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Una “Culla per la vita” in ogni ospedale del Piemonte dotato di un reparto di pediatria

Sollevato per il fatto che Lorenzo ora sta bene, ribadisco la richiesta affinché simili episodi drammatici non si verifichino mai più.

Tra il dolore per la notizia dell’abbandono di un neonato in un cassonetto dell’immondizia a Villanova Canavese e il sollievo per il fatto che ora il bambino è salvo e sta bene, ribadisco la richiesta da me espressa in Consiglio Regionale con un OdG inserito all’ordine del giorno del Consiglio Regionale la scorsa primavera: si ponga rimedio all’attuale carenza di “Culle per la vita”, oggi disponibili in cinque sole località in Piemonte. Le “Culle per la vita”, se diffuse sul territorio in luoghi che garantiscano il massimo dell’anonimato, possono rappresentare un’alternativa a gesti estremi di disperazione, garantendo la sopravvivenza del bambino abbandonato e, alla donna o alla coppia, la certezza che in breve tempo il neonato incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura. Chiedo inoltre campagne di informazione adeguate, che coinvolgano i Comuni e che permettano di garantire alle madri e alle coppie piemontesi la piena consapevolezza di questa possibilità. Le “Culle per la vita” sono concepite per permettere alle madri in difficoltà di lasciarvi, protetto e sicuro, il proprio neonato. Sono pensate per garantire un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino. L’anonimato della mamma che ha preso la decisione di lasciare il suo bambino è rigorosamente garantito. Si trovano in luoghi facilmente raggiungibili (cinque in Piemonte: Asti, Biella, Casale, Giaveno e Torino) e sono dotate di riscaldamento, chiusura di sicurezza, rete con il servizio di soccorso medico, presidio di controllo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Culle per la vita, Regione Piemonte