Ho chiesto con forza alla Giunta, ieri in Sala Rossa, di preservare in quello spicchio di Borgo Dora un certo numero di posti auto, che servono a tutti: residenti, esercenti e avventori.
Posti auto presso la nuova area pedonale di San Pietro in Vincoli a Torino: è emersa in queste settimane una distanza tra l’Assessorato all’Ambiente, contrario a mantenere un’aliquota di posti auto disponibili, e l’Assessora Lapietra, invece possibilista. Ritengo vitali quei posti auto: non sono un orpello all’isola pedonale, ma una condizione essenziale perché questa sia effettivamente utile e fruibile. Alcuni cittadini vi arrivano, appunto, con l’auto privata. Ho chiesto con forza il mantenimento di questi parcheggi ieri in Sala Rossa discutendo la mia interpellanza sul tema. Il fine è difendere il diritto di tutti: residenti, esercenti e avventori.
Stiamo ripercorrendo la stessa strada di crisi e disservizi degli anni passati: lo fanno capire segnali inequivocabili. La nostra priorità sono i diritti delle famiglie, delle bimbe e dei bimbi, dei dipendenti: il problema va affrontato anzitutto in via politica. Ho annunciato in Sala Rossa un accesso agli atti e una nuova interpellanza.
“Il problema esiste”: parole dell’Assessora Di Martino. Se un problema c’è, questo problema va affrontato. Anzitutto in via politica. Siamo preoccupati delle conseguenze del problema sulle famiglie, sulle bimbe e bimbi, sui dipendenti. Che le criticità nascano da Tundo o da altri appaltatori, i Moderati non guarderanno in faccia nessuno. Il diritto allo studio di tutti, la tranquillità delle famiglie e il pagamento del dovuto ai dipendenti sono le nostre uniche priorità e preoccupazioni.
Presenterò presto una nuova interpellanza sul tema. Effettuerò inoltre un accesso agli atti. Mancano ancora stipendi, quattordicesime e TFR. E dire che la Città di Torino paga non solo in tempo, ma in anticipo. I segnali d’allarme sono gli stessi che avevano aperto le crisi degli scorsi anni. Presto i dipendenti non vorranno più mettere di tasca propria i soldi necessari ad acquistare il carburante e garantire l’operatività. Alle ipotesi di Articolo 30 la ditta in passato ha risposto con mosse di pura forma, atte a rimandare il più possibile il provvedimento. La Città riprenda il controllo della gestione del Servizio di Trasporto per le Persone con Disabilità.
Ho letto a verbale, discutendo poco fa la mia più recente interpellanza sul tema, una lettera aperta alla Sindaca firmata dai residenti esasperati: chiediamo la presenza fissa del Pattuglione e la tutela del diritto al riposo per tutti. Se l’Amministrazione non è in grado di garantire i diritti di chi in Vanchiglia vive, si dovranno percorrere strade diverse. Fino, per assurdo, a rinunciare all’area pedonale serale.
Malamovida in Vanchiglia, vero disastro. Di fronte a un Assessore che riferisce in Sala Rossa dati generici sulla città e non mirati sull’area oggetto della mia interpellanza, ho scelto di rispondere semplicemente leggendo ad alta voce a verbale la lettera che i residenti hanno scritto alla Sindaca Appendino (vedi allegato). Una lettera simile deve ricevere una risposta: non solo per iscritto, ma nei fatti. I cittadini stanno raccogliendo centinaia di firme per dire no a una malamovida incompatibile con il riposo e con la normale fruizione del quartiere, a una malamovida che porta con sé sporcizia, frastuono e, talvolta, violenza. I cittadini non possono dormire la notte: dopo queste notti insonni, la mattina dopo vanno a lavorare. I commercianti e i residenti devono pulire la lordura lasciata su portoni e marciapiedi da chi, poche ore prima, li aveva utilizzati come toilette a cielo aperto. In tutto questo le responsabilità dell’Amministrazione sono evidenti. Se la Giunta non è in grado di tutelare i residenti di quella zona dovremo trovare altre soluzioni, che possono arrivare fino alla riapertura della piazza al traffico veicolare nelle ore serali e notturne. Anche questa soluzione sarebbe preferibile alla situazione attuale, nella quale in piazza si vendono abusivamente cibo e alcolici dai bagagliai delle auto. Meglio questo che una piazza Santa Giulia terra di nessuno, com’è attualmente. La mia preoccupazione è anche per il prossimo futuro: la zona 30 che la Giunta sta immaginando racconta di una progettualità che non tiene assolutamente conto dei diritti dei residenti. Torno a chiedere la presenza fissa del Presidio Interforze. Urge una svolta: una svolta rapida.
l’Area Patrimonio della Città di Torino gestisce attualmente oltre 100 contratti di concessione di immobili a favore di Enti e Associazioni senza fine di lucro;
da mesi, a causa dell’emergenza da COVID-19, tante di queste Associazioni e realtà si trovano nell’impossibilità di svolgere le consuete attività didattiche, culturali e di intrattenimento;
EVIDENZIATO CHE
per le realtà di questo tipo, l’attività sociale è anche la principale e talvolta l’unica fonte sostentamento economico;
solo in un numero limitato di casi queste realtà hanno ripreso a pieno regime l’attività dopo i mesi di “lockdown”;
l’interruzione (o il rallentamento) dell’attività non corrisponde a un proporzionale calo delle spese, dal momento che utenze, canoni, tributi, assicurazioni e altre uscite continuano a doversi versare puntualmente;
RILEVATO CHE
il Decreto “Cura Italia” e l’articolo 216 del Decreto “Rilancio”, così come modificato dalla Legge di Conversione, prevedono la possibilità per i Concessionari delle sole A.S.D. di richiedere la revisione dei rapporti concessori “mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio economico-finanziario originariamente pattuite, anche attraverso la proroga della durata del rapporto, comunque non superiore a ulteriori tre anni, in modo da favorire il graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati o programmati”;
in realtà, l’articolo 216 del Decreto “Rilancio” fa riferimento al preesistente articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, meglio conosciuto come “Rischio ed equilibrio economico-finanziario nelle concessioni”, che non si riferisce alle sole A.S.D.;
CONSIDERATO CHE
l’unica misura a sostegno di queste realtà da parte del Comune di Torino è, a oggi, la dilazione della terza e della quarta trimestralità al 31 dicembre 2020, come da delibera della Giunta Comunale del 17 marzo 2020;
in caso di ritardo nel versamento del dovuto alla Città di Torino, le Associazioni rischiano sanzioni o, addirittura, di vedersi revocata la concessione;
diversi sono i casi di Associazioni che hanno investito somme anche rilevanti per la ristrutturazione degli spazi presi in affitto dalla Città di Torino;
senza misure adeguate di sostegno, un numero rilevante di queste realtà dovrà interrompere l’attività;
la Città di Torino non può permettersi di vedere drasticamente ridotta la platea di Associazioni attive sul territorio;
INTERPELLA
Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:
se l’Amministrazione intenda recepire l’Articolo 165 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, estendendolo a tutti i concessionari delle Organizzazioni Culturali e del Terzo Settore in sofferenza finanziaria a causa della crisi;
come si intendano sostenere, in virtù di tale auspicato recepimento, con sgravi e/o con proroga delle concessioni, le Associazioni Culturali e le realtà di Terzo Settore con le quali è in vigore un contratto di concessione pluriennale;
se l’Amministrazione intenda prorogare ulteriormente il termine del 31/12/2020 per la corresponsione dei canoni del secondo semestre 2020 di cui alla delibera di Giunta del 17 marzo 2020 mecc. 2020 00831.
con la deliberazione della Giunta comunale mecc. 2019 04619 dell’8 novembre 2019, come integrata dalla deliberazione mecc. 2019 05042 del 19 novembre 2019, l’Amministrazione provvedeva ad individuare 14 incroci ove installare sistemi di controllo semaforici ai fini della rilevazione automatica di cui all’articolo 201, comma 1 bis, lettera b) e comma 1 ter del Codice della Strada;
la finalità, in ragione del primario fine “di un migliore controllo della viabilità e di massima tutela della sicurezza stradale” (cit. DGC 2019 04619), consisterebbe nel sanzionare da remoto e con prova certa le infrazioni al Codice della Strada (con focalizzazione sull’attraversamento dell’intersezione con il semaforo rosso e la svolta ove non consentita);
RILEVATO CHE
in progresso di tempo, con l’avvio e il graduale incremento del numero delle intersezioni videocontrollate, lo scrivente ha ricevuto molteplici segnalazioni aventi ad oggetto alcuni comportamenti stradali poco prudenti e finalizzati ad evitare il sanzionamento automatico;
molti utenti della strada sono sempre più preoccupati per il fatto che possano essere sanzionati anche comportamenti “border line”, cioè manovre che il buon senso e la professionalità degli operatori della Polizia Municipale, valutata la contingenza empirica, non punirebbero;
accade sovente che, presso le intersezioni dotate di sistemi di controllo per la rilevazione automatica delle infrazioni, alcuni utenti della strada, per paura di incorrere in violazioni immediatamente recepite dall’occhio elettronico, si imbattano in comportamenti stradali in sé non vietati ma poco avveduti e potenzialmente molto pericolosi per sé e per gli altri;
EVIDENZIATO CHE
come riportato nel corso del mese di agosto da alcune testate giornalistiche (quali, ad esempio, La Stampa del 13 agosto u.s.), l’installazione dei sistemi di rilevazione automatica delle infrazioni ha incrementato il numero dei verbali a carico delle Associazioni di Volontariato che si occupano di soccorso (Croce Verde, Misericordia e molte altre): appare chiaro che l’occhio umano dell’operatore di Polizia Municipale, qualora presente in strada, avrebbe compreso lo stato di necessità/emergenza e non avrebbe sanzionato un comportamento per il quale l’occhio elettronico invece è stato tanto inflessibile da costringere i volontari delle Associazioni a sottrarre tempo alla precipua attività per dedicarsi alla compilazione dei ricorsi e alla raccolta della documentazione da allegare;
TENUTO CONTO CHE
con il Decreto 27 aprile 2017 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono state approvate le norme inerenti le caratteristiche per l’omologazione e per l’installazione di dispositivi finalizzati a visualizzare il tempo residuo di accensione delle luci dei nuovi impianti semaforici, denominati “countdown”, di cui all’articolo 60, comma 1, della legge 29 luglio 2010, n.120, nel caso di installazione di nuovi impianti semaforici o nel caso della integrale sostituzione di impianti esistenti, intesa quale sostituzione delle lanterne e del regolatore semaforico;
INTERPELLA
Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:
se sia intenzione dell’Amministrazione di dotare le postazioni in cui sono presenti impianti di controllo automatico delle infrazioni stradali (e in quelle in cui verranno installati) dei sistemi per visualizzare il tempo residuo di accensione delle luci (dispositivi segnatempo ‘countdown’);
se sia stato svolto uno studio previsionale circa il costo da sostenersi per l’installazione dei dispositivi presso le 14 intersezioni semaforiche in oggetto e se vi sia adeguata copertura finanziaria in bilancio;
se l’Amministrazione abbia individuato una soluzione per fare in modo che gli impianti di controllo automatico delle infrazioni non sanzionino determinati comportamenti stradali quando risulti evidente dalla visione dei filmati trattarsi di finalità di soccorso/emergenza compiute con i mezzi delle Associazioni di Volontariato.