Suk, gestione dilettantesca e parole al vento
Nessuna programmazione, nessuna progettazione e nessuna visione da parte di questa Amministrazione: semplice e improvvisata navigazione a vista. Non è così che si può gestire una questione tanto importante e spinosa. Da mesi aspetto di vedere il cronoprogramma del cosiddetto “suk a rotazione”. È evidente che la Giunta non sta mantenendo quanto, a suo tempo, aveva promesso.
Il libero scambio è un modo per fare integrazione? È un modo per contrastare la povertà? Non l’ho mai creduto. La novità è che non credo neanche più alla reale volontà di portare avanti l’idea del “suk a rotazione”, cioè la proposta di spostare il mercato del libero scambio in diverse zone della città di sei mesi in sei mesi. Ancora non è stato fornito dalla Giunta il cronoprogramma delle prossime tappe: un documento senza il quale le parole restano parole e le promesse diventano fumo negli occhi.
Il fatto è che non manca soltanto quel documento: mancano, ed è più grave, visione, programmazione e progetto. La navigazione a vista porta, in mare, a finire sugli scogli; in politica, alla cronicizzazione dei problemi. Finora, mi pare che sempre gli stessi quartieri – nei quali particolarmente difficili sono le dinamiche dell’integrazione e nei quali la crisi economica si fa sentire di più – si stiano accollando il problema del suk, con il suo bagaglio di disagi e difficoltà.