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Tag: Sanità

Carburante alle stelle, trasporti sanitari e sociali a rischio

Domani a Palazzo Lascaris chiederò alla Giunta, con un Question Time, risorse finanziarie straordinarie per garantire alle Associazioni del comparto, già provate dalla crisi e dall’inflazione, rimborsi tempestivi e adeguati all’aumento dei costi.

Operatività delle ambulanze, servizi di trasporto per persone con disabilità, attività diverse gestite dalle pubbliche assistenze sono a rischio: l’interruzione di questi servizi è uno dei possibili effetti del caro benzina e del caro gasolio. I prezzi al distributore ancora ben sopra i 2 euro al litro e l’aumento medio dei prezzi fatto registrare dal 2019 a oggi supera il 60% (mentre i rimborsi sono rimasti invariati e i plafond mensili delle carte carburante hanno tempi di aggiornamento più lenti degli aumenti).

Aggiornare le tariffe (regionali e comunali) e i prezzi di gara, così come ampliare l’accesso a tutti gli operatori semplificando la procedura per il recupero delle accise, è fondamentale. Chi gestisce servizi di trasporto e soccorso in ambulanza, trasporto di persone in dialisi e trasporto di persone con disabilità sta lavorando con rimborsi legati a vecchie tariffe non adeguate al contesto attuale.

I soli tagli delle accise previsti dal Decreto Energia del Governo non sono sufficienti, dal momento che riportano benzina e gasolio al costo di meno di un mese fa. Con il mio Question Time chiederò alla Giunta misure urgenti e risorse aggiuntive.

Il Piemonte chiederà al Comitato LEA e alla Conferenza Stato-Regioni di inserire il prima possibile la fibromialgia nei LEA

La mia mozione sul tema è stata approvata in Consiglio Regionale: un risultato che accogliamo con soddisfazione. L’obiettivo è che la Regione si attivi il prima possibile. Dopo questo riconoscimento sarà definito un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) e si istituirà un gruppo di lavoro a livello regionale con la partecipazione di professionisti esperti e rappresentanti delle Associazioni.

La strada è ancora lunga, ma un primo passo è stato compiuto: passa a Palazzo Lascaris la mia mozione che impegna la Giunta Cirio a farsi promotrice presso il Comitato LEA e presso la Conferenza Stato-Regione affinché la sindrome fibromialgica sia inserita nei LEA. Grazie ai colleghi Consiglieri che hanno votato a favore del mio atto, grazie ai tanti piemontesi che mi hanno raccontato la loro esperienza e che quotidianamente si dimostrano più forti di questa patologia.

Troppe malattie sono ancora senza protocolli specifici, troppi cittadini piemontesi sono, ancora, in una certa misura abbandonati nel loro confrontarsi con la patologia. Che il Governo inizi ad ampliare i LEA è quanto mai necessario. Dopo l’inserimento nei LEA della fibromialgia si dovrà definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico per l’individuazione di competenze, riferimenti territoriali, procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti e si istituirà un gruppo di lavoro a livello regionale con la partecipazione di professionisti esperti e rappresentanti delle Associazioni, quale luogo di confronto e discussione.

Ci auguriamo che oggi si apra una nuova stagione e che gli stessi pazienti si sentano meno soli e meno abbandonati.

Sono quasi due milioni gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Tra i sintomi più gravi si segnalano dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, sintomi extrascheletrici come astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’alvo, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive) e sintomi di tipo psicologico (ansia, depressione, attacchi di panico). La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali. Non essendo a oggi le cure per la fibromialgia riconosciute nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), i costi sono a carico del paziente.

Salute mentale, dopo la pandemia è già emergenza: si incrementino i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura

Casi di ansia e depressione aumentati del 25% dopo il Covid (dato OMS): la disponibilità di posti letto dovrebbe essere aumentata o almeno ripristinata ai livelli pre-pandemia, a cominciare dal Mauriziano di Torino. La Giunta agisca.

Ora è emergenza vera: a pandemia non ancora finita, i casi di ansia e depressione sono aumentati, a livello mondiale, del 25%. Il dato è stato appena reso noto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che invita a correre ai ripari potenziando i servizi di Salute Mentale.

Anche il Piemonte deve fare la propria parte per arginare l’emergenza. Il nostro Sistema Regionale, tuttavia, al momento è ben lungi dall’essere strutturato per resistere a questo impatto. Il primo elemento di debolezza è il sottodimensionamento dei servizi, con il numero di psichiatri, psicologi e operatori sanitari in costante decrescita. Il secondo è la scarsità di strutture e posti letto.

L’unica via per colmare lo iato tra domanda e offerta è la volontà di investire da parte della Regione. Lo ribadiamo con forza oggi, dopo aver chiesto ripetutamente negli scorsi mesi – con un’interrogazione e un Ordine del Giorno – la riapertura del SPDC del Mauriziano, chiuso a marzo 2020 e mai più riaperto.

Dalla Giunta Cirio sono arrivati, in risposta, solo vaghi riferimenti a un’ipotetica riapertura. Chiediamo, al contrario, una progettualità concreta, che preveda un cronoprogramma e delle modalità precise e credibili.

Screening gratuito contro la malattia di Chagas: sia introdotto entro il 14 aprile

In tale data si celebra la Giornata Mondiale di sensibilizzazione su questa patologia: il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso dicembre dà in merito indicazioni molto chiare alla Giunta e ribadiamo oggi come Moderati, con un Question Time appena discusso in Aula, la richiesta alla Giunta di fare la propria parte per la lotta contro questa malattia. Agire in tempi brevi è fondamentale per salvare vite.

Garantire screening gratuiti per la malattia di Chagas anche in Piemonte: questa l’indicazione che il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso dicembre dà, in maniera molto chiara e vincolante, alla Giunta Cirio. Si raggiunga questo risultato entro il 14 aprile, Giornata Mondiale di sensibilizzazione su questa patologia: questa è invece la richiesta che ho appena rivolto alla Giunta discutendo in Aula un Question Time sul tema.

Non si perda tempo: l’intenzione, espressa a verbale, di tornare a considerare l’ipotesi di introdurre il test gratuito per le donne in gravidanza e per i bambini in arrivo dai Paesi nei quali la malattia di Chagas è endemica è una buona notizia, ma, non essendo state comunicate tempistiche esatte, il timore è che il processo possa andare per le lunghe.

Non possiamo permetterlo (il mio primo atto sull’argomento, presentato lo scorso maggio, è stato discusso e approvato solo a fine 2021). Non esistono né cittadini né patologie di serie A e di serie B e in gioco c’è la possibilità di salvare vite umane.

Con i flussi migratori questa parassitosi originaria ed endemica in America Latina, in alcuni casi mortale, è da anni presente anche in Italia: la sua trasmissibilità materno-fetale rende a maggior ragione fondamentale la diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Il tasso di guarigione a seguito del trattamento si avvicina al 100% nei primissimi anni di età, per poi ridursi sensibilmente nelle età successive. Il Piemonte segua al più presto l’esempio di Toscana e Lombardia introducendo screening gratuiti nei propri protocolli sanitari. La pratica dello screening sulla popolazione è fondamentale per identificare le persone infette.

L’Italia è, a livello europeo, il secondo Paese per popolazione latinoamericana: sono circa 400mila le persone di origine latinoamericana residenti nel nostro Paese; i residenti in Piemonte di origine latinoamericana sono circa 25mila.

Due anni esatti di Covid: è ora arrivato il momento di sostenere davvero le professioni infermieristiche

Ho presentato a Palazzo Lascaris, a 24 mesi dal primo caso accertato di Coronavirus in Italia, un Ordine del Giorno che, se approvato, impegnerà la Giunta Cirio ad allocare risorse straordinarie nel Bilancio Previsionale 2022-24: in due anni di pandemia l’impegno e il sacrificio di infermiere e infermieri sono stati straordinari. L’auspicio è che tutti i colleghi Consiglieri sostengano in Aula l’atto dei Moderati, proprio in concomitanza con la Giornata Nazionale del Personale Sanitario.

Nei giorni in cui ricorrono sia la Giornata Nazionale del Personale Sanitario sia i due anni dalla scoperta del primo caso di Covid nel nostro Paese, ho presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno per chiedere sostegno economico concreto alle professioni infermieristiche. L’atto dei Moderati sarà prossimamente discusso in Aula: se il Consiglio – come auspichiamo sentitamente – darà voto favorevole la Giunta dovrà prevedere un fondo straordinario nel Bilancio Previsionale 2022-24 per sostenere il personale infermieristico, il cui lavoro negli ultimi 24 mesi è stato insostituibile e non certo privo di rischi. La Giunta dovrà inoltre promuovere con il Governo azioni concrete sia in termini economici che operativi a favore delle persone attive in questo comparto. Questo settore è stato direttamente e drammaticamente travolto dalla pandemia. Da due anni gli infermieri si sacrificano per salvare vite, con dedizione assoluta nonostante scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro e carenze di personale. Ai maggiori sacrifici richiesti, alle accresciute responsabilità e all’incremento dell’orario di lavoro non ha fatto da contraltare un equivalente e congruo aumento della corresponsione economica, che resta anzi tra le più basse a livello continentale. Dopo due anni di pandemia continuano ad affrontare uno stress fisico e psicologico senza precedenti. Tutte queste criticità sono state tra le cause dei recenti scioperi (28 gennaio scorso), su tutto il territorio nazionale, delle professioni infermieristiche. Sullo stesso tema, un mio Question Time è stato discusso a Palazzo Lascaris lo scorso 18 gennaio.