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Tag: Regione Piemonte

Fibromialgia, Osservatorio Regionale e PSDTA presto attivi

Piccola, ma importante buona notizia per i pazienti piemontesi.

Accogliamo come buona notizia il fatto che i Percorsi di Salute Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PSDTA) in materia di fibromialgia siano prossimi a essere completati e validati, come assicurato dalla Giunta rispondendo, poco fa in Aula, al mio Question Time sul tema. Sarà questo uno dei primi compiti dell’Osservatorio Regionale sulla Fibromialgia, che sarà istituito entro i prossimi 90 giorni. Auspichiamo inoltre che il Gruppo di Lavoro sia al più presto convocato dopo l’ultima riunione dello scorso settembre e che il documento finale recepisca le indicazioni delle Associazioni. Oggi si segna un passo importante dopo l’approvazione, il mese scorso, della Legge sulla Fibromialgia. Sono quasi due milioni le italiane e gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’alvo, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive), ansia, depressione, attacchi di panico sono tra i sintomi più diffusi. La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali.

Una Legge sui PEBA serviva

Ma avremmo preferito che il testo prevedesse risorse finanziarie specifiche.

È senz’altro una buona notizia che la Regione Piemonte si sia dotata di una Legge sui PEBA (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche). Da sempre consideriamo fondamentale questo tema e il Gruppo dei Moderati ha costantemente collaborato – come peraltro riconosciuto dal primo firmatario Valter Marin – nell’iter di approvazione di un testo, quello appena approvato dall’Aula, del quale la nostra Regione aveva assoluto bisogno e che ora può garantire il quadro normativo necessario per intervenire con tempismo ed efficacia. Fondamentale l’Articolo 7, che impone che il 2% dei finanziamenti regionali ai Comuni per opere pubbliche sia speso per l’adeguamento al PEBA che ogni Comune per legge avrebbe dovuto fare già da anni. La nostra convinzione è che l’accessibilità dei Comuni sia fondamentale sia per le persone con disabilità motoria, sia per le persone con ridotta mobilità, sia per i genitori che si muovono con i passeggini, sia per gli anziani. Il nostro impegno si è concentrato sull’accessibilità a tutti i livelli, dall’accessibilità del trasporto pubblico a quella dei luoghi di culto. La non partecipazione al voto da parte del Gruppo dei Moderati è motivata dalla scelta di non allocare risorse finanziarie specifiche, mentre altre Regioni hanno – a mio avviso giustamente – optato per una scelta differente. Ringrazio per l’accoglimento di alcuni miei emendamenti (7 sui 20 da me presentati), con i quali ho provato a dare un contributo alla redazione finale. Resta il rammarico per l’esclusione di ogni riferimento ai luoghi di culto, troppe volte ancora inaccessibili o non pienamente accessibili, a partire dal Duomo di Torino, sul territorio regionale. 

Il Governo ripristini i 25 milioni di euro per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare

Inserito tra gli atti da discutere in Consiglio Regionale del Piemonte il mio Ordine del Giorno che chiede alla Giunta di interloquire con il Governo per il ripristino dei fondi e la garanzia della continuità delle cure per i pazienti piemontesi.

Ritengo doveroso e urgente ripristinare i fondi nazionali destinati al contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, azzerati nella Legge di Bilancio 2024: ho dunque presentato un Ordine del Giorno che chiede alla Giunta Cirio di interloquire con il Governo per il ripristino di questi 25 milioni di euro e di garantire in ogni caso la continuità delle cure per i pazienti piemontesi. Ho chiesto e ottenuto l’inserimento del mio atto nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte. Lo scorso venerdì le Associazioni hanno manifestato in 29 piazze italiane, compresa piazza Castello a Torino, per chiedere il ripristino di queste risorse economiche. Da firmatario della prima delle tre Proposte di Legge confluite nel testo finale della Legge sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare” approvato lo scorso anno all’unanimità dal Consiglio Regionale continuo, con questo atto che mi auguro sia al più presto discusso, nel mio impegno a sostegno delle persone colpite dai disturbi alimentari e delle loro famiglie, nella convinzione che tutte le forze politiche possano e debbano collaborare nel contrasto del problema. Sono, secondo le stime, oltre 2 milioni in Italia le persone con disturbi dell’alimentazione. Anche in Piemonte la crescita delle proporzioni di questo fenomeno preoccupante è stata accelerata dalla pandemia, con circa 30mila casi accertati (il dato non include né stima il numero dei casi non diagnosticati).

Il rischio quotidiano degli autisti GTT

L’ennesimo episodio di aggressione – verificatosi a Torino questa mattina, documentato dal video girato in presa diretta e diffuso sui social – certifica il cronicizzarsi dell’emergenza. Piena solidarietà all’autista aggredito, che ha mantenuto la calma e ha gestito la situazione nella maniera migliore. Porterò nuovamente il tema della sicurezza sui mezzi GTT in Consiglio Regionale del Piemonte.

Dobbiamo prendere atto che, ormai, autisti e controllori dei mezzi GTT svolgono a tutti gli effetti un mestiere pericoloso e il violento tentativo di aggressione di questa mattina, con gravi insulti e minacce, ai danni di un autista della Linea 3 a Torino lo conferma. Il problema è ormai cronico, episodi simili si registrano con una frequenza sconcertante. Esprimo piena solidarietà all’autista aggredito e ribadisco l’impegno a portare nuovamente il tema della sicurezza del personale GTT in Consiglio Regionale del Piemonte.

Una “Culla per la vita” in ogni ospedale del Piemonte dotato di un reparto di pediatria

Sollevato per il fatto che Lorenzo ora sta bene, ribadisco la richiesta affinché simili episodi drammatici non si verifichino mai più.

Tra il dolore per la notizia dell’abbandono di un neonato in un cassonetto dell’immondizia a Villanova Canavese e il sollievo per il fatto che ora il bambino è salvo e sta bene, ribadisco la richiesta da me espressa in Consiglio Regionale con un OdG inserito all’ordine del giorno del Consiglio Regionale la scorsa primavera: si ponga rimedio all’attuale carenza di “Culle per la vita”, oggi disponibili in cinque sole località in Piemonte. Le “Culle per la vita”, se diffuse sul territorio in luoghi che garantiscano il massimo dell’anonimato, possono rappresentare un’alternativa a gesti estremi di disperazione, garantendo la sopravvivenza del bambino abbandonato e, alla donna o alla coppia, la certezza che in breve tempo il neonato incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura. Chiedo inoltre campagne di informazione adeguate, che coinvolgano i Comuni e che permettano di garantire alle madri e alle coppie piemontesi la piena consapevolezza di questa possibilità. Le “Culle per la vita” sono concepite per permettere alle madri in difficoltà di lasciarvi, protetto e sicuro, il proprio neonato. Sono pensate per garantire un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino. L’anonimato della mamma che ha preso la decisione di lasciare il suo bambino è rigorosamente garantito. Si trovano in luoghi facilmente raggiungibili (cinque in Piemonte: Asti, Biella, Casale, Giaveno e Torino) e sono dotate di riscaldamento, chiusura di sicurezza, rete con il servizio di soccorso medico, presidio di controllo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.