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Il 5xmille vada alle realtà sociali, non al Comune

Ho ribadito oggi, in Consiglio Comunale, la mia totale opposizione a una proposta che nega il principio di sussidiarietà e che oltretutto contraddice la natura stessa del 5xmille, che consiste nella libertà di scegliere quale realtà beneficiare. Le istituzioni locali devono andare avanti con i proventi della tassazione. Possibilmente senza sprechi.

Lo scorso mese di maggio Chiara Appendino aveva suggerito ai cittadini, tramite un post su Facebook, di devolvere il proprio 5xmille al Comune di Torino. Ha aggiunto che anche il suo 5xrmille avrà la medesima destinazione. Oggi questo tema è stato oggetto di un’interpellanza in Consiglio in calce alla quale c’era anche la mia firma. Un’occasione, per me, per ribadire un concetto e un invito: devolviamo il nostro 5xmille a una delle tante realtà sociali (Associazioni di Volontariato, Onlus e Cooperative sociali) che operano, con dedizione e passione, sul nostro territorio, spesso riuscendo a tappare falle che le istituzioni non sono in grado di coprire. Queste realtà si occupano davvero di povertà, sostegno agli ultimi, disabilità, alimentazione e vestiario, farmaci, promozione della solidarietà e tutela dei diritti dei più deboli, spesso operando proprio là dove le istituzioni non sono in grado di arrivare. Davvero non sentiamo il bisogno di ulteriore concorrenza: il 5xmille vada a loro, la Città di Torino ha altre fonti di sostentamento economico. Sono le stesse Associazioni alle quali la Sindaca non ha voluto riconoscere gli sgravi sulla Tari. Il 5xmille nasce come strumento di libertà, per permettere a ciascuno di scegliere chi aiutare: lo stato e le istituzioni locali devono andare avanti con i soldi provenienti dalla tassazione (che a Torino è una delle più alte d’Italia). La proposta di Appendino è la negazione stessa del principio di sussidiarietà ed è improntata a quello statalismo che già in altre occasioni l’attuale Amministrazione ha dimostrato.