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INTERPELLANZA – Tra Covid e DPCM: quando il comportamento di qualcuno rischia di danneggiare tutti gli imprenditori onesti e rispettosi delle regole

PREMESSO CHE

  • come noto il Presidente del Consiglio dei Ministri, avv. Giuseppe Conte, ha firmato in data 3 novembre 2020 un provvedimento (avente veste di DPCM) contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, in vigore dal 6 novembre al 3 dicembre 2020: il nuovo DPCM individua tre aree – gialla, arancione e rossa – corrispondenti ai differenti livelli di criticità nelle Regioni del Paese e per le quali sono previste misure specifiche. Nella fascia riservata alle Regioni a rischio di massima gravità, con scenario 4 (area rossa) sono concentrate le misure più restrittive; nella fascia per le Regioni a rischio alto ma compatibili con lo scenario 3 (cosiddetta area arancione), sono previste misure lievemente meno restrittive, nella terza fascia, quella per tutto il territorio nazionale, rientrano le restanti Regioni (Area gialla);
  • la Regione Piemonte è stata inizialmente classificata come area caratterizzata da scenario 4, cioè area rossa;

TENUTO CONTO CHE

  • l’articolo 3 (“Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”) del DPCM del 3 novembre 2020 al punto 4), lettera c) stabilisce che: “sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.”;
  • la disposizione di cui al punto 4) del DPGR del 6 novembre 2020 n. 127 conferma che: “l’attività dei servizi di ristorazione (fra cui, a titolo esemplificativo, bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) è consentita per il solo asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”, andando poi a richiamare la lettera e gli allegati del DPCM del 3 novembre 2020;
  • ciò che dunque viene preminentemente in evidenza è la necessità che il consumo avvenga a seguito di asporto e non sul posto o nelle adiacenze dei bar e delle altre attività di ristorazione;  

RILEVATO CHE

  • a seguito dell’entrata in vigore del DPCM del 3 novembre 2020 e dell’inserimento della Regione Piemonte in area rossa, lo scrivente ha ricevuto numerosissime segnalazioni aventi ad oggetto la formazione di frequenti assembramenti di avventori intenti a consumare sui marciapiedi e nelle immediate adiacenze degli esercizi di somministrazione aperti (essenzialmente bar);
  • con particolare focalizzazione su quanto riferito circa il quartiere Santa Rita, sono stati segnalati (ma non documentati con video o foto per evidente tutela della sicurezza personale e dell’incolumità dei cittadini segnalanti) sia bar che consentono l’ingresso dei clienti sia frequenti stazionamenti e assembramenti di clienti nelle immediate adiacenze sia locali aperti con clientela presente anche ben oltre le ore 18 e senza mascherina (ad esempio verso le ore 19:30);
  • tali attività, secondo quanto riferito, si concentrano essenzialmente lungo l’asse di corso Sebastopoli, lungo l’asse di via Gorizia nei pressi delle intersezioni con via Barletta e corso Sebastopoli, lungo l’asse di corso Orbassano nei pressi dell’intersezione con corso Sebastopoli (lato nord) e nel tratto tra via Gessi e via Caprera, lungo l’asse di via Tripoli nel tratto compreso tra largo Tirreno e piazza Santa Rita e in prossimità dell’intersezione con via Boston;
  • pare peraltro che anche in un futuro ed eventuale passaggio della classificazione della Regione Piemonte da area rossa ad area arancione non siano previste particolari modifiche per le attività degli esercizi di ristorazione (nell’accezione più ampia del termine, come sopra indicata);

EVIDENZIATO CHE

  • lo scrivente intende rivolgere un pensiero di apprezzamento e vicinanza per tutti quegli imprenditori, liberi professionisti, commercianti ed esercenti che, seppure tra le infinite difficoltà del periodo, stanno affrontando la quotidianità delle loro attività con orgoglio, coraggio, onestà, profondo senso civico e nel pieno rispetto delle disposizioni e della normativa emergenziale: a tutti loro si intende esprimere un messaggio di sentito apprezzamento e di buona fiducia per il futuro;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quale sia il piano di interventi e controlli previsto e svolto dalla Polizia Municipale presso gli esercizi di ristorazione (bar, ristoranti, pub, birrerie, gelaterie, pasticcerie) a seguito dell’entrata in vigore del DPCM del 3 novembre 2020;
  2. quanti controlli siano stati svolti e quante sanzioni irrogate, nell’intero territorio cittadino, per inosservanza della normativa vigente da parte degli esercizi di ristorazione;
  3. quanti controlli siano stati svolti e sanzioni irrogate dopo le ore 18, nell’intero territorio cittadino, per inosservanza della normativa vigente da parte degli esercizi di ristorazione;
  4. se la Polizia Municipale abbia svolto accertamenti presso le attività aventi sede presso gli indirizzi sopra indicati (quartiere Santa Rita), sia entro sia oltre le ore 18, in quali date e orari e quali gli esiti dei controlli.  

Silvio Magliano

Vaccino anti-COVID: e le persone non autosufficienti?

Al momento, non è prevista alcuna priorità per le persone con patologie croniche o disabilità (per esempio tetraplegia): il Lazio si è già mosso per garantire loro il vaccino in tempi brevi, il Piemonte faccia lo stesso per proteggere loro e chi sta loro vicino.

Persone non autosufficienti escluse, in questa prima fase, dal vaccino: si prevede che gli italiani con almeno una patologia cronica non potranno essere vaccinati prima della prossima primavera (o più tardi ancora). Mi auguro che questa fascia di popolazione possa essere inserita al più presto tra coloro che hanno diritto prioritario al vaccino. Molte persone non autosufficienti, tra l’altro, presentano vulnerabilità proprio all’apparato respiratorio: per esempio, i 20mila nostri concittadini tetraplegici. Vaccinare subito, o comunque nel tempo più breve possibile, le persone che vivono queste condizioni significa proteggere anche coloro che le assistono e che stanno loro accanto: badanti, caregiver, familiari. Ancora una volta, non autosufficienza e disabilità sono le grandi escluse, le grandi dimenticate. La Regione Lazio ha inserito nella “Fase 2”, con una propria determinazione, le persone di ogni età con comorbidità severa, immunodeficienza e fragilità, cioè le persone con disabilità e anche le persone che frequentano le RSA in modalità semiresidenziale (non considerata nel Piano nazionale). Chiederò in Consiglio Regionale che anche il Piemonte si muova in maniera analoga.

Superiori: il rinvio del rientro a scuola è conseguenza del tempo perso e degli errori commessi

La didattica a distanza, soluzione di emergenza, non deve diventare la norma: permettiamo ai nostri studenti, vera e grande risorsa del nostro Paese, di tornare in presenza. Rilevo gravi responsabilità da parte della politica: occasione e tempo persi.

Ancora rinviato il rientro a scuola per gli studenti delle Superiori: è prevista – al netto di sempre possibili aggiornamenti – per lunedì 18 gennaio la riapertura delle Scuole Secondarie di secondo grado. Mi associo alle richieste che da più parti – a partire dagli stessi studenti e dalle sigle sindacali – giungono per un ritorno a scuola in presenza e in massima sicurezza. Le lezioni in presenza sono fondamentali per la crescita dei ragazzi. Se oggi le scuole sono ancora in parte chiuse è anche per colpa del tempo perso e delle occasioni mancate dalla politica. Gli studenti dai 14 ai 18 anni pagano il prezzo più alto, così come le loro famiglie, di questa situazione. Da convinto sostenitore della didattica in presenza, continuo a parlare di occasione persa. L’unica cosa che mi interessa è il futuro dei nostri giovani, vero e unico capitale del nostro Paese.

Piazza d’Armi nel degrado, l’area camper è un accampamento: ennesima sconfitta di questa Giunta

L’Amministrazione ci dica finalmente, prima delle elezioni, che cosa intenda fare di quello che è attualmente un vero e proprio ricettacolo di degrado (altro che zona campeggio turistica). La Circoscrizione 2, particolarmente colpita dal fenomeno delle occupazioni abusive, merita molto di meglio. Si accompagnino verso l’inclusione le 25 persone accampate con percorsi dedicati e si restituisca l’area ai torinesi.

Ma quale area camper turistica: in piazza d’Armi si trova attualmente un accampamento abusivo vero e proprio. Siamo giunti a questo punto per la totale assenza di progettualità da parte di questa Amministrazione, che a pochi mesi dalla fine del proprio mandato non è stata in grado di pensare a un futuro per questo spicchio di piazza. Vogliamo farne un’area attrezzata per i camperisti? Vogliamo estendere il parco? Preferiamo altre destinazioni d’uso ancora? Va bene (quasi) tutto, purché finalmente si decida. Attualmente sono 25 le persone accampate, che dovrebbero essere accompagnate con percorsi specifici di inclusione. I residenti che hanno presentato la petizione (li ringrazio ancora una volta per il loro impegno) non ne possono più di degrado, camper e bombole a cielo aperto, totale mancanza di sicurezza. Mi auguro che – dopo le mie innumerevoli interpellanze, l’impegno dei Comitati e l’odierna petizione – le cose cambino. La Giunta Appendino, che fa registrare oggi l’ennesimo fallimento di questa consiliatura, ci faccia sapere entro fine mandato che cosa intende fare per questa zona cittadina, che si trova in una Circoscrizione, la 2, già di per sé colpita in maniera preoccupante dal fenomeno delle occupazioni abusive. Finché questa Amministrazione non riconoscerà la gravità del fenomeno, di sicurezza non potrà neanche parlare.

Morosità, è crisi vera: ora la politica sostenga, con gli inquilini, anche i piccoli proprietari

Sempre più inquilini non riescono a pagare l’affitto: un problema che indirettamente colpisce anche le centinaia di piccoli proprietari (già fortemente gravati dalla pressione dell’IMU) che con i canoni di locazione integrano il proprio reddito mensile. Anche a questi cittadini la politica deve dare risposte: non depauperiamo ulteriormente quel ceto medio che sta tenendo in piedi il Paese. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive.

La sospensione delle procedure di sfratto non esaurisce il problema della crisi di morosità, emersa in tutta la sua drammaticità (dato in crescita del 5% presso le case ATC negli ultimi 12 mesi) questa mattina in Commissione. C’è infatti anche l’altro lato della medaglia, del quale la politica deve farsi carico: quell’ampia platea di centinaia e centinaia di piccoli proprietari per i quali l’affitto mensile incassato dall’inquilino è parte integrante del reddito. Ora queste persone, vincolate dal blocco degli sfratti, rischiano di non farcela più ad andare avanti. La politica deve rispondere anche alle esigenze di cittadini sui quali grava la forte pressione fiscale dell’IMU e di un ceto medio (non parliamo certo di alti tenori di vita) che rischia di essere ulteriormente depauperato. 

La morosità presso le unità abitative ATC è cresciuta, abbiamo visto, del 5% nell’ultimo anno: cresce anche la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive di case ATC. Siamo ora a quota 159, 68 casi in più da marzo in avanti. Anche qui, la politica deve intervenire in maniera decisa. Chi occupa abusivamente sta negando il diritto alla casa a chi ne avrebbe necessità e titolo.