Suk alle ex OGM, uno spostamento che non è accettabile: nessuna certezza sulla bonifica dell’area, un vero disastro per commercio e residenti e soprattutto zona franca per l’illegalità
Ora basta con l’illegalità: altro che mercato di libero scambio, il Suk è una possibilità per la compravendita di refurtiva. Diciamo no con forza allo spostamento alle ex OGM perché non ci sono certezze sul fatto che l’area sia libera da rifiuti industriali pericolosi e perché il Suk distruggerebbe definitivamente il commercio in un’area già provata.
Lo spostamento del Suk alle ex OGM non è accettabile per almeno tre ordini di ragioni. In primo luogo, non è assolutamente un mercato di libero scambio, ma un’opportunità per la compravendita di refurtiva: accettare questo stato di cose è arrendersi all’illegalità, chiamarlo “mercato di libero scambio” è un’inaccettabile eufemismo: su questo l’Amministrazione mente sapendo di mentire. In secondo luogo, il Suk alle ex-OGM darebbe il colpo di grazia al commercio in un quartiere dalle molteplici problematiche: non è comprensibile perché, in un momento di crisi economica, la Giunta, anziché sostenere i commercianti dove ancora tengono duro, faccia delle scelte che ne pregiudichino ancora di più l’attività. Senza contare quello che il Suk significherebbe per la gente di un quartiere che è già provato, dove la convivenza tra persone di provenienze differenti è ancora difficile. Giustamente, oggi, durante il diritto di tribuna, i cittadini hanno espresso tutto il loro sdegno e la loro rabbia per una decisione imposta, non certo condivisibile, sicuramente non corretta e per questo inaccettabile.
Per finire, non vi sono certezze sul fatto che l’area delle ex-OGM sia stata bonificata o comunque non sia compromessa da agenti inquinanti frutto delle lavorazioni industriali che si facevano negli stabilimenti.
Per questo NCD non può che opporsi con forza alla scelta dell’Amministrazione di spostare il cosiddetto mercato di libero scambio in via Carmagnola e non può che essere a fianco dei residenti nella loro lotta per affermare il diritto alla serenità e alla tutela del quartiere nel quale vivono e sul quale hanno investito.