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Tag: Regione Piemonte

Presidio Valletta, buone notizie

La Giunta risponde al mio Question Time e garantisce: «In via Farinelli a Torino servizi sociosanitari non solo mantenuti, ma incrementati». Ci assicureremo che così sia, nei tempi previsti e promessi.

«Non solo in via Farinelli a Torino i servizi sociosanitari saranno mantenuti, ma saranno incrementati.»

Accolgo con sollievo la risposta della Giunta al mio Question Time sul futuro del Presidio Valletta, quartiere Mirafiori Sud. Ai residenti garantisco, da parte mia, impegno assoluto e scrupolosa attenzione affinché alle parole seguano i fatti, secondo i dati elencati dallo stesso Assessore Icardi, che ha definito «significativo» il miglioramento assistenziale assicurato ai cittadini con l’incremento promesso di posti letto di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (CAVS). La trasformazione di tutti i 177 posti letto disponibili in letti CAVS andrà a beneficio di tutti gli Ospedali metropolitani e contrasterà il sovraffollamento dei Pronto Soccorso. Resteranno pienamente operativi il Centro Diurno Integrato per Anziani non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti, i due hospice, la sede poliambulatoriale e la palestra per la fisioterapia.

Altri servizi saranno implementati: entro fine dicembre saranno terminati i lavori per la COT Fornitura Protesica/Integrativa, entro un mese cominceranno i lavori per la realizzazione dell’Ospedale di Comunità (che sarà pronto entro il 31 dicembre 2025), entro metà 2024 cominceranno i lavori per la realizzazione di una Casa di Comunità (pronta entro il 31 dicembre 2026).

L’impegno dei Moderati continua e ci assicureremo che progettualità e tempistiche siano scrupolosamente rispettate. I residenti di Mirafiori Sud, che da anni vedono il proprio quartiere depauperato di diversi servizi sia pubblici sia privati, si aspettavano rassicurazioni in merito a quello che è stato in tutti questi anni un punto di riferimento. Dopo il mio sopralluogo sul posto giovedì scorso, tornerò prossimamente a incontrare e ad aggiornare i cittadini.

Subito un tavolo assessorile per il monitoraggio dell’applicazione della Legge sui PEBA

E il Governo preveda ulteriori risorse per la realizzazione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche: saremo in grado, con queste due misure, di compiere altri passi avanti verso l’accessibilità nei Comuni del Piemonte. Appena discussa in Consiglio Regionale del Piemonte la mia interpellanza sul tema.

Ho presentato una proposta dopo la discussione, poco fa in Aula, della mia interpellanza sul tema dei PEBA: si apra un tavolo di lavoro interassessorile con il compito di identificare quali siano, tra i 1.180 comuni piemontesi, quelli che hanno già assunto i piani di eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA). Se è un dato soddisfacente quello riferito dalla Giunta in risposta al mio quesito (ben 377 Comuni hanno presentato domanda e oltre 130 richieste sono state finanziate, fino all’esaurimento degli 865mila euro a disposizione per l’adozione dei PEBA), mi auguro che ora il Governo metta a disposizione altre risorse per questo obiettivo (con altri 700mila euro saremmo stati in grado di coprire tutte le richieste presentate lo scorso 29 settembre dai Comuni del Piemonte). Senza dati oggettivi e senza parametri quantitativi misurabili è impossibile immaginare politiche efficaci: ecco dunque provata l’urgenza di istituire un tavolo assessorile in grado di portare avanti l’opera di monitoraggio e di mappatura dello stato dell’arte presso i restanti 803 Comuni del territorio regionale. La Legge sui PEBA, del 1986, ha introdotto l’obbligo per le Amministrazioni di adottare Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche esistenti negli edifici pubblici non ancora adeguati alle prescrizioni che ne prevedono l’eliminazione; nel 1992 è stata estesa l’applicazione dei PEBA agli spazi urbani, garantendo così la libertà di spostamento sul territorio alle persone con ridotta capacità motoria. Non sarebbe perdonabile rinunciare alla completa e concreta applicazione di strumenti giuridici così utili.

Presidio Valletta (via Farinelli a Torino): quali servizi saranno delocalizzati, quali mantenuti e quali implementati?

Lo chiederò domani alla Giunta con un Question Time appena presentato. Giovedì scorso ho incontrato, sul posto, i residenti di Mirafiori Sud, facendomi carico delle loro preoccupazioni.

Presidio Valletta a Torino: quali servizi sanitari e sociosanitari saranno delocalizzati? Quali, invece, saranno mantenuti e quali implementati? Il futuro del Presidio Antonio Valletta di via Arturo Farinelli 25 a Torino è l’argomento del Question Time che ho appena presentato e che discuterò in Consiglio Regionale del Piemonte durante la seduta di domani. La RSA interna al complesso è destinata alla chiusura e sarà trasformata in Centro di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria: un’operazione che si inserisce nel più ampio progetto di ristrutturazione dell’intero Presidio. I residenti di Mirafiori Sud, che da anni vedono il proprio quartiere depauperato di diversi servizi sia pubblici sia privati, vogliono rassicurazioni in merito a quello che è stato in tutti questi anni un punto di riferimento e che si aspettano possa garantire anche in futuro servizi sanitari e sociosanitari di qualità e facilmente raggiungibili. Dopo il mio sopralluogo sul posto giovedì scorso, porto all’attenzione della Giunta questo urgente tema, per dare risposte ai residenti.

Una famiglia numerosa su 4 in condizioni di povertà

I dati ISTAT appena pubblicati fotografano una situazione preoccupante a livello nazionale e confermano l’urgenza di intervenire, a ogni livello istituzionale, a favore della famiglia. Sostenere chi mette al mondo dei figli, costruendo il futuro di tutti, dovrebbe essere la priorità a ogni livello politico. Come Moderati, da cinque anni ci stiamo impegnando, su questo tema, in Consiglio Regionale.

Il 22,3% delle famiglie con più di due figli minori è in condizioni di povertà: quasi una su quattro. Lo certifica l’ISTAT, con dati appena pubblicati nell’ambito del “Report Povertà”. Questi numeri rappresentano non soltanto una fonte di grande preoccupazione, ma un implicito appello affinché si agisca con assoluta urgenza a tutti i livelli istituzionali. 

C’è ancora qualcuno che pensa che non sia adesso il momento di veicolare tutto lo sforzo possibile a sostegno delle famiglie? Ci aspettiamo che il sostegno a favore di chi, mettendo al mondo dei figli, sta investendo e costruendo il futuro sia la priorità della politica, dai Comuni alle Regioni allo stesso Governo. Gli ambiti di intervento possibili sono molteplici, dagli asili nido al sostegno finanziario, dalla tassazione alle misure di conciliazione famiglia-lavoro.

Come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte stiamo provando, da quasi cinque anni, a fare la nostra parte. Sarà presto discusso il mio Ordine del Giorno con il quale chiedo contributi per l’acquisto di servizi di baby-sitting, misura che potrà essere estesa anche ai servizi di assistenza familiare. Note sono le battaglie portate avanti in Aula per il sostegno di chi decide di iscrivere i propri figli a una Scuola Paritaria e, in generale, per ridurre gli innumerevoli ostacoli che i piemontesi che desiderano mettere al mondo dei figli devono superare.

I dati rivelano un altro fatto lampante: nel nostro Paese, ogni famiglia ha in media 1,3 figli, ma ne desidererebbe almeno 2 (fonte: Osservatorio Nazionale sulla Famiglia). La forbice tra speranza e possibilità si riduce con la buona politica: solo così potremo uscire dall’inverno demografico.

Accesso anticipato e gratuito al programma Prevenzione Serena se c’è un caso di tumore al seno in famiglia

Approvato all’unanimità il mio Ordine del Giorno che lo chiede: un risultato importante, proprio nella giornata nella quale il Consiglio Regionale sostiene la campagna “Life is Pink” di Candiolo. Una forma su cinque di neoplasia al seno è definibile “familiare”, mentre il 5-10% è dovuto a una predisposizione ereditaria: per queste ragioni è fondamentale consentire l’immediato accesso al programma alle figlie di donne con questa diagnosi.

Il Consiglio Regionale dice sì: è stato approvato all’unanimità, con 37 voti a favore su 37, il mio Ordine del Giorno che impegna la Giunta ad adoperarsi per garantire l’accesso gratuito al programma “Prevenzione Serena” anche prima della fascia d’età prevista per tutte le figlie di donne alle quali sia stato diagnosticato un tumore della mammella: il 20% circa di tutte le diagnosi, infatti, può definirsi “forma familiare”, mentre fino a una diagnosi su dieci è attribuibile a una predisposizione ereditaria. Significativo che il mio atto sia stato approvato proprio oggi, a pochi giorni dalla “Giornata Internazionale contro il Cancro al Seno” e in concomitanza con il sostegno espresso dall’intero Consiglio Regionale a “Life is Pink”, campagna di prevenzione, sensibilizzazione e raccolta fondi per la lotta contro i tumori femminili promossa dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, tema al quale è dedicato l’intero mese “rosa” di ottobre. Un ottimo risultato su un argomento che ha sempre visto l’impegno del Gruppo Consiliare dei Moderati.

Aumentare l’impegno e le risorse in tema di prevenzione è fondamentale, dal momento che è proprio grazie alla diagnosi precoce che si sono registrati dati in miglioramento dalla fine degli anni ’90 a oggi, con una continua tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8% annuo). Deve essere affrontato il tema del recente calo, in Piemonte, delle percentuali di adesione agli screening della mammella, scese dal 55% del 2018 al 43% del 2022.

Anticipare il momento di inizio delle eventuali cure è importantissimo in un campo nel quale la tempestività è una variabile cruciale. Prevenzione Serena è il programma organizzato di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto messo a punto dalla Regione Piemonte: si rivolge attualmente alle donne di età compresa tra 45 e 75 anni.