Grandi eventi sportivi: aprire gli stadi, non le piazze auliche
Nelle città europee i maxischermi si mettono negli spazi aperti, non nel salotto buono. Assurdo concentrare decine di migliaia di persone in un contesto urbanistico non strutturato per reggere un afflusso di folla di queste proporzioni.
Disastro annunciato, che solo per un fortunato caso non si è trasformato in una peggiore tragedia. Nel resto del mondo i grandi eventi sportivi su maxischermo si trasmettono negli stadi o negli spazi aperti, non nelle piazze auliche del centro, che non sono nate – architettonicamente e urbanisticamente – per questo tipo di utilizzo.
L’ennesimo esempio di gestione approssimativa si è risolta in vari codici rossi negli Ospedali cittadini e nel rischio di un dramma ancora peggiore. L’incapacità (o la mancata volontà, o la mancata attenzione: è lo stesso) di contrastare il fenomeno dei venditori abusivi ha fatto il resto: decine di migliaia di bottiglie di vetro vendute, molte delle quali finite in frantumi al suolo, significano una pavimentazione lastricata di cocci acuminati. E, in caso di emergenza, una pavimentazione di cocci acuminati significa che ogni persona che cade a terra si ferisce.
Vorrei vedere un’Amministrazione Civica meno attenta, anche ai suoi livelli più alti, a esprimere via Twitter la propria fede calcistica e più attenta alla gestione dei fatti della Città. Se ci sono responsabilità, vorrei che fossero identificate al più presto. Soprattutto, vorrei che si imparasse la lezione per la prossima volta.
In un momento in cui, dato il contesto internazionale, le persone sono più propense a pensare al peggio e il rischio-panico è più urgente del solito, fare errori è ancora più grave e imperdonabile.