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Le occupazioni, tutte, sono azioni illegali, a prescindere dal colore politico e dalla finalità

L’Amministrazione civica non può tollerare che soggetti terzi si insedino abusivamente in stabili di proprietà comunale o di privati: tutte le occupazioni, infatti, sono azioni illegali e penalmente perseguibili. Anche quelle che, almeno a parole, più che “occupare” uno stabile dicono di “occuparsene”. E sono azioni illegali a prescindere dal loro posizionamento politico e dal loro intendimento ideologico.
L’acceso dibattito della Commissione odierna sull’invasione di un immobile di via Asti da parte di alcuni aderenti all’Associazione Terra del Fuoco riporta d’attualità il problema delle molte occupazioni di stabili sul territorio cittadino.
Rifiuto totalmente la troppo diffusa logica secondo la quale ci sarebbero occupazioni che si possono tollerare. Il sostantivo “occupazione” non sopporta aggettivazione: non esistono “occupazioni rosse” e non esistono “occupazioni nere”, non esistono “occupazioni virtuose” e non esistono “occupazioni riqualificanti”.
L’occupazione è, in quanto tale, un’azione illegale e contraria al codice penale. Ogni occupazione lo è. Se l’Amministrazione civica dichiara di tollerare un’occupazione, a prescindere dalle finalità e dal colore politico dell’occupazione stessa, sta dichiarando di tollerare un reato.
Se gruppi, movimenti e associazioni desiderano sfruttare stabili e strutture per le loro attività, ne facciano formale richiesta a chi di dovere. Per quanto riguarda le unità di proprietà comunale, l’Amministrazione civica non ha mai rifiutato supporto alle attività meritorie, interessanti o utili alla collettività. Tutte le altre modalità di azione sono inaccettabili.
Continuare ad accettare occupazioni di questo tipo è uno schiaffo ai sacrifici delle tante famiglie che continuano a pagare puntualmente, per le loro abitazioni, tasse tra le più care d’Italia.