Skip to main content

Più soldi ai medici dei Pronto Soccorso, scelta giusta

Bene l’aumento da 60 a 100 euro l’ora per i medici urgentisti, misura che va nella direzione delle nostre richieste: domani in Consiglio il voto dei Moderati al Disegno di Legge della Giunta sarà favorevole. Chiediamo, adesso, che siano varate analoghe misure anche per altri ambiti della Sanità regionale, per esempio a favore dei medici di base attivi nelle aree periferiche della nostra regione e presso il servizio di Continuità Assistenziale (Guardia Medica), come da noi già richiesto con appositi atti in Aula. Per una Sanità di qualità occorre investire.

Più risorse per medici, infermieri e OSS: l’aumento del compenso orario (da 60 a 100 euro l’ora la paga per i medici urgentisti impegnati negli straordinari) è una scelta che, da parte della Giunta, va nella direzione giusta e che chiedevamo da tempo. Il voto dei Moderati sarà, domani in Consiglio, favorevole al Disegno di Legge della Giunta Cirio. Auspichiamo che questa sia la prima misura di una serie altre azioni simili: le prossime dovranno riguardare, come da noi richiesto, i medici di base attivi nelle aree montane e collinari della nostra regione e il servizio di Continuità Assistenziale, oggetto di specifici atti dei Moderati a Palazzo Lascaris. Lo sforzo per una Sanità davvero efficiente deve essere politico, organizzativo ed economico: se manca anche solo una di queste caratteristiche rischia di essere vano.

«Zona che vai, “Vita Indipendente” che trovi»: chiediamo linee guida coerenti

Se accogliamo con soddisfazione la buona notizia del milione di euro stanziato dalla Regione Piemonte per l’esaurimento delle liste d’attesa (lo chiedevamo da tempo, forti anche dell’approvazione a maggioranza di un nostro Ordine del Giorno sul tema), adesso la priorità è l’identificazione di criteri con i quali superare l’attuale situazione di disparità e garantire finalmente una reale uniformità su tutto il territorio regionale. Chiederò all’Aula – nel primo Consiglio utile – l’approvazione del mio Ordine del Giorno presentato lo scorso marzo proprio su questo tema.

Un milione di euro in più stanziato dalla Regione Piemonte per l’esaurimento delle liste d’attesa per i progetti di “Vita Indipendente”: finalmente accolte le nostre richieste, salutiamo questa buona notizia con soddisfazione. Ora l’impegno politico deve essere indirizzato con forza a superare la totale mancanza di uniformità dei progetti sul territorio. Mi auguro che anche la Giunta condivida questa esigenza e che si inizi un ragionamento sull’identificazione di linee guida coerenti. Chiederò all’Aula, nel primo Consiglio utile convocato a Palazzo Lascaris, di approvare il mio Ordine del Giorno che, presentato lo scorso marzo, impegnerebbe la Giunta a colmare le attuali forti disuguaglianze in tema di applicazione della “Vita Indipendente” sul territorio regionale adottando linee guida univoche e importi sufficienti a evitare ogni differenza e discriminazione all’interno della popolazione regionale. Con il medesimo atto, chiediamo inoltre che sia garantita la continuità dei progetti attualmente attivi e le risorse finanziarie necessarie per garantire la continuità lavorativa degli assistenti personali assunti.

Gli incidenti stradali “costano” ogni anno 250 euro a ogni piemontese

Anche per limitare l’incidentalità sulle nostre strade, le Associazioni chiedono un Servizio Ferroviario Regionale più efficiente, in grado di rappresentare un’alternativa reale all’auto privata: come Moderati in Consiglio Regionale ci associamo convintamente a questa istanza, invitando la Giunta a incontrare finalmente i rappresentanti delle Associazioni stesse. Ritorno al livello di servizio pre-pandemia (impietoso, da questo punto di vista, il confronto con altre Regioni), impegno per una completa accessibilità di strutture e mezzi e riattivazione delle linee sospese rappresentano le priorità.

Investimenti e progettazione per un Servizio Ferroviario Regionale finalmente capillare, efficiente e affidabile: li hanno chiesti, poco fa in Commissione, le Associazioni del territorio piemontese; li chiede a gran voce, anche, l’urgenza di garantire ai piemontesi un’alternativa credibile e affidabile all’uso dell’auto privata, sia per questioni di sostenibilità ambientale sia per diminuire il numero di auto che circola sulle nostre strade (impressionanti i dati Istat: nel 2021 – più recente dato disponibile – l’incidentalità stradale con lesioni alle persone è costata ai piemontesi, oltre all’incalcolabile costo umano, 1,071 miliardi di euro, pari a 253 euro a persona di costi sociali). 

Ci uniamo convintamente, come Gruppo Consiliare dei Moderati a Palazzo Lascaris, a tutte le richieste avanzate dagli auditi, a partire da quella forse più urgente: la possibilità, cioè, di incontrare direttamente e al più presto, dopo tante richieste, la Giunta. Il tema del coinvolgimento delle Associazioni in fase di progettazione e decisione è stato da me portato all’attenzione della Giunta con un’interpellanza discussa ieri in Consiglio Regionale. Questa è una precondizione per affrontare le priorità, che sono le seguenti: ripristino di un livello di servizio ai livelli precedenti la pandemia (risultato già raggiunto in altre Regioni italiane), riattivazione delle linee ferroviarie sospese, impegno per un servizio che metta al centro le esigenze delle persone, a partire da una piena accessibilità di strutture e mezzi. Non è accettabile che – mentre quotidianamente parliamo della necessità di difendere porzioni del nostro territorio dallo spopolamento – ci siano aree del nostro Piemonte sostanzialmente non servite e aree unanimemente considerate turistiche che vedono il servizio ferroviario sostanzialmente interrotto nei weekend. Chiediamo inoltre l’applicazione di utili politiche di integrazione dei biglietti a livello regionale.

L’intera infrastruttura regionale ha grandi potenzialità: dopo la notizia positiva del contratto sottoscritto tra la Regione e Trenitalia per il trasporto ferroviario regionale, si lavori con il massimo impegno – e con la massima disponibilità all’interlocuzione – per un servizio a misura di residenti, attrattivo per i turisti, accessibile per tutti e in grado di rappresentare davvero un’alternativa preferibile all’uso dell’automobile.

Persone con disabilità e trasporti in Piemonte: fuori dai grossi centri, l’accessibilità è ancora un miraggio

Con due interpellanze appena discusse in Aula ho stimolato la Giunta sul tema del miglioramento del servizio di trasporto locale e regionale, che deve essere più fruibile e sicuro anche nei territori extraurbani.

La reale accessibilità e fruibilità dei nostri autobus è, al momento, soltanto un remoto obiettivo: non certo un dato di fatto, soprattutto fuori dai grandi centri urbani (riconosciamo invece un certo miglioramento nei territori cittadini). Tanto resta da fare in tema di accessibilità di infrastrutture, mezzi e fermate. A farne le spese, sono soprattutto quei passeggeri che non hanno piena mobilità.

Per stimolare la Giunta ad affrontare il problema, ho appena discusso in Aula due interpellanze. Questi i temi: “Erogazione delle risorse economiche previste per legge per garantire l’accessibilità, la fruizione e la sicurezza di infrastrutture e mezzi” e “Rispetto delle normative vigenti afferenti l’accessibilità alle infrastrutture, ai mezzi ed alle fermate del trasporto pubblico locale”.

La Giunta ha riferito di quasi 500 controlli, in tema di accessibilità, su fermate e mezzi nel corso del 2022; ha dichiarato l’intenzione di rivedere la Legge Regionale 1/2000 nei prossimi mesi e di intervenire per ripristinare l’accessibilità laddove siano segnalate dall’Osservatorio barriere architettoniche. Ha espresso soddisfazione per la convocazione più regolare che in passato dell’Osservatorio stesso, che monitora l’accessibilità delle stazioni piemontesi, dal quale la Giunta si aspetta richieste puntuali di intervento.

Ci confortano e convincono solo in parte queste affermazioni e queste generali rassicurazioni, in un contesto di scarsa qualità del servizio pubblico di trasporto fuori dalle città. In particolare, facciamo notare che sul sito web della Regione Piemonte le relazioni (testuali e fotografiche) riportate – realizzate dagli uffici regionali competenti, relative ai controlli effettuati proprio dalla Regione sul trasporto pubblico extraurbano su gomma – già attualmente descrivono le situazioni che necessitano di interventi, per avere contezza dei quali non dovremmo attendere segnalazioni di sorta. Ci aspettiamo che la Politica anticipi le richieste e non si limiti a rispondere quando queste arrivano. Fino allo scorso anno, per legge, almeno il 3% dei fondi del TPL doveva essere destinato agli interventi per l’accessibilità e la fruibilità dei servizi di trasporto pubblico a favore delle persone con disabilità e chiediamo di tornare presto a un parametro di questo tipo in grado di garantire risorse aggiuntive reali, quantificabili e immediatamente disponibili.

La Legge Regionale 1/2000 imponeva di destinare una quota pari o superiore al 3% delle risorse attribuite agli enti locali per l’esercizio del trasporto pubblico locale deve essere destinata a garantire accessibilità, fruibilità e sicurezza di mezzi e infrastrutture, nonché alle attività di monitoraggio e controllo. Lo scorso anno, i due capitoli che contenevano parametro vincolante il parametro del 3% sono stati cancellati. Chiediamo il ritorno a un analogo principio, in grado di fissare una quota minima da investire in questo senso. Solo un servizio di trasporto pubblico davvero efficiente, moderno e accessibile può costituire un’alternativa preferibile ai mezzi privati.

Riconoscimento della cefalea come malattia sociale: passo avanti con l’approvazione del mio Ordine del Giorno

Il mio atto passa all’unanimità in Consiglio Regionale e impegna la Giunta a sollecitare presso il Governo l’emanazione dei decreti attuativi della Legge sulle “Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale”.

Piccola ma importante buona notizia per i 6 milioni di italiane e italiani che soffrono di cefalea: la Giunta Regionale, impegnata dal mio Ordine del Giorno appena approvato all’unanimità a Palazzo Lascaris, solleciterà l’emanazione dei Decreti attuativi relativi alla Legge 81 del 14 luglio 2020. Il testo di legge sul “Riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale” prevede, tra gli altri elementi, progetti finalizzati e nuovi metodi di presa in carico delle persone che soffrono di cefalea. Quasi un italiano su due, tra quelli che soffrono di questa patologia, attende oltre 5 anni prima di ricevere un trattamento efficace: conseguenza immediata è un significativo peggioramento della qualità della vita di queste persone, con inevitabili ripercussioni sociali, lavorative e familiari. L’applicazione del Disegno di Legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante sarebbe un primo e importante passo: siano emanati al più presto i decreti attuativi.