Domani a Palazzo Lascaris chiederò alla Giunta, con un Question Time, risorse finanziarie straordinarie per garantire alle Associazioni del comparto, già provate dalla crisi e dall’inflazione, rimborsi tempestivi e adeguati all’aumento dei costi.
Operatività delle ambulanze, servizi di trasporto per persone con disabilità, attività diverse gestite dalle pubbliche assistenze sono a rischio: l’interruzione di questi servizi è uno dei possibili effetti del caro benzina e del caro gasolio. I prezzi al distributore ancora ben sopra i 2 euro al litro e l’aumento medio dei prezzi fatto registrare dal 2019 a oggi supera il 60% (mentre i rimborsi sono rimasti invariati e i plafond mensili delle carte carburante hanno tempi di aggiornamento più lenti degli aumenti).
Aggiornare le tariffe (regionali e comunali) e i prezzi di gara, così come ampliare l’accesso a tutti gli operatori semplificando la procedura per il recupero delle accise, è fondamentale. Chi gestisce servizi di trasporto e soccorso in ambulanza, trasporto di persone in dialisi e trasporto di persone con disabilità sta lavorando con rimborsi legati a vecchie tariffe non adeguate al contesto attuale.
I soli tagli delle accise previsti dal Decreto Energia del Governo non sono sufficienti, dal momento che riportano benzina e gasolio al costo di meno di un mese fa. Con il mio Question Time chiederò alla Giunta misure urgenti e risorse aggiuntive.
La Giunta non ha ancora adottato le misure necessarie per il riconoscimento di questa tipologia di prestazioni a tutti i cittadini con i parametri previsti dalla riforma ISEE del 2013, che prevedono – tra le altre – l’esclusione dal computo di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento ai fini del calcolo ISEE: appena discussa a Palazzo Lascaris la mia più recente interpellanza sul tema. Resta così di fatto ancora demandata all’iniziativa dei singoli Comuni o Consorzi socio-assistenziali piemontesi, i cui regolamenti sono spesso non aggiornati, la regolamentazione relativa alla tematica per la parte di propria competenza. Sono passati 6 anni: un tempo infinito durante il quale gli utenti e a volte le loro famiglie hanno continuato ad aspettare e a fare sacrifici continuando spesso a pagare di tasca propria contribuendo con oneri non dovuti. Dal 2015 la Regione Piemonte applica una gestione transitoria della normativa ISEE di cui al DPCM del 5 dicembre 2013. Tornerò sull’argomento finché la Giunta non avrà portato a termine il proprio dovere politico e legislativo.
Gli emolumenti derivanti da pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento a favore di persone con disabilità presenti nel nucleo familiare sono esclusi ai fini del calcolo ISEE: lo stabiliscono le sentenze 838, 841 e 842 del Consiglio di Stato, recepite con una legge dello Stato e quindi dall’Inps dal 2016. Continuiamo a chiedere con forza che tali disposizioni siano recepite al più presto anche dalla Regione Piemonte, che deve dare risposta a specifiche competenze regionali in ordine di “programmazione, coordinamento e indirizzo in materia di servizi sociali”, con particolare riferimento all’Articolo 40, comma 5 della Legge Regionale 1/2004, al fine di ottemperare all’adozione di adeguate linee guida atte ad assicurare una omogenea applicazione nel territorio piemontese delle norme ISEE. Proprio l’ISEE è lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate.
Spiace che, rispondendo poco fa alla mia nuova interpellanza sul tema, la Giunta Regionale abbia sostanzialmente eluso il mio quesito, perdendo l’ennesima occasione di approfondimento. Sul tema, le Associazioni del territorio si stanno battendo. Ho chiesto l’apertura, in tempi brevi, di un tavolo di interlocuzione con le Associazioni stesse, nonché le risorse economiche necessarie a far sì che non siano più le persone con disabilità a dover pagare le prestazioni.
Attualmente accade troppo spesso che le persone con disabilità, i malati e le persone non autosufficienti non possano usufruire delle prestazioni di cui hanno diritto alla luce di un ISEE che appare troppo alto, proprio a causa del fatto che il locale regolamento comunale o consortile non è ancora adeguato alle nuove disposizioni dell’ISEE.
Una situazione che non è più accettabile. Gli enti territoriali non possono continuare a far seguire proroghe a proroghe. L’Assessora Caucino aveva dichiarato a verbale, lo scorso settembre, di considerare il recepimento della sentenza del Consiglio di Stato uno dei propri obiettivi politici. Stiamo ancora aspettando.
Non possiamo prosciugare ogni risorsa dei piemontesi interessati: anche perché costoro hanno magari la necessità di pagare altre tipologie di servizi per i quali l’impianto normativo della nostra Regione non ne prevede la gratuità. Invito ancora una volta la Giunta Regionale a fare il proprio dovere politico e legislativo: tornerò a breve sull’argomento, augurandoci di vedere finalmente un significativo passo avanti.
Operatori, caregiver e utenti sono tutti vaccinati, non perdiamo altro tempo: in una fase di riaperture, si riprenda al 100% anche questo servizio (attualmente attivo soltanto al 50%). Sul tema presenterò un atto in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere, da parte della Giunta, chiarezza e impegno.
Non possiamo più aspettare: operatori, caregiver e utenti dei Centri Diurni per Persone con Disabilità sono ormai tutti vaccinati e ci sarebbero dunque tutte le condizioni oggettive per garantire una piena ripartenza, al 100% della capienza. Attualmente queste strutture stanno funzionando solo al 50%. La questione è di assoluta priorità: sul tema presenterò al più presto un atto in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere alla Giunta di fare chiarezza. Le famiglie non possono più aspettare e chiedono di tornare a una situazione di piena e normale attività. Pur nell’assoluta comprensione delle esigenze dei gestori, non c’è ragione perché i Centri Diurni, le Comunità Alloggio e altre analoghe strutture non tornino a una piena operatività, come già stanno facendo o si accingono a fare, tra gli altri, ristoranti e bar, centri commerciali e centri ricreativi. I Centri Diurni svolgono un servizio fondamentale: la formula semi-residenziale garantisce l’erogazione di prestazioni sulla base di progetti individualizzati messi a punto con il coinvolgimento delle famiglie. In coerenza con la classe di fragilità, i Centri Diurni garantiscono attività socio-assistenziali, attività educative e attività riabilitative.
Nessuna intenzione, almeno nell’immediato, di revocare la procedura aperta finalizzata alla conclusione di un accordo quadro per la fornitura di ausili per l’udito: appena discussa in Consiglio Regionale la mia interpellanza sul tema. Un intero settore rischia di essere messo in ginocchio; grande preoccupazione anche per la qualità del servizio che sarà garantito ai pazienti piemontesi (bambini e anziani compresi). Silenzio da parte dell’Assessore Icardi in risposta alla cruciale domanda: ci siamo assicurati che non ci fossero casi di incompatibilità nell’ambito della Commissione Tecnica?
Il Consigliere domanda (con un’interpellanza appena discussa in Consiglio Regionale), la Giunta non risponde. O meglio risponde in parte, glissando però, almeno per ora, su questo quesito fondamentale: la Regione ha provveduto a verificare le autocertificazioni di compatibilità da parte dei membri della Commissione Tecnica? Che cosa è emerso dai controlli?
Dopo il Question Time dello scorso luglio e l’interpellanza questa mattina, attendiamo ancora una risposta. Su altri aspetti, invece, risposte chiarissime: non c’è nessuna intenzione, almeno nell’immediato, di revocare la procedura aperta finalizzata alla conclusione di un accordo quadro per la fornitura di ausili per l’udito. Con tutte le conseguenze negative che questa scelta rischia di comportare: c’è un intero settore che rischia di essere messo in ginocchio; la mia preoccupazione è forte anche per quanto riguarda la qualità e la tipologia di servizio che metteremo a disposizione del pazienti piemontesi, tra i quali bambini e anziani. Sul resto: continuo a ritenere assurdo rubricare gli ausili acustici come “dispositivi di serie non personalizzabili”. Sono stati presentati anche atti parlamentari per chiedere che questa tipologia di protesica torni a essere considerata personalizzabile. L’Assessore ha promesso l’apertura di tavolo di confronto permanente con la partecipazione dei vari soggetti associativi che rappresentano gli audioprotesisti: questa è una buona notizia. Dobbiamo tutelare al meglio i pazienti piemontesi e non possiamo permetterci di perdere posti di lavoro.
Un po’ di storia e contesto
Lo scorso 15 maggio è stato pubblicato dalla Regione Piemonte il bando di gara per la stipula di un accordo quadro per la fornitura di ausili per comunicazione e informazione e relativi servizi: il 4 agosto 2020 tale bando di gara è stato pubblicato sul sito di SCR Piemonte. Solo le forniture della tipologia “dispositivi di serie non personalizzabili” (Elenco 2 dei LEA) si assegnano tramite bando di gara. L’acquisizione di lotti sarà così possibilità quasi esclusiva delle aziende più grandi. Anche i cittadini bisognosi aventi diritto saranno penalizzati, dal momento che non potranno più scegliere il loro professionista di fiducia liberamente, né scegliere la protesi più adatta alle proprie esigenze (neanche pagando personalmente la riconducibilità, salvo rinunciare alla fornitura regionale e acquistare privatamente il proprio dispositivo acustico). Il tutto, parrebbe, senza un risparmio economico per la Regione.
Cittadini abbandonati a se stessi, medici di base costretti a giornate massacranti per provare a colmare le falle del sistema, sistema di tracciamento che ha già alzato bandiera bianca. Tutto questo mentre la Giunta Cirio, persi di fatto i mesi estivi, è ora impegnata a fare annunci talvolta troppo ottimistici sui giornali, con il risultato di aumentare ulteriormente la sete di notizie da parte dei piemontesi, che si chiedono, per esempio, dove trovare i tamponi rapidi. Moderati disponibili a dare una mano per il bene dei piemontesi.
Cittadini bloccati in casa in attesa di un esito che, giorni dopo aver effettuato il tampone, ancora non arriva. Piemontesi che convivono da giorni con una persona che presenta sintomi da Covid-19 e sono lasciati senza indicazioni e informazioni. Piattaforma informatica che già presenta criticità difficilmente gestibili. Medici di base che si trovano a far fronte, da soli, allo tsunami di richieste di persone che, ad ambulatori chiusi, non hanno trovato risposte presso le Asl (talvolta in ritardo, pare, anche di due settimane nel rilasciare i certificati di avvenuta guarigione). Questa è attualmente la situazione nella nostra Regione, a picco massimo della seconda ondata non ancora raggiunto. Una situazione che, a meno di cambi di rotta immediati, peggiorerà nelle prossime settimane. In tutto questo, una buona parte della risposta della Giunta Regionale resta riassumibile in una parola: annuncite. Con il risultato di non risolvere i problemi, ma di aumentare ulteriormente il caos e la “sete” di informazioni da parte dei piemontesi. Ecco i frutti amarissimi di un’estate persa senza programmare risposte per la prevedibile recrudescenza autunnale della crisi: restiamo, come Moderati, disponibili a dare una mano per il bene del Piemonte e dei piemontesi.