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Diversity e Disability Management, questi sconosciuti: la desolante situazione delle nostre Partecipate

Nessuno degli organigrammi delle Società Partecipate della Città di Torino presenta entrambe le figure, solo quattro Società hanno in organico una figura che si occupi di tutte le funzioni del Disability o del Diversity Management. Da parte della Giunta, nessuna indicazione e nessuno stimolo alle Società Partecipate stesse affinché le cose cambino: questo è forse l’aspetto più grave, sintomo di una totale mancanza di sensibilità sul tema. Un cambio di mentalità è più che mai urgente. Appena discussa in Sala Rossa la mia interpellanza sul tema.

Una situazione desolante: Diversity e Disability Management non solo non sono una priorità per le Partecipate del Comune di Torino (e per la Città stessa), ma sono funzioni, nella maggior parte dei casi, semplicemente tralasciate. Questo lo scenario che è emerso dalla discussione in Consiglio Comunale, poco fa, della mia interpellanza sul tema.

Qualche dato: solo sei partecipate hanno fornito la risposta richiesta. Due Società tra quelle che hanno risposto (Caat e Soris) non hanno al momento in organico né un Disability Manager né Diversity Manager; una Partecipata (Smat) ha attribuito le funzioni del Disability Manager al Dirigente delle Risorse Umane; in InfraTo è l’Ufficio Qualità a svolgere alcune delle funzioni del Disability Manager; il Diversity Manager di Iren coincide con il Responsabile della struttura Welfare e Diversity e svolge le sue funzioni anche per TRM: queste due Partecipate nulla fanno sapere in merito alla presenza nel loro organico di un Disability Manager.

Dalle altre Partecipate, silenzio assordante: quale la situazione, per esempio, relativamente a Farmacie Comunali, AFC Torino, FCT Holding, Agenzia Servizi e Agenzia Mobilità Metropolitana? Non è dato sapere. Facile immaginare, però, che nessuna figura vi gestisca le funzioni del Disability e del Diversity Management.

La sensazione, che le risposte appena date in Aula hanno consolidato, è che manchi ancora una vera cultura specifica. Vi solo poi scelte la cui ratio andrebbe perlomeno spiegata: qual è il senso per esempio, come avviene per Caat, di attribuire all’Ufficio Qualità alcune (quali?) delle funzioni del Disability Manager? Mi chiedo inoltre se alcune nostre Partecipate abbiano davvero chiara la differenza tra Diversity e Disability Management.

Ancora più grave è che dall’Amministrazione non siano arrivate indicazione né inviti a dotarsi di figure di questo tipo. L’esempio di GTT, prima Partecipata a dotarsi – peraltro con risultati eccellenti – di un Disability Manager, non è stato seguito. Se alle Partecipate questi temi interessano poco, dovrebbe essere la Giunta a indicare un percorso e a chiedere di seguirlo. Le responsabilità di questa Amministrazione sono evidenti.

Che cos’è il Diversity Manager
Il ruolo del Diversity Manager consiste nella gestione e organizzazione di ruoli e peculiarità individuali e delle esigenze specifiche che possono avere un’influenza determinante per la motivazione e l’efficienza al lavoro (per esempio peculiari esigenze di flessibilità, diverse situazioni di famiglia, diverse situazioni di carico famigliare e di cura, eventuali e diverse disabilità). È dimostrato dai fatti come la presenza in organico di un Diversity Manager – figura da anni affermatasi in molti Paesi del mondo – migliori il rendimento delle singole risorse umane e della squadra nel suo complesso. Il Diversity Manager può intervenire in ambiti quali progetti mirati di welfare aziendale, politiche interne di gestione della flessibilità a seconda delle diverse esigenze e gestione di elementi fisici e strutturali (per esempio, abbattimento di barriere architettoniche).

Telecamere AxTo: via De Sanctis, via Ormea e piazza Mattirolo spariscono dalla mappa della videosorveglianza e piazza della Repubblica perde due videocamere su tre

La Sindaca dichiara in Aula, rispondendo alla mia interpellanza sul tema, che “i sistemi di videosorveglianza previsti dal progetto sono stati installati”, ma le posizioni citate non coincidono con quelle previste. Chiederemo ragione di queste scelte. Ora si proceda con l’integrazione dei due sistemi (AxTo e Argo) in un’unica rete cittadina, con integrazione anche delle videocamere private e con un giusto riconoscimento anche economico per i soggetti che le mettono a disposizione della sicurezza di tutti.

Chiederemo alla Giunta ragione dell’apparente scomparsa, tra le telecamere di sicurezza del progetto AxTo, dei dispositivi che si sarebbero dovuti installare in via De Sanctis 12, in via Ormea 45 e in piazza Luigi Mattirolo. La Sindaca ha appena affermato in Aula che “Gli impianti di videosorveglianza sono stati installati”, ma non ha menzionato queste tre posizioni strategiche. Anche in piazza della Repubblica le telecamere passano, sembrerebbe, da tre a una: confermata quella in corrispondenza con via Egidi, mentre mancano quelle all’altezza delle vie Cottolengo e Priocca. Di queste scelte chiederemo conto in Consiglio.

Si proceda ora velocemente nell’integrazione dei due sistemi, AxTo e Argo, in un’unica rete di sicurezza. È fondamentale che questa modalità di controllo sia replicabile e che queste innovazioni possano continuare con la prossima consiliatura. Il privato che mette a disposizione la propria tecnologia per un’integrazione con il sistema pubblico deve essere opportunamente riconosciuto anche dal punto di vista economico per questa sua azione a favore della sicurezza di tutti.

Il “Sistema di videosorveglianza integrata per motivi di sicurezza urbana” è un’azione finanziata nell’ambito del progetto “AxTO – Azioni per le periferie torinesi”. Gli obiettivi del progetto sono la realizzazione di una rete di videosorveglianza cittadina che copra i luoghi più a rischio, in termini di sicurezza, delle nostre periferie. Il coinvolgimento dei privati nel sistema di videosorveglianza cittadino è punto fondamentale del progetto.

Un Disability Manager in ciascuna delle Partecipate e un Diversity Manager per la Città di Torino

Queste le richieste che rivolgerò domani alla Giunta Comunale con un’interpellanza che sarà discussa alle ore 13.00 in Sala Rossa. Abbiamo visto quanto possa essere lungo e tortuoso il percorso di selezione e nomina di profili di questo tipo, pertanto urge accelerare i tempi. Il Diversity Manager, che eventualmente si potrà a sua volta estendere anche alle Partecipate, concorre alla creazione di un ambiente di lavoro in grado di valorizzare le potenzialità individuali tenendo conto delle diverse esigenze delle singole risorse umane (per esempio diversi carichi familiari e di cura o eventuali e diverse disabilità).

Ogni Partecipata del Comune di Torino ha un Disability Manager nel proprio organigramma? E nel caso: è una figura autonoma o coincide con un’altra figura dirigenziale? La Città di Torino intende dotarsi di un Diversity Manager? Queste le domande che rivolgerò alla Giunta Appendino, domani in Sala Rossa, con un’interpellanza.

La figura del Disability Manager è decisiva e fondamentale in tutti gli ambiti della Pubblica Amministrazione. Ne abbiamo avuto una prova con l’eccellente lavoro svolto dall’Avvocato Lepore. Il ruolo di monitoraggio e programmazione delle politiche pubbliche svolto dal Disability Manager in un’ottica di pari opportunità e di superamento delle barriere architettoniche, sensoriali e culturali è cruciale lungo la strada di una piena inclusione e di una piena accessibilità. Parallelamente alle funzioni di Disability Management pare opportuno integrare la figura del Diversity Manager.

Che cos’è il Diversity Manager
Il ruolo del Diversity Manager consiste nella gestione e organizzazione di ruoli e peculiarità individuali e delle esigenze specifiche che possono avere un’influenza determinante per la motivazione e l’efficienza al lavoro (per esempio peculiari esigenze di flessibilità, diverse situazioni di famiglia, diverse situazioni di carico famigliare e di cura, eventuali e diverse disabilità). È dimostrato dai fatti come la presenza in organico di un Diversity Manager – figura da anni affermatasi in molti Paesi del mondo – migliori il rendimento delle singole risorse umane e della squadra nel suo complesso. Il Diversity Manager può intervenire in ambiti quali progetti mirati di welfare aziendale, politiche interne di gestione della flessibilità a seconda delle diverse esigenze e gestione di elementi fisici e strutturali (per esempio, abbattimento di barriere architettoniche).
Invece il Disability Manager tiene in considerazione le esigenze delle persone con disabilità verso i servizi esistenti e concorre a mettere in atto o a esigere ogni azione volta a favorire luna piena accessibilità non solo urbanistica.

Abbiamo purtroppo visto in questi anni di GIunta Appendino quanto possano essere lunghe le operazioni di selezione e integrazione in organigramma di figure di questo tipo: occorre dunque accelerare i tempi per arrivare il prima possibile a una piena operatività dei profili selezionati.

INTERPELLANZA – Disability e Diversity Management e Amministrazione cittadina: traguardi raggiunti e orizzonti da inseguire

PREMESSO CHE

– con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009 l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, avviando così un significativo processo di cambiamento culturale e politico finalizzato a sostenere ogni azione utile alla promozione dei diritti delle persone con disabilità e della loro piena partecipazione alla vita attiva della propria comunità;

– con deliberazione della Giunta Comunale del 12 marzo 2013 (mecc. 2013 00881) la Città di Torino ha istituito la figura del/la Disability Manager; con la medesima deliberazione tale funzione è stata assegnata al Direttore Generale, avvalendosi per l’esercizio dei compiti assegnati di una apposita struttura amministrativa. Al fine di coordinare ed attivare il lavoro di rete trasversale il Direttore Generale, con determina dirigenziale n. 23 del 22 aprile 2014 066), ha provveduto a riorganizzare i già esistenti Gruppo di Lavoro Interdivisionale e il Tavolo Tecnico Permanente sull’Accessibilità, istituendo un unico Gruppo di Lavoro Interdirezionale, nominandone, contestualmente, i/le componenti;

RILEVATO CHE

– in data 10 dicembre 2018 il Consiglio Comunale della Città di Torino ha approvato il Regolamento “Disability Manager della Città di Torino” (mecc. 2018 00827), delibera istitutiva della figura del Disability Manager in seno alla struttura amministrativa della Civica Amministrazione;

– l’articolo 2 del nuovo Regolamento specifica le funzioni svolte dal Disability Manager: “Il/la Disability Manager, svolge un ruolo di monitoraggio delle politiche della Città e di supporto ai Servizi dell’Amministrazione, senza sovrapporsi e/o sostituirsi ai competenti Uffici dell’Amministrazione, attraverso una serie di azioni tra le quali rilevano quelle di seguito riportate:
a) promuove, all’interno dell’Amministrazione, una programmazione delle politiche pubbliche in un’ottica di pari opportunità e di superamento delle barriere architettoniche, sensoriali e culturali;
b) promuove l’esercizio dei diritti e delle opportunità di accesso/fruizione dei servizi comunali da parte delle persone con disabilità, con particolare riferimento ai diritti fondamentali, alla casa, al lavoro, alla formazione, alla cultura, all’assistenza, alla tutela della salute, all’istruzione, alla mobilità e allo sport, per quanto nelle attribuzioni e nelle competenze del Comune medesimo;
c) promuove iniziative pubbliche di sensibilizzazione sui temi dell’accessibilità, delle discriminazioni e disuguaglianze vissute dalle persone con disabilità, secondo una visione interazionale e relazionale della condizione stessa di disabilità;
d) raccoglie le istanze dei numerosi organismi ed enti, con particolare riferimento alle associazioni delle persone con disabilità, nel contesto delle forme istituzionalizzate di concertazione come formalizzate con atti deliberativi;
e) elabora proposte e promuove iniziative congiunte ovvero coordinate con altri soggetti pubblici e privati competenti nei temi in oggetto, per l’esercizio dei compiti di cui alla lettera a);
f) propone agli assessori/e e agli uffici competenti, protocolli di intesa con le Amministrazioni interessate, utili a poter espletare le sue funzioni;
g) effettua azioni di coordinamento e condivisione con i e le Disability Manager presenti sul territorio cittadino e nelle aziende partecipate dalla Città di Torino;
h) propone alla Città le Linee Guida cittadine sui diritti delle persone con disabilità e gli eventuali aggiornamenti che si rendessero necessari; le Linee Guida, che saranno approvate dalla Giunta Comunale con propria deliberazione, saranno oggetto di concertazione con le associazioni rappresentative delle persone con disabilità nel contesto delle forme istituzionalizzate di rappresentanza formalizzate con atto deliberativo;
i) si attiva con la collaborazione tecnica e amministrativa della Città per la stesura e l’approvazione del P.E.B.A. – Piano di Eliminazione di Barriere Architettoniche;
j) monitora l’attività e le politiche dell’Amministrazione affinché sia adeguata, nell’ambito delle risorse specificamente rese disponibili, a rispondere ai diritti delle persone con disabilità, nel quadro dell’ordinamento locale, regionale e nazionale;
k) proporre un Piano di Azioni Positive per i e le dipendenti del Comune di Torino con disabilità.”;

CONSIDERATO CHE

– parallelamente alle funzioni di Disability Management pare di rilevante interesse citare il tema del Diversity Management: nacque negli Stati Uniti negli anni Sessanta con il “Civil Right Movement”; negli anni Novanta giunse in Europa per far fronte alle discriminazioni razziali e dal 2009 l’Italia ha una “Carta per le pari opportunità e uguaglianza sul lavoro”;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

1. se presso gli organigrammi di tutte le società partecipate del Comune sia incardinata la figura del Disability Manager e se sia una figura autonoma o coincidente con il Direttore del Personale (o altra figura dirigenziale titolare di altre deleghe);

2. se l’Amministrazione abbia intenzione di dotarsi della figura del Diversity Manager e, successivamente, di estendere tale pratica alle società partecipate.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – I soliti tagli della solita Amministrazione per le solite periferie: il caso del trasporto pubblico a Mirafiori Sud

PREMESSO CHE

– in stretta connessione temporale con il completamento dei lavori per la stazione della metropolitana di piazza Bengasi, si è sviluppato il tema di “superficie”, ossia di quanto accadrà in merito ai parcheggi e ai collegamenti del trasporto pubblico con la stazione di piazza Bengasi;

– dal 1° giugno è entrata in vigore la revisione delle linee del trasporto pubblico locale, a cui farà seguito un nuovo aggiornamento già previsto per i prossimi mesi autunnali;

– il piano di riorganizzazione delle linee del TPL è stato condiviso da GTT, Città di Torino e AMP (Agenzia Mobilità Piemontese);

TENUTO CONTO CHE

– il piano di riorganizzazione delle linee del TPL gestito da GTT ha eliminato e/o modificato il percorso di alcune linee in una zona con densità di popolazione elevata quale è Mirafiori Sud;

– tale scelta, che coinvolge una delle zone cittadine caratterizzata da un’elevata età media della popolazione, provocherà lo scoraggiamento all’uso dei mezzi pubblici, proprio perché non rispondenti alle reali necessità ed esigenze di spostamento della popolazione;

– le modifiche dei percorsi riguardano le linee 14, 63, 34, 35, 63b, 18, 40;

– la linea 34, con il nuovo tragitto, escluderebbe del tutto il tratto di Strada Castello di Mirafiori, impedendo di fatto ai circa 4000 cittadini residenti (in quella zona) di poter raggiungere la zona ospedali;

– inoltre, la linea 34 non transiterebbe più sull’asse di via Farinelli dove è presente una struttura sanitaria denominata Presidio Sanitario Valletta, creando notevoli disagi agli utenti ed ai lavoratori della stessa;

– la nuova linea 63 (63 + 63/) escluderebbe un tratto di strada del Drosso e tutta strada Castello di Mirafiori, impedendo alla popolazione residente di raggiungere la zona ospedali nonché la zona centrale della città (ad esempio piazza Solferino);

CONSIDERATO CHE

– da un lato le politiche dei trasporti e dell’ambiente suggeriscono ai cittadini l’utilizzo della rete del trasporto pubblico, dall’altro lato l’Amministrazione ne impedisce de facto l’utilizzo da parte dei cittadini residenti in periferia (è questo il caso della estrema periferia sud, quartiere Mirafiori Sud);

– per l’ennesima volta il quartiere Mirafiori Sud viene depauperato da questa Amministrazione di servizi essenziali: era già capitato in precedenza in tema di sicurezza con la chiusura della sede circoscrizionale della Polizia Municipale di via Morandi;

– il 21 gennaio 2021 il Consiglio Circoscrizionale della Circoscrizione II ha votato ed approvato un’interpellanza avente per oggetto “POTENZIAMENTO DELLE LINEE DI COLLEGAMENTO DA C.SO UNIONE SOVIETICA VERSO V. PLAVA/V. ANSELMETTI/STR. DEL DROSSO”;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali sarebbero i punti di forza scaturenti dalla riorganizzazione delle linee operata da GTT a favore dei cittadini di Mirafiori Sud;
  2. se l’Amministrazione intenda confermare la riorganizzazione delle linee urbane del TPL gestite da GTT ovvero se intenda avviare un’interlocuzione con la società di trasporti al fine di implementare il servizio fornito ai cittadini di Mirafiori Sud;
  3. se l’Amministrazione intenda avviare un’interlocuzione con la Circoscrizione e con i cittadini di Mirafiori Sud al fine di apprendere le esigenze del territorio in tema di trasporto pubblico;
  4. se, nelle more dell’individuazione di soluzioni efficaci per il territorio, si intenda predisporre l’attivazione di una linea STAR che garantisca il collegamento delle macro aree del quartiere Mirafiori Sud oggi non completamente servite dal servizio di trasporto pubblico (il cosiddetto “Villaggio”, l’area “Cime Bianche e l’area “Basse Lingotto”).

Silvio Magliano