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Tag: sicurezza

Mirafiori Nord in un “cono d’ombra”, la Giunta prende atto del problema

La mia interpellanza sulla scarsa illuminazione presso le vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli ottiene almeno un risultato: l’Amministrazione ha riconosciuto l’urgenza di sostituire l’attuale sistema di illuminazione, che è palesemente inadeguato, e ha promesso che l’intervento per l’installazione dei led (progetto “Led per Torino”) inizierà entro l’anno in corso, per un investimento fino a 380mila euro. Seguiranno i fatti?

Illuminazione a Mirafiori Nord, problema almeno a parole preso in carico dall’Amministrazione: la Giunta ha riconosciuto, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sull’argomento, che l’attuale sistema presso le vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli è inadeguato e va cambiato, garantendo che i lavori per l’installazione dei nuovi led (progetto “Led per Torino”) inizieranno entro l’anno in corso. Bene: non possiamo accettare una Torino a doppia velocità dal punto di vista del diritto a una pubblica illuminazione adeguata. Del tema i Moderati si occupano da tempo, in Comune e in Circoscrizione. Un quartiere ben illuminato è un quartiere sicuro. Mi auguro che alle parole seguano i fatti e che la promessa sia mantenuta: si parla di un investimento fino a 380mila euro per l’area della quale stiamo parlando. I cittadini aspettano da tempo un intervento risolutivo. Ascoltare e poi non agire scredita la politica e le Istituzioni: mi auguro davvero che questo non avvenga. 

Collocare un defibrillatore in città? Impresa titanica

La burocrazia è troppo spesso un insuperabile muro di gomma: inaugurato questa mattina il DAE (dono di Specchio dei Tempi e dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco) presso il Circolo Cerea al Valentino, risultato ottenuto nonostante plurimi veti e soltanto grazie all’impegno delle Associazioni e dei cittadini. Presenterò un’interpellanza in Consiglio Comunale: la sicurezza di tutti non può essere messa a repentaglio da lungaggini assurde (a maggior ragione dopo la tragica scomparsa di un runner lo scorso 10 gennaio) e “no” utili soltanto a evitare di assumersi responsabilità.

Una montagna da scalare fatta di burocrazia: questo l’ostacolo che si trova di fronte chiunque intenda far collocare, sul territorio cittadino, un nuovo defibrillazione. Sembra davvero che le Istituzioni facciano di tutto per rendere impercorribile l’iter per dotare il nostro territorio e i nostri parchi di dispositivi in grado di salvare vite. Il più recente caso è quello del DAE inaugurato questa mattina al Parco del Valentino, grazie alla donazione di Specchio dei Tempi e dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco con il contributo dei runner torinesi e con il decisivo supporto del Circolo Cerea, che ha messo a disposizione i propri spazi affacciati su viale Virgilio 61 (aggirando così i ripetuti veti a collocare il dispositivo e la relativa segnaletica su spazio pubblico) e la corrente elettrica. Diversamente, sarebbe stato impossibile arrivare al risultato: cittadini e Terzo Settore arrivano ancora una volta dove le Istituzioni non sono state in grado di giungere. Questioni estetiche, questioni di forma procedurale, questioni relative alle alberate: qualsiasi pretesto, o quasi, va bene pur di ostacolare il percorso (forse per qualcuno è più comodo trovare il modo di dire dei “no”, piuttosto che prendersi una responsabilità). Anche di questo chiederò conto in Consiglio Comunale con un’interpellanza. Siamo stufi di sentire scuse e pretesti (ancora più inaccettabili a due settimane dalla tragica scomparsa del runner e avvocato Luca Zambelli) per impedire misure reali di protezione dei cittadini e dei runner. E non si dica che i problemi sono i furti: tre episodi (con il recupero del dispositivo trafugato in due casi su tre) di questo tipo su 500 postazioni sono una percentuale risibile.

Progetto “Led per Torino”, Mirafiori Nord brancola ancora… nel buio

In quattro anni e mezzo tante promesse e pochi risultati: alla “luce” della risposta possibilista ricevuta un anno fa alla mia precedente interpellanza sull’argomento, non avendo ancora visto risultati apprezzabili, torno lunedì a interrogare la Giunta. Il quartiere uscirà dal “cono d’ombra”?

Rispettare le promesse fatte in campagna elettorale è un dovere verso i propri elettori; garantire un’illuminazione adeguata è un dovere verso tutti i cittadini, nonché il modo migliore per garantire sicurezza. Lunedì discuterò in Consiglio Comunale una nuova interpellanza sul progetto “Led per Torino”. Dalle informazioni ricevute risulta che, a un anno dal mio precedente quesito sull’argomento (febbraio 2020), i residenti delle vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli non possano ancora usufruire delle nuove luci. Gli attuali impianti luce sono obsoleti da tutti i punti di vista (potenza, efficienza, efficacia, risparmio), con i disagi che si possono immaginare. Lo scorso febbraio avevo ricevuto dalla Giunta la garanzia che tale area di Mirafiori Nord sarebbe stata senz’altro “tenuta in debita considerazione nel piano degli interventi 2020”. Lunedì chiederò in Sala Rossa, con una nuova interpellanza, un aggiornamento circa lo stato dei lavori, nella speranza che, entro l’ormai prossima fine del mandato, i residenti possano uscire dal “cono d’ombra” e tornare a vedere qualche novità.

Corso Giulio Cesare 45, un grande grazie alle Forze dell’Ordine

Finalmente sgomberato l’immobile occupato dal 2014: ascoltate le nostre richieste, vittoria del rispetto delle regole e della democrazia. Grazie a Questura e Prefettura per la perfetta opera di coordinamento delle operazioni.

Si apre con una bella notizia la giornata di oggi: quella dello sgombero, da parte delle Forze dell’Ordine, dello stabile di corso Giulio Cesare 45, occupato da 7 anni. Il mio grazie e i miei complimenti alle Forze dell’Ordine che hanno portato a termine l’operazione, con la quale il rispetto delle regole e la democrazia fanno un passo avanti nel quartiere e nella nostra città. Grazie anche a Questura, Prefettura e Vigili del Fuoco. Le nostre richieste, presentate più volte in tutte le sedi, sono state finalmente accolte. A più riprese, per esempio durante le settimane del primo lockdown, gli occupanti avevano creato disordini, mettendo a repentaglio non solo la sicurezza, ma anche la salute di tutti con assembramenti fuori controllo. I residenti del quartiere hanno sempre preso le distanze dagli occupanti, evitando di farsi strumentalizzare. 

Tragedia al Valentino: nei nostri parchi la mancanza di sicurezza è un problema grave

Tema portato all’onore delle cronache dalla drammatica scomparsa dell’Avvocato Luca Zambelli, ma casi di difficoltà a procedere per i mezzi di soccorso a causa dei dissuasori si sono già verificati in un passato anche recente (due volte per esempio la scorsa estate): ho appena presentato un’interpellanza, in Consiglio Comunale, per chiedere più attenzione all’accessibilità, alla videosorveglianza, alla disponibilità di defibrillatori e di postazioni SOS presso le aree verdi di Torino.

Che i mezzi di soccorso non siano stati in grado di raggiungere, al Valentino, un cittadino colto da malore è un fatto gravissimo: è quanto successo nella mattina di domenica scorsa, per la mancata apertura di uno dei varchi elettronici. L’episodio ha avuto esito drammatico, con la morte di Luca Zambelli, avvocato. Non è la prima volta che, nell’urgenza di sbloccare i varchi, nessuno risponda alle chiamate dei soccorritori: a mia conoscenza, due casi si sono verificati solo nel corso dell’estate scorsa.

Il tema della sicurezza dei nostri parchi emerge in tutta la sua urgenza. Ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere dati puntuali sullo stato attuale della videosorveglianza presso i maggiori parchi cittadini, sulla disponibilità di punti di soccorso dotati di defibrillatori e postazioni per la chiamata dei soccorsi. Urge inoltre una mappatura delle barriere, artificiali e non, che potrebbero ostacolare l’arrivo dei mezzi di soccorso. Chiederò infine chi e come possa azionare, in caso di necessità imminente, i pilomat e le altre barriere mobili all’ingresso dei parchi cittadini.

Torno, con questo atto, a occuparmi di sicurezza nei parchi cittadini, dopo una prima interpellanza discussa ad aprile 2017. Secondo le ricostruzioni giornalistiche della vicenda, i mezzi di soccorso si sarebbero trovati nell’impossibilità di accedere al parco a causa dei dissuasori mobili attivi. I primi soccorritori avrebbero vanamente cercato nel parco una postazione di soccorso dotata di defibrillatore. L’avvocato Zambelli è stato colto da infarto mentre svolgeva attività motoria.