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Zona Paracchi e dintorni, la piena riqualificazione è un obiettivo ancora lontano

La pista ciclo-pedonale Baden-Powell è inutilizzabile dallo scorso ottobre; per la riconversione dell’ex distributore Eni all’angolo tra via Pianezza e corso Svizzera serviranno almeno altri 4 anni.

Pista ciclo-pedonale Baden-Powell e area all’angolo tra corso Svizzera e via Pianezza: altre due tessere che devono trovare la loro collocazione nel contesto della riqualificazione di tutta la zona. I due temi sono stati oggetto, oggi pomeriggio, di altrettante mie interpellanze discusse in Consiglio Comunale.

Per quanto riguarda la pista ciclabile, costata alla Città oltre 300mila euro e chiusa dallo scorso ottobre a causa delle condizioni di sporcizia e degrado incompatibili con l’utilizzo, nonché per la mancanza o per l’inadeguatezza, in più punti, delle barriere di sicurezza lungo le sponde della Dora, oggetto di azioni vandaliche, mi auguro che possa essere al più presto restituita alla cittadinanza. È assurdo, oltre che antieconomico, che, a causa degli oggettivi problemi di quel percorso, la Città preferisca chiudere la ciclabile piuttosto che cercare di trovare soluzioni efficaci. Non credo sia motivo di sorpresa il fatto che nell’area circostante l’Amedeo di Savoia vi siano tossicodipendenti. Forse sarebbe stato opportuno agire prima, per esempio dotando il percorso di un’illuminazione migliore, e prevenire il problema. Ora, dopo il consistente investimento iniziale, la Città dovrà tornare a spendere cifre rilevanti per il ripristino del percorso. Anche la mancanza di attenzione nei confronti dei beni della città ha un costo: quello della pista Baden-Powell è in questo senso un esempio lampante.

A proposito, invece, dell’ex distributore Eni, l’Assessore ha ipotizzato in Aula un tempo pari a quattro anni per la riconversione (uno per il via libera all’abbattimento della struttura e tre per lo svolgimento effettivo dei lavori). Davvero troppi. Mi auguro che il permesso da parte degli Uffici del Comune arrivi in tempi ragionevoli. Sarà mia cura monitorare la situazione. Al termine di questi quattro anni mi auguro che l’area possa essere restituita alla cittadinanza in condizioni ottimali. Tanti torinesi hanno investito in quella zona di Torino e ora cominciano a essere stufi dei tanti disagi e dell’inaccettabile degrado. Il progetto di riqualificazione di quell’area era ed è interessante, ma finora è stato messo in atto solo in parte. Il rischio, se non si agisce in fretta, è che il valore degli immobili acquistati dai cittadini che in quella zona hanno creduto (e investito) cominci a calare. Continuerò a impegnarmi e a mantenere alta l’attenzione su questa porzione della Circoscrizione 4.