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Tag: tamponi

Tamponi gratuiti saranno effettuati ai Volontari già vaccinati: vittoria dei Moderati

L’Assessore Icardi si è impegnato a inviare una circolare alle Asl piemontesi chiedendo la piena applicazione del Protocollo del Dirmei: sono stati gli stessi Volontari, da mesi in prima linea contro il Covid, a chiedere di poter contare questa forma di screening. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.

Lo abbiamo chiesto con un Question Time appena discusso a Palazzo Lascaris e la Giunta si è detta d’accordo: il diritto dei Volontari ai tamponi anti-Covid gratuiti, già previsto teoricamente, sarà finalmente garantito anche nella pratica. Lo stesso Assessore Icardi si è impegnato in prima persona a inviare una circolare alle Asl del territorio chiedendo la piena applicazione del protocollo emesso dal Dirmei lo scorso novembre, testo che prevede esplicitamente che tutto il personale necessario alla gestione del COVID debba essere gratuitamente sottoposto a screening, su base volontaria.

Sono stati i Volontari stessi a chiederci, con diverse segnalazioni, di poter contare su questa forma di sicurezza sanitaria. Stiamo chiedendo ai Volontari di Protezione Civile di esporsi a rischi prestando servizio presso gli hub vaccinali e presso altri presidi di contrasto al Covid ed è giusto garantire loro, pur vaccinati contro il Covid, lo stesso livello di sicurezza sul quale può contare il personale sanitario, correndo entrambi lo stesso tipo di rischio per sé e per le rispettive famiglie.

Il fatto che le vaccinazioni non escludano del tutto il rischio di infezione da Covid-19, l’elevata età media dei Volontari e la loro operatività in condizioni di oggettivo rischio rendono questa misura necessaria oltre che equa. Ci fa piacere che la Giunta si sia detta d’accordo su questo. Ora vigileremo affinché alle promesse seguano i fatti e ci assicureremo che le indicazioni previste dalla circolare siano pienamente e ovunque rispettate. Buon senso e prudenza impongono di dare assoluta precedenza alle persone più esposte.

Esenzione COSAP per le farmacie: subito, al 100% e senza distinzioni tra gazebo per i vaccini e gazebo per i tamponi

Ribadisco le mie richieste alla Giunta Comunale: riconosciamo così il valore del servizio e del ruolo svolto dai farmacisti, in prima linea in tutti questi mesi, e il loro aver voluto accettare un accordo con la Regione Piemonte per il calmieramento dei prezzi dei tamponi. La mia mozione sul tema degli sgravi è stata oggetto, questa mattina, di una Commissione in Consiglio. Una delibera di Giunta prevede la gratuità per le sole strutture destinate ai vaccini: ma il tracciamento dei contatti è ancora uno strumento strategico nel contrasto al Covid e non c’è ragione per trattare diversamente i gazebo a questa funzione destinati.

Chiediamo per le farmacie torinesi il totale sgravio della COSAP. Anche così possiamo riconoscere la funzione pubblica imprescindibile che i nostri farmacisti hanno svolto e stanno svolgendo durante questi sedici mesi di emergenza. Non avrebbero dunque senso distinzioni tra gazebo predisposti per i tamponi e gazebo destinati ai vaccini. La mia mozione sul tema degli sgravi è stata oggetto della Commissione di poco fa in Consiglio Comunale: tralasciamo le affermazioni di alcuni esponenti della Maggioranza, che hanno creduto di dover fare i conti in tasca alle farmacie torinesi alludendo a fatturati più o meno aumentati durante l’ultimo anno e mezzo. Ci interessa, invece, riconoscere il ruolo che le stesse farmacie stanno svolgendo – insieme a medici di base, ospedali e Volontariato – nel contrasto al COVID.

La Giunta, con una propria delibera, pensa di esentare dalla tassa di occupazione del suolo pubblico i soli gazebo destinati, di fronte alle farmacie cittadine, alle vaccinazioni anti-COVID: non è sufficiente, anche perché è necessario continuare a considerare il tracciamento dei contagi tramite i tamponi una misura strategica essenziale nel contrasto alla pandemia e uno strumento fondamentale, anche alla luce del diffondersi delle nuove varianti, per sventare il rischio di una quarta ondata. Con la mia mozione chiedo alla Giunta di riconoscere il valore pubblico del servizio svolto dalle farmacie a favore dei cittadini. Un accordo della Regione Piemonte con Federfarma e Assofarm ha garantito il calmieramento dei prezzi dei tamponi, ora acquistabili a 25 euro (30 in presenza del medico). Solo per il mancato supporto finanziario della Regione Piemonte, che in questo senso non ha seguito l’esempio di Regioni come Emilia-Romagna e Veneto, i prezzi non sono scesi ulteriormente.

Prima della pandemia le farmacie non hanno mai occupato e pagato suolo pubblico, pertanto anche il “mancato incasso” per la Città, problema citato dalla Giunta, è tale in senso solo molto parziale e senz’altro non rispetto ad annualità precedenti. Le mancate entrate nelle casse della Città sarebbero pari a circa 600mila euro nell’ipotesi più pessimistica; sono quasi 700 le farmacie attive a Torino.

L’ipotesi di un doppio gazebo, uno per i tamponi e uno per le vaccinazioni, davanti a ogni farmacia è contraria a ogni concetto di efficienza: prima di moltiplicare il numero di gazebo sulle strade cittadine, dovremmo valutare la possibilità di utilizzare gli stessi gazebo, in diverse fasce orarie, per le due funzioni. E questo non solo, naturalmente, per evitare di perdere ulteriori posti auto.

Continuiamo a sostenere con forza l’opportunità di garantire la gratuità COSAP (o un credito tributario equivalente per le future annualità nel caso di canoni già richiesti e versati) ai farmacisti torinesi, alla luce della disponibilità da questi ultimi sempre dimostrata.

Resta a nostro giudizio una grave mancanza, da parte della Regione, non aver previsto risorse e non aver immaginato un fondo per i Comuni che hanno sostenuto economicamente il commercio in questi mesi di crisi.

Assurdo, alla richiesta di calmierare i prezzi dei tamponi l’Assessore Icardi replica: Ci rimettiamo all’autoregolazione del mercato

Risposta inaccettabile al mio Question Time appena discusso in Consiglio Regionale. Sta alla politica intraprendere interlocuzioni con i soggetti che effettuano i test per trovare un accordo, se necessario prevedendo risorse regionali per colmare un eventuale gap economico. Diversamente, rischiamo che il prezzo dei tamponi diventi una tassa sugli spostamenti dei piemontesi, penalizzati oltre tutto rispetto alle Regioni che invece hanno preso con successo provvedimenti per il controllo dei prezzi. Entrato in vigore il “Passaporto Verde” per lo spostamento tra regioni in zona rossa o arancione, un numero sempre crescente di cittadini si rivolgerà a strutture private per effettuare i tamponi a pagamento: a maggior ragione, è ora urgente prendere contromisure.

Prova a essere rassicurante nei toni, l’Assessore Icardi, rispondendo al mio Question Time sull’esigenza di calmierare il prezzo dei tamponi. Ma il senso delle sue parole emerge in tutta la sua chiarezza: “L’aumento dell’offerta di test che dovrebbe derivare dai provvedimenti presi contribuirà presumibilmente anche a un calmieramento del prezzo“. La Giunta non ha intenzione di fare alcunché, se non affidarsi alla speranza che il mercato si autoregoli. Una risposta inaccettabile: stiamo parlando di tutelare professionisti che devono raggiungere altre regioni per lavoro, di candidati che devono muoversi sul territorio nazionale per sostenere concorsi, di un turismo interno da sostenere dopo mesi di stop. Ci saremmo aspettati aggiornamenti sulle necessarie interlocuzioni con i vari soggetti del nostro territorio, riceviamo una risposta pilatesca. “Il mercato si autoregola”? Semmai è la politica regionale che deve dare indicazioni e limiti. Non possiamo correre il rischio che si creino cartelli, tanto meno su beni – come i tamponi – che in una fase come questa, a maggior ragione dopo l’introduzione del “Green Pass”, sono a tutti gli effetti di prima necessità. Icardi e Cirio convochino subito i soggetti che fanno tamponi e si fissi un prezzo equo e concordato. Si indichi un tetto massimo di prezzo. Se necessario, la Regione preveda fondi per colmare il gap economico. Non vogliamo che il costo dei test diventi un’ulteriore tassa sul lavoro, sul turismo e sui concorsi, che penalizzerebbe i piemontesi non solo in assoluto, ma anche rispetto ai residenti di altre Regioni che, invece, si sono mosse per tempo: la Regione Lazio ha siglato un accordo con Anisap, Aiop, Unindustria e FederLazio per l’esecuzione di test rapidi antigenici nelle strutture private al prezzo calmierato di 22 euro; la Regione Emilia-Romagna ha previsto che dal 1° febbraio tutti gli iscritti al sistema di assistenza sanitaria regionale possano effettuare il test antigenico rapido nasale (tampone rapido) e il test sierologico nelle farmacie convenzionate al prezzo calmierato di 15 euro. Si sono mosse anche la Puglia, dove il test costa 20 euro, la Campania (22), l’Umbria e la Toscana (22), il Veneto (26). Sul nostro territorio, invece, i prezzi superano talvolta i 45 euro. 

Prezzi calmierati e omogenei per i tamponi rapidi effettuati in ambulatori privati

È la richiesta dei Moderati in Consiglio Regionale: ho appena presentato, sul tema, il mio Ordine del Giorno. La Regione Lazio si è già mossa in questa direzione e il Piemonte può seguire con successo la stessa strategia.

Il Piemonte come il Lazio: con questo auspicio e obiettivo ho appena presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno che impegna la Giunta a cercare un accordo con gli ambulatori e i laboratori privati del territorio per l’attività di testing anti-COVID con tamponi rapidi antigenici rinofaringei a prezzi calmierati, equi e omogenei.

Questa è una misura assolutamente necessaria per venire incontro alle esigenze dei cittadini piemontesi e, anche, un primo, necessario passo in vista di una sempre più urgente esigenza di uniformità di regole e prezzi a livello nazionale. 

La situazione è nella nostra Regione, che è Zona Rossa, particolarmente preoccupante. In questo contesto, un numero crescente di piemontesi decide di rivolgersi a strutture private per effettuare il tampone a pagamento: tale trend è verosimilmente destinato ad aumentare nelle prossime settimane. I prezzi dei tamponi sono variabili, con una forbice anche di diverse decine di euro, fino a cifre non irrisorie.

Sempre più estesa, in questa fase di picco della seconda ondata, è la necessità di testare la propria eventuale positività, sia per chi è venuto a contatto con persone positive sia per chi intende cautelarsi. La Regione Lazio ha recentemente siglato un accordo con le realtà private del territorio per effettuare test rapidi antigenici nelle strutture private al prezzo calmierato di 22 euro. Auspico che i colleghi Consiglieri colgano l’opportunità e l’urgenza di seguire, anche in Piemonte, la stessa strada.

Convenzionare i laboratori privati? Non basta, se questi non inseriscono gli esiti sulla piattaforma Covid

La Giunta Regionale ha annunciato un bando finalizzato al potenziamento della capacità di effettuare tamponi: bene, ma occorre anche, come da me suggerito ieri in Consiglio, che le strutture che entrano nel network inseriscano poi direttamente gli esiti a sistema, in modo da sgravare i medici di base. O avremo una misura utile soltanto a metà.

La Giunta Regionale accoglie in parte la mia proposta e lancia con procedura d’urgenza un bando, destinato anche alle realtà private, per aumentare il numero di strutture in grado di effettuare tamponi anti-Covid. Bene, ma non è sufficiente: è necessario anche che le strutture convenzionate inseriscano direttamente gli esiti sulla piattaforma Covid.
Diversamente, la misura sarà sostanzialmente inefficace: avremo sì aumentato il numero dei laboratori del network, ma i cittadini, ottenuto l’esito, dovranno comunque rivolgersi ai medici di base, che saranno ulteriormente intasati, per la comunicazione al SISP.
La certezza e la rapidità delle informazioni sono, in casi di crisi come quello che stiamo vivendo, fondamentali. Un numero imprecisato di piemontesi è da giorni, quando non da settimane, bloccato a casa in attesa che sia documentata la propria negativizzazione prima di tornare alla propria attività professionale. La mancanza di sicurezza e velocità delle informazioni è attualmente una delle più gravi carenze avvertite dai piemontesi.