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Tag: Sanità

Cresce la domanda di vaccini antinfluenzali, non la scorta di dosi

Ci saremmo aspettati più acquisti rispetto ai due anni precedenti, biennio nel quale distanziamento interpersonale e mascherine hanno limitato la diffusione dell’influenza. Il Piemonte può contare su 1.100.000 dosi, che si potranno aumentare del 20%: stessa quantità dei due precedenti autunni (quando però il virus influenzale circolava meno), a fronte di un numero di richieste in aumento. La Giunta ha appena risposto al mio Question Time sul tema garantendo che le dosi disponibili saranno sufficienti a immunizzare tutta la popolazione target: ci assicureremo che non si verifichino inefficienze e ritardi.

Sono diversi i medici di famiglia a denunciare difficoltà, esaurite le scorte di vaccini a disposizione, nel procurarsi nuove dosi. La Giunta, da me appena interrogata in Consiglio Regionale con un Question Time, garantisce che tutte le richieste saranno coperte. Ci assicureremo che questo accada e chiediamo che la distribuzione avvenga puntualmente e capillarmente. Rileviamo che, a fronte di un numero di somministrazioni in aumento rispetto allo scorso anno, non è aumentato il numero totale di dosi acquistate, che si attesta sugli 1,1 milioni (come nel precedente biennio: quando però c’erano distanziamento interpersonale e mascherine a contenere i contagi). La Giunta garantisce che tutta la popolazione target sarà comunque coperta, eventualmente ricorrendo a nuovi ordini verso le aziende farmaceutiche. La nostra attenzione sarà massima affinché non si verifichino ritardi nella distribuzione né si aprano “finestre”, pur brevi, di mancata copertura. L’influenza – tra le prime dieci cause di morte in Italia – coinvolge ogni anno tra 4 e 12 italiani su cento. Gli esperti si aspettano, per i prossimi mesi, un virus particolarmente aggressivo, che colpirà una popolazione meno immunizzata dopo due anni durante i quali il virus influenzale si è manifestato in maniera meno diffusa rispetto al passato. Inoltre, dal momento che anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, una copertura vaccinale diffusa è fondamentale per aiutare il Sistema Sanitario a distinguere meglio tra casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi ai Pronto Soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.

Reumatologia, Piemonte indietro, ma può diventare un’eccellenza: ora parola alle Associazioni e stop al turismo sanitario

La nostra Regione può e deve colmare il gap con altre Regioni e diventare un modello a livello nazionale. Chiederemo che Anmar, Gils, Aapra, Les e Aisf siano presto audite in Commissione Sanità, per intraprendere un percorso condiviso e anche per verificare quanto la Giunta ha affermato in risposta alla mia interpellanza (per esempio in merito al fatto che sia o meno attivo il PDTA e in merito al reale coinvolgimento delle Associazioni nel Tavolo tecnico). Ora serve il massimo impegno anche per cancellare il fenomeno della mobilità extra-regionale dei piemontesi che cercano cure altrove.

Il Sistema Sanitario piemontese può e deve essere un esempio a livello nazionale nell’affrontare la sfida della Reumatologia, ma la strada da fare è ancora lunga, lunghissima: è arrivato il momento di dare la parola alle Associazioni che vivono il tema quotidianamente. Chiederò dunque l’audizione in Commissione Sanità delle realtà che di questa patologia si occupano quotidianamente e che la stessa Giunta ha citato rispondendo, poco fa in Aula, alla mia interpellanza: Anmar, Gils, Aapra e Les (oltre ad Aisf, non menzionata dalla Giunta). Fondamentale anche verificare il loro reale coinvolgimento nel Tavolo tecnico.

Le malattie reumatologiche colpiscono quasi un italiano su dieci (donne soprattutto) e rappresentano la seconda causa più frequente di disabilità. Due Associazioni su tre hanno ricevuto segnalazioni relative a licenziamenti o interruzione del rapporto di lavoro, a causa della patologia, della persona con malattia cronica e rara.

Con queste stesse realtà associative ci confronteremo per capire se le misure citate dalla Giunta (quanto è realmente aggiornata e operativa la rete PDTA? A che punto è lo sviluppo dei servizi? Qual è il reale coinvolgimento delle Associazioni nel Tavolo tecnico?) rispecchino il vero e rappresentino davvero una risposta efficace alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie. Chiediamo inoltre di recuperare il tempo perso a causa della pandemia, per quanto riguarda i protocolli e le riunioni del Tavolo tecnico. Chiediamo un cambio di passo e l’inizio di un dialogo e di un percorso che dovrà includere, anche, l’approvazione di una Legge Regionale. La nostra Regione può dare risposte d’eccellenza, in grado tra l’altro di ridimensionare il fenomeno del turismo sanitario, attualmente consistente.

A proposito del riferimento alla scuola di specialità che dovrebbe sorgere al Mauriziano, vigileremo affinché questa progettualità non si interrompa e diventi anzi in punto importante per la reumatologica. Anche il Piemonte deve avere finalmente la sua scuola di specialità, in grado di formare fornire adeguate figure professionali.

A cinque anni dall’approvazione della Delibera sui PDTA in Reumatologia e dalla costituzione della Commissione regionale per la cura del paziente affetto da patologia reumatica, chiediamo infine di velocizzare i tempi affinché sia presto e davvero implementata la componente specialistica reumatologica nel sistema informatico “Portale Medici e Pediatri Regione Piemonte”, sul quale già attualmente insiste la gestione del diabete.

Vaccini, ora a scarseggiare sono gli antinfluenzali

Virus mai così aggressivo da anni a questa parte: le dosi disponibili e quelle in arrivo basteranno per tutti i piemontesi? Lo chiederò domani alla Giunta Cirio con un Question Time in Consiglio Regionale.

C’è un problema che molti medici di famiglia stanno denunciando: per soddisfare le richieste dei propri assistiti, avendo esaurito i vaccini a disposizione, hanno provato a ordinare nuove dosi: senza successo. Un campanello d’allarme da non ignorare, dal momento che la questione è delicata. Domani chiederò alla Giunta, con un Question Time appena presentato, se e in che tempistiche arriveranno nuove dosi in numero adeguato per soddisfare le richieste dei Medici di Medicina Generale e consentire ai piemontesi di proteggere se stessi e chi li circonda. I numeri parlano chiaro: L’influenza – tra le prime dieci cause di morte in Italia – coinvolge ogni anno tra 4 e 12 italiani su cento. A un mese abbondante dall’inizio della campagna vaccinale, sono state consegnate in Piemonte meno di 700 mila dosi (dato aggiornato al 24 novembre), in base ai cinque tipi disponibili. Altre 20 mila dosi di rinforzo dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Gli esperti si aspettano, per i prossimi mesi, un virus particolarmente aggressivo, che colpirà una popolazione meno immunizzata dopo due anni durante i quali il virus influenzale si è manifestato in maniera meno diffusa del passato. Inoltre, dal momento che anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, una copertura vaccinale diffusa può aiutare il Sistema Sanitario a distinguere meglio i casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi ai Pronto Soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.

INTERPELLANZA – Rete Reumatologica e PDTA in Reumatologia, a che punto è il Piemonte?

Premesso che:

  • la realizzazione di un Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per le malattie reumatiche infiammatorie e auto-immuni nasce dalla necessità di standardizzare criteri condivisi per la diagnosi, terapia ed assistenza dei pazienti affetti da tali malattie;
  • il PDTA rappresenta uno strumento fondamentale che, attraverso la collaborazione multiprofessionale e multidisciplinare, consente di:

a) identificare gli attori responsabili ed i rispettivi ruoli all’interno del percorso di cura;
b) uniformare il più possibile le modalità e l’efficacia delle cure prestate ai malati reumatici sull’intero territorio nazionale;
c) dare ai pazienti una opportunità di cura sempre nelle fasi precoci delle malattie reumatiche; ridurre i tempi di attivazione delle procedure ed abbattere le liste di attesa;
d) definire le attività da svolgere e gli indicatori di monitoraggio;
e) scambiare informazioni;
f) ridurre i costi impressionanti che gravano sul Sistema Sanitario Nazionale dovuti alla diagnosi tardiva delle malattie reumatiche.

  • la realizzazione di un PDTA permette quindi di definire in modo chiaro e condiviso un percorso di cura in grado di:

a) garantire una diagnosi precoce;
b) effettuare una valutazione multidimensionale del bisogno di salute;
c) integrare la pluralità degli interventi;
d) garantire l’appropriatezza delle prestazioni;
e) migliorare la qualità dell’assistenza;
f) garantire la presa in carico del paziente senza frammentazione del percorso;
g) gestire correttamente la patologia riducendo le complicanze;
h) garantire equità di accesso ai trattamenti sul territorio nazionale;
i) garantire una maggiore sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.

Dato atto che:

la Delibera del 1 giugno 2018, n. 36-6977 avente oggetto “Recepimento Accordo Stato Regioni del 14/4/2016, per assegnazione alle Regioni risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi del PSN anno 2016, art. 1, c. 34 e 34 bis della L. 23/12/96 n. 662 e smi. Approvazione delle schede di progetto relative alle risorse vincolate per l’anno 2016 assegnate con DDGR 35-3152 del 11.4.16 e n. 42-4921 del 20.4.17 e presa d’atto rendicontazione schede di PSN dei progetti 2015” ha disposto tra le varie linee progettuali anche la “Linea progettuale 2. Sviluppo dei processi di umanizzazione all’interno dei percorsi assistenziali” avente titolo “PDTA in Reumatologia: sviluppo della rete reumatologica piemontese” per una durata pari a 36 mesi (2016-2018).

Rilevato che:

  • è emerso da varie fonti che dopo oltre cinque anni dall’avvio del progetto sopra indicato le patologie reumatiche non abbiano ancora dei PDTA validati e condivisi, mentre la rete reumatologica sembra ferma alla linea di partenza solo con il censimento delle strutture (non suddivise in Hub, Spoke e ambulatori);
  • in alcune Regioni d’Italia vi sono già reti reumatologiche attive da diverso tempo: Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Veneto e altre.

Osservato che:

  • una buona rete reumatologica è un importante strumento di governance in quanto da essa, attraverso una piattaforma informatica che collega le strutture reumatologiche di livelli diversi, può realizzare uno scambio di esperienze e di dati necessari per l’elaborazione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali che siano più appropriati nella gestione del paziente reumatologico;
  • la rete risulta fondamentale anche nel monitoraggio della somministrazione dei farmaci biologici nell’ottica di una maggiore ottimizzazione del rapporto costi/benefici di tali terapie innovative;
  • la rete consente un più equo accesso ai servizi e una più ricca raccolta dati necessaria ad alimentare le informazioni dei registri di patologia ed eventuali progetti di ricerca;
  • la rete di patologia incontra i programmi di territorializzazione e della valorizzazione del medico di medicina generale.

Constatato che:

  • è evidente quindi la necessità crescente di utilizzare tutti gli “strumenti di governance” che consentano di rispondere allo stesso tempo alle urgenze e criticità espresse dai pazienti, garantendo qualità ed uniformità di cure su tutto il territorio nazionale;
  • uno degli strumenti che maggiormente risponde a queste necessità, in particolare quando si parla di patologie croniche, è rappresentato dal PDTA.

Considerato che:

  • in Italia le malattie reumatiche colpiscono più di cinque milioni di abitanti, cioè quasi un decimo della popolazione, con predilezione per le donne in misura di oltre 3 volte superiore agli uomini;
  • le malattie reumatiche costituiscono la seconda causa più frequente di disabilità dopo le malattie cardiovascolari;
  • l’incidenza delle malattie reumatiche aumenta di anno in anno e le conseguenze per le persone affette da tale patologia sono preoccupanti.

Considerato, inoltre che:

  • è fondamentale dare un ruolo da protagonista alla rete reumatologica piemontese nella definizione del percorso di ura per le patologie reumatiche, con lo scopo di ottimizzare ed uniformare in ambito metropolitano il processo di gestione del paziente reumatologico;
  • la rete risulta quindi fondamentale nel processo di miglioramento della qualità di vita dei malati reumatologici e onseguentemente nella riduzione dei costi sociosanitari delle patologie di cui sono affetti, che nel caso delle patologie reumatologiche sono elevatissimi.

Appurato che:

il 63% delle Associazioni ha ricevuto segnalazioni relative a licenziamenti, mancati rinnovi di contratti lavorativi o interruzioni del rapporto di lavoro della persona con malattia cronica e rara, proprio a causa della propria patologia.

Rilevato, altresì che:

  • a ottobre 2019 la Regione Abruzzo ha deciso di istituire un tavolo tecnico, insediato al Dipartimento Sanità, per individuare percorsi immediati per la presa in carico e la terapia dei pazienti;
  • anche altre Regioni come la Lombardia e la Calabria hanno istituito dei Tavoli tecnici operativi specifici.
    Tenuto conto che:
  • per poter arrestare la malattia ai primi stadi è necessario ottenere una diagnosi e una terapia precoce, quindi il malato reumatico deve poter disporre di una organizzazione sanitaria integrata sul territorio di residenza, organizzata a più livelli, che veda collaborare fianco a fianco il MMG (medico di medicina generale) e gli specialisti: il reumatologo, l’ortopedico, l’immunologo, il dermatologo, lo psicologo e altre figure professionali opportune per un’adeguata attività multidisciplinare;
  • è il medico di medicina generale infatti, che deve avere un sospetto precoce ed inviare allo specialista il potenziale malato reumatico.

Valutato che:

  • è indispensabile una fotografia del reale, dalla quale partire per una ristrutturazione generale della reumatologia
    piemontese, che consenta di razionalizzare la distribuzione della specialità sul territorio, eliminando al
    massimo la mobilità extra-regionale e, conseguentemente, riacquisendo il totale controllo della spesa e
    dell’appropriatezza delle prescrizioni diagnostiche, terapeutiche, di ricovero e riabilitative;
  • è importante rivedere la distribuzione dei farmaci biologici da parte dei centri privati convenzionati: un accesso
    equo alle cure sul territorio regionale ridurrebbe le liste d’attesa e la conseguente mobilità interregionale;
  • il fine è quello di contribuire al miglioramento della tutela per le persone affette da malattie croniche,
    riducendone il peso sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorando la qualità di vita,
    rendendo più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza e assicurando
    maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini;

INTERPELLA

la Giunta regionale per sapere:

  • se il progetto indicato e finanziato dalla Delibera n. 36-6977 del 1 giugno 2018 “Linea progettuale 2. Sviluppo dei processi di umanizzazione all’interno dei percorsi assistenziali” avente titolo “PDTA in Reumatologia: sviluppo della rete reumatologica piemontese” si è concluso e con quali risultati;
  • a che punto è il PDTA per le malattie reumatiche;
  • se esiste una piattaforma informatica dedicata alla rete reumatologica e sia dotata di idonei software che permettano il collegamento e lo scambio di informazioni tra le varie strutture regionali;
  • chi sono i riferimenti medici e Associativi coinvolti nel Coordinamento regionale Associazioni malati cronici;
  • se esiste anche in Piemonte, come nelle altre Regioni, un Tavolo tecnico e chi partecipa alle riunioni e con quale cadenza;
  • cosa intende fare questa Regione per adeguarsi al resto d’Italia e migliorare la qualità di vita dei malati reumatologici e conseguentemente ridurre i costi sociosanitari delle patologie di cui sono affetti, che nel caso delle patologie reumatologiche sono elevatissimi.

QUESTION TIME – Campagna di vaccinazione antinfluenzale: le dosi in arrivo basteranno per tutti i piemontesi?

Premesso che:

  • l’influenza si colloca tra le 10 principali cause di morte in Italia (ogni anno interessa tra il 4 ed il 12% della popolazione italiana);
  • l’influenza rappresenta un problema di sanità pubblica che può essere contrastato con il vaccino: strumento efficace per prevenire la malattia e le sue complicanze;
  • in Piemonte la Campagna vaccinale contro l’influenza è iniziata il 24 ottobre. E’ condotta con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta e con le Farmacie che ne abbiano fatto richiesta (e che rispondano a definiti criteri organizzativi e strutturali).

Rilevato che:

  • la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente alle persone dai 60 anni in su, a chi soffre di patologie gravi (malattie renali, cardiache, respiratorie, epatiche, diabete), a soggetti ricoverati in strutture per lungodegenti, a donne in gravidanza e donatori di sangue;
  • è consigliata anche a chi svolge attività lavorative di interesse collettivo o a chi potrebbe trasmettere l’influenza a persone ad alto rischio di complicanze.

Constatato che:

  • la strategia della Campagna vaccinale non consiste nel ridurre la circolazione del virus vaccinando tutta la popolazione, bensì nel vaccinare le categorie di soggetti a rischio per evitare complicanze legate all’influenza.

Verificato che:

  • in data 18/07/2022, a seguito dell’espletamento di procedura aperta (gara 20-2022), sono stati sottoscritti gli Accordi Quadro, a favore delle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Piemonte, dell’Azienda USL Valle d’Aosta e dell’ASREM Molise, per la fornitura di vaccini antinfluenzali per la campagna di vaccinazione 2022-2023;
  • al 24 novembre sono state consegnate in Piemonte quasi 700 mila dosi, in base ai cinque tipi disponibili;
  • dovrebbero arrivare nei prossimi giorni altre 20 mila dosi di rinforzo.

Appurato che:

  • da fonti giornalistiche è emerso che diversi medici di famiglia per soddisfare le richieste dei propri assistiti, avendo esaurito i vaccini a loro disposizione, nei giorni scorsi non siano riusciti a ordinare delle nuove dosi.

Osservato che:

  • dai primi monitoraggi i casi di sindrome influenzale quest’anno risultano in crescita;
  • il Piemonte è tra le Regioni che hanno l’incidenza più alta.

Considerato che:

  • l’influenza quest’anno sarà più aggressiva. Non tanto per i sintomi, ma per il fatto che da due anni l’influenza si è manifestata meno (grazie al distanziamento e all’uso delle mascherine) e le persone sono meno immunizzate;
  • non si sa ancora quando l’influenza raggiungerà il picco massimo, ma in ogni caso, il momento migliore per vaccinarsi è tra novembre e dicembre;
  • anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, vista la somiglianza tra i sintomi, una copertura vaccinale diffusa può aiutare il sistema sanitario a distinguere meglio i casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi al pronto soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.

Interroga l’Assessore per per sapere se l’arrivo delle nuove dosi basterà a soddisfare le richieste dei Medici di Medicina Generale e consentire ai cittadini di ricevere il vaccino e proteggere così se stessi e chi li circonda.