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INTERPELLANZA – CAPITOLO QUINTO DE ‘IL MINISUK DI CORSO RACCONIGI’: DEGRADO E ILLEGALITA’ AVRANNO MAI FINE?

PREMESSO CHE

  • ogni giorno, dal lunedì al sabato, in corso Racconigi ha sede il mercato all’aperto nel tratto compreso tra corso Peschiera e corso Vittorio Emanuele II;
  • tra via Foresto e corso Vittorio Emanuele II trova collocazione un cospicuo numero di venditori riguardo ai quali sussistono robusti dubbi relativi al regolare possesso dei requisiti professionali, amministrativi, contributivi e morali in capo a tali “venditori”;
  • discorso di eguale matrice valga per la provenienza della merce esposta in vendita;
  • lo scrivente effettuò un primo sopralluogo in data 18 luglio 2017, accompagnato da un gruppo di cittadini, ed è stato successivamente ripetutamente contattato a causa dello scandaloso permanere di un’evidente e preoccupante situazione di degrado e illegalità, senza dubbio derivante dall’incapacità di questa Amministrazione di porre rimedi efficaci per contrastare tali comportamenti;

RILEVATO CHE

  • numerosi individui sostano con auto e furgoni già dalle prime ore del mattino nel tratto del mercato compreso tra corso Vittorio Emanuele II e via Foresto;
  • appena la Polizia Municipale abbandona il mercato dopo la spunta, queste persone piazzano a terra i loro teli, scaricano quanto contenuto nelle auto e nei furgoni ed espongono in vendita la loro merce (cianfrusaglie, articoli tecnologici di provenienza sospetta, abbigliamento, calzature, pelletteria, pentole e altre tipologie di merce compresi talvolta oggetti di valore);
  • a seguito del sopralluogo del 18 luglio 2017 lo scrivente presentò una prima interpellanza (mecc. 2017 03114) a cui la Giunta rispose manifestando l’impegno ad attivarsi per trovare soluzioni adeguate in tempi certi;
  • in seguito ci furono alcuni incontri aperti ai cittadini con rappresentanti della Giunta e della Circoscrizione 3;
  • con una delibera di novembre 2017 venne riorganizzata la dislocazione dei banchi e venne deciso di collocarne uno in posizione perpendicolare proprio in corrispondenza di via Foresto, ciò per dare un senso di “conclusione” all’area mercatale e di argine alla collocazione di venditori ambulanti non regolari;
  • con una seconda interpellanza presentata in data 4 maggio 2018 (mecc. 2018 01640) lo scrivente ha riproposto all’attenzione della Giunta la situazione di profondo degrado segnalando che l’occupazione dei venditori stava proseguendo nonostante la parziale revisione della disposizione dei banchi;
  • con una terza interpellanza presentata in data 31 luglio 2018 (mecc. 2018 03410) lo scrivente si vedeva costretto a domandare lumi all’Amministrazione circa la propria inerzia nel rispondere e corrispondere al degrado e alle esigenze manifestate dai cittadini;
  • con una quarta interpellanza presentata in data 7 novembre 2018 (mecc. 2018 05126) lo scrivente si vedeva nuovamente costretto a domandare lumi all’Amministrazione circa la propria inerzia;
  • nonostante le risposte fornite dall’Assessore Lapietra nel corso del Consiglio Comunale del 10 dicembre 2018, a tutt’oggi, nel tratto di corso Racconigi compreso tra via Foresto e corso Vittorio Emanuele II, sono quotidianamente e abusivamente presenti venditori di merce di dubbia provenienza;
  • nonostante la richiesta dello scrivente, non è ancora stata convocata l’apposita Commissione per l’approfondimento dell’argomento;

CONSIDERATO CHE

  • l’Amministrazione (sia a livello centrale sia a livello decentrato), a seguito della prima interpellanza, iniziò un percorso di confronto con i cittadini;
  • durante un incontro tenutosi in data 16 maggio 2018, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente e della Presidente della Circoscrizione III, si conveniva che la soluzione migliore fosse la tracciatura di stalli di sosta (alcuni liberi, altri per donne incinte e altri per disabili), tenuta nel giusto conto la nota carenza di posteggi;
  • la soluzione proposta dai cittadini nel corso di tale incontro era la più rapida, economica, efficace e reversibile, in caso di successive modifiche e integrazioni;
  • nel corso di un incontro aperto ai cittadini tenutosi presso i locali della Circoscrizione III il 25 gennaio u.s., alla presenza degli Assessori Lapietra e Unia, veniva presentato un progetto per un’iniziale sistemazione dell’area mercatale (che si allega alla presente) e veniva comunicata ai cittadini una tempistica di due mesi per la sua realizzazione;
  • ad oggi la situazione è immutata e non ha conosciuto sviluppi empiricamente osservabili: scene di degrado quotidiano e assoluto che tocca il culmine nella giornata di sabato. Degrado che continua anche al termine dell’orario di mercato, quando un gruppetto di personaggi, dopo aver abbandonato le loro cianfrusaglie prese dai cassonetti e rimaste invendute sul plateatico, si trasferisce a bere alcolici fino a sera “bivaccando” accanto ai muri delle abitazioni di corso Racconigi e utilizzando come latrina gli spazi pubblici a cielo aperto;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione ritenga di essere in grado di porre argine ad una situazione di illegalità sempre più recrudescente e deteriore, a cui la propria inerzia e indecisione stanno garantendo una protrazione immotivata e immeritata (a danno e sfregio dei cittadini seri e onesti);
  2. se il progetto presentato il 25 gennaio u.s. (che si allega) abbia copertura finanziaria e, in caso affermativo, se e quando verrà realizzato;
  3. se siano stati identificati i venditori abusivi quotidianamente presenti, se siano gli stessi già identificati a seguito delle quattro precedenti interpellanze e se siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi (si allegano foto relative agli ultimi 2 mesi);
  4. se l’Amministrazione sia a conoscenza dei comportamenti di tali soggetti anche al termine del mercato (in orario pomeridiano) e se, a tutela dei cittadini, si intenda monitorarne i comportamenti che parrebbero contrari sia al pubblico decoro sia alla corretta e serena convivenza civile, materie di primaria spettanza del Corpo di Polizia Municipale.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – FOOD COMMISSION: CHI L’HA VISTA?

PREMESSO CHE

  • nel corso dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Fassino è stato presentato il terzo Piano Strategico dell’area metropolitana di Torino;
  • lungo il percorso tracciato nelle 226 pagine del documento di riferimento del Piano, denominato “Torino Metropoli 2025”, si potevano incontrare e approfondire i temi fondamentali per lo sviluppo economico, infrastrutturale, culturale e tecnologico di Torino;

RILEVATO CHE

  • il paragrafo 10 del capitolo 7 (“Abilitare il sistema economico”) è intitolato “Torino Città del Cibo”: “Il cibo è uno straordinario campo di innovazione e sviluppo. È un settore economico locale e internazionale, un fattore di qualità della vita quotidiana, identità territoriale, inclusione sociale e sostenibilità. Torino metropolitana, alleata al Piemonte, può diventare il punto di riferimento in Italia e nel mondo di una cultura del cibo sano, di qualità, diffuso e accessibile a tutti, cittadini e visitatori”;
  • “Torino Città del Cibo è la visione che mira a rendere l’area metropolitana torinese, insieme alla sua Regione, un territorio riconosciuto a livello mondiale per la straordinaria cultura, produzione e diffusione del cibo di qualità. […] A partire dalla straordinaria ricchezza del territorio, sarà necessario mettere insieme gli attori locali di un sistema così vario, dinamico e promettente per il futuro, per individuare visioni e azioni condivise. […] Si tratta dunque di un approccio integrato di messa in rete degli attori, d’innovazione, di sostegno e promozione economica, mantenendo insieme tutte le dimensioni del cibo e rinforzandole mutualmente. Il punto di partenza per attuare questa strategia è la costituzione di una Food Commission”;
  • nel capitolo B.21 intitolato “Food Commission” si spiega che: “Per diventare Città del Cibo, il Piano propone di partire dalla creazione di una struttura di missione – chiamata Food Commission – per definire, incubare, facilitare e promuovere una serie di proposte, politiche e azioni che nel loro insieme costituiscono una vera e propria strategia urbana e metropolitana del cibo di qualità. La Food Commission avrà il compito di far fare quel salto di qualità complessivo che consentirà a Torino di essere localmente e globalmente riconosciuta come una Città del Cibo. Questo risultato dovrà essere misurabile sulla base degli obiettivi che si darà la ‘governance’ stessa, ad esempio: aumento della quota di cibo prodotto e consumato localmente (consumo privato e collettivo), crescita delle quote di produzione di biologico, incremento della capacità delle piccole imprese di fare sistema per raggiungere mercati più ampi, crescita delle esportazioni di cibo locale, promozione del know-how locale sul cibo in tutto il mondo, riconoscimenti internazionali della gastronomia locale, incremento del turismo eno-gastronomico. La Food Commission sarà un tavolo molto ampio, di carattere non istituzionale, ma in grado di cooperare con le istituzioni per promuovere approcci alle politiche alimentari che favoriscano le istanze emerse dal confronto con gli attori del settore. Pensata come struttura agile e snella, dotata di un piccolo nucleo operativo e autonomia finanziaria, la Food Commission dovrà funzionare come luogo di aggregazione e catalizzatore di competenze, saperi, attività e progetti. Il carattere innovativo della proposta consiste in un’integrazione concreta e fattiva, all’interno della stessa struttura, di due anime: una più orientata a favorire politiche pubbliche capaci di tendere a una qualità diffusa e accessibile del cibo; l’altra più attenta a indirizzare, coordinare e promuovere iniziative di promozione e sviluppo economico, del settore e delle comunità locali. Per quanto riguarda le politiche pubbliche è necessario promuovere l’integrazione delle diverse politiche legate al cibo, oggi spesso settoriali, nell’ottica di un’unica politica sul cibo.”;

CONSIDERATO CHE

  • pur essendo stato scritto e pubblicato ai tempi della Giunta Fassino, il documento “Torino Metropoli 2025” continua ad essere un riferimento anche per l’attuale Amministrazione;
  • è il primo progetto presente e consultabile nella “home page” del sito internet Torinostrategica.it;
  • nel 2017 l’Assessora Giannuzzi e la Sindaca Appendino hanno partecipato alla stesura del “Turin food policy”, un secondo e importante documento istituzionale sulle politiche alimentari;
  • Torino è già da anni una capitale del cibo ma, ad oggi, non v’è traccia della “Food Commission”;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quale sia il destino della “Food Commission” e del “Turin food policy”;
  2. se, come e quando l’Amministrazione intenda riprendere il dossier relativo alla “Food Commission” per farlo divenire esperienza empirica e concreta;
  3. quali e quante risorse (finanziarie, umane, strumentali) siano state destinate alla stesura del “Turin food policy” e se si intenda valorizzarle o destinarle all’oblio di una silenziosa archiviazione.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – NUOVO “TOSSIC PARK” IN LUNGO DORA NAPOLI: LE FERITE DI AURORA SANGUINANO, L’AMMINISTRAZIONE 5 STELLE FARÀ UN SONDAGGIO SU ROUSSEAU PER DECIDERE SE DECIDERE COME DECIDERE DI NON INTERVENIRE?

PREMESSO CHE

  • la triste situazione di degrado urbano e sociale ha fatto sì che nei primi anni duemila il Parco Stura Sud assumesse il nome di “Tossic Park” a causa dell’alta concentrazione di tossicodipendenti e spacciatori che sino alla prima metà del 2008 hanno frequentato la zona, con i conseguenti problemi di ordine pubblico e degrado;
  • attualmente il Parco Stura Sud non è più una delle zone disagiate poiché i continui “blitz” delle forze dell’ordine e dell’Esercito hanno smantellato il più grosso mercato della droga all’aperto dopo quello di Porta Palazzo;
  • circa un anno fa è balzata agli “onori” della cronaca cittadina la nuova sede del “Tossic Park”: cioè il passaggio pedonale adiacente al cavalcaferrovia di corso Sommeiller (tra via Sacchi e corso Sommeiller), terra di nessuno al confine tra i quartieri Crocetta e San Salvario;
  • si tratta di una lingua di terra che la siepe nasconde male a chi cammina sul marciapiede del cavalcavia di corso Sommeiller: spazio lurido e di disperazione in cui i tossicodipendenti cercano riparo per il loro vizio;

RILEVATO CHE

  • da inizio anno molti cittadini hanno contattato lo scrivente per segnalare la situazione di intenso degrado che sta avvolgendo il tratto di Lungo Dora Napoli compreso tra via Cigna e corso Vercelli (ponte Carpanini);
  • lungo la sponda nord sono quotidianamente presenti molti spacciatori e tossicodipendenti che si incontrano sul marciapiede e poi si spostano oltre la staccionata, nel declivio degradante verso il fiume, per completare le operazioni di compravendita e di consumo degli stupefacenti;
  • decine di tossicodipendenti di ogni età acquistano le dosi e le consumano senza inibizioni a ridosso del passaggio pedonale e veicolare, lasciando siringhe e fazzoletti insanguinati ovunque e sovente gettandoli tra i flutti della Dora;
  • frequenti sono i bivacchi, conseguenti all’assunzione degli stupefacenti, che avvengono sulle panchine e negli spazi verdi;
  • un buon numero di spacciatori stazionano sulla balconata del ponte Carpanini e si spostano solo per raggiungere i loro clienti;
  • allo scrivente è stata fornita una cospicua documentazione fotografica che si allega e che fa riferimento a quanto avvenuto nei giorni immediatamente antecedenti al deposito della presente, tale produzione potrebbe essere arricchita di giorno in giorno;
  • il quartiere Aurora è condannato a vedere il proprio territorio martoriato da molteplici criticità e di tale “sentenza” è inevitabilmente responsabile il lassismo di questa Amministrazione;
  • l’unico intervento nel territorio del quartiere, la liberazione dell’Asilo di via Alessandria, va accreditato alle indagini e all’intervento della Questura, non avendo chiaramente il Corpo di Polizia Municipale specifiche competenze né in merito al contrasto al terrorismo e a fenomeni di eversione dell’ordine democratico né in tema di ordine pubblico;
  • la Polizia Municipale possiede però specifiche competenze, in funzione ausiliaria di pubblica sicurezza, in materia di contrasto al degrado urbano, a favore della tutela della convivenza civile e di intervento immediato in caso di flagranza di reato;
  • non si comprende se e come il Comune stia intervenendo per porre rimedio alle molte “ferite sanguinanti” di Aurora;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali e quanti siano gli interventi della Polizia Municipale nell’ultimo anno per contrastare il degrado urbano nel quartiere Aurora;
  2. in quali sedi istituzionali l’Amministrazione abbia collaborato con le Istituzioni dello Stato per evidenziare i molteplici sfregi patiti dal quartiere Aurora, se si ritengano soddisfacenti gli esiti e se l’Amministrazione voglia incrementare il proprio impegno;
  3. come intenda intervenire l’Amministrazione per contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio e del consumo di stupefacenti in Lungo Dora Napoli, in considerazione del quotidiano stillicidio di tali comportamenti e con un approccio non solo di sicurezza ma anche di assistenza e recupero;
  4. se l’Amministrazione intenda smontare e rimuovere la gradinata presente sul ponte Carpanini, opera meritoria nelle intenzioni iniziali ma che si sta rivelando poco frequentata dalla cittadinanza poiché sede permanente di bivacchi di spacciatori e di malintenzionati;
  5. se l’Amministrazione intenda effettuare una pulizia straordinaria dello spazio verde, oltre la staccionata in Lungo Dora Napoli tra il ponte Carpanini e via Cigna, abitualmente frequentato da spacciatori e tossicodipendenti.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – GIARDINO ‘FERRUCCIO NOVO’: NEL PERENNE DUBBIO TRA L’ENNESIMO ‘NO’ E LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA PERCHÉ L’AMMINISTRAZIONE NON RICORRE ALL’APPLICAZIONE PER ANALOGIA?

PREMESSO CHE

  • da circa due anni presso il giardino “Ferruccio Novo” in corso Cosenza/via Gorizia/via Buenos Aires e nelle immediate adiacenze persiste quello che di fatto è un accampamento nomadi abusivo;
  • alcune famiglie di etnia Rom, accampate con autocaravan, furgoni e autocarri, stazionano abitualmente da tempo prolungato a scopo abitativo in un’area pubblica non destinata né idonea a tale uso;
  • proprio perché l’area non è idonea allo stazionamento abitativo ed essendo l’area priva dei servizi igienici, gli occupanti sono soliti espletare i loro bisogni fisiologici a cielo aperto, ricorrendo poi alla fontanella pubblica (cd “turet”) per l’igiene intima;
  • la situazione è già nota sia all’Amministrazione sia alle cronache cittadine, è stata oggetto di plurime raccolte firme, di numerose segnalazioni, di una petizione al Consiglio Comunale e di un esposto inviato direttamente alla Sindaca nel quale è evidenziato, tra l’altro, che il luogo è altresì pericoloso per l’incolumità dei bambini nomadi tenuto conto dell’ingente flusso veicolare in corso Cosenza;
  • lo scrivente ha presentato una proposta di mozione (mecc. n. 2018 02932) in data 10 luglio 2018 per sollecitare l’Amministrazione ad intraprendere un percorso risolutivo;
  • in data 8 gennaio u.s. si è svolta una seduta congiunta delle Commissioni consiliari VI-I- IV, conclusa con l’impegno del Presidente a riconvocare una nuova seduta a fine mese (in tale occasione gli uffici intervenuti avevano proposto un rinvio di due settimane per avere il tempo necessario ad interloquire con gli occupanti);
  • ad oggi sono trascorsi quasi due mesi ma, nonostante i formali solleciti inviati dagli uffici di diretta collaborazione dello scrivente in data 30 gennaio u.s. e 25 febbraio u.s., non si ha notizia né della convocazione di una nuova Commissione né tantomeno di soluzioni realizzate dall’Amministrazione;

RILEVATO CHE

  • vi è un’evidente compromissione del decoro e della vivibilità urbana generata dall’abitualità dello stazionamento, non risolvibile mediante altri ordinari strumenti giuridici preventivi (come riferito dalla Giunta e dagli uffici nel corso della Commissione);
  • in progresso di tempo si sono susseguite molte istanze da parte dei cittadini che hanno chiesto e continuano a chiedere il rispetto della pulizia, delle norme di igiene e del decoro e che hanno subito l’interruzione del funzionamento della fontanella d’acqua (cd “turet”) presente nel giardino poiché veniva utilizzata dai nomadi come servizio per l’igiene intima personale;
  • gli interventi svolti dal Corpo di Polizia Municipale si sono rivelati del tutte inefficaci poiché le sanzioni pecuniarie amministrative non hanno sortito nessun effetto;
  • l’articolo 50 (“Competenze del Sindaco e del Presidente della Provincia”) del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 (TUEL) riconosce al Sindaco la legittimazione ad emanare ordinanze contingibili ed urgenti nei particolari casi in cui, in sede locale, possano verificarsi pericoli imminenti ed attuali non altrimenti evitabili;
  • con l’Ordinanza contingibile e urgente numero 7 del 12 febbraio u.s. (protocollo numero 810) la Sindaca ha assunto un formale provvedimento al fine di impedire la presenza di persone senza fissa dimora e dei loro mezzi (autocaravan e autocarri) in via Luigi Spazzapan (Circoscrizione 8);

CONSIDERATO CHE

  • l’assordante inerzia dell’Amministrazione perdura da quasi due anni senza alcun cenno di sosta;
  • i cittadini attendono legittima, lecita e concreta risposta;
  • i funzionari degli uffici intervenuti in Commissione dell’8 gennaio u.s. hanno dichiarato di non avere mai ricevuto alcuna segnalazione né richiesta di aiuto ed assistenza da parte delle persone nomadi presenti presso il giardino “Ferruccio Novo”: pertanto gli uffici delle politiche Sociali non hanno mai preso in carico la loro situazione, non conoscendone le reali intenzioni in merito ai tempi di permanenza presso il territorio comunale;
  • le norme comunitarie, statali e regionali e le delibere della Civica Amministrazione tutelano il diritto al nomadismo ma, nella situazione in oggetto, è evidente che la componente di stanzialità prevalga sul nomadismo e caratterizzi si tratti di persone dedite piuttosto ad uno stile di vita che si può definire stanziale;
  • vi è la necessità di adottare adeguati e urgenti provvedimenti ordinatori volti a sanare una situazione di grave degrado, nonché per fare cessare le fonti di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana nel giardino “Ferruccio Novo”;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali siano le azioni realizzate dall’Amministrazione da inizio anno per risolvere la questione dell’accampamento abusivo presso il giardino “Ferruccio Novo”;
  2. se la Sindaca – quale massimo organo responsabile della gestione del territorio, di concerto con la Giunta e sentiti gli uffici competenti – intenda valutare l’emanazione di un provvedimento ordinatorio ex articolo 50 TUEL avente ad oggetto l’area del giardino “Ferruccio Novo” e le sue immediate adiacenze in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare la situazione di grave incuria e degrado e di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della legalità e della tranquillità dei cittadini;
  3. quali siano le differenze sostanziali tra la situazione di via Spazzapan (Circoscrizione 8) che ha portato all’Ordinanza n. 7 del 12 febbraio u.s. e la situazione del giardino “Ferruccio Novo” e quali siano le ragioni ostative all’emanazione di un provvedimento simile per risolvere anche questo secondo caso, peraltro già noto e richiamato nel presente atto.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA- CASCINA MARCHESA: LA VERITÀ DISTURBA SEMPRE UN PO’ QUALCOSA?

PREMESSO CHE

  • il Comune di Torino è proprietario del complesso immobiliare denominato “Cascina Marchesa”, ubicato in Corso Regina Margherita 371/10;
  • nel 2005 la Turin Marathon s.r.l. presentò alla Civica Amministrazione una proposta per la riutilizzazione del compendio immobiliare al fine di renderne la destinazione coerente con la fruizione del Parco della Pellerina, con particolare riferimento alle attività sportive, ricreative e salutistiche;
  • al momento della concessione l’immobile risultava da anni in stato di grave degrado; il sostanziale inutilizzo protratto per anni della parte prevalente del complesso e diverse successive occupazioni abusive avevano condotto la struttura ad una situazione di pressoché totale fatiscenza;
  • Turin Marathon propose di provvedere a propria cura e spese al recupero e alla ristrutturazione del complesso immobiliare in questione e alla successiva ridestinazione dello stesso a fruizione pubblica, mediante la realizzazione di locali destinati agli sportivi e agli atleti, spazi informativi, punti di ristoro, nonché locali spogliatoio, servizi igienici e spazi di comune utilizzo a servizio dei frequentatori del parco;
  • con DGC mecc. n. 0606001/008 dell’8 agosto 2006 venne approvata la concessione dell’immobile in questione a favore della Società Sportiva Dilettantistica Turin Marathon s.r.l. per la durata di 30 anni, dal 1° settembre 2006 al 31 agosto 2036;

RILEVATO CHE

  • i lavori di recupero dell’intero compendio vennero rinviati a causa della permanenza protratta dei precedenti affittuari e pertanto l’effettiva disponibilità dell’immobile da parte della società Turin Marathon s.r.l. è stata possibile solo a partire dal 2010 anziché dal 2006;
  • in considerazione delle spese sostenute dalla società concessionaria al fine di ottenere la liberazione dei locali, con la DGC mecc. n. 2011 06464/131 del 22 novembre 2011 è stata prorogata la scadenza della concessione di 5 anni (fino al 31 agosto 2041) con l’applicazione di un canone annuo di concessione di € 53,72 meramente ricognitorio della proprietà;
  • con una spesa indicata in circa € 4,5 milioni (DGC mecc. n. 2012 07993/131 del 28 dicembre 2012) il concessionario aveva provveduto a recuperare la struttura destinandola alle attività previste dalla concessione;

CONSIDERATO CHE

  • con la DGC mecc. n. 2012 07993/131 e la Determinazione dirigenziale mecc. n. 2012 07999/131, entrambe del 28 dicembre 2012, si decideva di corrispondere un indennizzo di € 200.000 a favore della concessionaria Turin Marathon srl;
  • prendeva così avvio quella che si può definire come la seconda parte dell’intervento, sulla base delle intenzioni espresse dal concessionario di proseguire nella ulteriore valorizzazione dell’immobile;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. a quale soggetto sia attualmente data in concessione la Cascina Marchesa;
  2. se vi siano stati mutamenti/variazioni del soggetto titolare della concessione;
  3. a quanto ammonti il canone annuo della concessione;
  4. se esso sia ritenuto congruo rispetto ai canoni di mercato e se, dal momento della stipula della concessione ad oggi, il canone annuo sia stato rivalutato in base all’indice ISTAT;
  5. se negli ultimi 10 anni l’immobile in oggetto sia stato sub-concesso ad altri soggetti, chi siano questi soggetti e quale sia l’attività svolta;
  6. se, oltre al concessionario, siano presenti altre società collegate direttamente o indirettamente al concessionario;
  7. in caso di utilizzo degli spazi interni del compendio chi sia il soggetto che emette le fatture;
  8. quale sia l’importo totale degli investimenti sostenuti dal concessionario per la ristrutturazione dell’immobile e se siano stati regolarmente rendicontati;
  9. della somma di cui al punto precedente, quali importi derivino da contributi pubblici e privati;
  10. se il concessionario abbia inviato alla Città le relazioni annuali circa l’attività svolta, se sia stata verificata la rispondenza al vero di quanto dichiarato e se esse possano essere messe a disposizione del Consiglio Comunale;
  11. se e quali interventi di manutenzione dell’immobile siano stati effettuati negli ultimi 10 anni, da chi e quale sia il soggetto che ha emesso le fatture per i relativi pagamenti;
  12. se l’Amministrazione abbia contezza circa la suddivisione degli spazi interni dell’immobile e dei metri quadrati destinati alle varie destinazioni d’uso (e se esse siano note alla Città);
  13. quale sia la posizione TARI del concessionario (e degli eventuali sub-concessionari): quali siano gli importi versati annualmente alla Città dal concessionario negli ultimi 10 anni, per quale/i destinazione/i d’uso e se i pagamenti risultino regolari.