancora aspettando.

Non possiamo prosciugare ogni risorsa dei piemontesi interessati: anche perché costoro hanno magari la necessità di pagare altre tipologie di servizi per i quali l’impianto normativo della nostra Regione non ne prevede la gratuità. Invito ancora una volta la Giunta Regionale a fare il proprio dovere politico e legislativo: tornerò a breve sull’argomento, augurandoci di vedere finalmente un significativo passo avanti.

isee, Regione Piemonte, sanità e assistenza