Se non si autorizzano i Volontari a circolare anche con auto private rischiamo carenze di personale presso gli hub vaccinali.
Smog, giorni da semaforo rosso, con il blocco del traffico confermato a Torino e in altri Comuni: il Volontariato continua a non essere esplicitamente menzionato tra le esenzioni indicate dalla Regione Piemonte. In una fase di recrudescenza del virus e di necessità di accelerare con la campagna vaccinale, chiediamo che la Regione Piemonte autorizzi esplicitamente i Volontari a muoversi anche, in caso di necessità, con mezzi propri per raggiungere gli hub vaccinali e gli altri luoghi della propria attività volontaria. Non possiamo permetterci che un gran numero di Volontari rinunci a uscire, fatto che si risolverebbe in una carenza di personale presso gli hub vaccinali.
Depressione e ansia sono le problematiche più diffuse, crescono in maniera preoccupante i disturbi legati all’alimentazione: ma i servizi di salute mentale della nostra Regione, sottodimensionati, non sono in grado di far fronte a questa emergenza nell’emergenza, esplosa a partire da marzo 2020.
I dati – confermati dalla Giunta Regionale rispondendo, nella seduta di ieri del Consiglio, a una mia interpellanza sul tema – sono di immediata interpretazione: la pandemia da Covid-19 ha portato a un aumento di circa il 28% dei disturbi mentali a livello regionale da marzo 2020 a oggi. Depressione e ansia fanno registrare la crescita più evidente. Crescono in analoga proporzione anche i disturbi legati all’alimentazione, che colpiscono ragazze e ragazzi in età sempre più giovane.
Per fortuna, cresce in parallelo anche la consapevolezza, tanto che molte delle persone colpite si stanno rivolgendo o si rivolgeranno in un prossimo futuro ai servizi di salute mentale.
Il nostro Sistema Regionale, tuttavia, al momento è ben lungi dall’essere strutturato per resistere a questo impatto. Il primo elemento di debolezza è il sottodimensionamento dei servizi di salute mentale, con il numero di psichiatri, psicologi e operatori sanitari in costante decrescita. Il secondo è la scarsità di strutture e posti letto.
L’unica via per colmare lo iato tra domanda e offerta è la volontà di investire da parte della Regione. Lo chiediamo con forza anche l’indomani della discussione a Palazzo Lascaris della nostra più recente interpellanza sul tema, avendo ricevuto dalla Giunta Cirio solo vaghi riferimenti a un’ipotetica riapertura, per esempio, del Reparto Psichiatrico di Diagnosi e Cura del Mauriziano, Reparto chiuso a marzo 2020 e mai più riaperto. I pensionamenti e l’impiego del personale infermieristico hanno ulteriormente impoverito la disponibilità di risorse umane.
La risposta alla mia interpellanza sull’argomento è stata completamente priva di qualsiasi riferimento alla cifra economica da stanziare per questo obiettivo. Il Programma non è finanziato dal 2014 e le risorse rimaste non dureranno a lungo. Presenterò un Ordine del Giorno collegato al Bilancio di Previsione per permettere la continuità e l’estensione a nuovi minori beneficiari di questo Programma di Assistenza, per il quale il Piemonte si è distinto in questi anni.
Assistenza sanitaria in favore dei minori provenienti da Paesi in via di sviluppo: una tipologia di intervento per la quale la nostra Regione si è distinta in questi anni. Ho appena chiesto in Consiglio Regionale se sia intenzione della Giunta Cirio continuare a garantirla. Ne ho ricevuto in risposta generiche affermazioni di principio e il proposito di assicurare la continuità delle cure per i bambini già presi in carico. Non è assolutamente emersa, invece, la quantificazione delle risorse economiche che saranno destinate a bilancio per questo obiettivo, quantificazione che pure era oggetto di una delle domande della mia interpellanza. Nessuna indicazione esatta neppure sulle modalità di azione previste. Senza questi dati diventa difficile credere alle promesse, generiche e fumose, della Giunta. Risulta perlomeno incoerente affermare di voler portare avanti una progettualità e poi non finanziarla.
Ho inoltre chiesto il rinnovo del protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Comune di Torino e Città della Salute per l’attuazione del Programma di Assistenza Sanitaria a Favore di Minori Provenienti da Paesi in Via di Sviluppo, che ha permesso di garantire cure oncologiche e cardio-chirurgiche a 102 bambini e che non risulta finanziato dal 2014. Ci risulta che la Giunta sia stata più volte sollecitata a finanziare il Programma: ma nulla è più stato fatto. Un emendamento per l’incremento di 100.00 euro annui dei fondi per queste azioni di assistenza medica e sanitaria, nonché per l’estensione delle cure a nuovi minori presi in carico, è stato bocciato dalla Giunta. I minori già ammessi al programma necessitano di continuità nelle cure e i fondi residui non basteranno ancora per molto. Presenterò un Ordine del Giorno collegato al Bilancio di Previsione affinché questo capitolo sia nuovamente e adeguatamente finanziato.
Sconcertante “risposta” alla mia interpellanza sul tema, con focus sull’Ufficio Protesica Asl Città di Torino: totalmente elusa la mia domanda sul numero di persone che attualmente aspettano ausili, mentre in merito alle cause dei ritardi il commento è stato vago e generico. La promessa che “nei prossimi mesi si effettuerà una valutazione delle azioni correttive da intraprendere” non basta certo a rassicurare né noi né i cittadini.
In una fase storica nella quale capita che un cittadino piemontese affetto da patologia motoria SMA di tipo 2 debba attendere mesi e mesi per veder soddisfatta la propria richiesta di un materasso ortopedico e nella quale una cittadina ipovedente, nonostante plurimi solleciti, deve aspettare tempi biblici per entrare in possesso della barra braille richiesta, indispensabile per utilizzare il pc, risulta ancora più grave che le domande presentate sul tema da un Consigliere alla Giunta con un’interpellanza non ricevano risposta. Le segnalazioni che ci sono arrivate sono numerosissime.
Proprio questo è appena successo con la mia interpellanza in merito alle “Lunghe attese per gli utenti – Ufficio Protesica Asl Città di Torino”. Inconcepibile ricevere, mesi dopo aver presentato l’atto, poche e vaghe righe di replica, senza un dato che sia uno sulle ragioni specifiche dei ritardi e sul numero di utenti in attesa. Senza dati precisi è impossibile programmare politiche efficaci.
Capiamo la preoccupazione dei cittadini che attendono carrozzine, letti, montascale, video ingranditori, protesi e ausili tecnologici diversi.
Se le interpellanze non bastano, utilizzeremo lo strumento dell’accesso agli atti. Non è questo il rispetto che ci aspettiamo non solo verso i Consiglieri di Minoranza, ma anzitutto verso i piemontesi. Sapere che l’Assessore si occuperà del tema “nei prossimi mesi” è a sua volta molto preoccupante, perché la questione è urgente e il problema drammatico. Proprio con la protesica, infatti, possiamo garantisce una qualità della vita migliore a tanti cittadini.
Scoprire che questo è l’atteggiamento e questa è la conoscenza della materia (non fornire i dati significa ammettere implicitamente di non conoscerli) da parte della Giunta è semplicemente inaccettabile.
Sul territorio del Comune della cintura torinese, ATC ha attualmente nove appartamenti liberi in attesa di ristrutturazione: ci aspettiamo che siano assegnati in tempi ragionevoli ai cittadini in graduatoria. Ho presentato, sul tema, un’interpellanza in Consiglio Regionale del Piemonte.
Nel più recente Bando Casa pubblicato dal Comune di San Mauro (2018), risultano sul territorio del Comune 49 nuclei familiari in graduatoria, mentre altri 23 attendono di esservi inseriti. Risultano attualmente liberi, nelle disponibilità di ATC, nove appartamenti in attesa di ristrutturazione. Vogliamo sperare che i nove appartamenti liberi in attesa di ristrutturazione siano consegnati al Comune di San Mauro in tempi brevi e che la possibilità di assegnare queste unità abitative ai cittadini in graduatoria sia presa in considerazione, ai sensi della Legge regionale n. 3 del 17 febbraio 2010 articolo 22 bis.
I tempi necessari per l’assegnamento di una casa ATC libera sono spesso, purtroppo, molto lunghi, talvolta nell’ordine di grandezza delle settimane o dei mesi. Proprio durante le settimane di attesa si verifica la maggior parte delle occupazioni abusive. Questa è un’ulteriore ragione per accelerare i tempi e intervenire il prima possibile.