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INTERPELLANZA – Immobili ATC ed eliminazione delle barriere architettoniche: un aiuto concreto per chi è in difficoltà

PREMESSO CHE

  • l’abbattimento delle barriere architettoniche sia negli spazi urbani sia negli edifici e uffici pubblici è un tema di primaria importanza e al quale lo scrivente ha sempre dedicato attenzione e attività concrete nel corso del proprio mandato amministrativo;
  • medesimo discorso vale sia per l’edilizia residenziale pubblica, gestita in larghissima parte da ATC, sia per l’edilizia privata;

CONSIDERATO CHE

  • sono numerose le segnalazioni e le comunicazioni rivolte allo scrivente aventi ad oggetto situazioni molto critiche in tema di accessibilità e di adeguamenti degli edifici e delle unità immobiliari gestite da ATC;
  • l’ultima segnalazione pervenuta è riferita al condominio ATC in via Pietro Cossa 280/29 e reca la necessità di abbattimento delle barriere architettoniche sia presso l’ingresso del compendio (spazi comuni) sia negli spazi interni di alcune unità immobiliari;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione, di concerto con ATC, abbia già in carico lavori di adeguamento degli spazi interni delle unità immobiliari e di abbattimento delle barriere architettoniche presso il compendio di via Pietro Cossa 280/29 e con quali tempistiche si intenda intervenire;
  2. se, dal punto di vista strutturale, si possano eseguire (e quali tipi) interventi di adeguamento degli spazi interni e abbattimento barriere architettoniche negli spazi comuni; 
  3. quale sia il numero di abbattimenti di barriere architettoniche/lavori di adeguamento effettuati negli ultimi 5 anni e il loro controvalore finanziario;
  4. quanti siano i fondi annualmente a disposizione della Città e di ATC per i suddetti interventi (ultimi 5 esercizi finanziari);
  5. quanti siano gli interventi di abbattimento barriere e lavori di adeguamento in “lista d’attesa”, se i fondi a disposizione siano adeguati e con quali tempistiche si intenda procedere.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Insediamenti rom nel territorio cittadino

RICORDATO CHE

  • con un’interpellanza depositata in data 27 aprile 2020 (mecc. 2020 01016) lo scrivente informava la Giunta circa la presenza nel territorio della Circoscrizione 2 (Santa Rita, Mirafiori Nord, Mirafiori Sud) di alcuni insediamenti spontanei di gruppi di persone, presumibilmente di etnia rom, in aree non attrezzate per lo stazionamento e senza l’osservanza delle prescrizioni rivolte a tutta la popolazione in tema di contrasto e contenimento della diffusione epidemiologica del COVID-19;
  • con l’interpellanza 01016 lo scrivente aveva riferito che “da diverso tempo nella banchina parcheggio dell’area verde di Corso Salvemini, nel tratto tra via Rubino e via Guido Reni e in via Rubino nei pressi dei numeri civici 2 e 10, persiste l’alloggiamento di una comunità di etnia presumibilmente rom caratterizzata dalla presenza di numerosi camper e furgoni; ad oggi si tratta di 3 camper parcheggiati di fronte ai giardini “Nicolas Green”, con tanto di rifiuti abbandonati e, in prossimità delle case popolari angolo via Rubino, di altri 3 camper, di cui un “motorhome”, e 3 furgoni; i cittadini hanno segnalato gli schiamazzi provenienti da quella zona, in alcune occasioni  rom sorpresi a scavalcare cancelli per servirsi nei bidoni della spazzatura delle case del compendio Città Giardino, nonché di alcuni furti e vandalizzazioni alle auto in sosta; a causa di questo insediamento sono cessate le più basilari condizioni igienico-sanitarie: infatti l’area verde è diventato un gabinetto a cielo aperto; l’area è divenuta inutilizzabile da parte dei cittadini, quelli che rispettano le regole e rimangono in casa sognando la cosiddetta “Fase 2” per poter fare una passeggiata nel verde sotto casa.”, domandando: “1) quali siano stati gli interventi svolti dalla Polizia Municipale presso i due insediamenti indicati, a tutela del decoro, della legalità, della salute e della pubblica igiene; 2) se gli eventuali interventi si siano limitati a generici passaggi presso le località indicate, magari verificando la regolarità rispetto alle prescrizioni del CdS, non scorgendo segni di degrado e sporcizia, domandando di mantenere pulita la zona e, qualora gradito, di spostarsi in altro luogo più consono, magari aggiungendo, in rigoroso ossequio alla normativa in tema di contrasto al COVID-19, di non entrare nel giardino e di evitare spostamenti fuori dal territorio comunale se non per estrema necessità: qualora la Polizia Municipale si fosse limitata a ciò, si domanda se vi sia l’intenzione di fare di più, magari in collaborazione con le forze di polizia ad ordinamento statale; 3) se l’Amministrazione si sia posta il quesito (e abbia riscontro) circa il luogo utilizzato da queste persone per svolgere le proprie funzioni fisiologiche; 4) se le persone di etnia rom godano di uno speciale permesso, forse un lasciapassare, concesso dall’Amministrazione cittadina, ma non dall’Amministrazione dell’Interno, per frequentare giardini ed aree verdi della città, luoghi preclusi da molte settimane a tutti gli altri cittadini, utilizzandoli come gabinetti.“;
  • di seguito si propone la risposta della Sindaca fornita nel corso del Consiglio Comunale dell’8 giugno 2020 e tratta dal verbale della seduta: “nell’area vengono effettuati costanti controlli presso il Comando della Polizia Municipale della Seconda Sezione, quella del Reparto Informativo Minoranze Etniche, che chiamerò RIME d’ora in poi, della Polizia Municipale, al fine di contenere i disagi ai residenti. Per quanto riguarda l’attività del Comando Sezione 2, si riferisce che alla data del 19 maggio, nel tratto di corso Salvemini compreso tra via Guido Reni e corso Salvemini numero 19, lato area verde, era presente un solo autocaravan regolarmente parcheggiato sulla banchina rialzata. Il mezzo risultava regolarmente assicurato, revisionato e dimora di una famiglia di rom composto da genitori e quattro figli minori. Durante l’intervento i ragazzi sono sempre stati rinvenuti all’interno del camper o nei pressi, ma non nell’area verde. Talvolta è stato riscontrato anche un autocarro furgone di proprietà di un altro nomade, anch’esso regolare e in sosta in modo corretto. Per quanto attiene il tratto di corso Salvemini 25, compreso tra l’interno 19, via Rubino, lato case ATC, sulla banchina rialzata erano presenti due autocaravan, uno adibito a dimora in via continuativa di un soggetto rom e del figlio minore, l’altro non più, in quanto la famiglia composta da genitori e cinque figli minori si è spostata ed è stato… tra l’altro ha occupato abusivamente un alloggio ATC e il responsabile è stato deferito all’autorità giudiziaria competente per il reato commesso, ed un autocarro. I veicoli sono tutti di proprietà di rom, in regola con i documenti identificativi, assicurati e revisionati. In via Rubino, fronte case ATC, lato banchina spartitraffico, era parcheggiato regolarmente un autocarro con analoghe caratteristiche a quelle sopra indicate, mentre il motorhome a cui si fa riferimento nell’interpellanza non risultava più in loco da qualche giorno. Nel corso delle verifiche le persone non sono mai state sorprese soddisfare i propri bisogni corporali nei giardini adiacenti, a scavalcare recinzioni o cancelli per introdursi all’interno delle proprietà private della zona.”;
  • alle domande poste ai punti 3 e 4 invece la Sindaca decideva di non rispondere poiché le riteneva “provocazioni a cui non intendo rispondere in modo provocatorio”: peccato che la realtà sia interpretata dalla Sindaca come una mera provocazione;

RICORDATO INOLTRE CHE

  • con una successiva interpellanza depositata in data 7 maggio 2020 (mecc. 2020 01078) lo scrivente riferiva di avere “ricevuto numerosissime segnalazioni provenienti da cittadini residenti nel territorio della Circoscrizione II (Santa Rita, Mirafiori Nord, Mirafiori Sud) relative sia alla presenza di piccoli insediamenti “diffusi” di persone di etnia rom (corso Salvemini, via Gorizia angolo via Boston, strada delle Cacce) sia al fenomeno dell’occupazione abusiva di unità immobiliari gestite da ATC”, indicando inoltre che “da tempo stazionano nei pressi di corso Salvemini 25 un numero di veicoli e persone cangiante di giorno in giorno, ma sempre occupando la banchina e svolgendo le proprie funzioni fisiologiche e cielo aperto; dalle informazioni ricevute, le occupazioni abusive di immobili ATC riguarderebbero un’unità immobiliare in corso Salvemini 25 interno 8 piano terreno e interno 3 ultimo piano; sempre in corso Salvemini 25 occorre rappresentare che solo l’alto senso civico di alcuni cittadini ha impedito l’occupazione abusiva di altre 4 unità immobiliari per le quali erano già state sventrate le porte di accesso: ne sono seguite colluttazioni e il pronto intervento delle forze di polizia;”;

CONSIDERATO CHE

  • negli ultimi tempi molti cittadini residenti nel territorio della Circoscrizione II (Santa Rita, Mirafiori nord, Mirafiori sud) hanno riferito di molteplici insediamenti di persone di etnia rom, talvolta temporanei talaltra perduranti: tra quelli della seconda tipologia si possono senza dubbio indicare quello di Piazza d’Armi e di corso Salvemini;
  • non è chiaro allo scrivente se l’incremento e lo sviluppo dei due insediamenti testè citati sia conseguenza immediata e diretta della chiusura del campo di via Germagnano, certo è che la situazione che si propone sotto gli occhi dei cittadini è di particolare gravità;
  • come reso evidente dalla documentazione fotografica che si allega alla presente, la situazione in corso Salvemini non conosce attenuazione ma, al contrario, si sta incontrando una recrudescenza a cui è necessario porre argine;  

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e con quali attività l’Amministrazione si stia occupando attivamente degli insediamenti rom diffusi nel territorio della Circoscrizione II;
  2. se gli eventuali interventi si siano limitati a generici passaggi per accertare la regolarità rispetto alle prescrizioni del CdS, non scorgendo segni di degrado e sporcizia, domandando di mantenere pulita la zona e, qualora gradito, di spostarsi in altro luogo più consono: qualora la Polizia Municipale si fosse limitata a ciò, si domanda se vi sia l’intenzione di fare di più, magari domandando ausilio alle forze di polizia ad ordinamento statale;
  3. se l’Amministrazione intenda portare il tema in oggetto all’attenzione del Tavolo provinciale dell’ordine della sicurezza;
  4. se il Regolamento n. 379 sia ancora in vigore e, in caso di risposta affermativa, se l’articolo 10 (Insediamenti aree diverse – Criteri applicabili: le persone Rom e Sinti presenti negli insediamenti in luoghi della città diversi dalle aree di sosta attrezzata, di cui al presente regolamento, non hanno in alcun modo accesso a percorsi di inclusione sociale ed accoglienza in altre strutture collettive comunali qualora non in possesso dei requisiti ex articolo 5 del presente regolamento, fatte salve le vigenti norme speciali di accesso a determinate prestazioni in quanto applicabili.) abbia trovato applicazione a fini deterrenti e/o possa essere di qualche aiuto.

Silvio Magliano

Fondi governativi per la lotta alla povertà educativa, il Piemonte non ottiene un euro: perché?

Pubblicati ieri i bandi sul sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale: Lombardia e Veneto, a differenza nostra, riceveranno 4 milioni in quanto regioni fortemente “colpite dalla pandemia”. Qual è la ragione dell’esclusione del Piemonte? I nostri Assessori non vedono queste opportunità? Se sì, perché non le colgono?

Bandi “Contrasto alla povertà educativa” pubblicati ieri: i fondi ci sono e non sono solo per il Sud (il contributo arriva dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale), ma il Piemonte resta escluso. A differenza di Lombardia e Veneto, che si divideranno 4 milioni in quanto tra le regioni “più colpite dalla pandemia”.

Perché la nostra Regione non è riuscita a ottenere un centesimo? Non è forse tra le aree più colpite dalla pandemia? C’è qualche ragione tecnica (quale?) o, semplicemente, la nostra Giunta non è stata abbastanza presente e pronta? Tutte domande che rivolgerò in Consiglio Regionale. 

Mi chiedo inoltre se i nostri Assessori monitorino con la dovuta attenzione queste opportunità e, se sì, perché non le colgano. Sarebbe forse utile una presenza più assidua e incisiva della Giunta sui tavoli nazionali, senza la quale diventa poi superflua e stucchevole ogni lamentela sui “fondi governativi che non ci arrivano”.

In una fase nella quale la didattica a distanza rischia di favorire la dispersione scolastica nelle realtà più difficili, sono utili anche fondi per cifre totali, come in questo caso, non altissime. Gli interventi di lotta alla povertà educativa proposti dalla misura sono indirizzati ad ambiti caratterizzati da disagio socio-economico. Dovrà trattarsi di partnership costituite e coordinate da enti del Terzo Settore, anche insieme ad altri ETS e soggetti pubblici.

Subito un piano di garanzia sanitaria per i pazienti con problematiche uditive

Faccio mie le richieste di diverse Associazioni del territorio: anche in questa fase di emergenza sia garantita la continuità terapeutica per i pazienti con ipoacusia. Ho presentato in Consiglio Regionale un’interrogazione sul tema.

I servizi essenziali ospedalieri e ambulatoriali territoriali non dovrebbero interrompersi neppure in questa fase di massima emergenza COVID, nella quale molte attività sono già state ridotte o sospese. Questo deve valere anche per quanto riguarda l’ipoacusia. È necessario e urgente un piano di garanzia sanitaria per i pazienti con problematiche di questo tipo. Faccio mio l’appello lanciato alla Regione Piemonte da diverse Associazioni (Ciao ci sentiamo, APIC Associazione portatori impianto cocleare, Fiadda Piemonte, Istituto dei sordi di Torino, FederAnziani). Interrompere l’attività di presa in carico dei pazienti con patologie dell’udito porta con sé gravi conseguenze, specialmente nei soggetti più fragili. Occorre non soltanto preservare la salute, ma anche allontanare il rischio di isolamento sociale spesso connesso ai problemi uditivi, in una fase già di per sé non favorevole alle relazioni interpersonali, così come è importante prevenire le altre possibili conseguenze (decadenza cognitiva, depressione e aumento del rischio di demenza tra le altre) dell’abbassamento dell’udito. Ho presentato in Consiglio Regionale un’interrogazione urgente per chiedere che, anche in tempi di emergenza COVID, sia garantita la continuità dell’attività clinica ambulatoriale, con un particolare focus sull’attività ordinaria di screening, mappatura e controllo di impianti cocleari e apparecchi acustici.

Ristori, la beffa degli esclusi

Ci sono categorie per le quali non esistono indicazioni chiare e ci sono categorie che, pur potendo restare aperte, si trovano di fatto attive senza clienti: per entrambi i casi, in diversi casi, non sono previsti ristori. Quanti sono gli imprenditori, gli artigiani e i negozianti in questa situazione nella nostra regione? I ristori non dovrebbero significare, almeno in teoria, sostegno per tutti?

Ci sono categorie merceologiche che, trovandosi in una zona d’ombra priva di indicazioni chiare, hanno comprensibilmente chiuso in queste settimane di lockdown, eppure, in quanto titolari di codici ATECO non inclusi nelle misure economiche di sostegno, resteranno senza ristori. Ce ne sono altre che, pur potendo continuare l’attività, si trovano di fatto senza clienti, perché i livelli più bassi della filiera sono chiusi: anche per queste seconde, niente sostegno finanziario. Due situazioni diffuse anche in Piemonte e che coinvolgono un numero imprecisato di artigiani, commercianti e imprenditori.

Per ragioni incomprensibili – racconta per esempio Mauro Pezzulich, titolare a Torino del negozio di coppe e trofei Palladium – non solo la mia attività, ma l’intera filiera della quale essa fa parte è esclusa dai ristori. Sembrerebbe, nell’ardua impresa di decifrazione dei decreti, che le attività come la mia debbano restare chiuse. In ogni caso – con eventi sociali, convegni, congressi, fiere, meeting e attività scolastiche sospesi – non venderemmo un pezzo. E nonostante tutto siamo esclusi dai ristori, come codice ATECO 25.99.99“.

Questo è solo un esempio, probabilmente tra molti altri possibili. Quante altre attività e imprese piemontesi si trovano in simili condizioni? 

Se la finalità del decreto è aiutare tutti, tutte le attività produttive e commerciali che hanno subito un danno dovrebbero ottenere un proporzionato sostegno. Se la finalità dei ristori è – cosa che condivido – non lasciare indietro nessuno, una selezione tra i codici ATECO così arbitraria (o frettolosa) smentisce clamorosamente questa finalità. Anche gli ambulanti di generi alimentari per esempio, continuando a lavorare, percepiscono il sostegno a fondo perduto. Mi batterò in Consiglio Regionale per provare a colmare in parte questi squilibri.