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Abbattimento barriere architettoniche in case ATC, i fondi non bastano

Dal 2006 la Regione Piemonte non eroga finanziamenti specifici per effettuare gli interventi: le sole economie residue non bastano per coprire tutti i lotti e le richieste che provengono da inquilini con disabilità inferiore al 100% vanno “in coda”. Servono quasi 1,4 milioni per coprire le 154 richieste in attesa dal 2016. Non nascondo la mia preoccupazione e mi impegnerò in Comune e in Regione perché si trovino altre risorse. I dati sono forniti dall’Assessorato in risposta a una mia interpellanza sul tema appena discussa in Consiglio Comunale.

Un quadro allarmante e una significativa sproporzione tra il gran numero di interventi necessari e le scarse risorse: questa la situazione relativa ai necessari abbattimenti di barriere architettoniche nelle nostre case ATC. Sul tema ho appena discusso un’interpellanza in Consiglio Comunale. Se fino al 2006 la Regione Piemonte (presenterò un analogo atto anche a Palazzo Lascaris) destinava finanziamenti specifici per l’eliminazione di barriere architettoniche in edifici di Edilizia Sociale, da quasi quindici anni l’Agenzia può contare sulle sole economie residue, che bastano appena per i casi più urgenti Troppo poco, alla luce di un patrimonio immobiliare che risale, in gran parte, ai decenni passati, quando gli standard erano ben diversi. I tempi, per fortuna, sono cambiati: l’aspettativa di vita è aumentata e le carrozzine motorizzate, molto più ingombranti, sono sempre più diffuse. L’età media dei torinesi si sta a sua volta alzando: sono sempre più numerose le richieste di trasferimento da alloggi non accessibili a unità abitative prive di barriere architettoniche, cosa che, anche quando è concessa, richiede tempi lunghissimi. Le risorse che stiamo mettendo a disposizione per abbattere le barriere non sono sufficienti: al momento l’Agenzia sta dando priorità agli interventi richiesti da persone con disabilità al 100%, senza riuscire a coprire 154 richieste (importo stimato: 1,36 milioni di euro) da parte di inquilini con invalidità parziale. Urgono fondi per finanziare altri lotti di interventi. Spero che il tema sia messo all’ordine del giorno per i prossimi mesi, sia a livello comunale e sia a livello regionale. Una vera e completa accessibilità conviene a tutti e aumenta il valore economico degli appartamenti.

Corso Racconigi 25? Siamo fermi al palo

Ancora 161 i nuclei familiari che attendono di essere trasferiti lontano da un complesso abitativo che presenta criticità strutturali; cinquanta circa sono, in particolare, i proprietari che ancora attendono una proposta di permuta: al momento sono abbandonati a se stessi. A che punto siamo sulla tabella di marcia, dopo le promesse di luglio? Che cosa intende fare la Giunta Regionale? Discutendo poco fa in Consiglio la mia interrogazione sul tema di fatto non ho ottenuto risposta. E nel frattempo quei caseggiati stanno diventando ricettacolo di degrado e luogo di spaccio.  

Un lungo preambolo, un elenco fin troppo accurato di numeri già noti, una precisione elvetica nel puntualizzare cifre non strettamente attinenti al tema: tanto basta perché il tempo a disposizione passi quasi del tutto senza che l’Assessore Protopapa comunichi, leggendo la nota della collega Caucino, veri aggiornamenti. Questo è il riassunto della discussione a verbale, poco fa, della mia interrogazione sulle prospettive di trasferimento per chi abita nel complesso ATC di corso Racconigi 25 a Torino. Negli ultimi secondi dell’intervento c’è appena il tempo di far trasparire la cruda verità: ancora non siamo giunti a una conclusione.

Tutto il resto è dato di fatto: i colloqui – ne sono stati fatti pochi, pochissimi – sono fermi da un anno, i cinquanta (circa) proprietari privati, abbandonati a se stessi, che ancora non sono stati trasferiti attendono che sia per loro trovata in permuta un’alternativa valida. Tutto questo nonostante le promesse, lo scorso luglio, dell’Assessore Caucino.

Che vi siano criticità strutturali è noto da quasi tre anni. E ora il complesso edilizio, per metà disabitato, sta diventando ricettacolo di degrado, luogo di spaccio, deposito della mercanzia degli abusivi dell’antistante “minisuk”. Aumenta il rischio di occupazioni abusive. Ad oggi risultano liberati soltanto 189 alloggi, a fronte dei 350 totali.

I cittadini si sentono avviliti e scoraggiati, abbandonati a se stessi, lasciati senza risposte. Urge una soluzione: ho chiesto alla Giunta che la Regione si faccia parte diligente con ATC affinché sia trovata in tempi brevi.

Case ATC occupate? La Giunta Cirio non fa meglio della Giunta Appendino

Dopo l’imbarazzante (non) risposta della Sindaca ieri in Sala Rossa, oggi la replica sullo stesso tenore da parte dell’Assessore Marrone a una mia analoga interpellanza: nel frattempo i numeri salgono in maniera preoccupante (raddoppiando in meno di dodici mesi) e ancora non si vedono né progettualità né l’intenzione di risolvere il problema. Chi occupa abusivamente sta negando il diritto alla casa a chi, invece, ne avrebbe titolo.

Più che raddoppiati in meno di 12 mesi: sono gli alloggi ATC abusivamente occupati a Torino e provincia. Ho portato il tema, ieri e oggi, in Consiglio Comunale e Regionale con due interpellanze. Dopo l’imbarazzante (non) risposta ricevuta ieri a Palazzo Civico dalla Sindaca Appendino, ho ascoltato poco fa la replica sullo stesso tenore da parte dell’Assessore Marrone a Palazzo Lascaris. In entrambi casi ho posto questioni precise, relative per esempio alla situazione di via Aosta 31/37 a Torino. Ma da parte della Giunta Regionale non ho sentito nessuna risposta puntuale, né accenni a un cronoprogramma relativo alla restituzione dei 136 (il dato è probabilmente sottostimato) appartamenti abusivamente occupati sul territorio. Brutto inizio da parte di questa Giunta di centrodestra, dopo la grande retorica sul ritorno alla legalità portata avanti in campagna elettorale e dopo i tentativi di ridimensionare il problema, negli scorsi mesi, da parte dell’Assessora Caucino. Con la prossima fine della moratoria degli sfratti, l’emergenza abitativa rischia di diventare ancora più grave. Chi occupa abusivamente un appartamento sta negando il diritto alla casa a chi, invece, ne avrebbe titolo. Le persone in attesa di una casa sono migliaia. Al netto delle limitazioni oggettive imposte dall’emergenza COVID, preoccupa la totale assenza di prospettiva e progettualità sul tema delle case popolari da liberare dagli occupanti senza titolo: in quanto tempo e secondo quale progetto intendiamo risolvere il problema? Non è dato sapere. La Regione siede al Tavolo della Sicurezza, come peraltro anche ATC. “Sgomberi” e “Recupero delle case popolari occupate” restano vuoti slogan, ai quali non segue un’azione politica. I dati percentuali sono in allarmante crescita. I Moderati continueranno a impegnarsi sul tema, i cittadini ad attendere risposte.

L’ultima tendenza della Sindaca: negare i problemi che non è in grado di risolvere

Così ha provato a fare poco fa in Sala Rossa rispondendo alla mia interpellanza sulle occupazioni abusive nei complessi ATC di via Aosta 31/37 e di via Bologna 267: per Appendino “non risultano criticità”. Lo spieghi ai residenti, che fanno i conti quotidianamente con unità abitative occupate, degrado, sporcizia, aggressioni non solo verbali e tanti altri problemi. A otto mesi dal voto, questa Giunta ha ufficialmente alzato bandiera bianca.

Via Aosta 31/37 e via Bologna 267? Per la Sindaca Appendino è tutto sotto controllo. E le occupazioni abusive di appartamenti? E le masserizie accumulate nelle cantine? E il degrado? E le minacce ai residenti? E le aggressioni? E gli allacciamenti abusivi alla rete elettrica? Nulla. Va tutto bene, a sentire la risposta in Sala Rossa alla mia interpellanza. Le parole della Prima Cittadina: da un sopralluogo effettuato, cito letteralmente, queste criticità “non risultano”. Condividerò queste sue parole con i residenti: immagino che effetto faranno. Non mi era mai capitato prima, in anni da Consigliere in Sala Rossa, di ricevere una risposta così lapidaria e insieme così poco corrispondente al vero. La verità è che i residenti sono vessati e minacciati; è chiaro che, non essendo l’Amministrazione di risolvere il problema, sta provando a negarlo. Ma gli articoli di giornale, le testimonianze dei residenti e le stesse foto da me allegate all’interpellanza restano inequivocabili: i residenti vivono sotto assedio. Via Bologna e via Aosta, oggetto della mia interpellanza, sono rappresentative di tante altre porzioni delle nostre periferie: completamente abbandonate da questa Amministrazione. Sul tema della sicurezza gli ultimi quattro anni e mezzo sono stati un disastro. I residenti, ascoltando la risposta della Sindaca, oggi hanno capito che, con questa Amministrazione, i loro problemi non troveranno mai soluzione.

Torino, case ATC occupate: ora è emergenza vera

Via Aosta 31/37 e via Bologna 267 sono due degli epicentri del fenomeno: al problema degli appartamenti abusivamente occupati si somma quello degli accampamenti improvvisati, delle aggressioni e del degrado. Ho presentato due interpellanze, una in Consiglio Comunale e una in Consiglio Regionale, per provare a cambiare le cose.

Gli appartamenti ATC vuoti e non assegnabili (perché da ristrutturare o per altre ragioni) finiscono per essere occupati: una dinamica che, negli ultimi mesi, si sta verificando con frequenza sempre crescente. Particolarmente preoccupanti, per esempio, sono i casi di via Aosta 31/37 e di via Bologna 267 a Torino: in entrambi i complessi, diversi appartamenti ATC risultano abusivamente occupati, mentre altre unità abitative sono a rischio occupazione. Alle occupazioni fa da corollario la presenza costante di decine e decine di soggetti (almeno cinquanta, si calcola, nella sola via Bologna, circa altrettanti in via Aosta) dai comportamenti talora aggressivi, accampati nei dintorni su camper e furgoni. I residenti in regola sono intimiditi o insultati. Il contesto generale è di degrado e illegalità: si segnalano, per esempio, numerosi furti nelle cantine, degrado e sporcizia degli spazi comuni, aggressioni e intimidazioni, talora spaccio o consumo di droga. L’occupazione abusiva di immobili è un atto gravissimo, anche perché significa privare di un diritto qualcun altro che, invece, ne avrebbe titolo. Si discuteranno prossimamente in Sala Rossa e a Palazzo Lascaris due mie interpellanze già protocollate sul tema. Il problema va risolto al più presto.