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Doposcuola, se “le tre regole auree” sono sufficienti, la Regione lo scriva

Attività di pre-scuola e di doposcuola in tempi di COVID-19: anche l’Assessorato, rispondendo in Aula al mio Question Time sul tema, conferma che non sono state approvate né linee guida né indicazioni specifiche ufficiali per le attività presso sedi diverse dai plessi scolastici a cura di Associazioni e cooperative del territorio regionale.

Se bastano le “tre regole auree” (distanziamento interpersonale, utilizzo della mascherina, pulizia/aerazione di superfici e locali), come dichiarato a verbale dall’Assessore Caucino, allora la Regione lo metta per iscritto e invii l’informativa a tutti i soggetti interessati. Non vorremmo che fossero proprio i Volontari a rimanere alla fine, nell’assenza di indicazioni chiare ufficiali, con il proverbiale cerino in mano. Nell’apprezzare l’attenzione per la peculiarità e per la natura giuridica dei soggetti che gestiscono questo tipo di attività e ritenendo gusto non vincolare con i lacci e i lacciuoli di un eccesso di burocrazia i soggetti coinvolti, resto convinto che regole certe siano necessarie e che le attività di pre e post scuola debbano essere svolte in totale sicurezza. Per tutti: bambine, bambini e Volontari. Questa è la prima e vera priorità.

Nuova area pedonale in San Pietro in Vincoli? Senza un parcheggio nelle vicinanze, sostanzialmente inutile

Ho chiesto con forza alla Giunta, ieri in Sala Rossa, di preservare in quello spicchio di Borgo Dora un certo numero di posti auto, che servono a tutti: residenti, esercenti e avventori.

Posti auto presso la nuova area pedonale di San Pietro in Vincoli a Torino: è emersa in queste settimane una distanza tra l’Assessorato all’Ambiente, contrario a mantenere un’aliquota di posti auto disponibili, e l’Assessora Lapietra, invece possibilista. Ritengo vitali quei posti auto: non sono un orpello all’isola pedonale, ma una condizione essenziale perché questa sia effettivamente utile e fruibile. Alcuni cittadini vi arrivano, appunto, con l’auto privata. Ho chiesto con forza il mantenimento di questi parcheggi ieri in Sala Rossa discutendo la mia interpellanza sul tema. Il fine è difendere il diritto di tutti: residenti, esercenti e avventori.

La Città di Torino riprenda il pieno controllo sul Servizio di Trasporto per Persone con Disabilità

Stiamo ripercorrendo la stessa strada di crisi e disservizi degli anni passati: lo fanno capire segnali inequivocabili. La nostra priorità sono i diritti delle famiglie, delle bimbe e dei bimbi, dei dipendenti: il problema va affrontato anzitutto in via politica. Ho annunciato in Sala Rossa un accesso agli atti e una nuova interpellanza.

“Il problema esiste”: parole dell’Assessora Di Martino. Se un problema c’è, questo problema va affrontato. Anzitutto in via politica. Siamo preoccupati delle conseguenze del problema sulle famiglie, sulle bimbe e bimbi, sui dipendenti. Che le criticità nascano da Tundo o da altri appaltatori, i Moderati non guarderanno in faccia nessuno. Il diritto allo studio di tutti, la tranquillità delle famiglie e il pagamento del dovuto ai dipendenti sono le nostre uniche priorità e preoccupazioni.

Presenterò presto una nuova interpellanza sul tema. Effettuerò inoltre un accesso agli atti. Mancano ancora stipendi, quattordicesime e TFR. E dire che la Città di Torino paga non solo in tempo, ma in anticipo. I segnali d’allarme sono gli stessi che avevano aperto le crisi degli scorsi anni. Presto i dipendenti non vorranno più mettere di tasca propria i soldi necessari ad acquistare il carburante e garantire l’operatività. Alle ipotesi di Articolo 30 la ditta in passato ha risposto con mosse di pura forma, atte a rimandare il più possibile il provvedimento. La Città riprenda il controllo della gestione del Servizio di Trasporto per le Persone con Disabilità.

Santa Giulia: anche la riapertura della piazza al traffico sarebbe una soluzione preferibile all’attuale e disastrosa malamovida

Ho letto a verbale, discutendo poco fa la mia più recente interpellanza sul tema, una lettera aperta alla Sindaca firmata dai residenti esasperati: chiediamo la presenza fissa del Pattuglione e la tutela del diritto al riposo per tutti. Se l’Amministrazione non è in grado di garantire i diritti di chi in Vanchiglia vive, si dovranno percorrere strade diverse. Fino, per assurdo, a rinunciare all’area pedonale serale.

Malamovida in Vanchiglia, vero disastro. Di fronte a un Assessore che riferisce in Sala Rossa dati generici sulla città e non mirati sull’area oggetto della mia interpellanza, ho scelto di rispondere semplicemente leggendo ad alta voce a verbale la lettera che i residenti hanno scritto alla Sindaca Appendino (vedi allegato). Una lettera simile deve ricevere una risposta: non solo per iscritto, ma nei fatti. I cittadini stanno raccogliendo centinaia di firme per dire no a una malamovida incompatibile con il riposo e con la normale fruizione del quartiere, a una malamovida che porta con sé sporcizia, frastuono e, talvolta, violenza. I cittadini non possono dormire la notte: dopo queste notti insonni, la mattina dopo vanno a lavorare. I commercianti e i residenti devono pulire la lordura lasciata su portoni e marciapiedi da chi, poche ore prima, li aveva utilizzati come toilette a cielo aperto. In tutto questo le responsabilità dell’Amministrazione sono evidenti. Se la Giunta non è in grado di tutelare i residenti di quella zona dovremo trovare altre soluzioni, che possono arrivare fino alla riapertura della piazza al traffico veicolare nelle ore serali e notturne. Anche questa soluzione sarebbe preferibile alla situazione attuale, nella quale in piazza si vendono abusivamente cibo e alcolici dai bagagliai delle auto. Meglio questo che una piazza Santa Giulia terra di nessuno, com’è attualmente. La mia preoccupazione è anche per il prossimo futuro: la zona 30 che la Giunta sta immaginando racconta di una progettualità che non tiene assolutamente conto dei diritti dei residenti. Torno a chiedere la presenza fissa del Presidio Interforze. Urge una svolta: una svolta rapida.

INTERPELLANZA – Recepimento dell’Articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50 a sostegno dei concessionari di Associazioni Culturali e di Terzo Settore in sofferenza finanziaria causa crisi da COVID-19

PREMESSO CHE

  • l’Area Patrimonio della Città di Torino gestisce attualmente oltre 100 contratti di concessione di immobili a favore di Enti e Associazioni senza fine di lucro;
  • da mesi, a causa dell’emergenza da COVID-19, tante di queste Associazioni e realtà si trovano nell’impossibilità di svolgere le consuete attività didattiche, culturali e di intrattenimento;

EVIDENZIATO CHE

  • per le realtà di questo tipo, l’attività sociale è anche la principale e talvolta l’unica fonte sostentamento economico;
  • solo in un numero limitato di casi queste realtà hanno ripreso a pieno regime l’attività dopo i mesi di “lockdown”;
  • l’interruzione (o il rallentamento) dell’attività non corrisponde a un proporzionale calo delle spese, dal momento che utenze, canoni, tributi, assicurazioni e altre uscite continuano a doversi versare puntualmente;

RILEVATO CHE

  • il Decreto “Cura Italia” e l’articolo 216 del Decreto “Rilancio”, così come modificato dalla Legge di Conversione, prevedono la possibilità per i Concessionari delle sole A.S.D. di richiedere la revisione dei rapporti concessori “mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio economico-finanziario originariamente pattuite, anche attraverso la proroga della durata del rapporto, comunque non superiore a ulteriori tre anni, in modo da favorire il graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati o programmati”;
  • in realtà, l’articolo 216 del Decreto “Rilancio” fa riferimento al preesistente articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, meglio conosciuto come “Rischio ed equilibrio economico-finanziario nelle concessioni”, che non si riferisce alle sole A.S.D.;

 

CONSIDERATO CHE

  • l’unica misura a sostegno di queste realtà da parte del Comune di Torino è, a oggi, la dilazione della terza e della quarta trimestralità al 31 dicembre 2020, come da delibera della Giunta Comunale del 17 marzo 2020;
  • in caso di ritardo nel versamento del dovuto alla Città di Torino, le Associazioni rischiano sanzioni o, addirittura, di vedersi revocata la concessione;
  • diversi sono i casi di Associazioni che hanno investito somme anche rilevanti per la ristrutturazione degli spazi presi in affitto dalla Città di Torino;
  • senza misure adeguate di sostegno, un numero rilevante di queste realtà dovrà interrompere l’attività;
  • la Città di Torino non può permettersi di vedere drasticamente ridotta la platea di Associazioni attive sul territorio;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda recepire l’Articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, estendendolo a tutti i concessionari delle Organizzazioni Culturali e del Terzo Settore in sofferenza finanziaria a causa della crisi;
  2. come si intendano sostenere, in virtù di tale auspicato recepimento, con sgravi e/o con proroga delle concessioni, le Associazioni Culturali e le realtà di Terzo Settore con le quali è in vigore un contratto di concessione pluriennale;
  3. se l’Amministrazione intenda prorogare ulteriormente il termine del 31/12/2020 per la corresponsione dei canoni del secondo semestre 2020 di cui alla delibera di Giunta del 17 marzo 2020 mecc. 2020 00831.

Silvio Magliano