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Tag: Economia

La Gigafactory non sarà a Torino: da oggi il nostro territorio è un po’ più periferico

Amarezza e delusione per la sconfitta di Torino nella partita-Gigafactory.

La Giunta Appendino e la Giunta Cirio non sono state in grado di interloquire con il Governo e con l’azienda in maniera abbastanza convincente ed efficace da portare a casa un risultato diverso dall’ennesima batosta per il nostro territorio. Altra occasione gettata al vento: il ritorno in termini economici, occupazionali e di sviluppo sarebbe stato enorme. Torino e il Piemonte sono, oggi, un po’ più periferici rispetto alla parte che economicamente conta del nostro Paese. Faccio mie le parole dell’Arcivescovo Nosiglia, che parla di urgenza di varare una politica industriale condivisa e sottolinea come una città divisa non possa che perdere.

Kastamonu riapre a Frossasco: buona notizia, se saranno rispettati regole, salute e ambiente

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: voci preoccupate si stanno alzando relativamente all’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e a proposito del progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Tutte le valutazioni siano fatte, da parte delle Istituzioni, nella maniera più scrupolosa e ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso: queste le mie richieste alla Giunta Regionale, con un’interpellanza appena discussa a Palazzo Lascaris. Prossimamente un mio analogo atto sarà discusso anche in Città Metropolitana: ci auguriamo che l’attenzione di entrambi gli Enti sia massima per la difesa dell’ambiente e della salute dei residenti. Come Moderati, da sempre vicini a chi fa impresa, non vogliamo più dover scegliere tra salute e sviluppo. Vigileremo in ogni sede.

Il progetto della riapertura della Kastamonu di Frossasco è, di per sé, una buona notizia. A patto, però, che salute e ambiente siano tutelati: cosa che ho chiesto poco fa alla Giunta Regionale con un’interpellanza e che chiederò anche in Città Metropolitana con un analogo atto presto discusso. Lo dobbiamo a chi, nell’area circostante l’azienda, risiede o gestisce la propria attività agricola o di allevamento.

I Moderati sostengono da sempre, come forza politica, chi fa impresa: siamo convinti che fare impresa in maniera matura significhi anche rispettare le norme e l’ambiente. È interesse della stessa Kastamonu liberare il campo da qualsiasi preoccupazione. Chiediamo alle Istituzioni che le valutazioni siano fatte nella maniera più scrupolosa e che ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso. Il nostro obiettivo è che questo nuovo insediamento produttivo si integri senza traumi nell’ecosistema sociale ed economico esistente.  

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Sono un’ottima notizia le possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima, a patto che la sicurezza e la salute dei residenti siano garantite e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato.  In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Chiediamo inoltre che siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.

Kastamonu riapre a Frossasco, buona notizia? Sì, a patto che siano tutelati salute e territorio

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: destano però preoccupazione l’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e il progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale e una in Città Metropolitana per assicurarmi che tutte le misure di sicurezza siano prese e che ambiente e salute siano opportunamente difesi.

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha infatti presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Una buona notizia per il territorio? Sì, alla luce delle possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima. A patto che la sicurezza e la salute dei residenti sia garantita e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato. Su entrambi i temi, vogliamo vederci chiaro. In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Ho presentato dunque due interpellanze, una in Consiglio Regionale del Piemonte e una in Consiglio Metropolitano, per avere un aggiornamento sui controlli e sulle misure necessarie per garantire sicurezza e salute, nonché sulle modalità di rilevamento dei dati sulle emissioni. Con i miei due atti chiedo inoltre se siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.

Crisi Embraco, la solidarietà non basta più

Fermo il progetto Italcomp, urge dare un futuro ai 400 dipendenti stamattina in piazza. Vogliamo sapere a che punto siano le trattative e che cosa stia facendo il Governo. Ribadiamo come Moderati la vicinanza ai lavoratori: ma adesso servono i fatti. Inoltre, la fine del blocco dei licenziamenti sarà una bomba sociale a orologeria pronta a esplodere: che cosa pensa di fare la Regione per disinnescarla?

Crisi Embraco, il 25 aprile, giorno dei licenziamenti, si avvicina rapidamente. I dipendenti, oggi in piazza, dell’azienda di Riva di Chieri sollecitano dalle Istituzioni un intervento immediato. Fermo attualmente il progetto Italcomp, che coinvolge anche i colleghi della Acc Wanbao, nel bellunese: ribadiamo la totale solidarietà e vicinanza ai dipendenti da parte del Gruppo dei Moderati, sapendo che ormai solidarietà e vicinanza non bastano più. Ora servono fatti. Ci auguriamo che il Governo agisca al più presto per salvare questi posti di lavoro, dietro i quali ci sono lavoratori che hanno avuto fin troppa pazienza e le loro famiglie.

Chiediamo poi un confronto in Commissione su tutte le crisi attualmente aperte a livello regionale. Inoltre, guardiamo con preoccupazione alla fine del blocco dei licenziamenti, che rischia di trasformarsi in una bomba a orologeria sociale. Da questa Giunta non abbiamo ancora sentito, sul tema, una parola su come intenda evitare o contenere l’esplosione. 

ORDINE DEL GIORNO – Impegno della Regione Piemonte per la reindustrializzazione dell’ex EMBRACO

Premesso che

– il Consiglio Regionale ha costantemente presidiato la vicenda dello stabilimento Embraco di Riva presso Chieri e dei suoi lavoratori, i quali hanno subìto prima l’abbandono industrialmente ingiustificato da parte della multinazionale Whirlpool, che ha voluto la dismissione del sito nonostante lo stesso realizzasse performance tecniche e organizzative adeguate alle sfide competitive del settore del compressore per la refrigerazione, e poi lo scempio fraudolento delle prospettive di riconversione da parte della società Ventures s.p.a. condotta al fallimento dalla mala gestiodi una proprietà sciagurata, come confermato anche dagli ordini del giorno n. 177 e n. 361 approvati all’unanimità nelle adunanze consiliari del 28 gennaio e del 21 luglio 2020;

– il 15 settembre 2020 in un incontro presso la Prefettura di Torino, il 2 novembre 2020 in un incontro presso la Prefettura di Belluno ed il 12 novembre 2020 in un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico svoltosi alla presenza, fra gli altri, della Regione Piemonte e della Regione Veneto, della Città Metropolitana di Torino e della Provincia di Belluno, dei Comuni torinesi e bellunesi coinvolti e delle Organizzazioni Sindacali nazionali e territoriali competenti, il Governo ha presentato un Progetto per la costituzione di una Newco denominata ItalComp, finalizzato alla costituzione di un campione industriale europeo nel settore del compressore per la refrigerazione domestica e commerciale attraverso l’integrazione in una medesima filiera produttiva dello stabilimento ex Embraco di Riva presso Chieri (TO) e dello stabilimento ACC di Borgo Valbelluna (BL), il primo dedicato alla produzione di almeno 8 milioni di motori elettrici per compressori e per altre applicazioni elettrodomestiche ed extra-eldom (nautica, scooteristica, biking, ecc.) e il secondo all’assemblaggio di 6 milioni di compressori;

– il Progetto ItalComp prevede investimenti per oltre 56 milioni di euro funzionali alla generazione a regime di un fatturato superiore ai 155 milioni di euro annui e di una redditività allineata alla media internazionale del comparto, attraverso la costituzione di una società mista pubblico-privata, partecipata – secondo il modello disegnato dall’art. 43 D.L. Rilancio mercé l’accesso al Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa – da Invitalia, dalle Regioni Piemonte e Veneto attraverso appositi veicoli finanziari e da soggetti imprenditoriali privati (fornitori, clienti, altri componentisti, ecc.);

– il Progetto è stato apprezzato da tutte le forze politiche e sociali e dalle categorie economiche che vi hanno riconosciuto un condiviso, coerente e innovativo intervento di politica industriale finalizzato a rafforzare la filiera italiana ed europea dell’elettrodomestico, sottraendola all’opprimente dipendenza tecnologica e commerciale dai grandi produttori orientali e orientato ai valori strategici dell’innovazione di prodotto, della qualità e della flessibilità del servizio, del presidio dei segmenti premium dei mercati internazionali, del ritorno in Italia delle attività produttive delocalizzate (il c.d. back-shoring), della partecipazione dei lavoratori e del radicamento comunitario;

– il Progetto esige, per la sua compiuta, efficace e tempestiva implementazione, la previa messa in sicurezza della società ACC, attualmente in amministrazione straordinaria, alla quale è affidata la missione di veicolare nel nuovo soggetto ItalComp i suoi assetindustriali affinché fungano da piattaforma industriale comune su cui innestare le attività produttive e le risorse occupazionali del sito ex-Embraco;

– ACC è oggi in una condizione industriale significativamente positiva (volumi di vendita e di produzione in forte crescita, avvenuto lancio di un nuovo compressore a velocità variabile apprezzato dal mercato; riconduzione in Italia delle produzioni e delle catene di approvvigionamento delocalizzate in Cina; ecc.), ma versa in una condizione di marcata fragilità finanziaria, essendo in stallo a causa dell’ormai irrecuperabile ritardo delle Autorità europee i finanziamenti previsti dalla Legge Prodi-bis che le sarebbero dovuti pervenire, e vede incombere nelle prossime settimane l’esaurimento della sua liquidità;

– il Governo italiano, per sopperire all’assenza dei fondi di matrice europea, si è impegnato, con il consenso delle Regioni Piemonte e Veneto, all’attivazione a favore di ACC di tutte le misure rese disponibili dal Temporary Framework (quali per esempio la Garanzia Italia predisposta dal Decreto Liquidità del 2020), così da consentirle la prosecuzione dell’attività industriale e l’assorbimento nel Progetto ItalComp, quale vettore della riattivazione del sito di Riva presso Chieri e della conseguente assunzione dei lavoratori attualmente sospesi in CIGS e destinatari della procedura di licenziamento collettivo a opera della curatela fallimentare di Ventures s.p.a.;

Considerato che

purtroppo, né gli istituti di credito già coinvolti nell’erogazione ad ACC dei finanziamenti di cui alla Legge Prodi-bis, né altri istituti di credito hanno ancora risposto positivamente – nell’esercizio doveroso della loro responsabilità sociale e della loro attenzione alle pressanti esigenze socio­economiche del territorio – alle sollecitazioni provenienti dal Governo, dalle Regioni Piemonte e Veneto, dalle Organizzazioni sindacali e dalle Associazioni datoriali, così finendo per mettere a repentaglio il salvataggio di due siti storici, già leader mondiali nel settore del compressore e accomunati dalla provenienza tecnologica di entrambi dalla torinese Aspera, e per compromettere il salvataggio e il rilancio di un simbolo – qual è Riva presso Chieri – della resistenza dei lavoratori e della comunità torinese tutta a pratiche inaccettabili di de-industrializzazione violenta e insensata;

Il Consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta regionale

1) a rivolgere un appello pressante a tutti gli istituti di credito che operano sul territorio, affinché si rendano protagonisti di una autentica e positiva alleanza industriale per il rilancio della filiera del settore elettrodomestico in Piemonte, in Veneto e in Italia focalizzata sulla valorizzazione delle competenze produttive nazionali e dunque affinché concedano senza alcun indugio, realizzando una compiuta e virtuosa operazione di sistema, i finanziamenti necessari ora all’ACC di Borgo Valbelluna e, in prospettiva, all’ItalComp incaricata di reindustrializzare lo stabilimento ex-Embraco di Riva presso Chieri, e ne garantiscano l’immediata accessibilità a tutela dell’occupazione e delle iniziative di produzione e di investimento in corso;

2) ad attivarsi presso i ministeri competenti al fine di ottenere la proroga degli ammortizzatori sociali o l’utilizzo della cassa integrazione per covid a favore dei lavoratori dello stabilimento ex Embraco di Riva presso Chieri o di altri stabilimenti che vengano a trovarsi nelle medesime condizioni;

3) a chiedere al Governo, e in particolare al competente Ministero dello Sviluppo Economico, di mantenere un costante raccordo informativo con la Regione Piemonte in ordine all’erogazione dei finanziamenti necessari alla messa in sicurezza di ACC e al lancio di ItalComp, con particolare riferimento a quelli attivabili nell’ambito del Temporary Framework e della Garanzia Italia, anche laddove siano coinvolte banche locali venete, nonché in ordine alla ricerca di concrete soluzioni per il mantenimento dei livelli occupazionali;

4) ad attivarsi presso il Governo affinchè solleciti con ancora più forza la Commissione europea;

5) a chiedere al Governo, e in particolare al competente Ministero dello Sviluppo Economico, l’impegno a procedere con il piano integrato di rilancio dell’ex Embraco e di ACC, indipendentemente dall’atteggiamento sinora non collaborativo della Commissione Europea, accelerando la procedura per la costituzione di ItalComp, con un capitale sociale formato per il 70% da risorse pubbliche come previsto dall’art. 43 D.L. Rilancio, per superare la logica di due disgiunti interventi di salvataggio e per realizzare invece un progetto integrato di politica industriale per la creazione del Polo italiano del Compressore.